
Boeing 737 della Air Sicilia decollato da Milano per Palermo il giorno 27/9/1998.
Andavamo a Palermo per un tour musicale con tutta la band annessa.
Alle ore 17.00 il Comandante del velivolo ci informa che su Palermo è in corso un forte temporale e che aspetteremo in quota che il tempo migliori.
Tutto abbastanza normale, tranne per il fatto che pirlando sopra Palermo incontriamo nuvole di granito attraverso le quali bisogna per forza passare.

Il risultato è facilmente immaginabile, si è ballato parecchio, ma tutto sommato ancora in modo sopportabile.
Passano venti minuti di pilotaggio, il Comandante ne annuncia altri venti, e...siamo tutti "molto felici"!

Dopo questo annuncio comincia a serpeggiare il malcontento tra i passeggeri: chi legge con fare finto incurante, che legge ma in realtà è eccitato dal fatto che finalmente su questi noiosi voli di linea succede qualcosa, che grida "yehaaaa" ad ogni imbardata e si gusta l'adrenalina che scorre a fiumi (salvo mettersi a pensare alle cose buone o cattive fatte nella vita, nell'eventualità che...).
In realtà la maggior parte dei passeggeri ha un caga che metà basta!
Si riallacciano le cinture di sicurezza, il personale di bordo commenta con tono per niente rassicurante che non si era mai vista una cosa del genere su Palermo, ed infatti il giorno dopo ne parlano tutti i giornali ed i notiziari....non c'è neanche tempo di imprecare contro qualcuno che l'aereo sembra voler scappare da questo inferno: movimenti di tutti i tipi e in tutte le direzioni, colpi da tutte le parti, rombo continuo e crescente, semiali che semi avvolte dall'oscurità delle nubi sembrano di gomma molle, tanto flettono.
E' difficile rimanere indifferenti e fiduciosi se anche le hostess e lo steward hanno palesemente paura.

Infatti quando una botta tremenda sposta letteralmente di lato l'aereo scoppia il panico: strilli di donne, proteste isteriche, "maronnamiabbella!", e chi più ne ha più ne metta.

Un mio amico socio cubano (un tipo tosto, duro, tutto d'un pezzo) perde completamente il senno, si alza dal suo sedile cadaverico come l'ultimo lifting di Michael Jackson, e urlando "voglio scendere, voglio scendere" si dirige deciso e convinto verso la maniglia del portellone in prossimità della semiala, ma viene "placcato" in tempo dallo Steward che lo rimette a posto.

Si risiede con la testa tra le mani e ce la tiene fino ad atterraggio avvenuto.
E' già più di un'ora che giriamo su Palermo, si vocifera che verremo dirottati a Catania (cosa mai avvenuta), ma in quel mentre un ulteriore messaggio del Comandante gela il sangue ai passeggeri.
"TENTEREMO un atterraggio!!!!"


27/9 ore 18.30 circa: LANDING!!!
Finalmente!

Applausi scoscianti per il pilota, scongiuri vari, ringraziamenti a Santi protettori e guru vari.
Leo, il nostro amico cubano, si alza gridando "trentuno, trentuno!" -essendo atterrato il 27 e dovendo ripartire la mattina del 28, il cubano si era assicurato la certezza di passare la mezzanotte tra i due giorni, potendo quindi compiere effettivamente i trentun anni il giorno 28- .
Ormai non ci sperava più, e non è stato l'unico del gruppo ad essersi cagato sotto.

Il bassista è cadaverico ed appena sceso dall'aereo si fuma tre sigarette in fila, i coristi non hanno più parole e colore, il chitarrista era diventato piccolo come un topolino, anche il batterista non riusciva a mascherare lo sconforto pur tentandovi con battutine isteriche prive di vera convinzione che suscitavano tra l'altro le occhiatacce dei passeggeri che sentendole toccavano rispettosamente ma con decisione le palle proprie o del vicino.
Ed è qui che si riconoscono gli uomini veri!

Nominiamoli uno per uno questi impavidi cavalcatori di nubi, questi custodi della saggezza aeronautica o del segreto del coraggio (o dell'incosciente e incontrollabile fiducia nel prossimo e nel futuro...).
Sassofonista e tastierista (Aldus Aldus).
Due uomini che sapevano già tutto, che sdrammatizzavano, che ironizzavano con la calma della consapevolezza o della faccia tosta.
Uomini che con virile compostezza si tenevano dentro l'angoscia della vita appesa a....un paio d'ali, a beneficio della psiche facilmente labile dei compari....due eroi, due cavalieri d'altri tempi....forse solo due deficienti che non avevano ben capito quello che sarebbe potuto capitare!

Onestamente mi auguro di non provarlo mai più.

Ma....anche nelle cose brutte bisogna saper guardare il lato buono.
Ossia?
Che nonostante quel B737 abbia subito un simile inferno, guarda caso siamo tutti qui ancora a raccontarci di questa esperienza.
E se questo non è stato un test di estrema SICUREZZA, non so proprio come chiamarlo!
Meditate gente, meditate.

