panico
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panico
ciao a tutti
purtroppo anche io oggi faccio parte di quelle persone che guardando il cielo provano terrore nell'immaginare di trovarmi in volo su un aereo. Eppure fino a qualche anno fa, esattamente 5, non vedevo l'ora di salire su, sentire il rombo dei motori, aspettare con emozione il decollo e affacciarmi al finestrino per non perdermi ogni singolo istante ed ogni minimo dettaglio. Avevo vinto anche il concorso come hostess di volo, ma i miei studi ancora da terminare e i miei viaggi all'estero mi obbligarono a rinunciare a qualcosa che mi piaceva veramente. Così un giorno qualunque, in un volo nazionale, a causa di problemi tecnici durante il volo scopro per la prima volta cosa significa avere un attacco di panico e la paura di morire. Riprendo a volare dopo 4-5 giorni per superare lo shock ma anche se le condizioni erano perfette il ricordo di quelle sensazioni vissute mi fece vivere tutto il viaggio con una paura tremenda e con il desiderio di voler scendere al più presto. Oggi, da quel giorno, mi porto quel senso di panico in tutti i luoghi chiusi e di conseguenza cerco di evitarli il più possibile: che sia un treno o una metropolitana o una galleria. E' duro vivere così ma è altrettanto spaventoso ritrovarsi in un luogo chiuso e non riuscire a respirare. Eppure guardo ancora gli aerei in cielo con amore, rimpianto e con invidia per tutti coloro che hanno la fortuna di prenderlo e non soffrire come me solo nel vederli......
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purtroppo anche io oggi faccio parte di quelle persone che guardando il cielo provano terrore nell'immaginare di trovarmi in volo su un aereo. Eppure fino a qualche anno fa, esattamente 5, non vedevo l'ora di salire su, sentire il rombo dei motori, aspettare con emozione il decollo e affacciarmi al finestrino per non perdermi ogni singolo istante ed ogni minimo dettaglio. Avevo vinto anche il concorso come hostess di volo, ma i miei studi ancora da terminare e i miei viaggi all'estero mi obbligarono a rinunciare a qualcosa che mi piaceva veramente. Così un giorno qualunque, in un volo nazionale, a causa di problemi tecnici durante il volo scopro per la prima volta cosa significa avere un attacco di panico e la paura di morire. Riprendo a volare dopo 4-5 giorni per superare lo shock ma anche se le condizioni erano perfette il ricordo di quelle sensazioni vissute mi fece vivere tutto il viaggio con una paura tremenda e con il desiderio di voler scendere al più presto. Oggi, da quel giorno, mi porto quel senso di panico in tutti i luoghi chiusi e di conseguenza cerco di evitarli il più possibile: che sia un treno o una metropolitana o una galleria. E' duro vivere così ma è altrettanto spaventoso ritrovarsi in un luogo chiuso e non riuscire a respirare. Eppure guardo ancora gli aerei in cielo con amore, rimpianto e con invidia per tutti coloro che hanno la fortuna di prenderlo e non soffrire come me solo nel vederli......
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- Chicco2003
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Ciao
Siamo in molti in questo forum ad aver / aver avuto il tuo problema.
Ci sono però i modi per superare questa difficoltà.
Intanto ti suggerisco ciò che hanno suggerito a me.
Leggi un po' dei post sull'argomento, ti aiuteranno ad inquadrare forse un po' meglio il tuo problema, poi, piano piano, grazie anche agli interventi di persone competenti, inizierai a sviscerare più approfonditamente il punto fondamentale: non è degli aerei che si deve aver paura, lo dico pur avendone ancora ....
, ma sentendomi in via di guarigione (speriamo
)
Ciao a risentirci!
Luca
Siamo in molti in questo forum ad aver / aver avuto il tuo problema.
Ci sono però i modi per superare questa difficoltà.
Intanto ti suggerisco ciò che hanno suggerito a me.
Leggi un po' dei post sull'argomento, ti aiuteranno ad inquadrare forse un po' meglio il tuo problema, poi, piano piano, grazie anche agli interventi di persone competenti, inizierai a sviscerare più approfonditamente il punto fondamentale: non è degli aerei che si deve aver paura, lo dico pur avendone ancora ....



Ciao a risentirci!
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- Fearless flyer
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Ciao Maila, benvenuta.
Non so se è una buona o una cattiva notizia ma l'attacco di panico avresti potuto averlo anche in ascensore o in un tunnel. Il fatto che tu lo abbia avuto in aereo è abbastanza marginale.
Il problema va affrontato come attacco di panico, non come "ansia da volo".
Ma hai fatto qualcosa per gli attacchi di panico?
Luca
Non so se è una buona o una cattiva notizia ma l'attacco di panico avresti potuto averlo anche in ascensore o in un tunnel. Il fatto che tu lo abbia avuto in aereo è abbastanza marginale.
Il problema va affrontato come attacco di panico, non come "ansia da volo".
Ma hai fatto qualcosa per gli attacchi di panico?
Luca
Luca Evangelisti
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Proverbio africano
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grazie Luca dei suggerimenti: se mi trovo qua è perchè non riesco ad accettare questo mio cambiamento. Mi trovo perennemente tra due fuochi: da un lato il desiderio di riuscire a sconfiggere le mie paure e mi dico "ma quanto sei stupida, sai bene cosa ti perdi.." mentre dall'altro la sola idea di prendere un volo mi fa immaginare che da un momento all'altro durante il viaggio possa chiedere, in preda ad un raptus di paura, di scendere immediatamente..........e poi? Che stupida..lo so....
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Giudicarsi per il fatto di avere un disagio è una cosa che non ti aiuta, anzi...
Racconti un po' meglio questo discorso degli attacchi di panico e se/come li hai affrontati?
Luca
Racconti un po' meglio questo discorso degli attacchi di panico e se/come li hai affrontati?
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Luca Evangelisti
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Gli attacchi di panico sono stati un crescendo nel tempo: la percezione della realtà e delle situazioni cambia e, tutto ciò che è chiuso, ciòè dalla non facile uscita, diventa un luogo che crea e genera ansia. Ricordo anche la fuga qualche anno fa dai sotterranei di una metropolitana..luogo che, come l'aereo, non mi aveva mai fatto paura nè creato disagio prima di quel volo. Ho cercato di superare tra alti e bassi, di prendere qualche tranquillante prima di intraprendere o percorrere ambienti "a rischio"....ma i risultati non sono stati eccellenti...
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Maila secondo me non è una cattiva notizia.maila ha scritto:Purtroppo mi sembra più una cattiva notizia piuttosto che una buona...l'idea che non sia strettamente correlata ad un volo "andato male" mi da ancora meno speranze..
Mi sono sempre chiesta se quella era la causa o mera coincidenza. fatto sta che l'associazione di idee è logico che ti venga...
In ogni percorso di cambiamento la cosa più importante è avere chiaro il punto di partenza altrimenti non si va da nessuna parte.
Nel tuo caso esiste un problema di attacchi di panico che tu HAI LA SENSAZIONE possano essere generati dai luoghi chiusi.
L'aereo è un luogo chiuso...ed è questo il motivo per cui sei qui.
Però potremmo partire da una domanda alla "tenente Colombo": perchè ti senti in difficoltà nei luoghi chiusi?

Luca
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Perchè il luogo chiuso non ti da una via di fuga immediata nel caso in cui ti possa sentire male e quindi dover ricorrere ad un aiuto medico diventa impossibile.
Quando si ha una attacco di panico, con conseguente mancanza di respiro, tachicardia e via di seguito, si pensa che da un momento all'altro si possa morire e pertanto la prima cosa che si fa è cercare un aiuto o un ospedale vicino. La consapevolezza che l'aereo è un mezzo che non ti permette di avere un aiuto immediato nel caso si verifichi un attacco non fa altro che amplificare la paura che questo avvenga improvvisamente.
Quando si ha una attacco di panico, con conseguente mancanza di respiro, tachicardia e via di seguito, si pensa che da un momento all'altro si possa morire e pertanto la prima cosa che si fa è cercare un aiuto o un ospedale vicino. La consapevolezza che l'aereo è un mezzo che non ti permette di avere un aiuto immediato nel caso si verifichi un attacco non fa altro che amplificare la paura che questo avvenga improvvisamente.
Maila in realtà quando sei in aereo l'assistenza è sempre a pochi metri da te e saresti soccorsa molto più rapidamente che al cinema, al centro commerciale, per la strada. Anche se non si tratta di medici o infermieri, gli assistenti di volo sono addestrati per queste eventualità. Inoltre, statisticamente è facile che sul volo ci sia anche qualche medico... e anche lui non potrebbe essere tanto distante. 

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- Rullaggio
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per quanto esperte e brave possano essere le/gli assistenti di volo è normale che il massimo che possono farti è prettamente legato ad un supporto psicologico piuttosto che ad un intervento medico. Mi spiego meglio: se ti trovi per strada ed hai un attacco sai benissimo che portandoti in un ospedale con un forte tranquillante in endovena (che riuscire a calmare anche una mandria di montoni...) riesci a ripristinare le tue condizioni alterate, in aereo penso che il massimo che possano fare dal punto di vista farmacologico è quello di darti qualche pillola che ha degli effetti piuttosto blandi.
Stessa cosa per quanto riguarda la presenza di eventuali medici a bordo: anche loro quando la patologia è di origine psicologica non possono fare molto se non cercare di calmarti...
Stessa cosa per quanto riguarda la presenza di eventuali medici a bordo: anche loro quando la patologia è di origine psicologica non possono fare molto se non cercare di calmarti...
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Maila nessuno (NESSUNO) è mai morto per un attacco di panico. Hai la sensazione che potresti/stai per morire, ma questa è un'altra storia.maila ha scritto:Perchè il luogo chiuso non ti da una via di fuga immediata nel caso in cui ti possa sentire male e quindi dover ricorrere ad un aiuto medico diventa impossibile.
Quando si ha una attacco di panico, con conseguente mancanza di respiro, tachicardia e via di seguito, si pensa che da un momento all'altro si possa morire e pertanto la prima cosa che si fa è cercare un aiuto o un ospedale vicino. La consapevolezza che l'aereo è un mezzo che non ti permette di avere un aiuto immediato nel caso si verifichi un attacco non fa altro che amplificare la paura che questo avvenga improvvisamente.
Hai questa sensazione perchè, visto che l'attacco di panico è la reazione dell'organismo ad una minaccia "non identificata" , lo stesso organismo si prepara ad affrontare la minaccia attraverso un innalzamento di tutti i parametri fisiologici (cuore/polmoni/muscoli, eccetera).
Sentire il tuo cuore che va velocissimo (perchè c'è più bisogno di sangue ai muscoli per affrontare la minaccia) è una cosa che ti può dare la SENSAZIONE stia lì lì per scoppiare. Ma è solo una sensazione tanto che se vai al Pronto Soccorso non ti danno assolutamente un farmaco per il cuore ma ti danno un ansiolitico. Ora, se tu stessi per morire per un attacco di cuore, pensi che ti darebbero un ansiolitico e non ti ricovererebbero d'urgenza?

Se usi la funzione "cerca", poi, troverai un bel po' di cose scritte sul forum relativamente al fatto di poter ricevere aiuto/soccorso in aereo. Nell'aereo ci sono due valigette per i farmaci e la possibilità, qualora non ci fosse un medico a bordo, di contattare unità specialistiche "a terra" attraverso la radio dei piloti.
E, come ho già detto, mi sentirei più tranquillo di star male in aereo che al mare ad Ostia.
E poi ricorda che, come la paura dell'aereo non sta sull'aereo ma nella testa, la paura dei luoghi chiusi o dai quali PENSI che non potresti ricevere soccorso non sta nei luoghi chiusi ma nella testa.

Luca
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...che peraltro è un luogo chiuso!Fearless flyer ha scritto:Maila nessuno (NESSUNO) è mai morto per un attacco di panico. Hai la sensazione che potresti/stai per morire, ma questa è un'altra storia.maila ha scritto:Perchè il luogo chiuso non ti da una via di fuga immediata nel caso in cui ti possa sentire male e quindi dover ricorrere ad un aiuto medico diventa impossibile.
Quando si ha una attacco di panico, con conseguente mancanza di respiro, tachicardia e via di seguito, si pensa che da un momento all'altro si possa morire e pertanto la prima cosa che si fa è cercare un aiuto o un ospedale vicino. La consapevolezza che l'aereo è un mezzo che non ti permette di avere un aiuto immediato nel caso si verifichi un attacco non fa altro che amplificare la paura che questo avvenga improvvisamente.
Hai questa sensazione perchè, visto che l'attacco di panico è la reazione dell'organismo ad una minaccia "non identificata" , lo stesso organismo si prepara ad affrontare la minaccia attraverso un innalzamento di tutti i parametri fisiologici (cuore/polmoni/muscoli, eccetera).
Sentire il tuo cuore che va velocissimo (perchè c'è più bisogno di sangue ai muscoli per affrontare la minaccia) è una cosa che ti può dare la SENSAZIONE stia lì lì per scoppiare. Ma è solo una sensazione tanto che se vai al Pronto Soccorso non ti danno assolutamente un farmaco per il cuore ma ti danno un ansiolitico. Ora, se tu stessi per morire per un attacco di cuore, pensi che ti darebbero un ansiolitico e non ti ricovererebbero d'urgenza?![]()
Se usi la funzione "cerca", poi, troverai un bel po' di cose scritte sul forum relativamente al fatto di poter ricevere aiuto/soccorso in aereo. Nell'aereo ci sono due valigette per i farmaci e la possibilità, qualora non ci fosse un medico a bordo, di contattare unità specialistiche "a terra" attraverso la radio dei piloti.
E, come ho già detto, mi sentirei più tranquillo di star male in aereo che al mare ad Ostia.
E poi ricorda che, come la paura dell'aereo non sta sull'aereo ma nella testa, la paura dei luoghi chiusi o dai quali PENSI che non potresti ricevere soccorso non sta nei luoghi chiusi ma nella testa.![]()
Luca


benvenuta maila!! sei nel posto giusto!
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Ciao Luca, avevo letto tra le discussioni un cospicuo numero di frasi di encomio nei tuoi confronti ma, dopo esserci scambiati qualche messaggio ieri, non posso non confermare la bravura con la quale riesci ad affrontare questi argomenti così delicati. Non basta la preparazione (che si evince palesemente..) ma si nota soprattutto la sottile delicatezza e lo studio introspettivo che ci metti in ogni singolo caso per poter capire il problema fino in fondo. Spesso ci sono i mezzi, gli studi e una preparazione indiscutibile ma mancano le maniere: o troppo brusche o troppo superficiali per capire fino in fondo e trovare una soluzione.
In te c'è la totalità di questi elementi che difficilmente si riescono a trovare tutti insieme in un'unica persona..........grazie di cuore del sostegno datomi
Maila
In te c'è la totalità di questi elementi che difficilmente si riescono a trovare tutti insieme in un'unica persona..........grazie di cuore del sostegno datomi
Maila
ciao Maila benvenuta.
Le descrizioni del tuo disagio mi hanno fatto rivivere per un attimo tutto quello di cui ho sofferto e forse ancora soffro. Chi non le ha mai avute non sa descriverle e quando dici che sono delle sensazioni bruttissime hai proprio ragione. Quello che ti ha detto Luca è vero, ti poteva capitare ovunque perchè il panico non conosce differenze di luoghi, in ascensore o in aereo è la stessa cosa. Io ci combatto da due anni circa e so di cosa parli, non prendo ansiolitici, ma cerco in tutti i modi se pur progressivamente di affrontare tutte le mie paure anzi tutte le mie fobie. Anche a me è capitato di avere per ragioni diverse paura di volare, questa paura non stava nell'aereo ma nell'affrontare luoghi chiusi, poichè ancora mi aspettano molti anni di vita non potevo continuare a subire condizionamenti da questo disagio e, considerando il fatto che come dice Luca di paura non si muore, mi sono detto: devo reagire e affrontare il problema!!!!. Maila in questi lunghi mesi ho imparato una cosa, queste "malattie" si vincono solo con la forza di volontà io ci sto riuscendo credimi con molta pazienza, con qualche sconfitta ma alla fine sono in vantaggio sul nemico, affronta le tue paure Maila non li evitare quando pensi di non farcela è li che devi usare al massimo la tua forza di volontà a costo di ogni cosa. Dopo essere sceso dall'aereo di ritorno qualche settimana fa mi sento un altro più convinto dei miei mezzi e non solo, ho sconfitto altre paure che stavano per aleggiarmi in testa. Il percorso ancora non è completo ma sono certo di vincere la guerra presto o tardi. Scusami per questa risposta lunga ma ho cercato di testimoniare la mia esperienza visto che si tratta di una cosa che ho vissuto, per quanto riguarda l'aereo vai tranquilla io ce l'ho fatta e non vedo perchè tu devi fallire, all'inizio un pò di batticuore ma per noi che siamo abituati che vuoi che sia?
dopo qualche minuto divertimento più puro mi sono veramente rilassato come da tempo non mi succedeva e poi chi lo dice che l'aereo è un posto chiuso? io l'ho trovato molto ma molto comodo e in nessun modo ho sentito questo tipo di sensazione!!! adesso vado spero di esserti stato d'aiuto, qui troverai centinaia di persone in grado di fornirti tutto il supporto di cui hai bisogno, per il resto un consiglio: affronta le tue paure, vedrai che questa è la chiave di tutto... a presto
Le descrizioni del tuo disagio mi hanno fatto rivivere per un attimo tutto quello di cui ho sofferto e forse ancora soffro. Chi non le ha mai avute non sa descriverle e quando dici che sono delle sensazioni bruttissime hai proprio ragione. Quello che ti ha detto Luca è vero, ti poteva capitare ovunque perchè il panico non conosce differenze di luoghi, in ascensore o in aereo è la stessa cosa. Io ci combatto da due anni circa e so di cosa parli, non prendo ansiolitici, ma cerco in tutti i modi se pur progressivamente di affrontare tutte le mie paure anzi tutte le mie fobie. Anche a me è capitato di avere per ragioni diverse paura di volare, questa paura non stava nell'aereo ma nell'affrontare luoghi chiusi, poichè ancora mi aspettano molti anni di vita non potevo continuare a subire condizionamenti da questo disagio e, considerando il fatto che come dice Luca di paura non si muore, mi sono detto: devo reagire e affrontare il problema!!!!. Maila in questi lunghi mesi ho imparato una cosa, queste "malattie" si vincono solo con la forza di volontà io ci sto riuscendo credimi con molta pazienza, con qualche sconfitta ma alla fine sono in vantaggio sul nemico, affronta le tue paure Maila non li evitare quando pensi di non farcela è li che devi usare al massimo la tua forza di volontà a costo di ogni cosa. Dopo essere sceso dall'aereo di ritorno qualche settimana fa mi sento un altro più convinto dei miei mezzi e non solo, ho sconfitto altre paure che stavano per aleggiarmi in testa. Il percorso ancora non è completo ma sono certo di vincere la guerra presto o tardi. Scusami per questa risposta lunga ma ho cercato di testimoniare la mia esperienza visto che si tratta di una cosa che ho vissuto, per quanto riguarda l'aereo vai tranquilla io ce l'ho fatta e non vedo perchè tu devi fallire, all'inizio un pò di batticuore ma per noi che siamo abituati che vuoi che sia?

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- Rullaggio
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- Iscritto il: 12 giugno 2007, 10:16
Grazie della tua testimonianza, mi è di aiuto e grande conforto sapere che non sono la sola ad avere questi problemi. Da quando sono entrata in questo sito non faccio altro che pensare di trovare la soluzione esatta per superare ogni cosa.....dalla mattina alla sera i miei pensieri combattono tra il "ce la farò" ed il "non ce la posso fare" ma non smetto mai di pensarci e questo forse è già qualcosa visto che prima davo per scontato il "non ce la farò mai". Vedo che sono in tanti quelli che hanno la paura di dell'aereo come luogo chiuso e dell'impossibilità di poter scendere per farsi soccorrere se ce ne dovesse essere bisogno. Lo so, è tutta questione di testa, ma quando questa decide di inventarsi una patologia è difficile riconvincerla che è sormontabile e guaribile. Ieri ad esempio passeggiavo per la strada e dicevo: "Adesso basta con queste stupidaggini, prenoto un volo salgo su e non mi succederà niente.." poi per controbilanciare percorro con la mente ogni istante (dall'imbarco al volo) e mi immagino, mentre le porte si chiudono, io che incomincio a sbiancare con il cuore che batte fino a scoppiare e a gridare per chiedere di scendere perchè mi sento senza respiro.....o addirittura resisto fino al decollo e durante il volo capisco che non ce la posso fare e comincio a sudare freddo fino a sentirmi davvero male...chiamo le assistenti, in preda al panico gli grido di voler scendere....e sapendo che è impossibile il mio malessere aumenta sempre di più.....Poi continuo a pensare: eppure un tempo ci salivi, ti piaceva davvero tanto...era divertente..emozionante...e non avvertivi nessuna paura....già proprio nessuna. Ma perchè non posso ritornare ad essere quella di un tempo? Perchè non ritornare a vivere? Già.....perchè?
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- Rullaggio
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Che io ricordi non c'è stato un episodio particolarmente preoccupante, ma l'unica cosa che mi viene in mente è la paura tremenda che il mio fidanzato aveva nel momento in cui io prenotavo un volo per partire. Non ha mai volato e mi diceva sempre "non so come fai a non avere paura...io non lo prenderò mai perchè è una cosa contro natura....è troppo pericoloso...!" Allora lo prendevo in giro per la sua paura "immotivata" e gli dicevo che era la cosa più bella che potesse esistere e che si perdeva un'emozione unica (a parte la possibilità di vedere dei posti lontani). Cercavo di convincerlo a farlo, ma mi rendevo conto che era davvero inutile. E' quando penso a questi momenti che provo rabbia per come sono cambiata......e' stata la sua influenza? non so...ma penso che se c'è da rimproverare qualcuno quella sono sicuramente io. Oggi lui prende il treno, la metropolitana, le gallerie, ed io? neanche più quelle....
magari non è stato del tutto lui....però non è detto che proprio non ti abbia trasmesso niente.
Però vedi.....qualcosa in merito al volare c'è stato. A me lo trasmise UN PO' mia mamma....quando ero piccola volevo volare e lei che aveva fatto un viaggio con mio padre e mio fratello negli USA...quando mi raccontava dell'aereo mi diceva " è va parecchio alto....se cade se cade...etc" e io l'ascoltavo e mi sono ritrovata ad avere paura.
C'è da dire anche questo...che ovviamente le colpe non si danno.....però sicuramente un certo modo di educarti possono lasciare insicurezza....e questo è successo a me.
Comunque si supera la paura di volare, ma nel tuo caso, secondo me, è facile che qualcosa l'abbia scatenata......se prima volavi, puoi farlo anche adesso...perchè dentro di te sai benissimo che cosa significa veramente volare.... un pò di forza di volontà e riuscirai benissimo.
ciao Anny
Però vedi.....qualcosa in merito al volare c'è stato. A me lo trasmise UN PO' mia mamma....quando ero piccola volevo volare e lei che aveva fatto un viaggio con mio padre e mio fratello negli USA...quando mi raccontava dell'aereo mi diceva " è va parecchio alto....se cade se cade...etc" e io l'ascoltavo e mi sono ritrovata ad avere paura.
C'è da dire anche questo...che ovviamente le colpe non si danno.....però sicuramente un certo modo di educarti possono lasciare insicurezza....e questo è successo a me.
Comunque si supera la paura di volare, ma nel tuo caso, secondo me, è facile che qualcosa l'abbia scatenata......se prima volavi, puoi farlo anche adesso...perchè dentro di te sai benissimo che cosa significa veramente volare.... un pò di forza di volontà e riuscirai benissimo.
ciao Anny
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non so indicare in che percentuale questo abbia influito ma se ci penso forse significa che una certa incidenza l'abbia avuta. Forse era una paura latente che si è scatenata tutto ad un tratto...forse sono una persona fortemente influenzabile....forse l'aereo ha fatto scattare un meccanismo di panico che sarebbe uscito fuori indipendentemente dal luogo o dai mezzi di trasporto presi....
Si dice che il panico derivi da un periodo di stress, preoccupazioni, problemi e che si manifesta di punto in bianco perchè il tuo fisico reagisce ad una condizione non più tollerabile. Una sorta di valvola di sfogo...una spia che ti indica che qualcosa non va e che deve essere cambiata. Eppure in quel periodo credevo di non avere alcun tipo di problema..e quando non conosci la causa è più difficile superare l'ostacolo.....
Se mi fosse capitato oggi avrei sicuramente individuato il problema ma se torno indietro con la memoria non so darmi un perchè...
Si dice che il panico derivi da un periodo di stress, preoccupazioni, problemi e che si manifesta di punto in bianco perchè il tuo fisico reagisce ad una condizione non più tollerabile. Una sorta di valvola di sfogo...una spia che ti indica che qualcosa non va e che deve essere cambiata. Eppure in quel periodo credevo di non avere alcun tipo di problema..e quando non conosci la causa è più difficile superare l'ostacolo.....
Se mi fosse capitato oggi avrei sicuramente individuato il problema ma se torno indietro con la memoria non so darmi un perchè...
è difficile capire come ragiona la mente maila....e comunque il panico e l'ansia sono cose diverse, la tua credo (magari il doctor mi corregge se sbaglio), mi sembra più ansia. Sono diversi i tipi di disturbi, ho sentito di persone che si sono bloccate in mezzo alla strada (a piedi)....alcune non guidano in autostrada.
ti fidi di te?
ti fidi di te?

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se mi fido di me? bella domanda!
Mi addentro nei particolari per farti capire qualcosa in più....
Come ho detto prima, dopo quel volo sono iniziati i problemi e nel corso del tempo si sono amplificati: prima l'esclusione dell'aereo, poi la paura dei treni, delle gallerie ecc. ecc. L'ultima trovata geniale della mia mente è stata pure l'ansia da code in macchina et voilà ecco il panico arrivare...Quando mi sono accorta che il problema stava diventando grande ne parlai con un mio amico psicologo (logicamente la discussione non era basata solo esclusivamente sulla paura dei mezzi di trasporto ma bensì sulla mia vita in generale). Lui mi disse che il mio problema non era l'ansia ne gli attacchi di panico (restai meravigliata) ma bensì un inizio di depressione. Così dopo una pseudo terapia con ansiolitici il problema sembrava se non risolto almeno tamponato e già questo per me era un successo. Le presi per un periodo come l'unico rimedio capace di "salvarmi" ed aiutarmi nel momento di bisogno e non nascondo che le cose migliorarono. All'inizio mi sembravano indispensabili ma con il passare del tempo (per mia fortuna) mi resi conto che potevo continuare ad andare avanti anche da sola benchè qualche problema d'ansia continuava ad esserci..anzi c'era. Una cosa però non mi tornava: quel mio amico psicologo aveva parlato di depressione dovuta a cause riconducibili alla mia vita e coloro che mi circondavano, ma io non mi sono mai sentita depressa ma piuttosto avvilita e sconfitta per non riuscire a reagire davanti agli attacchi di panico. Non sono mai stata introversa, chiusa, silenziosa, triste, stanca e via dicendo: solo spaventata da quello che mi capitava. Se proprio devo considerarla depressione sarebbe più giusto forse dire che soffrire di ansia mi portava la depressione, lo sconforto, ma non viceversa....infatti quando non avevo attacchi di panico mi sentivo allegra e vitale come lo sono sempre stata. Come sto oggi? Sicuramente molto meglio di quel periodo senza uscita: l'ansia non è passata e trova sempre una via di sfogo ma in compenso riesco a gestirla meglio o almeno credo...ma quella maledetta paura dei luoghi chiusi resta ancora viva nella mia mente....
Mi addentro nei particolari per farti capire qualcosa in più....
Come ho detto prima, dopo quel volo sono iniziati i problemi e nel corso del tempo si sono amplificati: prima l'esclusione dell'aereo, poi la paura dei treni, delle gallerie ecc. ecc. L'ultima trovata geniale della mia mente è stata pure l'ansia da code in macchina et voilà ecco il panico arrivare...Quando mi sono accorta che il problema stava diventando grande ne parlai con un mio amico psicologo (logicamente la discussione non era basata solo esclusivamente sulla paura dei mezzi di trasporto ma bensì sulla mia vita in generale). Lui mi disse che il mio problema non era l'ansia ne gli attacchi di panico (restai meravigliata) ma bensì un inizio di depressione. Così dopo una pseudo terapia con ansiolitici il problema sembrava se non risolto almeno tamponato e già questo per me era un successo. Le presi per un periodo come l'unico rimedio capace di "salvarmi" ed aiutarmi nel momento di bisogno e non nascondo che le cose migliorarono. All'inizio mi sembravano indispensabili ma con il passare del tempo (per mia fortuna) mi resi conto che potevo continuare ad andare avanti anche da sola benchè qualche problema d'ansia continuava ad esserci..anzi c'era. Una cosa però non mi tornava: quel mio amico psicologo aveva parlato di depressione dovuta a cause riconducibili alla mia vita e coloro che mi circondavano, ma io non mi sono mai sentita depressa ma piuttosto avvilita e sconfitta per non riuscire a reagire davanti agli attacchi di panico. Non sono mai stata introversa, chiusa, silenziosa, triste, stanca e via dicendo: solo spaventata da quello che mi capitava. Se proprio devo considerarla depressione sarebbe più giusto forse dire che soffrire di ansia mi portava la depressione, lo sconforto, ma non viceversa....infatti quando non avevo attacchi di panico mi sentivo allegra e vitale come lo sono sempre stata. Come sto oggi? Sicuramente molto meglio di quel periodo senza uscita: l'ansia non è passata e trova sempre una via di sfogo ma in compenso riesco a gestirla meglio o almeno credo...ma quella maledetta paura dei luoghi chiusi resta ancora viva nella mia mente....
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Maila funziona così:maila ha scritto:non so indicare in che percentuale questo abbia influito ma se ci penso forse significa che una certa incidenza l'abbia avuta. Forse era una paura latente che si è scatenata tutto ad un tratto...forse sono una persona fortemente influenzabile....forse l'aereo ha fatto scattare un meccanismo di panico che sarebbe uscito fuori indipendentemente dal luogo o dai mezzi di trasporto presi....
Si dice che il panico derivi da un periodo di stress, preoccupazioni, problemi e che si manifesta di punto in bianco perchè il tuo fisico reagisce ad una condizione non più tollerabile. Una sorta di valvola di sfogo...una spia che ti indica che qualcosa non va e che deve essere cambiata. Eppure in quel periodo credevo di non avere alcun tipo di problema..e quando non conosci la causa è più difficile superare l'ostacolo.....
Se mi fosse capitato oggi avrei sicuramente individuato il problema ma se torno indietro con la memoria non so darmi un perchè...
prova ad immaginare il nostro carattere (che si struttura in maniera "quasi" definitiva intorno ai 3 anni) come ad un fondo marino.
Il fondo marino può assumere conformazioni differenti. Può essere sabbioso, possono esserci buche, può esserci vegetazione, possono esserci scogli. Immagina che uno scoglio bello grosso, ma sommerso, possa essere un aspetto del carattere che possiamo definire "ansioso" o "fobico".
Ora, fino a quando lo scoglio è sommerso dall'acqua, fila tutto liscio e si potrebbe rimanere una vita intera senza avvertire nessun disagio e nessun sintomo ansioso/fobico.
A volte, invece, per particolari eventi (anche apparentemente banali) o situazioni stressanti, il livello dell'acqua improvvisamente cala (tipo una marea) e lo scoglio si impone prepotentemente all'attenzione.
E' quello che, in gergo tecnico si chiama SCOMPENSO. Lo scompenso, molto spesso, non ha una relazione precisa con le caratteristiche dello scoglio, ma ha l'unica funzione (nefasta) di abbassare il livello dell'acqua.
Molte persone, proprio per l'apparente collegamento temporale scompenso-sintomo sono portate a pensare che lo scompenso sia CAUSA del sintomo. Ma non è affatto così perchè, evidentemente, lo scoglio esisteva già PRIMA che si abbassasse il livello dell'acqua.
Per tornare a te, è probabile che il tuo carattere GIA' avesse aspetti riconducibili all'ansia e gli eventi che racconti del tuo fidanzato hanno solo fatto da detonatore.
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Cara Maila,
i tuoi messaggi mi hanno molto colpita, perché la mia situazione era (è?) identica alla tua. Prima l'aereo, poi il treno, poi le gallerie...in un crescendo di ansie che hanno divorato e tutt'ora divorano spazi che prima non avevano mai toccato (l'ultima? La paura dei temporali. Che adoravo. Da bambina mi davano un'eccitazione incredibile).
E' brutto, orribile. Soprattutto se, come mi pare di capire, tu come me sei curiosa, amante dell'avventura, amante del viaggio. Quante volte anche io ho guardato con invidia e rimpianto gli aerei, quante volte ho detestato quegli artigli di ansia che mi tengono bloccata.
Io ho cercato di risolvere con gli ansiolitici, ma ho anche preso la decisione di andare in terapia. E tante cose vengono fuori. Dolorose, difficili. Ma si affrontano. Perché niente c'è di peggio che vivere una vita che non è la tua per paura di vivere troppo e troppo intensamente. Scusa, non sono molto logica nell'esposizione...ma davvero leggere queste tue righe mi ha colpita e i pensieri vengono fuori un po' confusi.
un abbraccio
i tuoi messaggi mi hanno molto colpita, perché la mia situazione era (è?) identica alla tua. Prima l'aereo, poi il treno, poi le gallerie...in un crescendo di ansie che hanno divorato e tutt'ora divorano spazi che prima non avevano mai toccato (l'ultima? La paura dei temporali. Che adoravo. Da bambina mi davano un'eccitazione incredibile).
E' brutto, orribile. Soprattutto se, come mi pare di capire, tu come me sei curiosa, amante dell'avventura, amante del viaggio. Quante volte anche io ho guardato con invidia e rimpianto gli aerei, quante volte ho detestato quegli artigli di ansia che mi tengono bloccata.
Io ho cercato di risolvere con gli ansiolitici, ma ho anche preso la decisione di andare in terapia. E tante cose vengono fuori. Dolorose, difficili. Ma si affrontano. Perché niente c'è di peggio che vivere una vita che non è la tua per paura di vivere troppo e troppo intensamente. Scusa, non sono molto logica nell'esposizione...ma davvero leggere queste tue righe mi ha colpita e i pensieri vengono fuori un po' confusi.
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Non ti correggoAnnalisa ha scritto:è difficile capire come ragiona la mente maila....e comunque il panico e l'ansia sono cose diverse, la tua credo (magari il doctor mi corregge se sbaglio), mi sembra più ansia. Sono diversi i tipi di disturbi, ho sentito di persone che si sono bloccate in mezzo alla strada (a piedi)....alcune non guidano in autostrada.
ti fidi di te?

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D'accordo con te. Spesso quando si soffre di crisi di ansia o attacchi di panico la depressione viene considerata SECONDARIA. E' chiaro che se non riesco ad uscire più di casa, la dimensione sociale della mia vita si impoverisce e l'autostima è sotti i piedi....mi potrò sentire felice?maila ha scritto:se mi fido di me? bella domanda!
Mi addentro nei particolari per farti capire qualcosa in più....
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La cosa che non capisco è la terapia (per la PRESUNTA depressione) a base di ansiolitici. Per i disturbi d'ansia si usano spesso anche antidepressivi ma praticamente mai ho visto fare il contrario.
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Il dilemma Luca è proprio questo: quello scoglio esisteva già o è qualcosa che è nata durante il percorso della mia vita? A quanto dici e percepisci tu sembra che sia qualcosa di preesistente. Certo è che fino a quando non ti capita non puoi sapere se quel fondale all'origine aveva solo sabbia bianca e pesci tropicali. Quel famoso mio amico psicologo mi aveva proposto di iniziare una terapia ma io ho rifiutato... forse per salvare una relazione che per lui era la chiave di tutto: avevo percepito dalle sue parole che avrei dovuto cambiare vita e abbandonare il mio uomo. Ma è proprio il non sapere se quello scoglio c'era già che mi ha fatto desistere dall'intenzione di farlo. Rimettere in discussione tutto per poi capire che la causa era del tutto estranea alla mia attuale vita (cioè la mancanza di una soluzione certa) mi ha fatto credere che era meglio combattere senza dover cambiare nulla.....
Fearless flyer ha scritto:Non ti correggoAnnalisa ha scritto:è difficile capire come ragiona la mente maila....e comunque il panico e l'ansia sono cose diverse, la tua credo (magari il doctor mi corregge se sbaglio), mi sembra più ansia. Sono diversi i tipi di disturbi, ho sentito di persone che si sono bloccate in mezzo alla strada (a piedi)....alcune non guidano in autostrada.
ti fidi di te?, il panico è il gradino successivo - e più alto - dell'ansia.
Luca

un mio amico, mi raccontò una volta da dove deriva la parola "Panico", non pensavo che derivasse dalla parola Pan....spero di non andare off-topic
vi posto la storia mitologia...magari è una curiosità in più.
ciao Anny
- IL MITO -
Pan significa tutto e questa accezione lo lega alla foresta, all'abisso, al profondo.
Il dio Pan, nacque dall'amore di Ermes e della ninfa Penelope ( in un’altra versione invece da Ermes e la capra Amaltea: racconto di una nascita scaturita da un desiderio struggente e bestiale ) per la quale il dio assunse l'aspetto di uomo e divenne pastore presso i possedimenti di un ricco mortale dell'Arcadia, ma subito dopo la sua nascita, Penelope, alla sola vista del figlio rimase terrorizzata: il suo aspetto era talmente brutto ed animalesco che decise di abbandonarlo al suo destino. Infatti Pan, era più simile ad un animale che ad un uomo: il corpo era coperto di ruvido pelo, la bocca si apriva su una serie di zanne ingiallite, il mento terminava con un'ispida barba, dalla fronte si dipartivano due corna ed al posto dei piedi aveva due zoccoli caprini.
…"Colà, pur essendo un dio, pascolava le greggi dal ruvido vello
presso un mortale: poiché l’aveva preso, e fioriva in lui,
un desiderio struggente
di unirsi in amore con la fanciulla delle belle trecce, figlia di Driope.
E ottenne il florido amplesso; ed ella nelle sue stanze,
generò ad Ermes un figlio diletto, già allora mostruoso a vedersi,
dal piede caprino, bicorne, vociante, da dolce sorriso." ( “Inno a Pan”, in Inni Omerici)
Il padre, Ermes, pensò allora di portarlo con se nell'Olimpo al cospetto degli altri dei, dove fu accolto con benevolenza poiché al contrario del suo aspetto, il dio Pan era gioviale e rallegrava tutti con la sua presenza.
Un giorno Pan, vide la figlia della divinità fluviale Ladone, Siringa e se ne innamorò. La fanciulla però come lo vide, fuggì terrorizzata tanto da pregare il proprio padre, di mutarle l'aspetto in modo da non farla riconoscere da Pan. Così Ladone, impietosito dalle preghiera della figlia, presso lo specchio d'acqua dove sorgeva una grande palude, la trasformò in una canna..
Pan, invano cercò di distinguere la fanciulla fra i diversi giunchi, alla fine, ne recise uno, lo tagliò in tanti pezzi di lunghezza diversa e li legò assieme con dello spago. Fabbricò così uno strumento musicale che prese il nome di "siringa" dalla sventurata fanciulla e che ai posteri è anche noto come il "flauto di pan".
Da allora il dio tornò a vagare nei boschi correndo e danzando con le ninfe e spaventando i viandanti che attraversavano le selve. A Pan infatti si attribuivano i rumori di origine inesplicabile che si sentivano la notte e dalla paura che esso causava deriva il termine: “timor di panico" .
http://www.neteditor.it/node/115469
Ciao Maila, adesso devi solo rilassarti e decidere di percorrere due strade della tua vita: la prima è quella dello sconforto, dell'apatia e della rassegnazione che tutto sia irrisolvibile e che la tua vita vada avanti così senza senso fino alla fine; la seconda è quella della riscossa, della determinazione e della forza interiore che tutti noi abbiamo, la stessa strada che magari con qualche aiuto un pò diverso da quello ricevuto o anche semplicemente da una persona a te vicina, possa ridarti slancio alla tua azione di svolta!!! Quest' ultima è la strada da percorrere non hai altra scelta, devi rimboccarti le maniche e ogni giorno mettere un mattoncino alla costruzione della tua casa dei sogni ovvero la casa della tua vita serena. Già te l'ho detto prima Maila da tutto questo si esce ma devi volerlo tu, non pensare che la faccenda sia semplice sarebbe da ipocrita dirlo ma si può vincere abbi fede e vedrai... e poi una cosa, fino ad ora nonostante i tuoi malesseri ti è mai accaduto niente di grave? no sicuro e sai perchè? perchè non hai niente di preoccupante o di irreparabile è solo la nostra mente che decide di "emozionarsi" in momenti sbagliati e quando non servirebbe, basta cercare il meccanismo per smontare l'innesco, questo è il difficile cerca Maila cerca e vedrai che la "bomba" sarà detonata definitivamente!!!!!!!!!
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buongiorno a tutti
oggi si rafforza dentro di me la consapevolezza che il luogo è solo un problema secondario: ciò che più alimenta tutto è invece l'atmosfera e le emozioni che vivo nel quotidiano. Logicamente più l'ambiente è "chiuso" più le paure aumentano, ma fondamentalmente è solo una conseguenza di una condizione di malessere generato da altro. Forse quel mio amico aveva ragione: non puoi sapere se tutto questo va via se non cambi vita...non modo di pensare ma vita. Credo che di base ci sia qualche verità altrimenti non si spiegherebbe come mai dopo ogni discussione in casa la mattina mi ritrovo a soffrire degli stessi sintomi legati ad un luogo chiuso quando invece il posto in cui mi trovo è tutt'altro che chiuso......
oggi si rafforza dentro di me la consapevolezza che il luogo è solo un problema secondario: ciò che più alimenta tutto è invece l'atmosfera e le emozioni che vivo nel quotidiano. Logicamente più l'ambiente è "chiuso" più le paure aumentano, ma fondamentalmente è solo una conseguenza di una condizione di malessere generato da altro. Forse quel mio amico aveva ragione: non puoi sapere se tutto questo va via se non cambi vita...non modo di pensare ma vita. Credo che di base ci sia qualche verità altrimenti non si spiegherebbe come mai dopo ogni discussione in casa la mattina mi ritrovo a soffrire degli stessi sintomi legati ad un luogo chiuso quando invece il posto in cui mi trovo è tutt'altro che chiuso......
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Sì Maila.....quello che si vive tutti i giorni può avere un ruolo importante per quello che ti accade....anche a me succedeva...ma il volo mi dava quella tranquillità che non avevo in altri posti "chiusi", come la metro, la folla, gli ambienti stretti.
Come i problemi di tutti i giorni incidevano in negativo...lo stare su un aereo rimetteva tutto in ordine...
La passione può fare molto, tanto....forse tutto.
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devo stare in un terreno neutrale per riappropriarmi delle mie capacità. Non sarà facile, anzi sarà molto doloroso rimettere tutta la mia vita in discussione, ma se voglio ottenere qualcosa ho bisogno di avere intorno a me quel clima sereno e soprattutto quell'entusiasmo che ormai mi manca da tempo....
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Proprio così, nell'aereo vanno a finire tutti i nodi della nostra vita che non riusciamo a dirimere.
Però, se posso permettermi, dire "devo cambiare la mia vita" rischia di essere un'affermazione talmente totalizzante che il solo pensiero ti può far sentire inadeguata rispetto alle forse necessarie per poter cambiare TUTTO.
Spesso non è necessario dover cambiare TUTTO, magari è importante cambiare ALCUNE cose, quelle più significative.
Poi tutto sta ad iniziare....
Se serve sono qui.
Luca
Però, se posso permettermi, dire "devo cambiare la mia vita" rischia di essere un'affermazione talmente totalizzante che il solo pensiero ti può far sentire inadeguata rispetto alle forse necessarie per poter cambiare TUTTO.
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tra 10-12 giorni devo partire da sola per andare in vacanza e, escludendo l'aereo, dovrei prendere un pullmann e fare 10 ore di viaggio. Ho guardato tutti gli orari dei voli e, se penso che in un'ora e un quarto si arriva a destinazione, mi viene in mente di riprenderlo....ci penso e ci ripenso da giorni ma non trovo il coraggio di farlo.
Poi ricominciare a volare da sola non mi aiuta molto......
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