Quilodico ha scritto:Ciao Luca,
innanzitutto ti ringrazio per l'aiuto che mi stai dando, soprattutto a volare dentro di me...
La mia postazione sicura è composta da una serie di situazioni che conosco molto bene e mi fanno stare in piedi, come il lavoro, la casa (o meglio, il mutuo

), il fidanzato. Tutto in ordine, tutto come io l'ho voluto, o almeno credo. Dico questo perchè in me coesistono due correnti oppposte ("Io sono vasto, contengo moltitudini" ...forse era di Whitman?), come spesso accade, ma il problema è che non riesco a gestirle entrambe con equilibrio; da una parte c'è Simona così-come-dovrebbe-essere (quindi quello scritto sopra), dall'altra c'è Simona come-non ha-il-coraggio-di-essere (quindi quella che scrive, suona, ama l'arte e trova in tutto questo la vera soddisfazione dei propri desideri). Non voglio sembrare la"frikkettona" mancata, tutti noi abbiamo più o meno queste inclinazioni, ma io un certo punto ho smesso di considerarle, come se appartenessero ad un mondo troppo affascinante per convivere con la routine quotidiana e mi sono buttata nella costruzione, appunto, del mio recinto. Spero di aver risposto alla tua domanda...
Per quanto riguarda il secondo punto, non so come spiegarmi il meccanismo per cui non imparo l'arte e non la metto da parte, in queste situazioni; ho la testa dura

Non so se il problema sia solo anticipatorio, però, perchè in alcune situazioni ho avuto il panico vero e proprio.....
Molto interessante questo tuo post, veramente molto interessante. La mia sensazione è che la verità sia tutta lì.
Lo utilizzo come metafora sperando di non ledere l'intimità con la quale ce lo hai raccontatto, nel qual caso dimmelo e si cancella tutto.
Lo descrivi come una metafora di una piccola trappola.
Da una parte c'è il mondo sicuro, rassicurante, pieno di punti di riferimento che, tuttavia, non permette di assecondare le tue legittime ambizioni e aspirazioni di libertà e di "volo alto" (se mi spiego

).
Dall'altra c'è il mondo più elevato, quello affascinante, pieno di soddisfazioni e di traguardi ambiziosi che, tuttavia, per i timori di inadeguarezza che purtroppo tutti noi abbiamo, ti spaventa e ti fa pensare di non potercela fare.
E' un po' una trappola perchè il primo mondo è SICURO, ma molto spesso finisce per sembrarti un po' troppo STRETTO e poco appagante.
L'altro mondo è appagante e pieno di soddisfazioni, ma è INSICURO (quindi minaccioso) perchè si pensa di NON POTERCELA FARE.
Allora si finisce per stare nel primo mondo ma vivere (almeno virtualmente) il rammarico per il secondo mondo non agito.
Ed allora da lì nasce il senso di costrizione (di trappola) e di difficoltà nel muoversi con serenità e disinvoltura in contesti nuovi e nei quali mancano i punti di riferimento.
Questo, come ulteriore dimostrazione, che i disagi dell'aereo nascono SEMPRE dai disagi della nostra vita.
Ti ringrazio ancora Simona....e ti faccio i complimenti per la tua capità di introspezione.
Il mio suggerimento molto personale è di iniziare ad assaggiare pezzetti del secondo mondo...giusto per vedere cosa succede ,perchè le conseguenze non sono mai così terrifiche come ce le si è immaginate

.
E scommetto con te che, nel momento in cui inizi ad assaggiare in maniera significativa il nuovo mondo, la paura dell'aereo se ne andrà velocemente
Luca