Frequent flyer con la paura di volare
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- Rullaggio
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- Iscritto il: 21 luglio 2007, 1:50
Frequent flyer con la paura di volare
Ciao a tutti,
mi chiamo Ugo, e già altre volte ho avuto modo di leggere il vostro forum.
Si prima leggevo solamente, era solo per trovare un pizzico di sicurezza in più… ma ora le cose sono peggiorare.
La cosa più buffa è che ho circa 30 anni, volo più o meno regolarmente da quando ne ho 11, e negli ultimi 7 anni sono stato più volte frequent flyer lufthansa e alitalia a dimostrazione che di voli ne prendo veramente tanti, tutti per lavoro si intende. Ho volato in tutta Europa e in buona parte degli USA, nei carabi, con aerei turboelica, con tutti i boeing e airbus possibili ed immaginabili, compresi un paio di aerei da turismo.
Mi sono anche dilettato con qualche simulatore tanto mi era arrivato a piacere il volo. Ho persino pilotato un ultraleggero, chiaramente con un pilota professionista a fianco.
Ora non capisco cosa mi prenda. Domenica mattina partirò alle 6AM da Bologna, e da quel momento ci saranno altri 7 voli in 10 giorni, fra Italia, Germania, Canada e Stati Uniti. Ed io sono qui farmi mille paranoie.
In realtà non è proprio vero che non so cosa mi prenda: lo scorso anno su un volo fra Minneapolis e Detroit, dopo n peripezie (ritardi, cambi di gate, cambi aeromobile, documenti non firmati e ritorno al gate a metà rullaggio, mezzo del push-back senza carburante) in fase di decollo la cabina si è riempita di fumo, la gente ha iniziato ad urlare, gli allarmi hanno iniziato a trillare e gli assistenti ci hanno invitati a respirare attraverso i vestiti… poco dopo hanno spento la ventilazione, e siamo tornati all’aeroporto di partenza. Sulla pista c'erano mezzi anti-incendio ovunque, e la loro vista mi ha ulteriorimente spaventato.
Durante il volo successivo, dove almeno la metà dei passeggeri non si è più imbracata, il capitano ha spiegato che – a causa della lunga sosta a motori accesi, il surriscaldamento (ed era una sera d’inverno, pensa se era estate) dell’olio dei motori ha comportato una “fumata” in accelerazione; tale fumata è stata malauguratamente aspirata dall’impianto di aerazione…
Quando sono rientrato in italia ho più volte scritto alla compagnia per chidere chiarimenti sull'accaduto, e mai ho ricevuto risposte esaustive. Ogni volta che mandavo una mail mi mandavano un buono da 100euro o 100 dollari... io non volevo quei soldi, volevo solo che mi avessero fatto capire, perchè solo capendo che non ero davvero a rischio avrei potuto tranquillizzarmi.
Qualcuno potrebbe dire: ecco, questo choc è il tuo problema, ma io non ne sono molto certo, dato che dopo quel giorno ho preso almeno altri venti voli.
In linea di massima non ho alcun timore in fase di crociera, nemmeno se vi sono turbolenze. L’atterraggio il più delle volte lo vivo abbastanza bene, ma ci sono circostanze in cui mi spaventa. Ciò che invece temo di più è il decollo. Temo il guasto, il cedimento strutturale. In fase di decollo, e questo è innegabile, la struttura è sollecitata al massimo e non tutti gli aerei fanno lo stesso rumore, certi – anche se moderni – fanno certi rumori che sono davvero inquietanti. La cosa che non mi spiego è come mai solo alcuni sono così rumorosi (a parità di tipologia di velivolo)?
Durante tutta la salita attendo che spengano il segnale delle cinture, a testimonianza che tutto procede bene: anche in questo campo ho notato come diverse compagnie – indipendentemente dalle reali condizioni meteo – adottino politiche diverse. Alitalia, anche quando si vola lisci come un tavolo da biliardo spegne il segnale solo quando definitivamente in quota, e non lo dico su un campione di uno o due voli. Lufthansa e Iberia invece, almeno che il tempo non sia davvero cattivo, spengono il segnale molto presto: cavolo ma questo è fondamentale per chi ha paura. Perché non ci pensano, perché non vogliono che il passeggero possa capire che va tutto bene?
Negli ultimi anni ho notato che su certi Airbus, pochini purtroppo, hanno montato delle telecamere che consentono di visualizzare le immagini in diretta del decollo, dell’atterraggio, … anche questa è una grande trovata: a volte si ha la sensazione di precipitare, quando il realtà il velivolo ha cambiato la propria inclinazione solo di pochi gradi… se fosse sempre possibile poter associare delle immagini a delle sensazioni, allora sarebbe più semplice.
Chiudo infine con un classico, presumo: quando percepiamo qualcosa che – a nostro giudizio non funziona – ci affrettiamo a guardare gli assistenti di volo, per cercare di capire se anche loro hanno notato qualcosa di anomalo. Sulla base di questa pratica nota e diffusa, perché non fanno parlare il capitano, o un assistente, o non so cos’altro, più frequentemente, tipo: cari passeggeri, stiamo salendo regolarmente, ecco la turbolenza che avvertite è dovuta al vento, …
Sono certo che le compagnie queste cose le sanno benissimo, altrimenti non mi spiegherei come mai, dopo il problema del fumo in cabina, lo stesso equipaggio, e lo stesso capitano, durante il volo successivo ha parlato con i passeggeri, in un volo di 1 o 2 ore almeno tre volte (siamo saliti, scusate per prima, non è stato nulla di grave, tranquilli se fosse stato necessario avremmo potuto atterrare in un tempo ancora minore, fra poco scendiamo, il tempo è un po’ ventoso perciò se sentite turbolenze non spaventatevi, …). E’ stato un grande, sentire la sua voce è stato di fondamentale importanza.
Ora però ho sempre i miei 8 voli che mi aspettano, e più vado avanti e più mi viene paura di volare... ed è una cosa ridicola avendo volato così tanto. Cosa posso fare, oltre a darmi dello sciocco da solo, e non dire nulla a mia moglie che se lo scopre, non volerà mai più e finiremo per fare vacanze solo in macchina?
Grazie per aver avuto la pazienza di leggermi e sopportarmi.
Saluti e grazie a tutti.
Ugo
mi chiamo Ugo, e già altre volte ho avuto modo di leggere il vostro forum.
Si prima leggevo solamente, era solo per trovare un pizzico di sicurezza in più… ma ora le cose sono peggiorare.
La cosa più buffa è che ho circa 30 anni, volo più o meno regolarmente da quando ne ho 11, e negli ultimi 7 anni sono stato più volte frequent flyer lufthansa e alitalia a dimostrazione che di voli ne prendo veramente tanti, tutti per lavoro si intende. Ho volato in tutta Europa e in buona parte degli USA, nei carabi, con aerei turboelica, con tutti i boeing e airbus possibili ed immaginabili, compresi un paio di aerei da turismo.
Mi sono anche dilettato con qualche simulatore tanto mi era arrivato a piacere il volo. Ho persino pilotato un ultraleggero, chiaramente con un pilota professionista a fianco.
Ora non capisco cosa mi prenda. Domenica mattina partirò alle 6AM da Bologna, e da quel momento ci saranno altri 7 voli in 10 giorni, fra Italia, Germania, Canada e Stati Uniti. Ed io sono qui farmi mille paranoie.
In realtà non è proprio vero che non so cosa mi prenda: lo scorso anno su un volo fra Minneapolis e Detroit, dopo n peripezie (ritardi, cambi di gate, cambi aeromobile, documenti non firmati e ritorno al gate a metà rullaggio, mezzo del push-back senza carburante) in fase di decollo la cabina si è riempita di fumo, la gente ha iniziato ad urlare, gli allarmi hanno iniziato a trillare e gli assistenti ci hanno invitati a respirare attraverso i vestiti… poco dopo hanno spento la ventilazione, e siamo tornati all’aeroporto di partenza. Sulla pista c'erano mezzi anti-incendio ovunque, e la loro vista mi ha ulteriorimente spaventato.
Durante il volo successivo, dove almeno la metà dei passeggeri non si è più imbracata, il capitano ha spiegato che – a causa della lunga sosta a motori accesi, il surriscaldamento (ed era una sera d’inverno, pensa se era estate) dell’olio dei motori ha comportato una “fumata” in accelerazione; tale fumata è stata malauguratamente aspirata dall’impianto di aerazione…
Quando sono rientrato in italia ho più volte scritto alla compagnia per chidere chiarimenti sull'accaduto, e mai ho ricevuto risposte esaustive. Ogni volta che mandavo una mail mi mandavano un buono da 100euro o 100 dollari... io non volevo quei soldi, volevo solo che mi avessero fatto capire, perchè solo capendo che non ero davvero a rischio avrei potuto tranquillizzarmi.
Qualcuno potrebbe dire: ecco, questo choc è il tuo problema, ma io non ne sono molto certo, dato che dopo quel giorno ho preso almeno altri venti voli.
In linea di massima non ho alcun timore in fase di crociera, nemmeno se vi sono turbolenze. L’atterraggio il più delle volte lo vivo abbastanza bene, ma ci sono circostanze in cui mi spaventa. Ciò che invece temo di più è il decollo. Temo il guasto, il cedimento strutturale. In fase di decollo, e questo è innegabile, la struttura è sollecitata al massimo e non tutti gli aerei fanno lo stesso rumore, certi – anche se moderni – fanno certi rumori che sono davvero inquietanti. La cosa che non mi spiego è come mai solo alcuni sono così rumorosi (a parità di tipologia di velivolo)?
Durante tutta la salita attendo che spengano il segnale delle cinture, a testimonianza che tutto procede bene: anche in questo campo ho notato come diverse compagnie – indipendentemente dalle reali condizioni meteo – adottino politiche diverse. Alitalia, anche quando si vola lisci come un tavolo da biliardo spegne il segnale solo quando definitivamente in quota, e non lo dico su un campione di uno o due voli. Lufthansa e Iberia invece, almeno che il tempo non sia davvero cattivo, spengono il segnale molto presto: cavolo ma questo è fondamentale per chi ha paura. Perché non ci pensano, perché non vogliono che il passeggero possa capire che va tutto bene?
Negli ultimi anni ho notato che su certi Airbus, pochini purtroppo, hanno montato delle telecamere che consentono di visualizzare le immagini in diretta del decollo, dell’atterraggio, … anche questa è una grande trovata: a volte si ha la sensazione di precipitare, quando il realtà il velivolo ha cambiato la propria inclinazione solo di pochi gradi… se fosse sempre possibile poter associare delle immagini a delle sensazioni, allora sarebbe più semplice.
Chiudo infine con un classico, presumo: quando percepiamo qualcosa che – a nostro giudizio non funziona – ci affrettiamo a guardare gli assistenti di volo, per cercare di capire se anche loro hanno notato qualcosa di anomalo. Sulla base di questa pratica nota e diffusa, perché non fanno parlare il capitano, o un assistente, o non so cos’altro, più frequentemente, tipo: cari passeggeri, stiamo salendo regolarmente, ecco la turbolenza che avvertite è dovuta al vento, …
Sono certo che le compagnie queste cose le sanno benissimo, altrimenti non mi spiegherei come mai, dopo il problema del fumo in cabina, lo stesso equipaggio, e lo stesso capitano, durante il volo successivo ha parlato con i passeggeri, in un volo di 1 o 2 ore almeno tre volte (siamo saliti, scusate per prima, non è stato nulla di grave, tranquilli se fosse stato necessario avremmo potuto atterrare in un tempo ancora minore, fra poco scendiamo, il tempo è un po’ ventoso perciò se sentite turbolenze non spaventatevi, …). E’ stato un grande, sentire la sua voce è stato di fondamentale importanza.
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Saluti e grazie a tutti.
Ugo
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Scarica il mio (oh) mamma devo prendere l'aereo!
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- Località: ROMA
ciao ugo e benvenuto nel forum.in attesa che l'esperto luca evangelisti
intervenga in tuo aiuto ti pongo un paio di domande, che tipo di paura ti viene?perché questa paura si riduce con le parole rassicuranti dell'equipaggio?
vorrei suggerirti di fare uno sforzo e di cercare bene le cause di questa "improvvisa"ansia da volo;è possibile che non ci sia dell'altro?chessò un momento di forte stress o di preoccupazioni personali che anziché rimanere nel loro ambito si spostano tutte simbolicamente all'interno dell'aereo?
intanto leggiti quanto riportato in questo topic anche se lo hai fatto altre volte:
http://www.md80.it/bbforum/viewtopic.php?t=2540
ripeto è solo un modesto suggerimento.

vorrei suggerirti di fare uno sforzo e di cercare bene le cause di questa "improvvisa"ansia da volo;è possibile che non ci sia dell'altro?chessò un momento di forte stress o di preoccupazioni personali che anziché rimanere nel loro ambito si spostano tutte simbolicamente all'interno dell'aereo?
intanto leggiti quanto riportato in questo topic anche se lo hai fatto altre volte:
http://www.md80.it/bbforum/viewtopic.php?t=2540
ripeto è solo un modesto suggerimento.
Paolo
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art.3 Costituzione Repubblica Italiana
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art.3 Costituzione Repubblica Italiana
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- Rullaggio
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- Iscritto il: 21 luglio 2007, 1:50
Grazie per il suggerimento. Si, effettivamente quel topic l'ho letto qualche volta. Forse più di qualche.
Indubbiamente le responsabilità del mio lavoro, essere diventato papà da qualche mese (quando mi è capitato l'inconveniente sul volo minneaplolis detroti mancavano solo pochi giorni alla nascita), sono importanti fonti di stress.
Detto questo, sentire la voce del capitano è un po' come guardare in faccia chi sta al volante mentre voi siete seduti al suo fianco: se vedete una espressione incerta, indubbiamente questo vi farà innervosire...
La voce rilassata del capitano è chiaro indice che tutto è a posto... se il capitano non si fa sentire, e il volo è un po' ballerino, beh allora comincio a temere che ci sia in atto chissà quale rischio.
Ancora una volta, quando mi capitò la disavventura negli usa, sul primo volo quando finalmente il capitano disse, "tranquilli, scusate per il fumo, ma i motori vanno benissimo, e l'aereo vola benissimo,fra dieci minuti saremo indietro all'aeroporto"... beh in quel momento, solo in quel momento ho capito che - per quanto brutta fosse stata quella avventura - tutto si era risolto.
Anche il fatto delle telecamere sugli aribus è similare: a volte percepiamo accelerazioni che ci sembrano enormi, in realtà magari il velivolo si è mosso appena (in proporzione alle sue dimensioni): avere un riscontro visivo personalmente mi aiuta.
In fase di decollo i motori sono al massimo, poi poco dopo per n ragioni, il regime cala…. Pur sapendo che è normale in qanto non sempre sono autorizzati a salire alla quota prevista sparati, e poi comunque non è che si tiene il motore al massimo per tutta la salita, ecco che quando sento il motore scendere di giri, e l’accellerazione in salita diminuire, mi viene il panico… perché non saliamo più? Non si sarà mica rotto un motore? O cos’altro? Così inizio a cercare uno di quei benedetti monitor che mostrano i dati di volo, inclusa la quota, per capire se stiamo salendo o no…
Ma anche questi monitor non ci sono sempre, e non sempre mostrano questi dati.
In un volo fra Instabul e Zurigo, presumo per maltempo l’aereo ha volato ad una quota molto più bassa del normale, quindi ha interrotto la salita molto presto e per quasi tutto il volo siamo restati a 6.000 metri… per tutto il volo ho sofferto cercando di capire perché quel aereo non salisse. Perché il capitano non ha detto: “oggi invece di salire diretti a 10.000 metri come si fa di norma, faremo un buon tratto a 3.000 per poi gradualmente arrivare a 6.000”?
Se un vostro amico vi porta in auto e continua a viaggiare in quarta anziché mettere la quinta, ed egli non vi dice nulla, beh, presumo comincereste a pensare che non è capace di guidare e vi preoccupereste; se al contrario vi spiega che la ragione allora ragionereste in maniera diversa. O no?
E poi adesso c'è internet: sempre dopo il volo di minneapolis, quando poi rientrai in Italia cominciai su internet a cercare tracce di quel volo, per capire se quel disguido fosse stato in qualche modo registrato, e ad esso magari fosse stata data una spiegazione. Avevo infatti letto che, indipendentemente dal fatto che ci siano feriti o peggio, se i passeggeri devono essere completamente sbarcati, questo deve essere registrato come un incidente, e quindi approfondito.
Cosi a furia di cercare su internet con parole chiave, come il nome della compagnia, il tipo di velivolo (757), mi sono imbattuto in siti che archiviano ogni disgrazia, addirittura trascrivendo i dialoghi registrati dalle scatole nere.
Per non parlare poi dei siti che collezionano video e immagini..
Per l’arcinoto principio che dice che “la lingua batte dove il dente duole”, pur non volendo leggere quelle cose, continuavo a farlo, e ancora continuo. Esempio: avrò un volo con Air Canada… e via a cercare tutti gli incidenti che hanno caratterizzato questa compagnia… certo che in numero statistico la cosa dovrebbe tranquillizzarmi, ma anche se i numeri sono relativamente piccoli, non so perché ma il disastro aereo psicologicamente fa più paura di molti, forse tutti, gli altri. Se poi a questo si aggiunge che per più o meno ogni incidente ci sono n siti dedicati dove trovi racconti, retroscena, immagini, le registrazioni delle scatole nere, …
È una forma di masochismo figlia di questi tempi moderni, che grazie a strumenti come internet ti permettono di sapere tutto, a volte troppo.
Ugo
Indubbiamente le responsabilità del mio lavoro, essere diventato papà da qualche mese (quando mi è capitato l'inconveniente sul volo minneaplolis detroti mancavano solo pochi giorni alla nascita), sono importanti fonti di stress.
Detto questo, sentire la voce del capitano è un po' come guardare in faccia chi sta al volante mentre voi siete seduti al suo fianco: se vedete una espressione incerta, indubbiamente questo vi farà innervosire...
La voce rilassata del capitano è chiaro indice che tutto è a posto... se il capitano non si fa sentire, e il volo è un po' ballerino, beh allora comincio a temere che ci sia in atto chissà quale rischio.
Ancora una volta, quando mi capitò la disavventura negli usa, sul primo volo quando finalmente il capitano disse, "tranquilli, scusate per il fumo, ma i motori vanno benissimo, e l'aereo vola benissimo,fra dieci minuti saremo indietro all'aeroporto"... beh in quel momento, solo in quel momento ho capito che - per quanto brutta fosse stata quella avventura - tutto si era risolto.
Anche il fatto delle telecamere sugli aribus è similare: a volte percepiamo accelerazioni che ci sembrano enormi, in realtà magari il velivolo si è mosso appena (in proporzione alle sue dimensioni): avere un riscontro visivo personalmente mi aiuta.
In fase di decollo i motori sono al massimo, poi poco dopo per n ragioni, il regime cala…. Pur sapendo che è normale in qanto non sempre sono autorizzati a salire alla quota prevista sparati, e poi comunque non è che si tiene il motore al massimo per tutta la salita, ecco che quando sento il motore scendere di giri, e l’accellerazione in salita diminuire, mi viene il panico… perché non saliamo più? Non si sarà mica rotto un motore? O cos’altro? Così inizio a cercare uno di quei benedetti monitor che mostrano i dati di volo, inclusa la quota, per capire se stiamo salendo o no…
Ma anche questi monitor non ci sono sempre, e non sempre mostrano questi dati.
In un volo fra Instabul e Zurigo, presumo per maltempo l’aereo ha volato ad una quota molto più bassa del normale, quindi ha interrotto la salita molto presto e per quasi tutto il volo siamo restati a 6.000 metri… per tutto il volo ho sofferto cercando di capire perché quel aereo non salisse. Perché il capitano non ha detto: “oggi invece di salire diretti a 10.000 metri come si fa di norma, faremo un buon tratto a 3.000 per poi gradualmente arrivare a 6.000”?
Se un vostro amico vi porta in auto e continua a viaggiare in quarta anziché mettere la quinta, ed egli non vi dice nulla, beh, presumo comincereste a pensare che non è capace di guidare e vi preoccupereste; se al contrario vi spiega che la ragione allora ragionereste in maniera diversa. O no?
E poi adesso c'è internet: sempre dopo il volo di minneapolis, quando poi rientrai in Italia cominciai su internet a cercare tracce di quel volo, per capire se quel disguido fosse stato in qualche modo registrato, e ad esso magari fosse stata data una spiegazione. Avevo infatti letto che, indipendentemente dal fatto che ci siano feriti o peggio, se i passeggeri devono essere completamente sbarcati, questo deve essere registrato come un incidente, e quindi approfondito.
Cosi a furia di cercare su internet con parole chiave, come il nome della compagnia, il tipo di velivolo (757), mi sono imbattuto in siti che archiviano ogni disgrazia, addirittura trascrivendo i dialoghi registrati dalle scatole nere.
Per non parlare poi dei siti che collezionano video e immagini..
Per l’arcinoto principio che dice che “la lingua batte dove il dente duole”, pur non volendo leggere quelle cose, continuavo a farlo, e ancora continuo. Esempio: avrò un volo con Air Canada… e via a cercare tutti gli incidenti che hanno caratterizzato questa compagnia… certo che in numero statistico la cosa dovrebbe tranquillizzarmi, ma anche se i numeri sono relativamente piccoli, non so perché ma il disastro aereo psicologicamente fa più paura di molti, forse tutti, gli altri. Se poi a questo si aggiunge che per più o meno ogni incidente ci sono n siti dedicati dove trovi racconti, retroscena, immagini, le registrazioni delle scatole nere, …
È una forma di masochismo figlia di questi tempi moderni, che grazie a strumenti come internet ti permettono di sapere tutto, a volte troppo.
Ugo
- MiticoJumbo
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- Località: ROMA
chissà forse c'è stata una congiuntura di eventi che hanno avuto come base d'appoggio l'aereo dove le sensazioni fisiche si sentono abbastanza e si fondono con quelle immateriali.
esprimo un'opinione,forse il diventare papà ti ha portato ad avere maggiore senso di responsabilità nei confronti della tua stessa vita e quindi una maggiore paura.se così fosse, sarebbe del tutto normale.
per quanto riguarda le informazioni da internet non gli darei un valore assoluto .cerca di abbandonarti di più all'interno della tua realtà,per quanto sterminata sia la rete,ti darà sempre solo una porzione di verità.
esprimo un'opinione,forse il diventare papà ti ha portato ad avere maggiore senso di responsabilità nei confronti della tua stessa vita e quindi una maggiore paura.se così fosse, sarebbe del tutto normale.
per quanto riguarda le informazioni da internet non gli darei un valore assoluto .cerca di abbandonarti di più all'interno della tua realtà,per quanto sterminata sia la rete,ti darà sempre solo una porzione di verità.
Paolo
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art.3 Costituzione Repubblica Italiana
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art.3 Costituzione Repubblica Italiana
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Ugo, perché non provi il rimedio dei Fiori di Bach? Io ho provato ad usarli per fronteggiare la mia paura di prenotare un volo, e ti dico che se non hanno funzionato per risolvere il problema e convincermi a comprare un biglietto aereo, sono stati senzazionali per ridurre la tensione che mi prendeva quando dovevo affrontare un esame all'università.
Forse, visto che in definitiva tu riesci a partire, e a volare, potrebbero esserti utili...
Chiedi in erboristeria del RESCUE REMEDY e provalo durante il volo che farai...chissà che non ti siano utili! Ah, ti ricordo che NON SONO MEDICINALI!
Francesco
Forse, visto che in definitiva tu riesci a partire, e a volare, potrebbero esserti utili...
Chiedi in erboristeria del RESCUE REMEDY e provalo durante il volo che farai...chissà che non ti siano utili! Ah, ti ricordo che NON SONO MEDICINALI!
Francesco
"Il tempo tutto toglie e tutto dà, ogni cosa si muta, nulla si annichila"
Giordano Bruno
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- Rullaggio
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Grazie per il consiglio, proverò sicuramente.
Per ora i primi due voli sono andati, vi scrivo infatti da Toronto.
E' incredibile quanto fossi teso durante la fase di decollo, e quanto invece mi sentissi rilassato solo pochi minuti dopo, quando cioè la salita si fa più dolce. In corciera addirittura scherzavo con me stesso... poi una discreta turbolenza, noncatastrofica intendiamoci, ma sufficiente a far tornare le hostess ai loro posti con tanto di cinture allacciate. Ecco in quei due o tre minuti ero già più teso.
Il volo da Francoforte a Toronto è stato eccellente. Già nella primissima fase di salita una delle hostess ha annunciato che in qualche secondo il capitano avrebbe spento il segnale delle cinture e ci avrebbero servito un drink.
Così è stato.
Per la cronaca l'aeromobile in oggetto è un 777-300 (77W). Avevo già volato con il 777 di Alitalia che è un po' più piccolo. Questo (Aircanada) era allestito in maniera portentosa. In tutta la cabina il cielo (il soffitto) veniva illuminato daluci colorate che viravano da un colore all'altro molto lentamente... un po' come accade nel tunnel che unisce gli imbarchi A dagli imbarchi B all'aeroporto di Francoforte.
Ogni sedile, anche in economy, aveva un suo sistema di intrattenimento individuale, con schermo lcd.
Solo un piccolo sussulto quando sono stati estratti i flap in discesa: ero seduto alla fila 25, probabilmente proprio li sotto ci sono i vari meccanismi ed ha fatto un gran baccano... ma solo un attimo.
Mercoledì avrò tre voli in un giorno: saranno tutti piccoli aeromobili. Spero di riuscire a mantenere uno stato un po' più rilassato. Ora infatti ho un bruciore di stomaco tremendo, cosa che mi accade di norma quando volo per la tensione che accumulo...
Ecco, ora nella lobby dell'hotel è appena entrato un equipaggio... magari rompo un po' le scatole anche a loro
Un saluto a tutti, e grazie per il supporto. Vi terrò aggiornati, e se avete altri consigli, vi prego fatevi avanti.
Ciao.
Ugo
Per ora i primi due voli sono andati, vi scrivo infatti da Toronto.
E' incredibile quanto fossi teso durante la fase di decollo, e quanto invece mi sentissi rilassato solo pochi minuti dopo, quando cioè la salita si fa più dolce. In corciera addirittura scherzavo con me stesso... poi una discreta turbolenza, noncatastrofica intendiamoci, ma sufficiente a far tornare le hostess ai loro posti con tanto di cinture allacciate. Ecco in quei due o tre minuti ero già più teso.
Il volo da Francoforte a Toronto è stato eccellente. Già nella primissima fase di salita una delle hostess ha annunciato che in qualche secondo il capitano avrebbe spento il segnale delle cinture e ci avrebbero servito un drink.
Così è stato.
Per la cronaca l'aeromobile in oggetto è un 777-300 (77W). Avevo già volato con il 777 di Alitalia che è un po' più piccolo. Questo (Aircanada) era allestito in maniera portentosa. In tutta la cabina il cielo (il soffitto) veniva illuminato daluci colorate che viravano da un colore all'altro molto lentamente... un po' come accade nel tunnel che unisce gli imbarchi A dagli imbarchi B all'aeroporto di Francoforte.
Ogni sedile, anche in economy, aveva un suo sistema di intrattenimento individuale, con schermo lcd.
Solo un piccolo sussulto quando sono stati estratti i flap in discesa: ero seduto alla fila 25, probabilmente proprio li sotto ci sono i vari meccanismi ed ha fatto un gran baccano... ma solo un attimo.
Mercoledì avrò tre voli in un giorno: saranno tutti piccoli aeromobili. Spero di riuscire a mantenere uno stato un po' più rilassato. Ora infatti ho un bruciore di stomaco tremendo, cosa che mi accade di norma quando volo per la tensione che accumulo...
Ecco, ora nella lobby dell'hotel è appena entrato un equipaggio... magari rompo un po' le scatole anche a loro

Un saluto a tutti, e grazie per il supporto. Vi terrò aggiornati, e se avete altri consigli, vi prego fatevi avanti.
Ciao.
Ugo
Ciao Ugo, buona permanenza a Toronto! 
Ho letto i tuoi post con molto interesse, dato il gran numero di voli che racconti, e mi ha colpita l'aspetto delle informazioni ai passeggeri. A me capita di volare molto meno spesso (solo in occasione delle vacanze) ma lo faccio sempre volentieri e piena di curiosità per tutto quello che accade; per questo, pur con motivazioni differenti dalle tue, anch'io apprezzo molto tutto ciò che fornisce notizie sul volo ed ascolto sempre volentieri la voce dei piloti.
Immagino che le compagnie abbiano ben chiaro quanto monitor e telecamere siano graditi ai passeggeri, ma probabilmente non tutte sono disposte a sostenere i costi di installazione e manutenzione: dipende dal livello del servizio che vogliono offrire.
Diverso il discorso per le comunicazioni dei piloti: quelle non costano nulla... ma le fasi del volo in cui i passeggeri ansiosi ne hanno più bisogno sono anche quelle più impegnative per l'equipaggio; può darsi semplicemente che non abbiano tempo e modo di farne. Sarebbe interessante sentire qualche addetto ai lavori per sapere come si regolano su questo punto, e se le compagnie danno delle direttive in merito.
In generale, però, credo che per vincere la paura di volare non si debba contare troppo su queste informazioni, che sono a modo loro un "aiuto esterno", perchè così facendo basterebbe un monitor rotto o un comandante taciturno a far ricadere nell'ansia: "perchè non dice nulla, che cosa sta succedendo?!?" Il punto è che non è affatto necessario che i passeggeri tengano d'occhio il livello di volo, la rotta, il regime dei motori e quant'altro... ci sono i piloti per questo. Capisco che non è affatto semplice per alcuni, ma a mio avviso per godersi il volo in tutta tranquillità è davvero importante imparare a guardare il panorama, piuttosto che sorvegliare i motori!

Ho letto i tuoi post con molto interesse, dato il gran numero di voli che racconti, e mi ha colpita l'aspetto delle informazioni ai passeggeri. A me capita di volare molto meno spesso (solo in occasione delle vacanze) ma lo faccio sempre volentieri e piena di curiosità per tutto quello che accade; per questo, pur con motivazioni differenti dalle tue, anch'io apprezzo molto tutto ciò che fornisce notizie sul volo ed ascolto sempre volentieri la voce dei piloti.
Immagino che le compagnie abbiano ben chiaro quanto monitor e telecamere siano graditi ai passeggeri, ma probabilmente non tutte sono disposte a sostenere i costi di installazione e manutenzione: dipende dal livello del servizio che vogliono offrire.
Diverso il discorso per le comunicazioni dei piloti: quelle non costano nulla... ma le fasi del volo in cui i passeggeri ansiosi ne hanno più bisogno sono anche quelle più impegnative per l'equipaggio; può darsi semplicemente che non abbiano tempo e modo di farne. Sarebbe interessante sentire qualche addetto ai lavori per sapere come si regolano su questo punto, e se le compagnie danno delle direttive in merito.

In generale, però, credo che per vincere la paura di volare non si debba contare troppo su queste informazioni, che sono a modo loro un "aiuto esterno", perchè così facendo basterebbe un monitor rotto o un comandante taciturno a far ricadere nell'ansia: "perchè non dice nulla, che cosa sta succedendo?!?" Il punto è che non è affatto necessario che i passeggeri tengano d'occhio il livello di volo, la rotta, il regime dei motori e quant'altro... ci sono i piloti per questo. Capisco che non è affatto semplice per alcuni, ma a mio avviso per godersi il volo in tutta tranquillità è davvero importante imparare a guardare il panorama, piuttosto che sorvegliare i motori!

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- Rullaggio
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Ciao Ugo,
io pure fra qualche mese forse diventerò papà. Ho portato al pronto soccorso mia moglie sabato notte per delle perdite, ed il medico assonnato ed un pò str..zo a malavoglia ed in maniera brusca ci ha detto che le possibilità di aborto nelle prossime settimane saranno al 50% e 50%.
Oggi ci siamo rivolti alla ginecologa, ed in maniera comprensiva,affettuosa e soprattutto dando spiegazioni ci ha ripetuto la stessa cosa.
Il risultato non cambia, ma oggi eravamo molto più sereni.
Sono bastati 5 minuti ed un pò di umanità. Proprio come alle volte basta un sorriso in più per rendere la vità più facile, anche se non cambia lo stato delle cose.
Non sono un esperto, ma credo che, a parte alcune info necessarie, il tipo di comunicazione sia lasciato alla discrezionalità del pilota, che può essere più o meno sensibile alla cosa.
In questo forum mi è capitato di leggere " l'aereo ti deve portare da A a B", il resto non conta. E' un pò come dire che si deve vivere da 0 a 99 anni, e tutto ciò che ci sta in mezzo non è importante.
io pure fra qualche mese forse diventerò papà. Ho portato al pronto soccorso mia moglie sabato notte per delle perdite, ed il medico assonnato ed un pò str..zo a malavoglia ed in maniera brusca ci ha detto che le possibilità di aborto nelle prossime settimane saranno al 50% e 50%.
Oggi ci siamo rivolti alla ginecologa, ed in maniera comprensiva,affettuosa e soprattutto dando spiegazioni ci ha ripetuto la stessa cosa.
Il risultato non cambia, ma oggi eravamo molto più sereni.
Sono bastati 5 minuti ed un pò di umanità. Proprio come alle volte basta un sorriso in più per rendere la vità più facile, anche se non cambia lo stato delle cose.
Non sono un esperto, ma credo che, a parte alcune info necessarie, il tipo di comunicazione sia lasciato alla discrezionalità del pilota, che può essere più o meno sensibile alla cosa.
In questo forum mi è capitato di leggere " l'aereo ti deve portare da A a B", il resto non conta. E' un pò come dire che si deve vivere da 0 a 99 anni, e tutto ciò che ci sta in mezzo non è importante.
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- Rullaggio
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- Iscritto il: 21 luglio 2007, 1:50
Rieccomi. Sono a Fort Wayne in Aeroporto.
Dalle vetrate posso vedere anche uno stormo (a terra) di F16... presumo che ad alcuni di voi questa cosa possa fare piacere.
Questa mattina ho avuto due voli "regionali" con CRJ50 e EMBRA-145: entrambi i voli sono stati ottimi.
Su questo tipo di aerei faccio carte false per sedere nelle prime file: i motori su questi aerei sono montati sulla coda come negli MD-80. Questo comporta che chi siede nelle prime file quasi non li senta. Ricordo il mio primo volo in prima fila su un MD-80 della SAS: appena dopo il decollo, quando non c'è più il rumore della pista, del carrello che rientra, non si sentiva alcun rumore, nemmeno un vibrazione.... quasi svengo... mi sono guardato attorno perchè pensavo che si fossero spenti i motori
Voi ridete, ma io mi ero spaventato davvero! Dopo quella volta faccio in modo di poter stare davanti: l'ambiente più ovattato mi calma.
Ora ho l'ultimo volo della giornata.
Le cose sono molto migliorate... chiaramente a round da due / tre voli al giorno la paura o ti passa o ti passa. Devo anche dire che fino ad ora i voli sono stati "smooth" e anche questo aiuta parecchio.
Ora vi sono un po' di temporali
Vedremo stasera al mio arrivo a Chicago se sarò ancora così spavaldo.
Sarà una coincidenza, ma questi piccoli aerei mi danno maggior senso di sicurezza: mi sembra che - crociera a parte - siano più confortevoli. In salita ed in atterraggio "sballottano" meno...
Ricordo il primo decollo su un 747... sembrava che non decollasse mai
Poi in aria, in salita, in occasione delle turbolenze il fatto che sia così grosso e lungo pemette di percepire il movimento della struttura interna (vedi le cappelliere muoversi)... incute un po' di timore...
Pur ringraziando tutti quelli che cortesemente hanno risposto al mio post, mi farebbe piacere magari avere qualche riscontro tecnico sulle mie paure, o considerazioni, che ho fatto sui vari voli che ho potuto provare.
Grazie e a presto.
Ugo
Dalle vetrate posso vedere anche uno stormo (a terra) di F16... presumo che ad alcuni di voi questa cosa possa fare piacere.
Questa mattina ho avuto due voli "regionali" con CRJ50 e EMBRA-145: entrambi i voli sono stati ottimi.
Su questo tipo di aerei faccio carte false per sedere nelle prime file: i motori su questi aerei sono montati sulla coda come negli MD-80. Questo comporta che chi siede nelle prime file quasi non li senta. Ricordo il mio primo volo in prima fila su un MD-80 della SAS: appena dopo il decollo, quando non c'è più il rumore della pista, del carrello che rientra, non si sentiva alcun rumore, nemmeno un vibrazione.... quasi svengo... mi sono guardato attorno perchè pensavo che si fossero spenti i motori

Ora ho l'ultimo volo della giornata.
Le cose sono molto migliorate... chiaramente a round da due / tre voli al giorno la paura o ti passa o ti passa. Devo anche dire che fino ad ora i voli sono stati "smooth" e anche questo aiuta parecchio.
Ora vi sono un po' di temporali

Sarà una coincidenza, ma questi piccoli aerei mi danno maggior senso di sicurezza: mi sembra che - crociera a parte - siano più confortevoli. In salita ed in atterraggio "sballottano" meno...
Ricordo il primo decollo su un 747... sembrava che non decollasse mai

Pur ringraziando tutti quelli che cortesemente hanno risposto al mio post, mi farebbe piacere magari avere qualche riscontro tecnico sulle mie paure, o considerazioni, che ho fatto sui vari voli che ho potuto provare.
Grazie e a presto.
Ugo
Vicino a dove volo, c'era un piccolo aeroporto, purtroppo ora chiuso.
Per un periodo di tempo ci fu un cantiere sull'autostrada antistante, con due alti pali della luce.
Praticamente, in finale, per entrare in pista che era corta e a ridosso di una montagna, bisognava fare un circuito molto preciso se no la pista non bastava e così si passava tra i pali della luce, (che distavano tra loro una cinquantina di metri, quindi di cessnini ce ne passavano cinque in formazione, mica uno solo).
Eppure conosco piloti e allievi che in quel periodo non riuscirono a fare un buon atterraggio su quell'aeroporto e neanche un buon volo di avvicinamento.
Perché?
Perché in tutto il volo pensavano solo a quei pali, ininfluenti sulla condotta del volo stesso, ma che catalizzavano la loro attenzione.
Tolti i pali ricominciarono a volare su quella pista difficile, centrando il primo metro del pettine, ma di fatto non era cambiato nulla.
La chiamiamo "sindrome del gatto": se spari gli abbaglianti negli occhi a un micio, quello si concentra sulla luce e non guarda più il mondo circostante.
Se gli giri dietro piano piano lo acchiappi senza problemi, perché lui ha in mente solo le luci.
Insegnamo agli allievi a non farsi cogliere dalla sindrome del gatto, ma di pensare sempre a tutto il volo nella sua complessità, senza concentrarsi su un solo aspetto.
Perché ti ho raccontato tutta 'sta menata?
Perché mi sembra che tu soffra di qualcosa di simile: quando sali a bordo, forse inconsciamente cominci a pensare: "Bene, vediamo cosa non va in questo aereo e perché tra cinque minuti il mio splendido bimbo sarà orfano!"
E la tua mente vaga in mille perché: perché questo rumore, perché il capitano non parla, perché l'aereo si inclina, perché qui si traballa.
Di solito è solo perché quel rumore è giusto, il capitano ha altro da fare, l'aereo in quel punto si deve inclinare e lì c'è un filo di ballo da attraversare, ma pensando solo a quello, tutto si amplifica e diventa l'unico aspetto che percepisci di tutto l'ambiente che ti circonda.
Dalle tue parole mi sembri una persona posata e intelligente: so che non è facile, ma se provi a pensare che un volo non è fatto solo di mancati disastri, ma di routinaria quotidianità anche un po' noiosa e pensi un po' di più al panorama, al caffé, al didietro delle hostess (ahhh no, questo non si può... tieni famiglia
) forse andrà tutto più liscio.
Il mondo del volo è fatto da decine e decine e decine di migliaia di voli nelle più svariate condizioni meteo e ambientali ogni giorno, una cosa routinaria alla quale è più che sufficiente che i piloti prestino attenzione, senza "l'aiuto" di milioni di passeggeri che ogni giorno volano, che sentono milioni di rumori e avvertono milioni di turbolenze e di scampati pericoli che se fossero riferiti tutti ai piloti questi ultimi si preoccuperebbero davvero.
Sì, perché penserebbero che nel caffé servito dalle hostess ci abbiano messo la coca invece dello zucchero!
Buoni voli.
Per un periodo di tempo ci fu un cantiere sull'autostrada antistante, con due alti pali della luce.
Praticamente, in finale, per entrare in pista che era corta e a ridosso di una montagna, bisognava fare un circuito molto preciso se no la pista non bastava e così si passava tra i pali della luce, (che distavano tra loro una cinquantina di metri, quindi di cessnini ce ne passavano cinque in formazione, mica uno solo).
Eppure conosco piloti e allievi che in quel periodo non riuscirono a fare un buon atterraggio su quell'aeroporto e neanche un buon volo di avvicinamento.
Perché?
Perché in tutto il volo pensavano solo a quei pali, ininfluenti sulla condotta del volo stesso, ma che catalizzavano la loro attenzione.
Tolti i pali ricominciarono a volare su quella pista difficile, centrando il primo metro del pettine, ma di fatto non era cambiato nulla.
La chiamiamo "sindrome del gatto": se spari gli abbaglianti negli occhi a un micio, quello si concentra sulla luce e non guarda più il mondo circostante.
Se gli giri dietro piano piano lo acchiappi senza problemi, perché lui ha in mente solo le luci.
Insegnamo agli allievi a non farsi cogliere dalla sindrome del gatto, ma di pensare sempre a tutto il volo nella sua complessità, senza concentrarsi su un solo aspetto.
Perché ti ho raccontato tutta 'sta menata?
Perché mi sembra che tu soffra di qualcosa di simile: quando sali a bordo, forse inconsciamente cominci a pensare: "Bene, vediamo cosa non va in questo aereo e perché tra cinque minuti il mio splendido bimbo sarà orfano!"
E la tua mente vaga in mille perché: perché questo rumore, perché il capitano non parla, perché l'aereo si inclina, perché qui si traballa.
Di solito è solo perché quel rumore è giusto, il capitano ha altro da fare, l'aereo in quel punto si deve inclinare e lì c'è un filo di ballo da attraversare, ma pensando solo a quello, tutto si amplifica e diventa l'unico aspetto che percepisci di tutto l'ambiente che ti circonda.
Dalle tue parole mi sembri una persona posata e intelligente: so che non è facile, ma se provi a pensare che un volo non è fatto solo di mancati disastri, ma di routinaria quotidianità anche un po' noiosa e pensi un po' di più al panorama, al caffé, al didietro delle hostess (ahhh no, questo non si può... tieni famiglia

Il mondo del volo è fatto da decine e decine e decine di migliaia di voli nelle più svariate condizioni meteo e ambientali ogni giorno, una cosa routinaria alla quale è più che sufficiente che i piloti prestino attenzione, senza "l'aiuto" di milioni di passeggeri che ogni giorno volano, che sentono milioni di rumori e avvertono milioni di turbolenze e di scampati pericoli che se fossero riferiti tutti ai piloti questi ultimi si preoccuperebbero davvero.
Sì, perché penserebbero che nel caffé servito dalle hostess ci abbiano messo la coca invece dello zucchero!
Buoni voli.
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- Rullaggio
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- Iscritto il: 21 luglio 2007, 1:50
Grazie come sempre per l'aiuto.
L'ultimo volo è stato una discreta palestra: come vi scrivevo prima di partire c’erano temporali nella zona. A causa dei temporali il volo è stato molto ritardato. Poi hanno annunciato che il nostro aereo era finalmente in volo da circa 20 minuti e in 30 circa sarebbe atterrato per imbarcaci.
Dopo un paio di muniti hanno annunciato che lo stesso volo era dovuto ritornare all’aeroporto perché… era rimasto senza carburante.
Ecco, questo annuncio mi ha un poco inquietato.
Ma con tutte le storie che ci raccontano sulla sicurezza come è possibile che accadano delle cose del genere?
Un assistente di volo con al quale ho posto la domanda mi ha detto: sai capita di continuo. Nei voli regionali non si viaggia mai con i serbatoi pieni, sai se c'è un incidente tutto quel carburante complicherebbe le cose
ed io qui mi sono sentito un po' stordito, ed ho smesso di chiedere.
Poi la compagnia con la quale ero prenotato ci ha tutti riprenotati su un volo di una compagnia concorrente, al fine di non farci aspettare troppo.
Una volta in volo si è compreso come mai avessero ridotto il numero di voli… so che molti di voi sono abituati ad emozioni forti, ma – non so se sia un grande indicatore – ma l’unica hostess a bordo non ha mai lasciato il trespolo dove le fanno sedere in decollo ed atterraggio, sempre – come tutti noi – con la sua bella cintura allacciata.
Non voglio ingigantire le cose: le turbolenze, per il mio metro, erano notevoli, l’hostess si leggeva una rivista in tutta tranquillità.
Al mio fianco sedeva un assistente di volo “fuori servizio”… se la dormiva grassamente.
Per “smontare” la sindrome del gatto ho acceso il mio ipod… e con la “paranza” nelle orecchie mi sono detto: non può accadere nulla di serio ad uno che ascolta “la paranza”
Il capitano (giovanissimo tra l’altro) ci ha avvertiti che, dato il breve tragitto non aveva senso salire molto, però a causa di questo saremmo rimasti fra le nuvole con tutto quello che ciò comporta.
Infatti l’aereo volava sul filo delle nuvole, a volte sbucavamo in una schiarita (e si tirava il respiro dato che si ballava un po’ meno), e poco dopo ancora in mezzo.
Ecco, mentre quasi me la ridevo in quel su e giù, un botto, non voglio dire tremendo, però indiscutibilmente udibile anche con la paranze nelle orecchie, il tutto accompagnato da un modesto bagliore.
Il tizio al mio fianco non si è mosso, probabilmente dormiva. Altri passeggeri si sono quantomeno guardati attorno, cercando una spiegazione.
L’hostess di turno, senza mostrare alcuno spavento, si è guardata attorno e fuori dal finestrino più di una volta per capire, poi ha fatto una smorfia – come per dire”bah, cosa sarà stato?”- e poi è tornata alla rivista.
Qualcuno ha detto un fulmine… però il bagliore avrebbe dovuto essere notevole, cosa che invece non è stata.
Un altro ha dato una spiegazione che già mi è piaciuta di più, però non ne avevo mai sentito parlare: questo tizio sosteneva che viaggiano diverse centinaia di chilometri orari sul pelo delle nuvole, lo “sfregamento” della fusoliera fra le nuvole poteva aver generato l’accumulo di cariche elettrostatiche che poi si sono scaricate… poi, mi sono chiesto… ma scaricate dove, mica abbiamo toccato terra?
Qualcuno ha delle idee?
Comunque, cosa si stato non lo so, so solo che mi sono detto, ma in tutti i viaggi – quando comincio a sentirmi più a mio agio – deve sempre capitare sempre qualcosa che mi fa sobbalzare?
Domani ho un nuovo volo: due ore e mezza su un MD-83 della America Airlines… sarete contenti!
A proposito di concentrarsi su qualcosa di diverso dai rumori, dei tre voli fatti mercoledì, sui primi due le condizioni erano buone (bel tempo, buona visibilità) e così mi sono auto-obbligato a guardare fuori per tutto il decollo e tutto l’atterraggio. In uno degli atterraggi ho potuto vedere un aereo al nostro fianco compiere tutte le stesse manovre che abbiamo compiuto anche noi: era abbastanza vicino in quanto siamo atterrati insieme, nello stesso aeroporto, in due piste parallele (tipo Malpensa). È stato molto bello vederlo dall’esterno.
Posso fare una domanda stupida? Perché quando nella parte finale dell’avvicinamento si ha la sensazione che l’aereo freni? Frena veramente o cambia assetto?
Durante terzo volo, quello con il maltempo, non sono stato così bravo… un po’ ho chiuso gli occhi in decollo
Però in atterraggio, sotto le nuvole dove non si ballava più, ho potuto ammirare lo skyline di Chicago, che è molto meglio dal vero che con Flight Simulator… a proposito sapevate che Chicago Meigs, l’aeroporto di default di Flight Simulator è stato chiuso e smantellato?
Come sempre grazie a tutti… credo di essere guarito
8 voli sono una buona terapia d’urto.
Ciao e a presto.
Ugo
L'ultimo volo è stato una discreta palestra: come vi scrivevo prima di partire c’erano temporali nella zona. A causa dei temporali il volo è stato molto ritardato. Poi hanno annunciato che il nostro aereo era finalmente in volo da circa 20 minuti e in 30 circa sarebbe atterrato per imbarcaci.
Dopo un paio di muniti hanno annunciato che lo stesso volo era dovuto ritornare all’aeroporto perché… era rimasto senza carburante.
Ecco, questo annuncio mi ha un poco inquietato.
Ma con tutte le storie che ci raccontano sulla sicurezza come è possibile che accadano delle cose del genere?
Un assistente di volo con al quale ho posto la domanda mi ha detto: sai capita di continuo. Nei voli regionali non si viaggia mai con i serbatoi pieni, sai se c'è un incidente tutto quel carburante complicherebbe le cose

Poi la compagnia con la quale ero prenotato ci ha tutti riprenotati su un volo di una compagnia concorrente, al fine di non farci aspettare troppo.
Una volta in volo si è compreso come mai avessero ridotto il numero di voli… so che molti di voi sono abituati ad emozioni forti, ma – non so se sia un grande indicatore – ma l’unica hostess a bordo non ha mai lasciato il trespolo dove le fanno sedere in decollo ed atterraggio, sempre – come tutti noi – con la sua bella cintura allacciata.
Non voglio ingigantire le cose: le turbolenze, per il mio metro, erano notevoli, l’hostess si leggeva una rivista in tutta tranquillità.
Al mio fianco sedeva un assistente di volo “fuori servizio”… se la dormiva grassamente.
Per “smontare” la sindrome del gatto ho acceso il mio ipod… e con la “paranza” nelle orecchie mi sono detto: non può accadere nulla di serio ad uno che ascolta “la paranza”

Il capitano (giovanissimo tra l’altro) ci ha avvertiti che, dato il breve tragitto non aveva senso salire molto, però a causa di questo saremmo rimasti fra le nuvole con tutto quello che ciò comporta.
Infatti l’aereo volava sul filo delle nuvole, a volte sbucavamo in una schiarita (e si tirava il respiro dato che si ballava un po’ meno), e poco dopo ancora in mezzo.
Ecco, mentre quasi me la ridevo in quel su e giù, un botto, non voglio dire tremendo, però indiscutibilmente udibile anche con la paranze nelle orecchie, il tutto accompagnato da un modesto bagliore.
Il tizio al mio fianco non si è mosso, probabilmente dormiva. Altri passeggeri si sono quantomeno guardati attorno, cercando una spiegazione.
L’hostess di turno, senza mostrare alcuno spavento, si è guardata attorno e fuori dal finestrino più di una volta per capire, poi ha fatto una smorfia – come per dire”bah, cosa sarà stato?”- e poi è tornata alla rivista.
Qualcuno ha detto un fulmine… però il bagliore avrebbe dovuto essere notevole, cosa che invece non è stata.
Un altro ha dato una spiegazione che già mi è piaciuta di più, però non ne avevo mai sentito parlare: questo tizio sosteneva che viaggiano diverse centinaia di chilometri orari sul pelo delle nuvole, lo “sfregamento” della fusoliera fra le nuvole poteva aver generato l’accumulo di cariche elettrostatiche che poi si sono scaricate… poi, mi sono chiesto… ma scaricate dove, mica abbiamo toccato terra?
Qualcuno ha delle idee?
Comunque, cosa si stato non lo so, so solo che mi sono detto, ma in tutti i viaggi – quando comincio a sentirmi più a mio agio – deve sempre capitare sempre qualcosa che mi fa sobbalzare?
Domani ho un nuovo volo: due ore e mezza su un MD-83 della America Airlines… sarete contenti!
A proposito di concentrarsi su qualcosa di diverso dai rumori, dei tre voli fatti mercoledì, sui primi due le condizioni erano buone (bel tempo, buona visibilità) e così mi sono auto-obbligato a guardare fuori per tutto il decollo e tutto l’atterraggio. In uno degli atterraggi ho potuto vedere un aereo al nostro fianco compiere tutte le stesse manovre che abbiamo compiuto anche noi: era abbastanza vicino in quanto siamo atterrati insieme, nello stesso aeroporto, in due piste parallele (tipo Malpensa). È stato molto bello vederlo dall’esterno.
Posso fare una domanda stupida? Perché quando nella parte finale dell’avvicinamento si ha la sensazione che l’aereo freni? Frena veramente o cambia assetto?
Durante terzo volo, quello con il maltempo, non sono stato così bravo… un po’ ho chiuso gli occhi in decollo

Come sempre grazie a tutti… credo di essere guarito

Ciao e a presto.
Ugo
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- Iscritto il: 21 luglio 2007, 1:50
Mi rimangio tutto. Oggi sono tornato nel panico. Che peccato.
Andiamo per gradi.
Ormai mi ero talmente rilassato che sono riuscito a perdere l’aereo. Dopo che sono riuscito a fare il check-in sono andato nell’aerea imbarchi a guardare l’MD-83 che mi avrebbe dovuto portare a destinatone lasciare la zona imbarchi.
Ho subito notato una cosa curiosa: appena dopo il push-back due veicoli dei vigili del fuoco hanno affiancato l’aereo e, prima che esso iniziasse a rullare, essi hanno iniziato a sparare acqua verso l’alto formando un arco… l’aereo ha poi iniziato a rullare attraversando l’arco. Io sbalordito mi chiedevo cosa diavolo stessero facendo… lo raffreddano? C’è stato un incendio?
Siccome non ero l’unico che si chiedeva cosa stesse accadendo, finalmente qualcuno ci ha dato una spiegazione (spero non mi abbiano preso in giro).
Si tratta di una sorta di rituale fatto in onore dell’ultimo volo prima della pensione del pilota in servizio su quel aereo.
Chiaramente, avendo perso il volo sul quale ero prenotato, sono stato cortesemente messo in lista di attesa sui voli successivi… tutti pieni.
Fortunatamente io sono stato accettato sul primo volo successivo. Il volo era pienissimo: pensate che un pilota che si doveva imbarcare come passeggero, ma anche lui era in lista di attesa, ha ottenuto un posto, con la benedizione del pilota in servizio (suo amico), in cabina di pilotaggio o in quella zona (ero troppo distante per vedere bene.
Purtroppo quando vieni pescato per ultimo in una lista di attesa non hai molte scelta sul posto a sedere… 32F… Io e i motori.
Nei post precedenti vi avevo scritto quanto stare nelle prime file mi aiutasse… ecco, stare nelle ultime già è una cattiva partenza.
Mi dispiace per voi fans di questo aereo, ma i posti in coda sono un vero supplizio di vibrazioni e rumore.
Il decollo non è stato brutto, ma io ero già nervoso per la posizione assegnatami, e per i due messicani alla mia sinistra che si facevano il segno della croce. Forse la posizione in coda ha accentuato le sensazione percepite… io ero attaccato come un gatto al sedile.
La crociera, rumore a parte, non è stata male.
L’atterraggio mi ha distrutto.
So che è normale che venga fatto uso dei motori anche in atterraggio, ma in questo caso per almeno tre volte si sono potuti udire i motori passare dal minimo al massimo e l’aereo risalire… perché abbiamo fatto tanti sali e scendi?
C’erano nuvole abbastanza minacciose nell’area dell’aeroporto ed ho avuto la sensazione che si cercasse di non attraversarle… ma è una mia sensazione.
In un caso c’è stato un vuoto abbastanza notevole dove non ho potuto fare a meno di sospirare… che vergogna il messicano che prima si faceva il segno della croce, ora se la rideva a guardarmi verde di paura.
Premetto che peso poco più di 60 Kg per 1,85 m di altezza, questo per dire che non sono grasso, anzi, pertanto non sono molto portato a sudare… avreste dovuto vedere la mia camicia… ero pezzato da vergogna.
Perché ogni 2-3 voli buoni ne deve capitare uno così?
Io in realtà non ho paura di volare, ho paura dei voli che, come in questo caso, pur rientrando nei parametri di sicurezza, comportano sollecitazione alle quali è difficile restare indifferenti.
Sono tornato un po’ nel tunnel, anche perché un collega che mi ha raggiunto qui, mi ha detto di aver avuto un pessimo atterraggio a Francoforte causa vento, e lui non è un timoroso come me, ed io fra qualche giorno dovrò rientrare, passando da Francoforte…
Ogni commento sarà molto gradito. Ne avrei un po’ bisogno
Grazie.
Ugo
Andiamo per gradi.
Ormai mi ero talmente rilassato che sono riuscito a perdere l’aereo. Dopo che sono riuscito a fare il check-in sono andato nell’aerea imbarchi a guardare l’MD-83 che mi avrebbe dovuto portare a destinatone lasciare la zona imbarchi.
Ho subito notato una cosa curiosa: appena dopo il push-back due veicoli dei vigili del fuoco hanno affiancato l’aereo e, prima che esso iniziasse a rullare, essi hanno iniziato a sparare acqua verso l’alto formando un arco… l’aereo ha poi iniziato a rullare attraversando l’arco. Io sbalordito mi chiedevo cosa diavolo stessero facendo… lo raffreddano? C’è stato un incendio?
Siccome non ero l’unico che si chiedeva cosa stesse accadendo, finalmente qualcuno ci ha dato una spiegazione (spero non mi abbiano preso in giro).
Si tratta di una sorta di rituale fatto in onore dell’ultimo volo prima della pensione del pilota in servizio su quel aereo.
Chiaramente, avendo perso il volo sul quale ero prenotato, sono stato cortesemente messo in lista di attesa sui voli successivi… tutti pieni.
Fortunatamente io sono stato accettato sul primo volo successivo. Il volo era pienissimo: pensate che un pilota che si doveva imbarcare come passeggero, ma anche lui era in lista di attesa, ha ottenuto un posto, con la benedizione del pilota in servizio (suo amico), in cabina di pilotaggio o in quella zona (ero troppo distante per vedere bene.
Purtroppo quando vieni pescato per ultimo in una lista di attesa non hai molte scelta sul posto a sedere… 32F… Io e i motori.
Nei post precedenti vi avevo scritto quanto stare nelle prime file mi aiutasse… ecco, stare nelle ultime già è una cattiva partenza.
Mi dispiace per voi fans di questo aereo, ma i posti in coda sono un vero supplizio di vibrazioni e rumore.
Il decollo non è stato brutto, ma io ero già nervoso per la posizione assegnatami, e per i due messicani alla mia sinistra che si facevano il segno della croce. Forse la posizione in coda ha accentuato le sensazione percepite… io ero attaccato come un gatto al sedile.
La crociera, rumore a parte, non è stata male.
L’atterraggio mi ha distrutto.
So che è normale che venga fatto uso dei motori anche in atterraggio, ma in questo caso per almeno tre volte si sono potuti udire i motori passare dal minimo al massimo e l’aereo risalire… perché abbiamo fatto tanti sali e scendi?
C’erano nuvole abbastanza minacciose nell’area dell’aeroporto ed ho avuto la sensazione che si cercasse di non attraversarle… ma è una mia sensazione.
In un caso c’è stato un vuoto abbastanza notevole dove non ho potuto fare a meno di sospirare… che vergogna il messicano che prima si faceva il segno della croce, ora se la rideva a guardarmi verde di paura.
Premetto che peso poco più di 60 Kg per 1,85 m di altezza, questo per dire che non sono grasso, anzi, pertanto non sono molto portato a sudare… avreste dovuto vedere la mia camicia… ero pezzato da vergogna.
Perché ogni 2-3 voli buoni ne deve capitare uno così?
Io in realtà non ho paura di volare, ho paura dei voli che, come in questo caso, pur rientrando nei parametri di sicurezza, comportano sollecitazione alle quali è difficile restare indifferenti.
Sono tornato un po’ nel tunnel, anche perché un collega che mi ha raggiunto qui, mi ha detto di aver avuto un pessimo atterraggio a Francoforte causa vento, e lui non è un timoroso come me, ed io fra qualche giorno dovrò rientrare, passando da Francoforte…
Ogni commento sarà molto gradito. Ne avrei un po’ bisogno

Ugo
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<<Per “smontare” la sindrome del gatto ho acceso il mio ipod… e con la “paranza” nelle orecchie mi sono detto: non può accadere nulla di serio ad uno che ascolta “la paranza">>
Ho fatto lo stesso identico pensiero, ma non con la paranza
Durante il volo ho ascoltato solo canzoni allegre, saltando ogni brano anche solo vagamente malinconico.
Se serve per tranquillizzarsi, perchè no?
Ho fatto lo stesso identico pensiero, ma non con la paranza

Durante il volo ho ascoltato solo canzoni allegre, saltando ogni brano anche solo vagamente malinconico.
Se serve per tranquillizzarsi, perchè no?
- aeb
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Il post migliore che abbia mai letto in quest'area del forum... riassume tutto. Complimenti DGdeltagolf ha scritto:Vicino a dove volo, c'era un piccolo aeroporto, purtroppo ora chiuso.
Per un periodo di tempo ci fu un cantiere sull'autostrada antistante, con due alti pali della luce.
Praticamente, in finale, per entrare in pista che era corta e a ridosso di una montagna, bisognava fare un circuito molto preciso se no la pista non bastava e così si passava tra i pali della luce, (che distavano tra loro una cinquantina di metri, quindi di cessnini ce ne passavano cinque in formazione, mica uno solo).
Eppure conosco piloti e allievi che in quel periodo non riuscirono a fare un buon atterraggio su quell'aeroporto e neanche un buon volo di avvicinamento.
Perché?
Perché in tutto il volo pensavano solo a quei pali, ininfluenti sulla condotta del volo stesso, ma che catalizzavano la loro attenzione.
Tolti i pali ricominciarono a volare su quella pista difficile, centrando il primo metro del pettine, ma di fatto non era cambiato nulla.
La chiamiamo "sindrome del gatto": se spari gli abbaglianti negli occhi a un micio, quello si concentra sulla luce e non guarda più il mondo circostante.
Se gli giri dietro piano piano lo acchiappi senza problemi, perché lui ha in mente solo le luci.
Insegnamo agli allievi a non farsi cogliere dalla sindrome del gatto, ma di pensare sempre a tutto il volo nella sua complessità, senza concentrarsi su un solo aspetto.
Perché ti ho raccontato tutta 'sta menata?
Perché mi sembra che tu soffra di qualcosa di simile: quando sali a bordo, forse inconsciamente cominci a pensare: "Bene, vediamo cosa non va in questo aereo e perché tra cinque minuti il mio splendido bimbo sarà orfano!"
E la tua mente vaga in mille perché: perché questo rumore, perché il capitano non parla, perché l'aereo si inclina, perché qui si traballa.
Di solito è solo perché quel rumore è giusto, il capitano ha altro da fare, l'aereo in quel punto si deve inclinare e lì c'è un filo di ballo da attraversare, ma pensando solo a quello, tutto si amplifica e diventa l'unico aspetto che percepisci di tutto l'ambiente che ti circonda.
Dalle tue parole mi sembri una persona posata e intelligente: so che non è facile, ma se provi a pensare che un volo non è fatto solo di mancati disastri, ma di routinaria quotidianità anche un po' noiosa e pensi un po' di più al panorama, al caffé, al didietro delle hostess (ahhh no, questo non si può... tieni famiglia) forse andrà tutto più liscio.
Il mondo del volo è fatto da decine e decine e decine di migliaia di voli nelle più svariate condizioni meteo e ambientali ogni giorno, una cosa routinaria alla quale è più che sufficiente che i piloti prestino attenzione, senza "l'aiuto" di milioni di passeggeri che ogni giorno volano, che sentono milioni di rumori e avvertono milioni di turbolenze e di scampati pericoli che se fossero riferiti tutti ai piloti questi ultimi si preoccuperebbero davvero.
Sì, perché penserebbero che nel caffé servito dalle hostess ci abbiano messo la coca invece dello zucchero!
Buoni voli.


Andrea
Dilige et quod vis fac
Sant'Agostino
La libertà è una forma di disciplina
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Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti
Nanni Moretti (in Palombella rossa)
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- aeb
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ugo1977 ha scritto: Io in realtà non ho paura di volare, ho paura dei voli che, come in questo caso, pur rientrando nei parametri di sicurezza, comportano sollecitazione alle quali è difficile restare indifferenti.
La non-indifferenza è una cosa, la paura un'altra, l'ansia da volo è ancora cosa diversa... per esperienza, un primo necessario passo è capire che tipo di emozione provi in questi frangenti: non confondere un "semplice" atteggiamento ansioso con timor panico (o potenziale tale), un semplice fastidio (come il rumore dei motori dell'MD80 quando sei seduto oltre fila 30 e non hai i tappi per le orecchie..) con un presagio di chissà quali inconvenienti tecnici.
P.S. Il trick della paranza è geniale...quello è il mood giusto, Ugo!
Andrea
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- Rullaggio
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Grazie per le vostre risposte, mi aiutano e le apprezzo particolarmente.
Ora ho qualche giorno per rilassarmi (che poi vuole dire lavorare) un po'... i prossimi due voli saranno martedì e mercoledì.
Mi aspettano un A340 ed un "Jumbolino".
Se qualcuno di voi poi avvesse un voglia di chiarire qualche quesito tecnico che ho posto, mi farebbe molto piacere.
Grazie davvero.
Ugo
Ora ho qualche giorno per rilassarmi (che poi vuole dire lavorare) un po'... i prossimi due voli saranno martedì e mercoledì.
Mi aspettano un A340 ed un "Jumbolino".
Se qualcuno di voi poi avvesse un voglia di chiarire qualche quesito tecnico che ho posto, mi farebbe molto piacere.
Grazie davvero.
Ugo
- aeb
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So che è normale che venga fatto uso dei motori anche in atterraggio, ma in questo caso per almeno tre volte si sono potuti udire i motori passare dal minimo al massimo e l’aereo risalire… perché abbiamo fatto tanti sali e scendi?
Difficile a dirsi, le variabili in gioco sono molteplici... ma è assolutamente normale che il regime dei motori possa variare anche sensibilmente in discesa ed in finale, per compensare, per esempio, variazioni nella direzione ed intensità del vento. In fondo, anche quando corri in macchina sull'autostrada, il regime del motore può variare sensibilmente, in funzione del traffico, delle condizioni della strada etc. etc. Se passi da 130 a 70 e poi di nuovo a 130, un tuo eventuale passeggero normalmente non penserà che si sta verificando un problema tecnico: probabilmente c'è solo qualche pi*la in corsia di sorpasso ai 90 all'ora! In quanto all'evitare certe formazioni nuvolose, se ti riferisci a cumulo-nembi, ritengo sia prassi normali non attraversarli, se non stretttamente necessario, proprio per minimizzare il fastidio provocato ai passeggeri - almeno ad una parte di loro
- dalle famose turbolenze... poi a volte non puoi farne a meno, e ci si infila dritti dentro (a me è capitato tempo fa in finale a Berlino, non è che il pilota o il controllo di volo potessero inventarsi chissà cosa, era proprio sopra Schoenefeld! Qualche scossone e niente più)
Difficile a dirsi, le variabili in gioco sono molteplici... ma è assolutamente normale che il regime dei motori possa variare anche sensibilmente in discesa ed in finale, per compensare, per esempio, variazioni nella direzione ed intensità del vento. In fondo, anche quando corri in macchina sull'autostrada, il regime del motore può variare sensibilmente, in funzione del traffico, delle condizioni della strada etc. etc. Se passi da 130 a 70 e poi di nuovo a 130, un tuo eventuale passeggero normalmente non penserà che si sta verificando un problema tecnico: probabilmente c'è solo qualche pi*la in corsia di sorpasso ai 90 all'ora! In quanto all'evitare certe formazioni nuvolose, se ti riferisci a cumulo-nembi, ritengo sia prassi normali non attraversarli, se non stretttamente necessario, proprio per minimizzare il fastidio provocato ai passeggeri - almeno ad una parte di loro


Andrea
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- Lilli
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- Iscritto il: 28 luglio 2007, 8:08
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- Rullaggio
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Ciao tutti,
So di dovervi delle scuse per non avervi scritto nell’ultimo periodo.
Dopo il mio rientro, a pochi giorni dalla chiusura del mio ufficio, ho dovuto affannarmi per sistemare il lavoro che inevitabilmente si era accumulato durante la mia trasferta.
Una volta chiuso l’ufficio sono rimasto con la mia famiglia
Una volta riaperto l’ufficio ho dovuto rincorrere nuovamente ciò che si era accumulato dopo la chiusura… per cui eccomi qua, solo ora.
Gli ultimi due voli sono stati buoni: ottimo il primo, sufficiente il secondo.
Il primo volo, quello intercontinentale, è stato effettuato su un A340-600 di Lufthansa: qualcosa di veramente grosso.
Sedevo all’altezza dei motori, comunque prima degli “scarichi” per cui il rumore era decisamente accettabile.
Se avete letto i miei messaggi precendete ormai saprete che sono un po’ maniaco dei rumori, e che non faccio altro che ascoltare il regime dei motori.
Beh, qui in fase di decollo – come quasi sempre – mi sono nuovamente allarmato. Dopo il rullaggio, con chiaramente i motori ad un regime molto basso, “imbocchiamo” la nostra pista per il decollo… apparentemente il regime aumenta di pochissimo… e così iniziamo la nostra corsa, ma in maniera molto blanda… nessuna super accelerazione come normalmente capita (avete presente quando si sente il rumore di sedili perché tutti i passeggeri vengono “spinti” all’indietro dall’accelerazione? Nulla di tutto ciò).
Chiaramente mi allarmo. Inizio a guardare fuori per cercare di percepire se decolla o no… dopo una corsa piuttosto lunga siamo decollati. Una nota: l’aeroporto (Denver) deduco fosse dotato di una pista molto lunga, dato che sulla via di rullaggio a fianco si preparava al decollo un Anotonov 124.
Anche la fase di salita è stata molto lenta, tanto che – rispetto al 777 che mi aveva portato della Germania in Canada – per arrivare in quota e spegnere il segnale delle cinture ci sono voluti circa 40 – 50 minuti contro i dieci del 777.
Dubito che sia una questione di potenza dei motori: ho cercato di darmi una spiegazione pensando al fatto che Denver è a circa 1600 metri di altezza, e l’aria essendo meno densa richiede una salita diversa? Dopo un po’ che ci pensavo mi sono ingarbugliato il cervello ed ho lasciato perdere.
In conclusione, fra il decollo super soft, il poco rumore a bordo, la nutrita zona bagni con tanto di scale (che avevo già visto sul A340-300) in modo da ridurre le file, e un atterraggio senza scossoni devo dire di aver apprezzato questo aereo.
Solo una nota: ho avuto modo di volare sia sui 747 che sugli A340 di Lufthansa, e trovo non all’altezza del nome della compagnia il fatto di non aver installato monitor individuali per l’intrattenimento. Avere ancora grandi televisioni che proiettano di tanto in tanto qualche cosa pensavo fosse ormai superato sui voli intercontinentali di compagnie premium.
Arrivato in Germania, con tempo buono, non mi restava che un solo volo, questa volta su un Jumbolino.
Dopo un rullaggio interminabile decolliamo lisci lisci verso l’Italia. Orami conosco questo aereo e pertanto non mi spavento ne quando rientrano “dolcemente” i carrelli, e nemmeno quando vengono retratti i flaps, con quel rassicurante rumore assordante di ferraglia, tipico di questo aereo.
Il bel tempo mi permette di vedermi un gran bel panorama mentre sorvoliamo le alpi. Poi inizia la discesa. Il tempo è comunque sereno, c’è solo un ben allineato strato di nuvolette (stile pecorelle). A terra fa caldo (è agosto) e non tira un soffio d’aria (notizie che chiaramente ho appreso dopo l’atterraggio constatando di persona). In cuor mio penso: “avremo un atterraggio dolce dolce”… non faccio in tempo a concludere il pensiero che, mentre ci accingiamo ad attraversare questo strato di nuvolette si inizia a ballare. Penso: “saranno queste nuvolette del piffero”. Invece si continua a ballare per tutta la discesa in maniera consistente. Chiaramente mi aggrappo al sedile.
Quando finalmente siamo atterrati, uscendo dall’aereo mi aspettavo ci fosse vento… avete presente “manco” l’ombra. La tipica giornata estiva senza un filo d’aria.
Allora perché si ballava tanto?
Ecco, in conclusione mi sono trovato bene, ma ho concluso con un po’ di dubbi (come mai decollo e salita lunghi a Denver – come mai si ballava tanto a Bologna nonostante non vi fosse vento).
Come sempre aspetto volentieri anche i vostri commenti sui miei racconti.
Grazie a tutti.
Ugo
So di dovervi delle scuse per non avervi scritto nell’ultimo periodo.
Dopo il mio rientro, a pochi giorni dalla chiusura del mio ufficio, ho dovuto affannarmi per sistemare il lavoro che inevitabilmente si era accumulato durante la mia trasferta.
Una volta chiuso l’ufficio sono rimasto con la mia famiglia
Una volta riaperto l’ufficio ho dovuto rincorrere nuovamente ciò che si era accumulato dopo la chiusura… per cui eccomi qua, solo ora.
Gli ultimi due voli sono stati buoni: ottimo il primo, sufficiente il secondo.
Il primo volo, quello intercontinentale, è stato effettuato su un A340-600 di Lufthansa: qualcosa di veramente grosso.
Sedevo all’altezza dei motori, comunque prima degli “scarichi” per cui il rumore era decisamente accettabile.
Se avete letto i miei messaggi precendete ormai saprete che sono un po’ maniaco dei rumori, e che non faccio altro che ascoltare il regime dei motori.
Beh, qui in fase di decollo – come quasi sempre – mi sono nuovamente allarmato. Dopo il rullaggio, con chiaramente i motori ad un regime molto basso, “imbocchiamo” la nostra pista per il decollo… apparentemente il regime aumenta di pochissimo… e così iniziamo la nostra corsa, ma in maniera molto blanda… nessuna super accelerazione come normalmente capita (avete presente quando si sente il rumore di sedili perché tutti i passeggeri vengono “spinti” all’indietro dall’accelerazione? Nulla di tutto ciò).
Chiaramente mi allarmo. Inizio a guardare fuori per cercare di percepire se decolla o no… dopo una corsa piuttosto lunga siamo decollati. Una nota: l’aeroporto (Denver) deduco fosse dotato di una pista molto lunga, dato che sulla via di rullaggio a fianco si preparava al decollo un Anotonov 124.
Anche la fase di salita è stata molto lenta, tanto che – rispetto al 777 che mi aveva portato della Germania in Canada – per arrivare in quota e spegnere il segnale delle cinture ci sono voluti circa 40 – 50 minuti contro i dieci del 777.
Dubito che sia una questione di potenza dei motori: ho cercato di darmi una spiegazione pensando al fatto che Denver è a circa 1600 metri di altezza, e l’aria essendo meno densa richiede una salita diversa? Dopo un po’ che ci pensavo mi sono ingarbugliato il cervello ed ho lasciato perdere.
In conclusione, fra il decollo super soft, il poco rumore a bordo, la nutrita zona bagni con tanto di scale (che avevo già visto sul A340-300) in modo da ridurre le file, e un atterraggio senza scossoni devo dire di aver apprezzato questo aereo.
Solo una nota: ho avuto modo di volare sia sui 747 che sugli A340 di Lufthansa, e trovo non all’altezza del nome della compagnia il fatto di non aver installato monitor individuali per l’intrattenimento. Avere ancora grandi televisioni che proiettano di tanto in tanto qualche cosa pensavo fosse ormai superato sui voli intercontinentali di compagnie premium.
Arrivato in Germania, con tempo buono, non mi restava che un solo volo, questa volta su un Jumbolino.
Dopo un rullaggio interminabile decolliamo lisci lisci verso l’Italia. Orami conosco questo aereo e pertanto non mi spavento ne quando rientrano “dolcemente” i carrelli, e nemmeno quando vengono retratti i flaps, con quel rassicurante rumore assordante di ferraglia, tipico di questo aereo.
Il bel tempo mi permette di vedermi un gran bel panorama mentre sorvoliamo le alpi. Poi inizia la discesa. Il tempo è comunque sereno, c’è solo un ben allineato strato di nuvolette (stile pecorelle). A terra fa caldo (è agosto) e non tira un soffio d’aria (notizie che chiaramente ho appreso dopo l’atterraggio constatando di persona). In cuor mio penso: “avremo un atterraggio dolce dolce”… non faccio in tempo a concludere il pensiero che, mentre ci accingiamo ad attraversare questo strato di nuvolette si inizia a ballare. Penso: “saranno queste nuvolette del piffero”. Invece si continua a ballare per tutta la discesa in maniera consistente. Chiaramente mi aggrappo al sedile.
Quando finalmente siamo atterrati, uscendo dall’aereo mi aspettavo ci fosse vento… avete presente “manco” l’ombra. La tipica giornata estiva senza un filo d’aria.
Allora perché si ballava tanto?
Ecco, in conclusione mi sono trovato bene, ma ho concluso con un po’ di dubbi (come mai decollo e salita lunghi a Denver – come mai si ballava tanto a Bologna nonostante non vi fosse vento).
Come sempre aspetto volentieri anche i vostri commenti sui miei racconti.
Grazie a tutti.
Ugo
Bentornato Ugo!
I tuoi racconti di viaggio mi piacciono molto perchè sono sempre così ricchi di particolari che leggendoli mi sembra di volare a mia volta (cosa che purtroppo mi capita soltanto in vacanza
).
Purtroppo non so rispondere adeguatamente ai tuoi quesiti (lo farà, spero, qualche addetto ai lavori) se non con una considerazione: ogni volo fa storia a sé. Non è detto che tutto ciò che si discosta da ciò che hai sperimentato in un precedente volo (una salita più lenta, il regime dei motori che cambia più spesso, ecc.) sia indizio di un problema: è semplicemente un volo diverso, da e per altri aeroporti, con un aereo differente, oppure uguale ma diversamente carico, o con diverse condizioni meteo... i fattori sono talmente tanti!
Il fatto è che le risposte "tecniche" placano la tua curiosità e forse ti tranquillizzano su ciò che è accaduto nei voli che hai fatto; ma procedendo così, se nel prossimo volo tu notassi qualcosa di nuovo -cosa abbastanza probabile- ti spunterebbero nuovi perchè, ti allarmeresti di nuovo e saresti daccapo... per dirla "terra terra" credo che il punto su cui dovresti concentrarti sia: perchè queste cose ti allarmano?


Purtroppo non so rispondere adeguatamente ai tuoi quesiti (lo farà, spero, qualche addetto ai lavori) se non con una considerazione: ogni volo fa storia a sé. Non è detto che tutto ciò che si discosta da ciò che hai sperimentato in un precedente volo (una salita più lenta, il regime dei motori che cambia più spesso, ecc.) sia indizio di un problema: è semplicemente un volo diverso, da e per altri aeroporti, con un aereo differente, oppure uguale ma diversamente carico, o con diverse condizioni meteo... i fattori sono talmente tanti!
Il fatto è che le risposte "tecniche" placano la tua curiosità e forse ti tranquillizzano su ciò che è accaduto nei voli che hai fatto; ma procedendo così, se nel prossimo volo tu notassi qualcosa di nuovo -cosa abbastanza probabile- ti spunterebbero nuovi perchè, ti allarmeresti di nuovo e saresti daccapo... per dirla "terra terra" credo che il punto su cui dovresti concentrarti sia: perchè queste cose ti allarmano?
Evoluzione termica, gioia degli aliantisti.La tipica giornata estiva senza un filo d’aria.
Allora perché si ballava tanto?
Dove il terreno è più caldo l'aria si riscalda e sale in bolle tipo bolle di sapone, ma fatte d'aria e non di sapone. (Peccato, si ridurrebbero i costi di handling lavando gli aerei in volo...

Se non c'è vento le bolle vengono su belle verticali e ovviamente la velocità ascensionale è maggiore.
Se ci resti dentro e spirali come fanno gli alianti, sali, se ci passi solo in mezzo, balli un po'.
Può essere anche un lungo tragitto.
L'altro giorno, tornando da Cannes verso la Svizzera, dall'appennino fino dalle parti di Vercelli è stato un ballo solo e non c'era un filo di vento.
Posso solo immaginare gli urli di gioia degli aliantisti lì intorno...
-
- 00500 ft
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- Iscritto il: 19 marzo 2007, 10:17
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Caro Ugo, ho letto attentamente tutti i tuoi post e ti devo dire che l'andamento schizofrenico della mia paura di volare è esattamente ricalcato sul tuo modello, anche se ho una concezione opposta dal punto di vista dimensionale degli aerei, fosse per me farei Genova Parigi sul 747, o su un A340.
Volo tanto anch'io ed ormai ho finito per convivere pacificamente con la mia paura, ne conosco a mendito le fasi: stressatissimo in decollo, tranquillo in crocera, un pò ansioso in atterraggio, euforico in taxi!!
Mi ha davvero impressionato leggere sul blog di paure identiche alle mie, se prendessimo un volo insieme sarebbe troppo buffo!
Auguri per l'erede!!!!
Volo tanto anch'io ed ormai ho finito per convivere pacificamente con la mia paura, ne conosco a mendito le fasi: stressatissimo in decollo, tranquillo in crocera, un pò ansioso in atterraggio, euforico in taxi!!
Mi ha davvero impressionato leggere sul blog di paure identiche alle mie, se prendessimo un volo insieme sarebbe troppo buffo!

Auguri per l'erede!!!!
I'm forever blowing bubbles, pretty bubbles in the air....
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- Iscritto il: 6 settembre 2006, 16:22
Ciao Ugougo1977 ha scritto:Grazie per il suggerimento. Si, effettivamente quel topic l'ho letto qualche volta. Forse più di qualche.
Indubbiamente le responsabilità del mio lavoro, essere diventato papà da qualche mese (quando mi è capitato l'inconveniente sul volo minneaplolis detroti mancavano solo pochi giorni alla nascita), sono importanti fonti di stress.
Detto questo, sentire la voce del capitano è un po' come guardare in faccia chi sta al volante mentre voi siete seduti al suo fianco: se vedete una espressione incerta, indubbiamente questo vi farà innervosire...
La voce rilassata del capitano è chiaro indice che tutto è a posto... se il capitano non si fa sentire, e il volo è un po' ballerino, beh allora comincio a temere che ci sia in atto chissà quale rischio.
Ancora una volta, quando mi capitò la disavventura negli usa, sul primo volo quando finalmente il capitano disse, "tranquilli, scusate per il fumo, ma i motori vanno benissimo, e l'aereo vola benissimo,fra dieci minuti saremo indietro all'aeroporto"... beh in quel momento, solo in quel momento ho capito che - per quanto brutta fosse stata quella avventura - tutto si era risolto.
Anche il fatto delle telecamere sugli aribus è similare: a volte percepiamo accelerazioni che ci sembrano enormi, in realtà magari il velivolo si è mosso appena (in proporzione alle sue dimensioni): avere un riscontro visivo personalmente mi aiuta.
In fase di decollo i motori sono al massimo, poi poco dopo per n ragioni, il regime cala…. Pur sapendo che è normale in qanto non sempre sono autorizzati a salire alla quota prevista sparati, e poi comunque non è che si tiene il motore al massimo per tutta la salita, ecco che quando sento il motore scendere di giri, e l’accellerazione in salita diminuire, mi viene il panico… perché non saliamo più? Non si sarà mica rotto un motore? O cos’altro? Così inizio a cercare uno di quei benedetti monitor che mostrano i dati di volo, inclusa la quota, per capire se stiamo salendo o no…
Ma anche questi monitor non ci sono sempre, e non sempre mostrano questi dati.
In un volo fra Instabul e Zurigo, presumo per maltempo l’aereo ha volato ad una quota molto più bassa del normale, quindi ha interrotto la salita molto presto e per quasi tutto il volo siamo restati a 6.000 metri… per tutto il volo ho sofferto cercando di capire perché quel aereo non salisse. Perché il capitano non ha detto: “oggi invece di salire diretti a 10.000 metri come si fa di norma, faremo un buon tratto a 3.000 per poi gradualmente arrivare a 6.000”?
Se un vostro amico vi porta in auto e continua a viaggiare in quarta anziché mettere la quinta, ed egli non vi dice nulla, beh, presumo comincereste a pensare che non è capace di guidare e vi preoccupereste; se al contrario vi spiega che la ragione allora ragionereste in maniera diversa. O no?
E poi adesso c'è internet: sempre dopo il volo di minneapolis, quando poi rientrai in Italia cominciai su internet a cercare tracce di quel volo, per capire se quel disguido fosse stato in qualche modo registrato, e ad esso magari fosse stata data una spiegazione. Avevo infatti letto che, indipendentemente dal fatto che ci siano feriti o peggio, se i passeggeri devono essere completamente sbarcati, questo deve essere registrato come un incidente, e quindi approfondito.
Cosi a furia di cercare su internet con parole chiave, come il nome della compagnia, il tipo di velivolo (757), mi sono imbattuto in siti che archiviano ogni disgrazia, addirittura trascrivendo i dialoghi registrati dalle scatole nere.
Per non parlare poi dei siti che collezionano video e immagini..
Per l’arcinoto principio che dice che “la lingua batte dove il dente duole”, pur non volendo leggere quelle cose, continuavo a farlo, e ancora continuo. Esempio: avrò un volo con Air Canada… e via a cercare tutti gli incidenti che hanno caratterizzato questa compagnia… certo che in numero statistico la cosa dovrebbe tranquillizzarmi, ma anche se i numeri sono relativamente piccoli, non so perché ma il disastro aereo psicologicamente fa più paura di molti, forse tutti, gli altri. Se poi a questo si aggiunge che per più o meno ogni incidente ci sono n siti dedicati dove trovi racconti, retroscena, immagini, le registrazioni delle scatole nere, …
È una forma di masochismo figlia di questi tempi moderni, che grazie a strumenti come internet ti permettono di sapere tutto, a volte troppo.
Ugo
non sai quanto ti capisco. Il mio caso è molto simile al tuo. Anche io ho sempre preso l'aereo senza alcun problema, ma dopo un orrendo viaggio al ritorno dalla Spagna è cominciato il panico vero. Giorni d angoscia prima del volo, giorno del volo in panico totale, e durante il volo IL TERRORE!!! Anche io ho studiato ossessivamente tutti i casi di incidenti aerei, per non parlare di quella serie su Sky che illustra minuto per minuto gli incidenti aerei.....
Devo dire però che ultimamente, soprattutto da quando ho scoperto questo forum le cose sono migliorate...cioè ho sempre paura ma non il terrore paralizzante di prima.....spero che possa aiutare anche te!