Un' opinione personalissima

La fobia del volo: dubbi comuni, cause, soluzioni.
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fredain
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Un' opinione personalissima

Messaggio da fredain »

Ho un'opinione, assolutamente personale, della quale vorrei discutere, sempre che lo spazio giusto sia questo, con chi è competente in materia della "paura di volare".

Premesso che questa paura non mi riguarda generalmente (semmai la paura di NON volare :D ), devo fare riferimento ad una circostanza in cui mi sono trovato tempo fa e che mi è ritornata in mente leggendo questa sezione del forum.

Ero in uno dei tanti voli fatti nella tratta Roma LIRF - Olbia LIEO. Un volo assolutamente tranquillo, in condizioni VFR, senza vento.
Tuttavia, per la prima volta, ho sentito una sorta di lieve preoccupazione riguardo al volo, proprio al momento del decollo. Preoccupazione sulla quale ho riflettuto e che ho subito minimizzato.

Sceso dall'aereo ho ripensato nuovamente a quel momento. E ho tratto delle conclusioni:
ma non è che la paura di volare in realtà non sia proprio legata strettamente al volo, bensì sia un effetto delle preoccupazioni, dei nervosismi che ci portiamo, metaforicamente, nei bagagli?
In quel caso, personalmente, quella sensazione momentanea di smarrimento ritengo fosse facilmente riferibile a una litigata che precedentemente mi ero fatto con una persona a me cara, nonché al nervosismo della partenza al limite del ritardo.

Vi invito a discutere e dare le vostre opinioni in merito... :)

Ciao ciao...
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dariobg
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Messaggio da dariobg »

anche io quando volo e soprattutto quando mi reco verso al ritiro bagagli penso:spero che ci sia anche il mio...
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Aldus
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Messaggio da Aldus »

Personalmente le mie vecchie paure erano concentrate solo su di me.
Non mi è mai interessato del bagaglio. Quello che volevo era arrivare sano a destinazione e senza provare paura.
Poi se non trovavo il bagaglio non me ne fregava un fico secco. :D
Non credo che ci siano persone che hanno paura dell'aereo a causa del....bagaglio.
Magari avranno una seccatura se vedono che è andato perso, ma la paura di volare è un'altra cosa. :wink:
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fredain
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Messaggio da fredain »

Ehm...chiedo scusa se non sono stato chiaro. :mrgreen:
fredain ha scritto:[...]
ma non è che la paura di volare in realtà non sia proprio legata strettamente al volo, bensì sia un effetto delle preoccupazioni, dei nervosismi che ci portiamo, metaforicamente, nei bagagli?
dariobg ha scritto:anche io quando volo e soprattutto quando mi reco verso al ritiro bagagli penso:spero che ci sia anche il mio...
:shock:

Cerco di spiegare meglio.
Io non intendo dire che la paura del volo sia legata alla paura di perdere il bagaglio...era solo un modo di dire "portarsi nel bagaglio" per intendere "portare con sè a bordo" quella paura da terra :D :D :D

Quello che cercavo spiegare è:

e se la paura del volo non fosse una paura oggettiva, legata al volo in sè? Se fosse non tanto la paura razionale del vuoto, degli scossoni, bensì una sorta di ansia legata a qualcosa che ci portiamo "da terra"? E non intendo certo i bagagli...:D Intendo piùttosto un qualsiasi motivo di preoccupazione, per esempio una persona cara che sta male, una litigata con qualcuno.
O magari qualcosa che non è legato a qualcosa che ci è successo, quanto magari la paura di quello che potremo trovare alla destinazione.

Insomma, personalissimamente credo che la paura del volo non sempre vada interpretata come tale e basta. Se dovessimo avere paura che l'aereo possa precipitare, avremmo paura anche ad andare in pullman in montagna, dove c'è il rischio di uscire di strada e finire di sotto. Quanti incidenti mortali vi sono stati a causa di pullman che sono precipitati giù da cavalcavia? O che a causa di un malore dell'autista o dell'alta velocità hanno urtato un guardrail e sono finiti fuori strada o contromano? Tuttavia in pullman si canta, si ride, si dorme tranquilli, no?
E la stessa cosa dicasi per le auto, per i treni, per le navi, per qualsiasi mezzo di trasporto. L'uomo è fatto per andare a 10km/h. Qualsiasi mezzo che ci permetta di andare a velocità superiori ha un margine di pericolosità, in quanto noi ci affidiamo a quel mezzo come passeggeri, e il controllo dello stesso è legato a movimenti "innaturali", acquisiti, e quindi non istintivi.

La sicurezza quindi non è garantita dal fatto che il pullman sia ben poggiato a terra. Perchè a terra vi sono un'enormità di ostacoli. E soprattutto il fatto che esso (sempre per fare un esempio calzante) sia un mezzo considerato "generalmente sicuro", per contro in pullman spesso vengono trascurate le regole di sicurezza: gente in piedi anche in autostrada, senza cinture, e velocità spesso al di sopra dei limiti.

Più un mezzo è considerato sicuro, più la soglia di attenzione di chi lo manovra è bassa. Ogni aereo di linea, invece, ha intorno a sè un'imponente struttura di tecnici, tecnologie e procedure, solo per garantirne la massima efficienza e la massima affidabilità.

Quindi, a mio parere, la paura del volo, essendo completamente irrazionale, dovrebbe avere la propria origine in qualcosa di irrazionale, appunto.
Per esempio: mia madre deve partire per una gita con i suoi alunni e dovrà lasciarmi solo (magari) per qualche giorno a casa. Accompagno mia madre in aeroporto e lei ha paura durante tutto il volo, ma non perchè ha paura che l'aereo precipiti perchè il pilota potrebbe essere ubriaco, ma perchè inconsciamente ha paura che lasciandomi solo per quei giorni che lei sarà fuori, mi potrebbe succedere qualcosa. Tipico di molte madri, avere il bisogno di sapere ogni cinque minuti dove si trovi il figlio: "se non lo vedo, è morto".
Sia chiaro che parlo in termini irrazionali.

Spero di essere stato un po' più chiaro stavolta,

ciao!!!
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hirundo

Messaggio da hirundo »

Condivido la tua impressione circa i "bagagli metaforici", situazioni che ci portiamo da casa e con il volo non hanno nulla a che fare.
La mia esperienza è questa: mi è capitato una volta di volare con un pizzico di tensione che in quel momento ho attribuito all'atterraggio con vento forte... ma col senno di poi, credo fosse dovuta al fatto che partivo per un viaggio che molti mi avevano sconsigliato e ricordo quell'atterraggio come uno dei più emozionanti (in senso positivo). Otto giorni dopo, con la consapevolezza che certi timori erano infondati, ero così tranquilla che avrei voluto che i voli che mi riportavano verso casa non finissero mai.
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Maxx
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Messaggio da Maxx »

Io la tensione la provo sempre e sono convintissimo che sia questione di abitudine. Nessuno è teso quando va in treno o in autobus, eppure gli "scuotimenti" del treno sono ben maggiori e più costanti rispetto alle turbolenze, e l'autobus (o la macchina) è un mezzo meno sicuro, meno controllato e tecnologicamente meno evoluto di un liner.
hirundo

Messaggio da hirundo »

Vorrei aggiungere che però secondo me la situazione emotiva del momento (il pensiero dei familiari a casa, un impegno che ci attende all'arrivo, una litigata recente e così via) è una componente, può magari aggravare la situazione o mettere ansia a chi di solito non ha problemi col volo, ma non basta da sola a spiegare i timori di chi ha sempre paura di volare. Questa secondo me è legata soprattutto al modo di affrontare le situazioni e di percepire il pericolo che ognuno di noi ha. Anche questo è un "bagaglio" che ci si porta da casa e non dipende dall'aereo ma neppure dalla situazione del momento.
Perchè l'aereo faccia emergere più di ogni altro mezzo queste paure non riesco a spiegarmelo fino in fondo: che sia perchè ci toglie letteralmente la terra sotto i piedi :roll:?
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Aldus
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Messaggio da Aldus »

hirundo ha scritto: Perchè l'aereo faccia emergere più di ogni altro mezzo queste paure non riesco a spiegarmelo fino in fondo: che sia perchè ci toglie letteralmente la terra sotto i piedi :roll:?
Ma certo Antonella, il motivo principale è proprio questo.
La paura dell'aereo non è dovuta al fatto che quel "coso" si chiama aereo, bensì perchè "va in aria!".
E l'aria è un elemento che noi sin dalla nascita non sfruttiamo col nostro corpo (tranne che respirare), ossia non possiamo usarla come facciamo con la terra e l'acqua.
Noi sulla terra ci stiamo e ci camminiamo, nell'acqua ci facciamo il bagno e le belle nuotate in piscina e al mare, nell'aria......niente, non ci facciamo niente perchè l'aria non ci sostiene, non è il nostro elemento, bensì è l'elemento che appartiene solo agli uccelli.
Logico quindi che un uomo si senta a disagio quando cerca di sfidare questo elemento.
Se sali su un balcone al primo piano e sotto di te c'è l'acqua ti viene la voglia di tuffarti dentro perchè sai che ti sostiene (salvo se non sai nuotare :D ).
Ma se sotto quel balcone c'è il vuoto, ossia l'aria, nessuno è pazzo da tuffarsi di sotto perchè sa che precipiterà all'infinito.
Soltanto avendo le ali è possibile usare anche quell'elemento, ed è ciò che fa l'aeroplano.
Sei già salita su un aeroplano?
Hai visto com'è bello all'interno?
Ora prova ad immaginare se quella macchina NON volasse, bensì corresse su una strada larghissima e lunghissima.
Come ti sentiresti?
Probabilmente bene, ti faresti delle belle dormite, ti godresti il viaggio, e la tensione sarebbe pressochè nulla.
Tutto questo perchè ti senti a terra, ti senti ancora nel tuo elemento.
Ma quando l'aereo comincia a volare ecco arrivare il disagio!
La terra scompare dai tuoi piedi, e l'unico tuo "pavimento" è rappresentato dal pavimento dell'aereo.
Lui vola, tu no.
Ciò che va fatto in questi casi è pensare agli uccelli.
Loro possono realmente volare, non è un trucco, significa che l'aria PERMETTE davvero di volare e non ci sono segreti.
Ebbene l'aeroplano è un prolungamento del tuo corpo, è come se ti donasse le ali, e con le ali tu PUOI volare, non ci sono santi, non c'è trucco ne inganno.
Quello che bisogna fare è predisporsi a questo pensiero, farlo diventare solido, essere consapevoli che quando voli non sei appesa a un filo di cotone bensì VOLI davvero come fanno gli uccelli.
E se questi simpatici animaletti riescono a farlo, non vedo perchè noi esseri umani che siamo più intelligenti di loro, non possiamo farlo.
Non solo lo facciamo, ma li abbiamo persino superati (siamo andati sino alla Luna!).
Quello che non abbiamo superato è la "mentalità".
Loro inconsciamente sanno che volare è una cosa scontata e normale.
Noi no, perchè noi non abbiamo le ali e non siamo abituati.
Ma il mezzo con le ali l'abbiamo inventato e vola benissimo fino a prova contraria.
Non ci resta che usarlo e...buon viaggio. :wink:
hirundo

Messaggio da hirundo »

Sì sì Aldus, ho volato... :D. La mia è una riflessione in generale, cerco di capire se è proprio quella mancanza di appoggio (fisico ma forse soprattutto simbolico) a spaventare e se è così, perchè è così per molti ma non per tutti.
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Castorp
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Messaggio da Castorp »

fredain ha scritto:
Cerco di spiegare meglio.
Io non intendo dire che la paura del volo sia legata alla paura di perdere il bagaglio...era solo un modo di dire "portarsi nel bagaglio" per intendere "portare con sè a bordo" quella paura da terra :D :D :D
Io credo che anche la "paura di perdere il bagaglio" non dovrebbe essere sottovalutata. Cerco di spiegarmi....

Personalmente, ho sempre avuto la sensazione che le procedure che precedono un viaggio in aereo siano una potenziale fonte di stress non indifferente.

Si comincia dal fatto che gli aeroporti sono normalmente collocati abbastanza fuori dalle città e, quindi, c'è la preoccupazione del collegamento (sarà in orario il trenino? il pullman passerà? troverò posteggio all'aeroporto? ecc.).

Poi c'è il check in. Spesso si arriva e si trova una fila non indifferente e - prima vista - può sembrare che non si farà mai in tempo a smaltirla...

Fatto il check in c'è la fila al controllo di sicurezza (altra preoccupazione di non farcela). E c'è il controllo stesso: svuota tutte le tasche, togli la giacca, passa sotto il detector, il detector suona e scopri che - chissà come mai - le tue scarpe hanno del ferro dentro... togli le scarpe, ecc.

A tutto questo, poi, si aggiunge - una volta atterrati - l'attesa del bagaglio imbarcato e il timore che sia partito per Shangai, mentre noi stiamo a Linate (e si aggiunge l'invidia per il fatto che la nostra valigia ha fatto un viaggio molto più bello del nostro! :roll: ).

Quello che voglio dire è che tutto quello che circonda il viaggio in aereo è organizzato in modo da consentire una grande sollecitazione di stress e ansia. Io, ad esempio, non ho per nulla paura di volare, ma qualche preoccupazione per i possibili ritardi al check in o nei controlli ce l'ho sempre (motivo per cui mi trovo spesso in aeroporto con anticipi eccessivi!).
Per chi ha paura del volo, credo che tutti questi ulteriori stress non siano di alcun aiuto, ovviamente. Anzi, sono un volano che incrementa la "paura di volare".

In un certo senso, è come se tutti i passaggi che precedono il volo vero e proprio (arrivo all'aeroporto, check in, controlli di sicurezza, imbarco, ecc.) confermassero la credenza che il volo è un evento molto speciale e, dal momento che richiede tanta preparazione, sicuramente "a rischio"...
Il treno, ah, un treno è sempre così banale se non è un treno della prateria
o non è un tuo Orient Express speciale, locomotiva di fantasia.
L'aereo, ah, l'aereo è invece alluminio lucente, l'aereo è davvero saltare il fosso,
l' aereo è sempre The Spirit of Saint Louis ,Barone Rosso
e allora ti prende quella voglia di volare che ti fa gridare in un giorno sfinito,
di quando vedi un jumbo decollare e sembra che s'innalzi all'infinito.
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fredain
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Messaggio da fredain »

Mah...sinceramente non so che dire al riguardo. Non so se avete colto il senso del mio intervento: la paura di volare, a mio parere NON è una paura razionale. Non è frutto di un ragionamento relativo al "volo" in sè o alle sue possibili pericolosità, specie se insorge dopo che si ha già volato, come spesso accade.
Penso che la paura del volo sia, in molte persone, più una paura di viaggiare "inesorabilmente".
Il fatto che una volta saliti in aereo non si possa più tornare indietro.
Da una nave si perde il contatto con la terra gradualmente, ci si può muovere, si ha sempre l'idea di poter "fuggire" dal mezzo. Così come in pullman e in treno.
In aereo non avendo più il contatto con la terra, non potendolo più avere, insorge la paura tutta irrazionale della scomparsa inesorabile di ciò che si sta lasciando.

Un mio carissimo amico non vola da anni. Dice che ha paura del volo, anche se non ha mai provato a salirci da anni. In realtà ha paura di lasciare le proprie cose...non viaggia neanche in treno per più di qualche chilometro.
Quando la sua fidanzata doveva volare per una gita con la prorpia classe ecco che mi rompeva le scatole perchè secondo lui quell'aereo doveva cadere.

O in realtà VOLEVA che cadesse...o sotto sotto aveva paura che in gita la sua fidanzata gli mettesse tanto di corna. Chissà... :D
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Fearless flyer
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Messaggio da Fearless flyer »

fredain ha scritto:Mah...sinceramente non so che dire al riguardo. Non so se avete colto il senso del mio intervento: la paura di volare, a mio parere NON è una paura razionale. Non è frutto di un ragionamento relativo al "volo" in sè o alle sue possibili pericolosità, specie se insorge dopo che si ha già volato, come spesso accade.
Penso che la paura del volo sia, in molte persone, più una paura di viaggiare "inesorabilmente".

Ciao Fredain!
Certo che è una paura irrazionale, tutte le fobie lo sono. La caratteristica essensiale delle fobie è proprio che implichino una paura irrazionale e/o sproporzionata rispetto alla reale portata del pericolo.
Ci hai mai sentito dire il contrario? Hai mai sentito qualcuno di noi dire che la paura dell'aereo è una paura razionalmente fondata?
Beh, mi sembrava che su questo fossimo praticamente tutti d'accordo (forse tranne Holden 8) :lol: ).

Comunque, a scanso di equivoci, inserisco la definizione di FOBIA: "paura irrazionale persistente concernente uno specifico oggetto, attività o situazione (lo stimolo fobico), che causa il desiderio compulsivo di evitarlo. Ciò porta spesso o all'evitamento dello stimolo fobico, o ad affrontarlo con grande sforzo".

Claro? :wink:

Luca
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Messaggio da hirundo »

Penso che la paura del volo sia, in molte persone, più una paura di viaggiare "inesorabilmente".
Il fatto che una volta saliti in aereo non si possa più tornare indietro.
E' un'osservazione suggestiva. Però secondo me può essere vera anche per la nave: una volta partiti, non è molto facile scendere e tornare indietro (a ben guardare non lo è neppure in treno).
Mi chiedo piuttosto se a distinguere l'aereo non contribuiscano la sequenza dei "preparativi" (check-in, controlli, passaggio al gate, trasporto in bus e imbarco vero e proprio, con il loro contorno di code e attese) e l'illustrazione delle procedure di emergenza prima del decollo.
La prima è molto più complessa che con ogni altro mezzo di trasporto (di questi aspetti si sta parlando anche qui) e forse è proprio quella a dare l'impressione di un percorso "senza ritorno"; la seconda induce a considerare la possibilità di un'emergenza, che può capitare anche altrove ma sembra più remota perchè non siamo chiamati a pensarci ed a memorizzare i comportamenti da tenere.
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Messaggio da Sara2007 »

Ciao Fredain,
da paurosa (che però si sta impegnando) ti posso dire che, se è vero che si tratta di una fobia, è altrettanto vero che diverse sono le motivazioni di fondo a seconda della persona. Il discorso delle cose lasciate alle spalle, per esempio, non mi tocca, tant'è che ho cambiato parecchie case, lavori, ecc. e non mi sento ancora stanziale, mentre c'entra molto il problema del controllo che posso o meno esercitare sugli eventi. Su questo forum molti scrivono che vogliono eliminare la paura per viaggiare e fare esperienze, quindi il discorso dell'attaccamento mi sembra vero a metà...
Credo, anzi, che la questione sia parecchio più complessa.......................
Un conto è la paura 'occasionale', legata a un evento, ma se leggi cosa abbiamo scritto nel forum vedrai che è una cosa ben più radicata: capita oggi e ricapiterà domani e dopodomani, quando non ci sarà la fidanzata che deve partire e robe simili, perché non è quella la causa scatenante.
Le fobie sono un po' un'altra cosa.....
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Rosso
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Messaggio da Rosso »

La questione mi sembra piuttosto scontata, certo magari lo è per me, che appunto non volo per paura, e non per chi vola con tranquillità e non si è mai posto il problema della fobia.

Inoltre non bisogna dimenticare che la paura di volare non è l'unica prodotta da stati di stress emotivo, forse è una delle più difficili da superare; senza arrivare a citare casi di persone che non escono di casa, quante sono le persone che sentono un brividino quando devono affrontare un cavalcavia in automobile, un lungo tunnel, o un viaggio per mare?

Anche queste paure sono più forti in periodi peggiori dal punto di vista emotivo, ed anche queste possono scomparire per anni e ripresentarsi in maniera più o meno violenta dopo aver affrontato una situazione difficile.

Vorrei però andare oltre, rimuginando appunto su queste fobie che lo stesso fobico non riesce a capire da cosa dipendano, e che sembrano così insormontabili, così più forti della forza di volontà, o addirittura, che sembrano esulare dalla personalità del fobico, comincio a pensare che si tratti di una immensamente complessa risposta della mente ad una paura tuttavia semplice semplice, una di queste per esempio:

paura di morire
paura che una persona cara muoia
paura di essere aggrediti improvvisamente
and so on...

anche se la fobia che si prova sembra non avere nulla a che vedere con queste paure, ma esplode e si trascina in un turbinìo di emozioni orribili, falsi ricordi orribili, ed altre cose orribili :)

La mia è solo la riflessione di un fobico con nessuna preparazione in campo psicologico, uno di quel misero 5% che non vola neanche dopo il corso alitalia, anche se sentivo una grande forza dentro di me e immaginavo di potercela fare (sensazioni che sento tuttora), e che non sa se maledire le festività pasquali che rimandano il corso di Luca di una settimana, per provarci di nuovo :)

Che ne pensate? Che ne pensi Luca?
P.S. mi dispiace averti fatto abbassare la percentuale di riuscita, ma magari ci riusciremo più avanti :)

Paolo
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Messaggio da Bacione »

Rosso ha scritto:anche se sentivo una grande forza dentro di me e immaginavo di potercela fare (sensazioni che sento tuttora)
Benvenuto Paolo!
Ci domandi che ne pensiamo: io ne penso bene! Vedrai che ce la farai, tutto sta a trovare il giusto passo per te.
In bocca al lupo, Buona Pasqua e buon corso.
E mi raccomando: torna a raccontarci come va!
Rosso
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Messaggio da Rosso »

grazie mille per il benvenuto e per gli auguri.

Ma io intenevo cosa ne pensate della mia analisi :D
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Messaggio da Fearless flyer »

Rosso ha scritto:La questione mi sembra piuttosto scontata, certo magari lo è per me, che appunto non volo per paura, e non per chi vola con tranquillità e non si è mai posto il problema della fobia.

Inoltre non bisogna dimenticare che la paura di volare non è l'unica prodotta da stati di stress emotivo, forse è una delle più difficili da superare; senza arrivare a citare casi di persone che non escono di casa, quante sono le persone che sentono un brividino quando devono affrontare un cavalcavia in automobile, un lungo tunnel, o un viaggio per mare?

Anche queste paure sono più forti in periodi peggiori dal punto di vista emotivo, ed anche queste possono scomparire per anni e ripresentarsi in maniera più o meno violenta dopo aver affrontato una situazione difficile.

Vorrei però andare oltre, rimuginando appunto su queste fobie che lo stesso fobico non riesce a capire da cosa dipendano, e che sembrano così insormontabili, così più forti della forza di volontà, o addirittura, che sembrano esulare dalla personalità del fobico, comincio a pensare che si tratti di una immensamente complessa risposta della mente ad una paura tuttavia semplice semplice, una di queste per esempio:

paura di morire
paura che una persona cara muoia
paura di essere aggrediti improvvisamente
and so on...

anche se la fobia che si prova sembra non avere nulla a che vedere con queste paure, ma esplode e si trascina in un turbinìo di emozioni orribili, falsi ricordi orribili, ed altre cose orribili :)

La mia è solo la riflessione di un fobico con nessuna preparazione in campo psicologico, uno di quel misero 5% che non vola neanche dopo il corso alitalia, anche se sentivo una grande forza dentro di me e immaginavo di potercela fare (sensazioni che sento tuttora), e che non sa se maledire le festività pasquali che rimandano il corso di Luca di una settimana, per provarci di nuovo :)

Che ne pensate? Che ne pensi Luca?
P.S. mi dispiace averti fatto abbassare la percentuale di riuscita, ma magari ci riusciremo più avanti :)

Paolo
Ciao Paolè, ri-benvenuto ora che so chi è Rosso :wink: !

Penso alcune cose.

La prima è che non credo che tu abbasserai la percentuale di efficacia del mio seminario, ma questo te l'ho già detto. Ti ho già detto come la penso, credo che il tuo accompagnatore abbia un po' appesantito la zavorra ma il volo è assolutamente nelle tue corde e lo è ORA; ti avrei detto il contrario se fosse stato diversamente :wink: .

La tua analisi psicologica mi trova d'accordo per alcune cose, meno per altre.
Il fatto di considerare le proprie fobie come qualcosa di ESTRANEO da sè è una componente classica del problema e, purtroppo, è una delle variabili che non permette di attivare processi spontanei di guarigione.

Considerare, invece, la fobia come parte di sè, parte del proprio percorso di vita e segnale di necessità di fare un bel DEGRAG alla propria mente (grazie a Gozer per l'idea che è molto buona :wink: ) contribuirebbe ad una soluzione (magari spontanea) molto più veloce ed efficace.

Le fobie, ed i disturbi d'ansia in genere, sono figli di un modo di guardare il mondo che ci porta a tirare una linea tra pericolo e sicurezza, tra contesti nei quali non è meglio farsi coinvolgere e contesti nei quali il senso di sicurezza è sufficiente da potermi permettere un coinvolgimento.
Questo, prima o poi, genera un modo "fobico" di guardare sè e le cose.

Potremmo poi chiederci da cosa nasce questa modalità di costruzione del senso del sè e del mondo...ma questo ci porterebbe un po' troppo off topic.

Mancano solo due settimane....se vuoi :wink:

Luca
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