stefanojoy ha scritto:Su yahoo news...
Air France-KLM not to bid for Alitalia Sun Jan 21, 4:07 PM ET
PARIS (AFP) - Air France-KLM has decided not to make an offer to buy Italy's cash-strapped Alitalia because of the high asking price and conditions set by the Italian government, a newspaper reported.
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"The decision was taken on Wednesday by the board the day that Jean-Cyril Spinetta, France-KLM chairman, announced his resignation from the board of Alitalia," French daily La Tribune said in an article to appear Monday, without saying where it got its information.
"The terms and conditions set by Rome is judged by France-KLM to be unreasonable due notably to the impossibility of restructuring Alitalia's network and the extremely high price. It would have to pay nearly 1.5 billion euros (excluding debt)," the business daily said.
The Franco-Dutch carrier may revise its position if there are no other offers or if "events contrary to its interests occur this week" such as an offer from a competitor such as Germany's Lufthansa or Italy's Air One, La Tribune said.
The Italian government, which holds a 49.9 percent stake in the company, in late December issued an appeal for bids for the purchase and privatization of Alitalia.
While Air France-KLM is widely regarded as a potential partner for Alitalia it has always insisted that any tie-up would be conditional on a restructuring at the Italian carrier.
Che ne dite????
Da TGfin
Alitalia: Air France,niente offerta
Troppo alto il prezzo richiesto
Air France non farà offerte per acquisire Alitalia: il prezzo richiesto è troppo alto. E non convincono i francesi neanche le condizioni di vendita che sono state fissate dal governo di Roma. Così, secondo quanto scrive il quotidiano francese "La Tribune", la compagnia parigina ha deciso di dare forfait nella gara per l'acquisizione della nostra società.
"La decisione" spiega il quotidiano francese "è stata presa mercoledì scorso dal Consiglio di amministrazione di Air France, vale a dire lo stesso giorno in cui il presidente della compagnia di bandiera francese, Jean-Cyril Spinetta, ha annunciato le sue dimissioni dal Cda di Alitalia. I termini e le condizioni fissate da Roma vengono giudicati non ragionevoli a causa, soprattutto, dell'impossibilità di operare un processo di ristrutturazione della rete di Alitalia e per via del prezzo troppo elevato, vicino agli 1,5 miliardi di euro. Air France potrebbe cambiare idea ove non emergessero altre offerte per Alitalia o se si registrassero avvenimenti contrari ai suoi interessi, come un'offerta da parte di un concorrente del tipo di Lufthansa o di AirOne".
Ormai è scattato il conto alla rovescia per la scadenza del termine (il 29 gennaio) per presentare le manifestazioni d'interesse nella gara. Alitalia si prepara ad affrontare una settimana chiave, e densa di avvenimenti è stata anche la settimana appena conclusa, che ha visto decadere il Consiglio di amministrazione. Il presidente di Tod's Diego Della Valle ha detto che per Alitalia "c'è disponibilità" mentre dal fronte sindacale il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, in un'intervista ribadisce i timori di una "svendita" appellandosi al "coraggio di imprenditori che abbiano voglia di misurarsi". "Anche il sindacato" spiega "dovrà mostrare coraggio ma se l'ipotesi sarà quella della svendita non potrà fare altro che difendere i diritti dei lavoratori".
All'appuntamento di lunedì 29, tra una settimana esatta, Alitalia arriva quindi con un Cda decimato, dopo le dimissioni del presidente di Air France Jean Cyril Spinetta il 17 gennaio che hanno ridotto il board a soli due componenti (il presidente e amministratore delegato Giancarlo Cimoli e il rappresentante del Tesoro Giovanni Sabatini), che restano in carica per gestire l'ordinaria amministrazione, fino all'assemblea dei soci convocata per il 22 febbraio prossimo in prima (il 28 in seconda), che dovrà nominare il nuovo Consiglio di amministrazione.
Un Cda "leggero" (dovrebbe essere di 3 membri) e "di transizione", incaricato cioè di gestire la fase di privatizzazione dell'ex compagnia di bandiera fino all'arrivo del nuovo azionista. E subito è partito il toto-nomi, anche se un board di transizione potrebbe non essere molto appetibile per candidati di spicco.
Alla mossa di Spinetta ha fatto seguito la parallela uscita di Cimoli dal Cda di Air France, essendo venuta meno la reciprocità della presenza nei rispettivi consigli, alla base degli accordi tra i due vettori al momento dell'incrocio azionario nel 2002. Saltata la riunione del Cda di venerdì 19, sono state comunque fornite le risposte richieste dalla Consob. Nè confermate nè smentite da Alitalia, le previsioni di passivo 2006, indicate da indiscrezioni giornalistiche, pari a 400 milioni di euro, il budget sarà stilato entro gennaio, necessario a definire la sostenibilità finanziaria. Resta bloccato il piano industriale, sia per la procedura di privatizzazione sia per la decadenza del Cda.
Intanto, si scaldano i motori delle possibili cordate: sul dossier Alitalia "c'è disponibilità da parte nostra" ha detto Diego Della Valle. "Sono operazioni complesse nelle quali è importante raggruppare un buon numero di imprenditori italiani e sicuramente un partner industriale che conosca questo mestiere. Allo stato attuale mi sembra tutto molto complicato". Della Valle è tra i soci di Management & Capitali, il fondo salva-imprese di Carlo De Benedetti che studia un dossier in vista della gara. L'uscita di Spinetta ha rafforzato l'idea che Air France potrebbe presentare un'offerta, così come la tedesca Lufthansa. L'imprenditore milanese Paolo Alazraki ha detto che presenterà l'offerta in cordata con una banca italiana, un fondo canadese, i vettori Emirates e Lan. Al lavoro sarebbero anche Mario Resca, presidente di McDonald's Italia, e la banca d'affari Rothschild. Possibile una cordata di imprenditori veneti sostenuti dalla Banca Popolare di Vicenza. Due giorni dopo il termine per la presentazione dell'interesse, i riflettori si sposteranno su palazzo Chigi, dove il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta ha risposto alla pressante richiesta dei sindacati convocandoli per il primo febbraio. Incontro che ha fatto recedere le organizzazioni sindacali da un'azione di sciopero in programma il 19 gennaio scorso.