Piloti veri...
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Piloti veri...
Articolo tratto dalla rivista Volare, è un articolo un po' lungo ma ne vale la pena.....
"Il 16 agosto 1917 il capitano Clive Wilson Waeman, pilota americano arruolato prima nella fanteria canadese e poi, dopo essere stato ferito in battaglia nell'aprile del 1915, nel Royal Flying Corps, decollò a bordo di uno Spad VII del ventitresimo squadron mentre era ancora buio: alle 4 e 50 del mattino, sopra l'aeroporto di Bevern, si mise in coda a un biposto tedesco, un DFW C.V, e lo abbattè senza complimenti e con poca fatica. Dieci minuti dopo, all'alba e lo Spad di Warman arrivano sopra a Passchendaele, dove si trovava un pallone frenato da osservazione. Il "salsiccione" cadde in fiamme dopo un paio di assalti; però, una volta girato l'aereo per tornare alla base, Warman si trovò davanti tre Albatros pronti a ingaggiarlo. Come spesso capitava in quei casi, i quattro danzarono e si sparacchiaono addosso per un pezzo: l'americano, in condizioni di inferiorità, cercò più volte di farsi strada verso le linee amiche. Finchè, altro avvenimento piuttosto consueto all'epoco, la mitraiatrice si bloccò:
Warman, circondato e disarmato, prese la pistola lancia razzi e sparò contro i nemici tutti i Very che aveva, mancando però sempre l'obbiettivo. Allora, vinto dalla rabbia e dallo sconforto, impugno il martello che si usava per disincagliare le armi inceppate e lo lanciò contro l'Albatros più vicino tra lo sconcerto dei piloti tedeschi. Infine, non è riportato come, riusci a divincolarsi e a fuggire.
Sul carattere del silenzioso Warman la dice lunga il racconto di una della sue vittime, il sottotenente Heinrich Kroll, pilota di Albatros dalle doti non comuni, poichè per sua mano era caduto l'asso francese Renè Dorme. Clive Wilson Warman, nato il 30 maggio 1892 a Norfolk riportò un totale di 12 vittorie e fu l'unico americano a conseguire la Distiguished Service Order durante la prima guerra mondiale.
Al momento di arruolarsi nella fanteria canadese, nell'agosto del 1914, Warman scelse di abbandonare la professione di ingeniere civile. Per l'azione del martello, oltre alle medaglie, ricevette la promozione a capopattuglia, ma già il 20 agosto venne colpito in azione e ferito gravemente. Dopo quasi un anno di convalescenza, a fine conflitto, nel febbraio del 1919 venne assegnato al primo Canadian Squadron della Royal Canadian Air Force. Quell'estate cadde nuovamente e si fracassò in una concimaia:
Venne ricoverato in un ospedale di Edomnton, nella Columbia Britannica, dove mori' il 12 giugno"
"Il 16 agosto 1917 il capitano Clive Wilson Waeman, pilota americano arruolato prima nella fanteria canadese e poi, dopo essere stato ferito in battaglia nell'aprile del 1915, nel Royal Flying Corps, decollò a bordo di uno Spad VII del ventitresimo squadron mentre era ancora buio: alle 4 e 50 del mattino, sopra l'aeroporto di Bevern, si mise in coda a un biposto tedesco, un DFW C.V, e lo abbattè senza complimenti e con poca fatica. Dieci minuti dopo, all'alba e lo Spad di Warman arrivano sopra a Passchendaele, dove si trovava un pallone frenato da osservazione. Il "salsiccione" cadde in fiamme dopo un paio di assalti; però, una volta girato l'aereo per tornare alla base, Warman si trovò davanti tre Albatros pronti a ingaggiarlo. Come spesso capitava in quei casi, i quattro danzarono e si sparacchiaono addosso per un pezzo: l'americano, in condizioni di inferiorità, cercò più volte di farsi strada verso le linee amiche. Finchè, altro avvenimento piuttosto consueto all'epoco, la mitraiatrice si bloccò:
Warman, circondato e disarmato, prese la pistola lancia razzi e sparò contro i nemici tutti i Very che aveva, mancando però sempre l'obbiettivo. Allora, vinto dalla rabbia e dallo sconforto, impugno il martello che si usava per disincagliare le armi inceppate e lo lanciò contro l'Albatros più vicino tra lo sconcerto dei piloti tedeschi. Infine, non è riportato come, riusci a divincolarsi e a fuggire.
Sul carattere del silenzioso Warman la dice lunga il racconto di una della sue vittime, il sottotenente Heinrich Kroll, pilota di Albatros dalle doti non comuni, poichè per sua mano era caduto l'asso francese Renè Dorme. Clive Wilson Warman, nato il 30 maggio 1892 a Norfolk riportò un totale di 12 vittorie e fu l'unico americano a conseguire la Distiguished Service Order durante la prima guerra mondiale.
Al momento di arruolarsi nella fanteria canadese, nell'agosto del 1914, Warman scelse di abbandonare la professione di ingeniere civile. Per l'azione del martello, oltre alle medaglie, ricevette la promozione a capopattuglia, ma già il 20 agosto venne colpito in azione e ferito gravemente. Dopo quasi un anno di convalescenza, a fine conflitto, nel febbraio del 1919 venne assegnato al primo Canadian Squadron della Royal Canadian Air Force. Quell'estate cadde nuovamente e si fracassò in una concimaia:
Venne ricoverato in un ospedale di Edomnton, nella Columbia Britannica, dove mori' il 12 giugno"
- Andre
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Articolo che dimostra quanto fossero più bravi i piloti della prima guerra mondiale.
Senza protezioni, senza armi sofisticate, malattie provocate dal freddo, pallottole che sfrecciavano sopra la testa.....Addirittura questo articolo parla di un pilota che rimase senza mitraiatrice e usò un martello per far scappare il nemico..
Incredibile, oggi è impensabile...
I miei complimenti a tutti quei piloti che combatterono la prima e la seconda guerra mondiale.
Senza protezioni, senza armi sofisticate, malattie provocate dal freddo, pallottole che sfrecciavano sopra la testa.....Addirittura questo articolo parla di un pilota che rimase senza mitraiatrice e usò un martello per far scappare il nemico..

I miei complimenti a tutti quei piloti che combatterono la prima e la seconda guerra mondiale.

- Ashaman
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Beh, bravi loro e cattivi i piloti di oggi perché non devono soffrire le stesse mancanze dell'epoca? Dai.Andre ha scritto:Articolo che dimostra quanto fossero più bravi i piloti della prima guerra mondiale.

All'epoca un pilota (civile o militare, alla fine erano uguali) rischiava molto più di un pilota odierno. Ci voleva fegato, questo si. Molto più fegato di quanto ne serva oggi, indubbio. Ma definirli più bravi... mah...

Salva una pianta! Mangia un vegano!
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- Andre
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Bravi tutti e due.....Ashaman ha scritto:Beh, bravi loro e cattivi i piloti di oggi perché non devono soffrire le stesse mancanze dell'epoca? Dai.Andre ha scritto:Articolo che dimostra quanto fossero più bravi i piloti della prima guerra mondiale.
All'epoca un pilota (civile o militare, alla fine erano uguali) rischiava molto più di un pilota odierno. Ci voleva fegato, questo si. Molto più fegato di quanto ne serva oggi, indubbio. Ma definirli più bravi... mah...
Mi sono lasciato prendere dalla bellezza dell'articolo..

Perche` questo buonismo?Andre ha scritto:Bravi tutti e due.....Ashaman ha scritto:Beh, bravi loro e cattivi i piloti di oggi perché non devono soffrire le stesse mancanze dell'epoca? Dai.Andre ha scritto:Articolo che dimostra quanto fossero più bravi i piloti della prima guerra mondiale.
All'epoca un pilota (civile o militare, alla fine erano uguali) rischiava molto più di un pilota odierno. Ci voleva fegato, questo si. Molto più fegato di quanto ne serva oggi, indubbio. Ma definirli più bravi... mah...
Mi sono lasciato prendere dalla bellezza dell'articolo..
Forse invece, la maggioranza dei piloti, che sopravviveva ad un proprio volo, era davvero piu` dotata (parlo di abilita` di pilotaggio

E` come dire che le abilita` marinaresche di un CV di fine ottocento sono indubbiamente superiori a quelle di un Comandante attuale.
Che c`e` di male; e` vero.
Lasciamo stare le classifiche tipo:piloti veri e piloti falsi...
che sono antipatiche e ingenerose.
Il confronto e` si` difficile perche` i contesti in cui i piloti di allora operavano sono molto diversi da quelli dei piloti odierni.
Quelli militari per me sono i piu` comparabili.
Dal punto di vista del volo puro agli albori si faceva un grande uso di skills personali che supplivano alle mancanze tecniche.
Il comportamento dei velivoli era a volte imprevedibile e difficile e questo costringeva i piloti ad improvvisare.
Un es: la piantata di un motore su un bimotore Bristol Blenheym durante un decollo (molto frequente) era una tragedia da controllare con il timone e se il pilota non aveva alte doti di pilotaggio finiva schiantato.
Allora era un`opzione da prendere in seria considerazione.
Oggi non piu` e questo fa una grande differenza sull`abilita` minima necessaria a condurre il mezzo.
Le doti personali oggi servono ad altro; le prestazioni delle macchine sono enormemente aumentate e l`abilita` del pilota serve eccome per gestirle e dare quel quid che fa la differenza a parita` di velivolo.
Certo e` che grazie alle macchine moderne che hanno un comportamento piu` regolare e prevedibile, le abilita`di pilotaggio, almeno in tempo di pace, non sono piu` (statisticamente) cosi` importanti per portare a casa il @u!0 dopo un decollo...
Ovviamente e` solo il pensiero del sottoscritto.
- aurum
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Perche'?Ashaman ha scritto:Beh, bravi loro e cattivi i piloti di oggi perché non devono soffrire le stesse mancanze dell'epoca? Dai.Andre ha scritto:Articolo che dimostra quanto fossero più bravi i piloti della prima guerra mondiale.
All'epoca un pilota (civile o militare, alla fine erano uguali) rischiava molto più di un pilota odierno. Ci voleva fegato, questo si. Molto più fegato di quanto ne serva oggi,

- Andre
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Un'altra cosa:Ashaman ha scritto:Beh, bravi loro e cattivi i piloti di oggi perché non devono soffrire le stesse mancanze dell'epoca? Dai.Andre ha scritto:Articolo che dimostra quanto fossero più bravi i piloti della prima guerra mondiale.
All'epoca un pilota (civile o militare, alla fine erano uguali) rischiava molto più di un pilota odierno. Ci voleva fegato, questo si. Molto più fegato di quanto ne serva oggi, indubbio. Ma definirli più bravi... mah...
non dico che i piloti di oggi che volano sugli F-16 o F-14 non sono bravi o non possiedono la bravura ma c'è da dire che oggi il pilota è molto aiutato dalla tecnologia quindi computer, seggiolini eiettabili, elettronica....La differenza c'è.
- Andre
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Non dimentichiamo poi che una volta i piloti avevano più probabilità di rimanere invalidi. Potevano essere colpiti alla testa da schegge o proiettili e potevano rimanere mutilati da incedenti in atterraggio o in decollo. Gli aerei erano fragilissimi e se si atterrava con il muso leggermente storto, si era finiti.... 

Perche' ad esempio la vita media come piloti postali usa era di tre anni, gli schianti fatali erano abbastanza comuni.aurum ha scritto:Perche'?Ashaman ha scritto: All'epoca un pilota (civile o militare, alla fine erano uguali) rischiava molto più di un pilota odierno. Ci voleva fegato, questo si. Molto più fegato di quanto ne serva oggi,
- Andre
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Concordo pienamente...N757GF ha scritto:Perche' ad esempio la vita media come piloti postali usa era di tre anni, gli schianti fatali erano abbastanza comuni.aurum ha scritto:Perche'?Ashaman ha scritto: All'epoca un pilota (civile o militare, alla fine erano uguali) rischiava molto più di un pilota odierno. Ci voleva fegato, questo si. Molto più fegato di quanto ne serva oggi,

- aurum
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Forse tu pensi che un combattimento aereo sia una cosa che si fa con la playstation?Andre ha scritto: Un'altra cosa:
non dico che i piloti di oggi che volano sugli F-16 o F-14 non sono bravi o non possiedono la bravura ma c'è da dire che oggi il pilota è molto aiutato dalla tecnologia quindi computer, seggiolini eiettabili, elettronica....La differenza c'è.
Prova a immaginare come ci si sente quando ti si accende una lucina che ti dice che qualcuno,magari centinaia di chilometri lontano,ti ha spedito una supposta.Adesso butti le flares fai due virate sperando che non ti veda piu' e cominci a contare : -3.-2,-1.....
Almeno il Barone rosso vedeva il nemico in faccia!Ma era molto piu' romantico...

Vero!aurum ha scritto:Forse tu pensi che un combattimento aereo sia una cosa che si fa con la playstation?Andre ha scritto: Un'altra cosa:
non dico che i piloti di oggi che volano sugli F-16 o F-14 non sono bravi o non possiedono la bravura ma c'è da dire che oggi il pilota è molto aiutato dalla tecnologia quindi computer, seggiolini eiettabili, elettronica....La differenza c'è.
Prova a immaginare come ci si sente quando ti si accende una lucina che ti dice che qualcuno,magari centinaia di chilometri lontano,ti ha spedito una supposta.Adesso butti le flares fai due virate sperando che non ti veda piu' e cominci a contare : -3.-2,-1.....
Almeno il Barone rosso vedeva il nemico in faccia!Ma era molto piu' romantico...
Riguardo a questo che racconti c`e` una procedura usata dai piloti del SR71 che mi ha sempre colpito.
Sull`Habu era installato un sistema ECM nel caso (remoto) che la quota e la velocita` non l`avessero protetto dal lancio di un missile.
Il pilota volava a 85,000 ft, mach 3.2 quando la DF light gli segnalava che un radar l`aveva agganciato...
Poco dopo si accendeva la LI light ad indicare che il radar era passato in modalita` PRF equindi il missile era stato lanciato.
A questo punto l`ECM entrava in azione e l`accensione di una Jam light verde sigificava che il missile era stato ingannato dall`ECM.
Se la Jam era rossa voleva dire che qualcosa non era andato bene...
In questo caso le procedure (a mach 3.2 85,000 in climb per 91,000 non si vira) richiedevano che la cabina venisse depressurizzata (ecco perche` i piloti indossavano la space suit) e tenere premuto il tasto JAM O`RIDE sullo stick che lanciava dei disturbi sonori intorno al velivolo, nel frattempo un timer lo teneva al corrente dei secondi mancanti all`impatto.
Sull`Habu tutto e` sempre andato bene, ma di U2 (che avevano un ECM simile, ma meno efficace e volavano piu` bassi e piu lenti) ne e` stato tirato giu` qualcuno con questo sistema...
- I-FORD
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Forse saranno stati più coraggiosi, tanto bravi mi sembra di noArticolo che dimostra quanto fossero più bravi i piloti della prima guerra mondiale.
nel febbraio del 1919 venne assegnato al primo Canadian Squadron della Royal Canadian Air Force. Quell'estate cadde nuovamente e si fracassò in una concimaia:
Venne ricoverato in un ospedale di Edomnton, nella Columbia Britannica, dove mori' il 12 giugno"
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L'incidente che hai citato potrebbe essere stato causato dalla poca visibilità o dalle condizioni metereologiche avverse.I-FORD ha scritto:Forse saranno stati più coraggiosi, tanto bravi mi sembra di noArticolo che dimostra quanto fossero più bravi i piloti della prima guerra mondiale.nel febbraio del 1919 venne assegnato al primo Canadian Squadron della Royal Canadian Air Force. Quell'estate cadde nuovamente e si fracassò in una concimaia:
Venne ricoverato in un ospedale di Edomnton, nella Columbia Britannica, dove mori' il 12 giugno"
Tuttavia è vero che una volta gli addestramenti erano brevi e a volte risultavano inefficaci.

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Un'altra storia "BELLISSIMA".....Impressionante. Mi fa venire brividi.....Lo so è lunga ma ne vale la pena....
Storia tratta sempre dalla prestigiosa rivista volare:
"C'e' forse bisogno di spiegare perchè si parla cosi' spesso di fortuna in fatto di aerei, soprattutto quando si tratta di quei trabiccoli degli anni dieci, tenuti su Più' dal coraggio che dalla portanza? Di Edmonton Thieffry, per esempio, si sa comunemente che è stato il terzo tra i maggiori assi belgi della Prima guerra mondiale, con dieci vittorie, dietro a Willy Coppens e Andrè de Meulemeester. Ma assai meno si sia quante volte questo giovane laureato in legge di Etterbeek nato il 28 settembre 1892, abbia enire i saltato la cavallina della sorte. Sbattuto in fanteria allo scoppio della guerra, venne quasi subito catturato dalle truppe d'invasione germaniche. Dopo poco tempo, a gennaio dell'anno seguente, non perse l'occasione di fuggire su una motocicletta rubata a un tedesco.
A luglio del 1915 Thieffry venne trasferito alle Forze aeree del Belgio. Al corso di volo si distinse subito per essere il maggior distruttore di aerei mai visto. Incidenti dai quali usci' sempre indenne. Non cosi il morale degli istruttori, i quali si rimpallavano la responsabilità di assegnarlo a un biposto pensando ai rischi cui avrebbero esposto il suo eventuale compagno. Alla fine, quindi, venne assegnato al monoposto, cioè al caccia. Al suo esordio, su un Nieuport Scout, sfracellò l'aereo in atterraggio: uscendo dai rottami incredibilmente intero, inciampò e fece partire la mitraiatrice, causando il fuggi fuggi di quelli che erano accorsi per soccorrerlo. Insomma, Thieffry alla fine si distinse per essere un asso di gran lunga migliore come cacciatore che come pilota: conquistò le sue dieci vittorie nel tempo tra marzo e ottobre 1917. Il 15 agosto di quell'anno fu il primo a ricevere uno dei 15 VII, lo SP 1, offerti in dono alla quinta Escadrille da un principe belga. Il giorno dopo, centrò un Albatros sopra la foresta di Houlthlust, la sua settima vittoria.
Per Thieffry la guerra fini' il 23 febbraio 1918, quando venne abbattuto sopra Clercke: mentre era di pattuglia con i marescialli Andrè de Meulmeester e Georges Baron Kervijn de Lettenhove della prima Escadrille, avvistò e attaccò un biposto tedesco, pilotato dal caporale Lunecke della Flieger Abteilung 227. Questa volta dimenticò di sparare, attese un secondo di troppo e consenti' all'osservatore nemico, il sottotenente Sanbolt, di colpire il suo Spad. Venne visto precipitare in vite con il serbatoio in fiamme sopra Woumen e dato per morto. E invece no: alcune settimane sopo si seppe che era ferito e preso prigioniero. Il 13 aprile riusci a scappare, ma dopo dieci giorni venne ricatturato nella foresta nera. Imprigionato in cinque diversi campi, tornò a Bruxelles il 6 dicembre. In pace, alternò la carriera di avvocato a quella politica e di pilota civile, e fu tra i fondatori della compagnia Sabena, nata per mantenere i contatti con Leopoldville, al tempo Congo belga. La fortuna di Thieffry si esauri' del tutto il 29 aprile 1929, mentre volava verso Albertville. Il suo Avimeta CM.92 venne investito da una tempesta tropicale e cadde a 240 chilometri dalla città. Morirono lui e il socio Gaston Julien. A ereditarne la buona sorte fu il meccanico di bordo, Eugène Gastuche, che invece sopravvisse al disastro."
Storia tratta sempre dalla prestigiosa rivista volare:
"C'e' forse bisogno di spiegare perchè si parla cosi' spesso di fortuna in fatto di aerei, soprattutto quando si tratta di quei trabiccoli degli anni dieci, tenuti su Più' dal coraggio che dalla portanza? Di Edmonton Thieffry, per esempio, si sa comunemente che è stato il terzo tra i maggiori assi belgi della Prima guerra mondiale, con dieci vittorie, dietro a Willy Coppens e Andrè de Meulemeester. Ma assai meno si sia quante volte questo giovane laureato in legge di Etterbeek nato il 28 settembre 1892, abbia enire i saltato la cavallina della sorte. Sbattuto in fanteria allo scoppio della guerra, venne quasi subito catturato dalle truppe d'invasione germaniche. Dopo poco tempo, a gennaio dell'anno seguente, non perse l'occasione di fuggire su una motocicletta rubata a un tedesco.
A luglio del 1915 Thieffry venne trasferito alle Forze aeree del Belgio. Al corso di volo si distinse subito per essere il maggior distruttore di aerei mai visto. Incidenti dai quali usci' sempre indenne. Non cosi il morale degli istruttori, i quali si rimpallavano la responsabilità di assegnarlo a un biposto pensando ai rischi cui avrebbero esposto il suo eventuale compagno. Alla fine, quindi, venne assegnato al monoposto, cioè al caccia. Al suo esordio, su un Nieuport Scout, sfracellò l'aereo in atterraggio: uscendo dai rottami incredibilmente intero, inciampò e fece partire la mitraiatrice, causando il fuggi fuggi di quelli che erano accorsi per soccorrerlo. Insomma, Thieffry alla fine si distinse per essere un asso di gran lunga migliore come cacciatore che come pilota: conquistò le sue dieci vittorie nel tempo tra marzo e ottobre 1917. Il 15 agosto di quell'anno fu il primo a ricevere uno dei 15 VII, lo SP 1, offerti in dono alla quinta Escadrille da un principe belga. Il giorno dopo, centrò un Albatros sopra la foresta di Houlthlust, la sua settima vittoria.
Per Thieffry la guerra fini' il 23 febbraio 1918, quando venne abbattuto sopra Clercke: mentre era di pattuglia con i marescialli Andrè de Meulmeester e Georges Baron Kervijn de Lettenhove della prima Escadrille, avvistò e attaccò un biposto tedesco, pilotato dal caporale Lunecke della Flieger Abteilung 227. Questa volta dimenticò di sparare, attese un secondo di troppo e consenti' all'osservatore nemico, il sottotenente Sanbolt, di colpire il suo Spad. Venne visto precipitare in vite con il serbatoio in fiamme sopra Woumen e dato per morto. E invece no: alcune settimane sopo si seppe che era ferito e preso prigioniero. Il 13 aprile riusci a scappare, ma dopo dieci giorni venne ricatturato nella foresta nera. Imprigionato in cinque diversi campi, tornò a Bruxelles il 6 dicembre. In pace, alternò la carriera di avvocato a quella politica e di pilota civile, e fu tra i fondatori della compagnia Sabena, nata per mantenere i contatti con Leopoldville, al tempo Congo belga. La fortuna di Thieffry si esauri' del tutto il 29 aprile 1929, mentre volava verso Albertville. Il suo Avimeta CM.92 venne investito da una tempesta tropicale e cadde a 240 chilometri dalla città. Morirono lui e il socio Gaston Julien. A ereditarne la buona sorte fu il meccanico di bordo, Eugène Gastuche, che invece sopravvisse al disastro."
