Un altro caso disperatissimo
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- Rullaggio
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Un altro caso disperatissimo
Ciao, mi sono appena registrata. La mia "storia" sulla paura di volare é lunga ed inizia dopo i primi due voli (dove la paura non mi ha nepure sfiorato) nel lontano 1985: un viaggio di due mesi per gli Stati Uniti (con decine di voli e poi Londra).
Poi, l’ansia, la paura, il terrore. Prima leggera (un malessere indistinto andando a Oslo), di seguito sempre maggiore, fino a farmi desistere dal volare fino al 1990. Ma il desiderio di continuare a viaggiare non si è mai sopito. Anche perché ero un alpinista. Arrampicavo sulle Dolomiti e affrontavo settimanalmente il vuoto e l’adrenalina! Volevo dunque andare sulle Ande e in India, a far sci-alpinismo sull'Atlante, scoprire il nord del Vietnam. Eppure, assieme al desiderio di viaggiare ho iniziato a soffrire pure di attacchi di panico (!!) Che con il tempo, per fortuna, sono passati. E ho voluto riprovare: ho costretto mio marito ad un trasferimento in treno fino a Roma e da lì (per risparmiare forse un’ora d’aereo!) in Tunisia per una settimana “di prova”!!! Un’attesa da patibolo, un viaggio di benzodiazepine (mai prese prima), un arrivo da rinascita e un’attesa tragica del ritorno. Non è andata bene. Eppure dopo quella prova, decisi di andare in India e poi Vietnam e poi Africa, Cile, Perù, Bolivia, Nicaragua, ecc…, ecc…Sempre con la stessa paura. Infernale, che nasceva prima della prenotazione e mi consumava il pensiero per mesi. Ogni volo, il patibolo. Ogni volo, un disastro, terrorizzata e rimpinzata di EN. Attaccata a mio marito, (che ha accettato di accollarsi l’onere di dovermi letteralmente trascinare e sostenere in ogni volo) in silenzio per 10 ore, senza mangiare o andare in bagno.
Eppure per dieci anni non ho fatto altro che volare. Addirittura dal Nicaragua sono tornata da sola, affrontando un volo Managua-Miami con qualcosa di più di una turbolenza. Da quattro anni (l’ultimo volo Madrid Milano “attaccata” alle hostess) non ho più volato. Ho scelto destinazioni europee con la scusa di aver viaggiato tanto nel passato. Mediterraneo. Capitali Europee… tutto in macchina ed in treno.
E ora ci sarebbe l’occasione. Ma, non riesco neppure a fare il biglietto. Devo andare a Perpignan in Francia e ci andrò in Treno. Poi proseguirò per una settimana a Madrid. Ma se per l’andata ho la scusa di Perpignan, dove arrivare in aereo mi costerebbe una fortuna, mentre c’è il treno diretto notturno da Milano, il ritorno da Madrid in treno è ingiustificabile. Myair vola a 80 Euro e Alitalia pure. Due ore di volo. Una tratta che ho fatto decine di volte tornando dal Sud-America. Ma oltre al terrore ho paura di affrontarlo con la persona che mi sta accanto ora, che non è più mio marito. Che non sa quello che ho passato per volare (attese all’aeroporto vomitando, dubbi di non riuscire a partire per via dei miei pianti misti a terrore ecc….). Lo sforzo per affrontare il volo mi provoca un stress pazzesco, anche se ogni volta che tocco terra mi sento un’eroina e la donna più coraggiosa del mondo.
Ora manca una settimana alla mia prossima partenza. Non so se ce la farò a prenotare…forse la voglia di viaggiare si è sopita tanto da non costringermi più a un sacrificio tanto disumano???
Sono un caso disperato. Lo so. Grazie per l’attenzione. Mi sembrate tutti veramente molto in gamba.
Ps. Ma potrebbe servire ad una come me il corso di Milano???
Poi, l’ansia, la paura, il terrore. Prima leggera (un malessere indistinto andando a Oslo), di seguito sempre maggiore, fino a farmi desistere dal volare fino al 1990. Ma il desiderio di continuare a viaggiare non si è mai sopito. Anche perché ero un alpinista. Arrampicavo sulle Dolomiti e affrontavo settimanalmente il vuoto e l’adrenalina! Volevo dunque andare sulle Ande e in India, a far sci-alpinismo sull'Atlante, scoprire il nord del Vietnam. Eppure, assieme al desiderio di viaggiare ho iniziato a soffrire pure di attacchi di panico (!!) Che con il tempo, per fortuna, sono passati. E ho voluto riprovare: ho costretto mio marito ad un trasferimento in treno fino a Roma e da lì (per risparmiare forse un’ora d’aereo!) in Tunisia per una settimana “di prova”!!! Un’attesa da patibolo, un viaggio di benzodiazepine (mai prese prima), un arrivo da rinascita e un’attesa tragica del ritorno. Non è andata bene. Eppure dopo quella prova, decisi di andare in India e poi Vietnam e poi Africa, Cile, Perù, Bolivia, Nicaragua, ecc…, ecc…Sempre con la stessa paura. Infernale, che nasceva prima della prenotazione e mi consumava il pensiero per mesi. Ogni volo, il patibolo. Ogni volo, un disastro, terrorizzata e rimpinzata di EN. Attaccata a mio marito, (che ha accettato di accollarsi l’onere di dovermi letteralmente trascinare e sostenere in ogni volo) in silenzio per 10 ore, senza mangiare o andare in bagno.
Eppure per dieci anni non ho fatto altro che volare. Addirittura dal Nicaragua sono tornata da sola, affrontando un volo Managua-Miami con qualcosa di più di una turbolenza. Da quattro anni (l’ultimo volo Madrid Milano “attaccata” alle hostess) non ho più volato. Ho scelto destinazioni europee con la scusa di aver viaggiato tanto nel passato. Mediterraneo. Capitali Europee… tutto in macchina ed in treno.
E ora ci sarebbe l’occasione. Ma, non riesco neppure a fare il biglietto. Devo andare a Perpignan in Francia e ci andrò in Treno. Poi proseguirò per una settimana a Madrid. Ma se per l’andata ho la scusa di Perpignan, dove arrivare in aereo mi costerebbe una fortuna, mentre c’è il treno diretto notturno da Milano, il ritorno da Madrid in treno è ingiustificabile. Myair vola a 80 Euro e Alitalia pure. Due ore di volo. Una tratta che ho fatto decine di volte tornando dal Sud-America. Ma oltre al terrore ho paura di affrontarlo con la persona che mi sta accanto ora, che non è più mio marito. Che non sa quello che ho passato per volare (attese all’aeroporto vomitando, dubbi di non riuscire a partire per via dei miei pianti misti a terrore ecc….). Lo sforzo per affrontare il volo mi provoca un stress pazzesco, anche se ogni volta che tocco terra mi sento un’eroina e la donna più coraggiosa del mondo.
Ora manca una settimana alla mia prossima partenza. Non so se ce la farò a prenotare…forse la voglia di viaggiare si è sopita tanto da non costringermi più a un sacrificio tanto disumano???
Sono un caso disperato. Lo so. Grazie per l’attenzione. Mi sembrate tutti veramente molto in gamba.
Ps. Ma potrebbe servire ad una come me il corso di Milano???
Ciao Paola, benvenuta! 
Hai davvero una gran forza di volontà ad aver volato tanto, pur con la paura. Forse ciò che ti blocca ora è avere accanto un'altra persona, e non sapere se ti aiuterebbe come faceva tuo marito. Tu però ce l'hai fatta tante volte e ce la faresti ancora!
Che cos'è che ti spaventa tanto, quando devi volare?

Hai davvero una gran forza di volontà ad aver volato tanto, pur con la paura. Forse ciò che ti blocca ora è avere accanto un'altra persona, e non sapere se ti aiuterebbe come faceva tuo marito. Tu però ce l'hai fatta tante volte e ce la faresti ancora!
Che cos'è che ti spaventa tanto, quando devi volare?
- Bitta
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Benvenuta Paola,
secondo me capire dentro di te che sei una persona forte, molto di piu di molti altri persone. Cavoli scalare montagne o discanderle come fai, mi sembra una cosa non da tutti. Io ti immagino forte e non riesco ad immaginarti intimorita per il volo, ricorda che è solo la tua testa ti dice di aver paura. Tu la puoi controllare. comunque io non sono un esperto, per questo c'è Luca. io ti auguro di ritrovare la forza interiore che hai in abbondanza.
Ciao
Massimo
PS come dicono negli states... be confident!!
secondo me capire dentro di te che sei una persona forte, molto di piu di molti altri persone. Cavoli scalare montagne o discanderle come fai, mi sembra una cosa non da tutti. Io ti immagino forte e non riesco ad immaginarti intimorita per il volo, ricorda che è solo la tua testa ti dice di aver paura. Tu la puoi controllare. comunque io non sono un esperto, per questo c'è Luca. io ti auguro di ritrovare la forza interiore che hai in abbondanza.
Ciao
Massimo
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Ciao Paola, Per il corso puoi riferisrti a Luca, (Fearless Flyer), che ne è uno dei principali artefici. Potrebbe essere certamente utile farci un pensierino.
SLOWLY
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e-mail: slowly@interfree.it
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Scarica il mio (oh) mamma devo prendere l'aereo!
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- Luke3
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bhe ti ammiro per il fatto che nonstante abbia paura e attacchi di panico quando voli, continui a farlo!! Io non so se sarei così coraggioso. E poi cavolo, fai alpinismo e hai paura di volare? 
A cosa è dovuta precisamente questa tua paura di volare? E' scoppiata così all'improvviso senza ragione? Sicuramente il nostro Luca potrà aiutarti

A cosa è dovuta precisamente questa tua paura di volare? E' scoppiata così all'improvviso senza ragione? Sicuramente il nostro Luca potrà aiutarti

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- Rullaggio
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Grazie per le risposte! Purtroppo non c'è un motivo che ha scatenato il terrore. Posso immaginare che forse in parte è familiare, nel senso che in famiglia mio padre ha il terrore di volare e mia sorella pure. DNA??? La forza di volontà nasceva dal fatto di avere un desiderio incredibile di andare al di là del mondo, salire le Ande, ecc...Inoltre i viaggi duravano sempre più di un mese e dunque appena arrivata il terrore svaniva per riaccendersi prima di partire e la vacanza l'ho sempre vissuta bene, anzi benissimo proprio per il fatto di essere riuscita a conquistarla. Non ho mai avuto paura di un particolare momento del volo. Forse la partenza un po' di più mentre quando l'aereo inziava la discesa io già iniziavo a stare un po meglio. (proprio un po'). Nei viaggi lunghi ero sempre talmente stordita dalle medicine da vivere un dormiveglia (la veglia serviva a tenere sottocontrollo il rumore del motore!! per 10 ore cosecutive!). Insomma un disastro. Purtroppo tra arrampicata e volo non riesco a trovare un nesso. Tra l'altro il volo l'ho vissuto di riflesso con mio marito appassionato di deltaplano ma ovviamente non ho proprio mai pensato lontanamente di provarci. Per anni ho sognato di volare o forse solo di decollare e di non riuscirci oppure di riuscirci solo a tratti. Ommioddio ! Vi sto raccontando cose che non ho mai raccontato ! Che tedio. Poveri. Vi saluto caramente. Ogni consiglio sarà prezioso.
- donatella
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- Iscritto il: 11 aprile 2006, 21:27
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- Contatta:
ciao ... io ho paura di volare, come ho spesso scritto qui ... ultimamente sto seguendo una terapia per altri motivi, e sto cercando di abbandonare il concetto di paura. Alla fine quello che mi fa paura è morire perchè l'aereo cade, senza tante scuse .. la ragione è questa. So che non potrei fare niente e morireri di certo, perdendo per sempre la possibilità di vedere le persone a me care e di continuare il cammino della vita che amo ..
Poi però penso ... quel giorno è già stabilito .. se ci penso in continuazione non mi godrò certo la vita. Se è deciso che devo spiaccicarmi al suolo perchè un aereo cade ... embè sarà così ... ma potrei anche inciampare nel tappeto della cucina e battere la testa, e in tal caso ... magari supponendo che succederà quando avrò 80 anni, mi sarò persa il resto della vita. Quindi quando salgo sull'aereo mi dico ... è inutile che hai paura Dona, tanto vale che ti rilassi e ti godi le sensazioni che il volo può darti .. visto che non hai le ali.
E questa volta ci son riuscita all'80% ... ci voglio andare in Australia io!!! E mi devo allenare!
Spero che leggere anche la mia testimonianza ti sia un pò di aiuto!
A napoli si dice ... SE ADDA SUCCEDERE SUCCEDERA'!!! ma è vero anche il contrario!!
ciao
Poi però penso ... quel giorno è già stabilito .. se ci penso in continuazione non mi godrò certo la vita. Se è deciso che devo spiaccicarmi al suolo perchè un aereo cade ... embè sarà così ... ma potrei anche inciampare nel tappeto della cucina e battere la testa, e in tal caso ... magari supponendo che succederà quando avrò 80 anni, mi sarò persa il resto della vita. Quindi quando salgo sull'aereo mi dico ... è inutile che hai paura Dona, tanto vale che ti rilassi e ti godi le sensazioni che il volo può darti .. visto che non hai le ali.
E questa volta ci son riuscita all'80% ... ci voglio andare in Australia io!!! E mi devo allenare!
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ciao
chi non osa non vola ...
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Ciao Donatella. Hai ragione. La vera paura è quella di morire. Che associo alla sospensione del volo, lontano dalla "madre" terra. E all'idea del terrore che proverei nel momento in cui fossi conscia che l'aereo sta precipitando. Paura di aver paura come quando avevo gli attacchi di panico. Per assurdo, ovviamente, quando l'aereo tocca la pista di atterraggio non mi faccio più problemi e non penso che potrebbe avere problemi di frenaggio e che sarebbero guai seri. Sono a terra. Qualcosa dell'aereo tocca terra. Ieri ne ho parlato un po' con il mio moroso con cui non ho mai volato e con cui dovrei tornare da Madrid, che pensa io sia una coraggiossima per via che ho arrampicato ecc..., e lui mi ha preso un po' in giro e io ci sono rimasta male. O è una buona tecnica non prendere noi paurosi troppo sul serio? GLi ho pure detto che vorrei volare con l'Alitalia e non con Myair e lui si è infastidito, perchè non ne capisce il motivo. (psicologico...l'ultima volta da Madrid rimpinzata di EN di cui gli stuardess si sono accorti, essendo seduta vicino a loro mi hanno tenuto compagnia per tutto il volo ed ero con Alitalia). Ah! A proposito di quello che dovrebbero dire o non dire i comandati, mi ricordo che tornando da un viaggio Roma-Bolzano, girando in tondo sopra la città su cui si stava abbattendo un temporale e con il rischio di dover procedere per Innsbruck (airalps), ad un certo punto il comandante ha detto "proviamo a scendere"!!! letteralmente! provate a pensare cosa ho provato quando l'aereo si è inabissato nei nuvoloni neri con i motori che cambiavano regime in continuazione sballonzolati su e giù!...
Comunque da due giorni sono entrata nel tunnel. Non penso più a null'altro che all'aereo e non so neppure se lo prenderò o spenderò il triplo per tornare in treno.
Sig. Luca Evangelisti, ma secondo Lei,è meglio se a questo punto mi iscrivo al Suo corso e poi nel caso ci riprovo a prenderlo?
Che dice?
Comunque da due giorni sono entrata nel tunnel. Non penso più a null'altro che all'aereo e non so neppure se lo prenderò o spenderò il triplo per tornare in treno.
Sig. Luca Evangelisti, ma secondo Lei,è meglio se a questo punto mi iscrivo al Suo corso e poi nel caso ci riprovo a prenderlo?
Che dice?
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Soria interessante la tua Paola.
Interessante perchè è un po' una metafora di come vanno a volte le cose.
Ci sono momenti nella nostra vita nei quali ci sentiamo forti, invincibili, in grado di affrontare qualsiasi sfida.
Poi succede una cosa, magari piccola , qualcosa di cui magari non ci rendiamo conto e.....c'è un click, improvviso, secco, definitivo.
A quel punto cambia tutto.
Le sfide diventano impossibili, le cose quotidiane diventano minacce, di ogni evento si tende a cogliere più gli aspetti di pericolo che quelli di sicurezza.
Insomma, prima leoni...poi un po' meno.
E' evidente che è successo qualcosa; magari non lo sai ma qualcosa è successo.
Hai avuto un primo avvertimento: gli attacchi di panico. Ok sono passati ma gli attacchi di panico hanno a che vedere con un'idea di imprevedibilità e timore di mancanza di controllo delle cose e di se stessi.
Finiti gli attacchi di panico è iniziata la paura dell'aereo? Ho capito bene?
Beh, considera che le aree di contiguità tra attacchi di panico e paura dell'aereo sono parecchie....entrambi i problemi condividono la stessa visione delle cose in termini di minaccia e pericolo.
Il terrore dell'aereo di tuo padre e tua sorella sicuramente ha svolto un ruolo importante. Non ha a che vedere con il DNA. Ha a che vedere con la familiarità, con l'ereditare "occhi" che vedono il mondo diviso con una linea in mezzo: da una parte c'è la sicurezza, dall'altra il pericolo.
Tu hai mutuato questo modello che, fino ad un certo momento della tua vita è rimasto dormiente (anzi, hai sposato una vita all'insegna dell'avventura, praticamente il contrario del modello), poi è successo qualcosa che ha "svegliato" il vecchio schema.....e sei qui a parlarci della tua paura.
Ora devi occuparti un po' di te, risalire il fiume all'indietro e capire, fare collegamenti, trovare fili rossi che uniscono e danno significato alle cose.
La paura di morire non c'entra nulla (...Donatella); tutti abbiamo paura di morire, io per primo. La domanda è diversa: perchè ho paura di morire sull'aereo e non in automobile sulla Salerno-Reggio Calabria o sulla Firenze-Milano?
Aspetta per il corso Paola...magari si risolve qui...
Luca
Interessante perchè è un po' una metafora di come vanno a volte le cose.
Ci sono momenti nella nostra vita nei quali ci sentiamo forti, invincibili, in grado di affrontare qualsiasi sfida.
Poi succede una cosa, magari piccola , qualcosa di cui magari non ci rendiamo conto e.....c'è un click, improvviso, secco, definitivo.
A quel punto cambia tutto.
Le sfide diventano impossibili, le cose quotidiane diventano minacce, di ogni evento si tende a cogliere più gli aspetti di pericolo che quelli di sicurezza.
Insomma, prima leoni...poi un po' meno.
E' evidente che è successo qualcosa; magari non lo sai ma qualcosa è successo.
Hai avuto un primo avvertimento: gli attacchi di panico. Ok sono passati ma gli attacchi di panico hanno a che vedere con un'idea di imprevedibilità e timore di mancanza di controllo delle cose e di se stessi.
Finiti gli attacchi di panico è iniziata la paura dell'aereo? Ho capito bene?
Beh, considera che le aree di contiguità tra attacchi di panico e paura dell'aereo sono parecchie....entrambi i problemi condividono la stessa visione delle cose in termini di minaccia e pericolo.
Il terrore dell'aereo di tuo padre e tua sorella sicuramente ha svolto un ruolo importante. Non ha a che vedere con il DNA. Ha a che vedere con la familiarità, con l'ereditare "occhi" che vedono il mondo diviso con una linea in mezzo: da una parte c'è la sicurezza, dall'altra il pericolo.
Tu hai mutuato questo modello che, fino ad un certo momento della tua vita è rimasto dormiente (anzi, hai sposato una vita all'insegna dell'avventura, praticamente il contrario del modello), poi è successo qualcosa che ha "svegliato" il vecchio schema.....e sei qui a parlarci della tua paura.
Ora devi occuparti un po' di te, risalire il fiume all'indietro e capire, fare collegamenti, trovare fili rossi che uniscono e danno significato alle cose.
La paura di morire non c'entra nulla (...Donatella); tutti abbiamo paura di morire, io per primo. La domanda è diversa: perchè ho paura di morire sull'aereo e non in automobile sulla Salerno-Reggio Calabria o sulla Firenze-Milano?
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Luca
Luca Evangelisti
Responsabile "Voglia di Volare"
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VADO VIA DAL FORUM
evangelisti.luca@alitalia.it
Chi vuole sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa.
Proverbio africano
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Mi hai fatto venire in mente uno stupendo racconto di Borges, intitolato "l'immortale". Sintetizza molto bene parte del pensiero che hai esposto, ti cito un passaggio particolarmente significativo:donatella ha scritto:ciao ... io ho paura di volare, come ho spesso scritto qui ... ultimamente sto seguendo una terapia per altri motivi, e sto cercando di abbandonare il concetto di paura. Alla fine quello che mi fa paura è morire perchè l'aereo cade, senza tante scuse .. la ragione è questa. So che non potrei fare niente e morireri di certo, perdendo per sempre la possibilità di vedere le persone a me care e di continuare il cammino della vita che amo ..
Poi però penso ... quel giorno è già stabilito .. se ci penso in continuazione non mi godrò certo la vita. Se è deciso che devo spiaccicarmi al suolo perchè un aereo cade ... embè sarà così ... ma potrei anche inciampare nel tappeto della cucina e battere la testa, e in tal caso ... magari supponendo che succederà quando avrò 80 anni, mi sarò persa il resto della vita. Quindi quando salgo sull'aereo mi dico ... è inutile che hai paura Dona, tanto vale che ti rilassi e ti godi le sensazioni che il volo può darti .. visto che non hai le ali.
E questa volta ci son riuscita all'80% ... ci voglio andare in Australia io!!! E mi devo allenare!
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ciao
"...La morte (o la sua allusione) rende preziosi e patetici gli uomini. Questi commuovono per la loro condizione di fantasmi; ogni atto che compiono può esser l'ultimo; non c'è volto che non sia sul punto di cancellarsi come il volto d'un sogno. Tutto, tra i mortali, ha il valore dell'irrecuperabile e del casuale. Tra gl'Immortali, invece, ogni atto (e ogni pensiero) è l'eco d'altri che nel passato lo precedettero, senza principio visibile, o il fedele presagio di altri che nel futuro lo ripeteranno fino alla vertigine. Non c'è cosa che non sia come perduta tra infaticabili specchi. Nulla può accadere una sola volta, nulla è preziosamente precario. Ciò ch'è elegiaco, grave, rituale, non vale per gli Immortali..."
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Grazie della risposta sig. Evangelisti. In effetti dopo gli attacchi di panico ci ho messo un bel po’ a tornare a volare. Prima degli attacchi, le avvisaglie di cui scrivevo di ritorno da un volo per Oslo.
Durante il periodo degli attacchi, pur refrattaria agli “strizzacervelli” ho capito che fosse necessaria almeno una terapia comportamentale che mi permettesse di liberare il mio compagno da un compito d’aiuto che non doveva essere suo e a me di riuscire ad affrontare una vita più normale possibile. Ma quel tipo di terapia (a cui io non ho mai voluto aggiungere medicine di alcun tipo e che in un secondo momento ho usato unicamente per volare) è una terapia di sostegno che non va a fondo e dunque, in realtà non so ancora perché si siano scatenati questi attacchi e di conseguenza neppure di questo velenoso terrore di volare. E perché improvvisamente non riuscire a prendere l’aereo ma volerlo fare a tutti i costi, sia diventato così importante. Oltretutto c’è una sorta di fascinazione in me per tutto quanto sia tecnologia …sono ancora affascinata dal fatto che si accenda una lampadina, che possa parlare al telefono e ogni aereo che sento e che vedo, anche se di sfuggita, lo osservo per qualche secondo, chiedendomi dove si stia dirigendo! Nessun aereo “passa” vicino a me senza che io non gli dia una qualche importanza. Il mio obbiettivo non sarebbe tanto quello di non aver più paura. Ma quello di accettarla e renderla umana. Nel senso di sapere che una volta staccata da terra non farò salti di gioia ma non mi dannerò mesi prima non pensando ad altro, non avrò pensieri oltremodo catastrofici e riconfigurerò l’aereo quale semplice mezzo di trasporto sicuro o meno quanto tutti gli altri (anche se si fa portare dall’aria). Ma so anche che “riconfigurare” l’aereo probabilmente avrebbe bisogno di un sostegno, il problema è che nel frattempo passarebbe un sacco di tempo…
Se legge oggi , Le auguro una buona domenica, quassù oggi è finalmente una bella giornata e ora predo la mia bici da corsa e vado per la campagna a “rubare” le mele che nessuno raccoglie.
Durante il periodo degli attacchi, pur refrattaria agli “strizzacervelli” ho capito che fosse necessaria almeno una terapia comportamentale che mi permettesse di liberare il mio compagno da un compito d’aiuto che non doveva essere suo e a me di riuscire ad affrontare una vita più normale possibile. Ma quel tipo di terapia (a cui io non ho mai voluto aggiungere medicine di alcun tipo e che in un secondo momento ho usato unicamente per volare) è una terapia di sostegno che non va a fondo e dunque, in realtà non so ancora perché si siano scatenati questi attacchi e di conseguenza neppure di questo velenoso terrore di volare. E perché improvvisamente non riuscire a prendere l’aereo ma volerlo fare a tutti i costi, sia diventato così importante. Oltretutto c’è una sorta di fascinazione in me per tutto quanto sia tecnologia …sono ancora affascinata dal fatto che si accenda una lampadina, che possa parlare al telefono e ogni aereo che sento e che vedo, anche se di sfuggita, lo osservo per qualche secondo, chiedendomi dove si stia dirigendo! Nessun aereo “passa” vicino a me senza che io non gli dia una qualche importanza. Il mio obbiettivo non sarebbe tanto quello di non aver più paura. Ma quello di accettarla e renderla umana. Nel senso di sapere che una volta staccata da terra non farò salti di gioia ma non mi dannerò mesi prima non pensando ad altro, non avrò pensieri oltremodo catastrofici e riconfigurerò l’aereo quale semplice mezzo di trasporto sicuro o meno quanto tutti gli altri (anche se si fa portare dall’aria). Ma so anche che “riconfigurare” l’aereo probabilmente avrebbe bisogno di un sostegno, il problema è che nel frattempo passarebbe un sacco di tempo…
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Se continui a darmi del Lei però è un problema
Luca mi mette più a mio agio
"Riconfigurare l'aereo" è una espressione molto bella. Se hai letto questa sezione, però, sai che il mio slogan è che "la paura dell'aereo è nella testa non sull'aereo"; quindi....
Ciao Paola, rilassati e mettiti comoda.
Luca


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"Riconfigurare l'aereo" è una espressione molto bella. Se hai letto questa sezione, però, sai che il mio slogan è che "la paura dell'aereo è nella testa non sull'aereo"; quindi....

Ciao Paola, rilassati e mettiti comoda.
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Esatto, Luca, riconfigurare l'aereo significa proprio quello: riportarlo ad essere semplice mezzo di trasporto e capire che é successo invece dentro di me.
Nel frattempo tra una settimana partirò per Perpignan e poi Madrid e a dire la verità, oltre al terrore dell'aereo, che per pochi giorni di permanenza, non mi fa godere di nulla, ció che mi sta scombussolando é il fatto di avere accanto un compagno che non sa del tutto di questa mia enorme paura e a cui il fatto di non avere tutto pre-organizzato prima (dunque volo di ritorno assieme ecc....) lo fa andare su tutte le furie. Io invece vorrei essere libera fino all'ultimo di decidere di tornare in treno...o forse prima di volare con lui, vorrei farmi un primo volo da sola! ho proprio la mente bacata.
Nel frattempo tra una settimana partirò per Perpignan e poi Madrid e a dire la verità, oltre al terrore dell'aereo, che per pochi giorni di permanenza, non mi fa godere di nulla, ció che mi sta scombussolando é il fatto di avere accanto un compagno che non sa del tutto di questa mia enorme paura e a cui il fatto di non avere tutto pre-organizzato prima (dunque volo di ritorno assieme ecc....) lo fa andare su tutte le furie. Io invece vorrei essere libera fino all'ultimo di decidere di tornare in treno...o forse prima di volare con lui, vorrei farmi un primo volo da sola! ho proprio la mente bacata.
Ciao Paola! Macchè mente bacata... a me sembra del tutto normale che tu sia un po' incerta sul da farsi con quel volo di ritorno, dato che il tuo compagno non sembra comprendere la tua difficoltà. Forse non immagina quanto è diffusa la paura di volare, nè che questo problema può "colpire" anche chi fino ad un certo momento ha volato tranquillo, e per questo non ti prende sul serio. Però sono convinta che hai in te tutte le risorse per farcela, ed il fatto di averne parlato mettendo a fuoco così bene il problema darà i suoi frutti.
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Paola capisco la situazione.
Però puoi decidere di parlargli della tua paura. Questo alleggerirebbe il fardello di molto e renderebbe la tua schiena molto più leggera.
Pensaci....sono sicuro che comprenderebbe e tu staresti da subito molto meglio.
Poi sono d'accordo con Antonella, magari non te ne accorgi ma il fatto di stare qui, parlare del tuo problema (fare il famoso "outing"), condividere la paura con persone che avvertono le tue stesse sensazioni, ricevere consigli e rassicurazioni, sta creando una specie di "muta" emotiva, qualcosa che avvolge la tua pelle e che ti protegge meglio dalla paura. Una specie di "protezione subliminale"...
Andrà meglio di quello che pensi...
Luca
Però puoi decidere di parlargli della tua paura. Questo alleggerirebbe il fardello di molto e renderebbe la tua schiena molto più leggera.
Pensaci....sono sicuro che comprenderebbe e tu staresti da subito molto meglio.
Poi sono d'accordo con Antonella, magari non te ne accorgi ma il fatto di stare qui, parlare del tuo problema (fare il famoso "outing"), condividere la paura con persone che avvertono le tue stesse sensazioni, ricevere consigli e rassicurazioni, sta creando una specie di "muta" emotiva, qualcosa che avvolge la tua pelle e che ti protegge meglio dalla paura. Una specie di "protezione subliminale"...
Andrà meglio di quello che pensi...

Luca
Luca Evangelisti
Responsabile "Voglia di Volare"
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Chi vuole sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa.
Proverbio africano
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Proverbio africano
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- Iscritto il: 24 agosto 2007, 16:39
Ciao Luca, Ciao Antonella. Credo che questa volta il percorso sarà più lungo.
Mi rendo conto che per chi ha il terrore del volo, smettere di volare per 4 lunghi anni crei dei danni (e cioé difficoltà di riaffrontare il terrore e soprattutto di sopportare la fatica che si prova a gestire il terrore che prima in qualche modo era diventata un automatismo che affrontavo nell'organizzazione dei viaggi). Forse, il momento non troppo leggero della mia vita ora, non mi permette di gestire anche lo stress per il ritorno da Madrid. Dunque credo che, anche se ad "orecchie basse", probabilmente il ritorno me lo farò in treno. Anche se prenoterò solo lì, il ritorno. Non so come la prenderà il moroso che vedrà la grande alpinista "super coraggio" (dei miei stivali) capitolare cosí. Ma forse é ora che scopra anche l'altra parte di me. Eppoi, non so perché, ma vorrei affrontare la paura del volo da sola. Fare un volo per conto mio, magari tra qualche mese. Perché mi pare che l'idea di dover affrontare questa cosa con qualcun'altro a cui magari dover giustifcare pianti o agitazione o medicine ecc..., aggiunga stress/ansia al mio terrore.
Mi rendo conto che per chi ha il terrore del volo, smettere di volare per 4 lunghi anni crei dei danni (e cioé difficoltà di riaffrontare il terrore e soprattutto di sopportare la fatica che si prova a gestire il terrore che prima in qualche modo era diventata un automatismo che affrontavo nell'organizzazione dei viaggi). Forse, il momento non troppo leggero della mia vita ora, non mi permette di gestire anche lo stress per il ritorno da Madrid. Dunque credo che, anche se ad "orecchie basse", probabilmente il ritorno me lo farò in treno. Anche se prenoterò solo lì, il ritorno. Non so come la prenderà il moroso che vedrà la grande alpinista "super coraggio" (dei miei stivali) capitolare cosí. Ma forse é ora che scopra anche l'altra parte di me. Eppoi, non so perché, ma vorrei affrontare la paura del volo da sola. Fare un volo per conto mio, magari tra qualche mese. Perché mi pare che l'idea di dover affrontare questa cosa con qualcun'altro a cui magari dover giustifcare pianti o agitazione o medicine ecc..., aggiunga stress/ansia al mio terrore.
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L'"outing" ha sempre benefici effetti di liberazione. E comunque non potevi tenertelo dentro ancora per troppo tempo. Hai fatto bene a fare così.
Sono anche d'accordo sulla progettualità tattica del tuo percorso di cambiamento: non è una cosa che necessariamente devi fare ora e devi fare con qualcuno.
Datti i tuoi tempi.
Noi siamo con te Paola.
Luca
Sono anche d'accordo sulla progettualità tattica del tuo percorso di cambiamento: non è una cosa che necessariamente devi fare ora e devi fare con qualcuno.
Datti i tuoi tempi.
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Luca
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