Paura di volare?
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Paura di volare?
La settimana scorsa ho attraversato l'Italia da Nord a Sud e viceversa in autostrada; essendo l'ultimo finesettimana di agosto mi aspettavo di trovare qualche coda, invece no, il traffico era "intenso ma scorrevole".
Sapete cose vuol dire? Viaggiare a 110-130 Km/h con le altre auto a due metri davanti, dietro, di fianco.
Vi immaginate quali rischi si corrono?
Questa è la paura che si DEVE avere!
Ho volato molto per lavoro e piacere, in aereo ed elicottero, anche con turbolenze che impedivano quasi il controllo del mezzo: non ho paura, non ho mai avuto paura. L'aereo è un mezzo sicuro.
Guidare nelle condizioni che ho descritto per centinaia di Km è la vera paura che si dovrebbe avere.
Pensate a questo quando salite su un aereo.
Ma per un incidente aereo si chiede la chiusura degli aeroporti (vedi Massa Cinquale), per 5000 morti ogni anno sulle strade (solo in Italia) non si chiede la chiusura di nessuna autostrada.
Perchè?
Sapete cose vuol dire? Viaggiare a 110-130 Km/h con le altre auto a due metri davanti, dietro, di fianco.
Vi immaginate quali rischi si corrono?
Questa è la paura che si DEVE avere!
Ho volato molto per lavoro e piacere, in aereo ed elicottero, anche con turbolenze che impedivano quasi il controllo del mezzo: non ho paura, non ho mai avuto paura. L'aereo è un mezzo sicuro.
Guidare nelle condizioni che ho descritto per centinaia di Km è la vera paura che si dovrebbe avere.
Pensate a questo quando salite su un aereo.
Ma per un incidente aereo si chiede la chiusura degli aeroporti (vedi Massa Cinquale), per 5000 morti ogni anno sulle strade (solo in Italia) non si chiede la chiusura di nessuna autostrada.
Perchè?
- Luke3
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credo questo sia uno dei post più belli finora in difesa dell'aeronautica. Quello che non capisco infatti è perchè la gente ha paura di volare e non di salire in auto magari con un conducente che guida di norma a 200 km/h. Per la notizia un incidente aereo non saliamo più sul mezzo con le ali magari per anni, ma per tutti i sabati sera che sentiamo le notizie di morti e morti sulle strade, le automobili le prendiamo tranquillamente.
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Ciao!
sono proprio d'accordo con voi...
Però capisco che la macchina e, per me, anche il treno (io facevo anche 15 ore sugli espressi...)possano dare più tranquillità perchè sono importanti i piedi per terra e c'è quindi la sensazione di gestire la situazione.
Mi rendo conto perfettamente che non è così e che se una macchina sbanda e viene addosso ad alta velocità c'è proprio poco da fare...
Comunque, io sono una che ce la sta facendo a superare la paura dell'aereo...mi auguro che altri riusciranno a godersi la bella sensazione di viaggiare più comodi rispetto all'auto e di raggiungere in poco tempo posti che in altro modo sarebbero impossibili.
ciao
elucchia
sono proprio d'accordo con voi...
Però capisco che la macchina e, per me, anche il treno (io facevo anche 15 ore sugli espressi...)possano dare più tranquillità perchè sono importanti i piedi per terra e c'è quindi la sensazione di gestire la situazione.
Mi rendo conto perfettamente che non è così e che se una macchina sbanda e viene addosso ad alta velocità c'è proprio poco da fare...
Comunque, io sono una che ce la sta facendo a superare la paura dell'aereo...mi auguro che altri riusciranno a godersi la bella sensazione di viaggiare più comodi rispetto all'auto e di raggiungere in poco tempo posti che in altro modo sarebbero impossibili.
ciao
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- Fearless flyer
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Ragazzi OK d'accordo con voi, figuriamoci se non sono d'accordo.
Però la mente non segue necessariamente percorsi euclidei ed il 90% del corpo umano è fatto di liquidi; i liquidi si spostano, si spostano spesso ed in tutte le direzioni.
Non esistono solo i percorsi iper-razionali, esitono anche le emozioni, gli impulsi, le inclinazioni, l'agire istintivo.
Non si possono spiegare le emozioni ed i disagi psicologici seguendo percorsi di indagine solo razionali, altrimenti si finisce per giudicare ed il giudizio ostacola parecchio la comprensione in profondità delle cose e delle persone (secondo me ovviamente).
Perchè, poi, il rischio è che uno, oltre alla paura di volare, si senta anche sciocco perchè immagina che il proprio disagio non abbia dignità di esistere se solo si fosse un pochino più razionali e di buon senso. Ed il risultato è che mentre prima ci si sentiva paurosi si finisce, poi, per sentirsi degli sciocchi paurosi.
Ed invece, se si ripercorre all'indietro la storia del proprio disagio, si scopre che la paura dell'aereo magari arriva alla fine di un percorso del tutto lineare se si considerano tutte le variabili in gioco. Se solo si ha un quadro d'assieme del proprio sviluppo psicologico tutto recupera senso, alla faccia delle statistiche. Ecco perchè le statistiche non servono. Ed io durante i miei corsi non le uso praticamente mai.
La paura non si basa sul concetto di probabilità ma su quello di POSSIBILITA': siamo in grado di escludere la possibilità che il mio volo di domani avrà un incidente? No, bene ho dignità e diritto di avere paura, allora.
La risoluzione del problema, oltre alle statistiche, deve necessariamente includere altre cose: la necessità del controllo a tutti i costi, l'intolleranza dell'incertezza, l'inclinazione a scappare dalle situazioni chiuse e parecchie altre cose.
Insomma la paura di volare non si combatte SOLO citando le statistiche e ribadendo che l'aereo è il mezzo di locomozione più sicuro.
Mi sono spiegato vero?
Luca
Però la mente non segue necessariamente percorsi euclidei ed il 90% del corpo umano è fatto di liquidi; i liquidi si spostano, si spostano spesso ed in tutte le direzioni.

Non esistono solo i percorsi iper-razionali, esitono anche le emozioni, gli impulsi, le inclinazioni, l'agire istintivo.
Non si possono spiegare le emozioni ed i disagi psicologici seguendo percorsi di indagine solo razionali, altrimenti si finisce per giudicare ed il giudizio ostacola parecchio la comprensione in profondità delle cose e delle persone (secondo me ovviamente).
Perchè, poi, il rischio è che uno, oltre alla paura di volare, si senta anche sciocco perchè immagina che il proprio disagio non abbia dignità di esistere se solo si fosse un pochino più razionali e di buon senso. Ed il risultato è che mentre prima ci si sentiva paurosi si finisce, poi, per sentirsi degli sciocchi paurosi.
Ed invece, se si ripercorre all'indietro la storia del proprio disagio, si scopre che la paura dell'aereo magari arriva alla fine di un percorso del tutto lineare se si considerano tutte le variabili in gioco. Se solo si ha un quadro d'assieme del proprio sviluppo psicologico tutto recupera senso, alla faccia delle statistiche. Ecco perchè le statistiche non servono. Ed io durante i miei corsi non le uso praticamente mai.
La paura non si basa sul concetto di probabilità ma su quello di POSSIBILITA': siamo in grado di escludere la possibilità che il mio volo di domani avrà un incidente? No, bene ho dignità e diritto di avere paura, allora.
La risoluzione del problema, oltre alle statistiche, deve necessariamente includere altre cose: la necessità del controllo a tutti i costi, l'intolleranza dell'incertezza, l'inclinazione a scappare dalle situazioni chiuse e parecchie altre cose.
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Forse perché c'è qualcuno che deve vendere auto a tutti i costi?Ma per un incidente aereo si chiede la chiusura degli aeroporti (vedi Massa Cinquale), per 5000 morti ogni anno sulle strade (solo in Italia) non si chiede la chiusura di nessuna autostrada.
Perchè?
Forse perché nessuno si è accorto che l'industria aeronautica è andata a cane in Italia ma se toccano un dipendente delle grandi industrie automobilistiche si riempiono le piazze?
Forse perché i nostri politici fanno demagogia e pensano solo al cadreghino?
Forse perché tutti noi pensiamo che in macchina a noi non succederà mai niente e invece in volo è un successo se sopravviviamo e quindi inconsciamente agevoliamo gli atteggiamenti di cui sopra, relegando il volo a livello di una specie di roulette russa ed affidando alle quattro ruote il ruolo di grande e unico vero mezzo di trasporto?
Ho messo un po' di forse prima di ogni affermazione, perché è solo una mia idea, prima che qualcuno si risenta.
E' solo come la penso io.
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- Rullaggio
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Questa è una spiegazione che mi piace molto, e mi fornisce qualche spunto per descrivervi la mia paura di volare (è bello anche scoprire che ci sono tante paure di volare e il sentirsi meno soli è già un passo per affrontarle in fin dei conti), appena il tempo me lo concederà vi tedierò a dovere, nel frattempo vi leggo con crescente attenzioneFearless flyer ha scritto:Ragazzi OK d'accordo con voi, figuriamoci se non sono d'accordo.
Però la mente non segue necessariamente percorsi euclidei ed il 90% del corpo umano è fatto di liquidi; i liquidi si spostano, si spostano spesso ed in tutte le direzioni.![]()
Non esistono solo i percorsi iper-razionali, esitono anche le emozioni, gli impulsi, le inclinazioni, l'agire istintivo.
Non si possono spiegare le emozioni ed i disagi psicologici seguendo percorsi di indagine solo razionali, altrimenti si finisce per giudicare ed il giudizio ostacola parecchio la comprensione in profondità delle cose e delle persone (secondo me ovviamente).
Perchè, poi, il rischio è che uno, oltre alla paura di volare, si senta anche sciocco perchè immagina che il proprio disagio non abbia dignità di esistere se solo si fosse un pochino più razionali e di buon senso. Ed il risultato è che mentre prima ci si sentiva paurosi si finisce, poi, per sentirsi degli sciocchi paurosi.
Ed invece, se si ripercorre all'indietro la storia del proprio disagio, si scopre che la paura dell'aereo magari arriva alla fine di un percorso del tutto lineare se si considerano tutte le variabili in gioco. Se solo si ha un quadro d'assieme del proprio sviluppo psicologico tutto recupera senso, alla faccia delle statistiche. Ecco perchè le statistiche non servono. Ed io durante i miei corsi non le uso praticamente mai.
La paura non si basa sul concetto di probabilità ma su quello di POSSIBILITA': siamo in grado di escludere la possibilità che il mio volo di domani avrà un incidente? No, bene ho dignità e diritto di avere paura, allora.
La risoluzione del problema, oltre alle statistiche, deve necessariamente includere altre cose: la necessità del controllo a tutti i costi, l'intolleranza dell'incertezza, l'inclinazione a scappare dalle situazioni chiuse e parecchie altre cose.
Insomma la paura di volare non si combatte SOLO citando le statistiche e ribadendo che l'aereo è il mezzo di locomozione più sicuro.
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Se sapevo che lo quotavi neanche lo scrivevola franci ha scritto:Fearless flyer ha scritto: siamo in grado di escludere la possibilità che il mio volo di domani avrà un incidente? No, bene ho dignità e diritto di avere paura, allora.
QUOTO QUOTO QUOTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!



Ma perchè scusa Francesca, tu sei in grado di ESCLUDERE CON CERTEZZA che oggi, mentre ti alleni, una pallonata sulla rete non possa farla staccare facendola attorcigliare stretta stretta intorno al tuo collo?
Eppure ad allenarti ci vai no?

Luca
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...io sono tra quelle che hai descritto "sciocche paurose"...con i piedi per terra riesco anche ad ironizzare sulla mia paura...ma quando mi immagino sull'aereo...Fearless flyer ha scritto: tu sei in grado di ESCLUDERE CON CERTEZZA che oggi, mentre ti alleni, una pallonata sulla rete non possa farla staccare facendola attorcigliare stretta stretta intorno al tuo collo?
Eppure ad allenarti ci vai no?![]()
Luca
...però oggi starò più attenta alla rete...



- aeb
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Volare è anche questo..... vale un piccolo "sforzo"

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Andrea
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Era solo per provocare Francesca...la franci ha scritto:...io sono tra quelle che hai descritto "sciocche paurose"...con i piedi per terra riesco anche ad ironizzare sulla mia paura...ma quando mi immagino sull'aereo...Fearless flyer ha scritto: tu sei in grado di ESCLUDERE CON CERTEZZA che oggi, mentre ti alleni, una pallonata sulla rete non possa farla staccare facendola attorcigliare stretta stretta intorno al tuo collo?
Eppure ad allenarti ci vai no?![]()
Luca
...però oggi starò più attenta alla rete...![]()
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La tendenza al controllo, però, al controllo esasperato può portare a sentirsi sicuri soltanto in alcune situazioni che rispondano a specifici requisiti. E' per questo che le statistiche, DA SOLE, non servono a granchè.
Però c'è un rovescio della medaglia, come in tutte le cose del resto.
Il rovescio della domanda recita così: "ok le statistiche non servono a nulla però come mai io mi sento più sicuro in alcune situazioni oggettivamente più rischiose e meno sicuro in situazioni meno rischiose?"
"Perchè la forbice tra rischio reale e rischio percepito è così larga?"
E' vero che le statistiche non servono ma è anche vero che una risposta a queste domande è necessario darla, perchè è l'inizio del percorso di cambiamento.
Luca
Ultima modifica di Fearless flyer il 11 settembre 2007, 16:45, modificato 1 volta in totale.
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Fearless flyer ha scritto: "ok le statistiche non servono a nulla però come mai io mi sento più sicuro in alcune situazioni oggettivamente più rischiose e meno sicure in situazioni meno rischiose?"
"Perchè la forbice tra rischio reale e rischio percepito è così larga?"






ottimo spunto di riflessione...mi ci vuole qualche tempo per pensarci...grazie
Dall'alto della mia abissale ignoranza io credo che noi non possiamo escludere con certezza che nessuna delle umane attività nelle quali ci impegnamo quotidianamente possa esitare in effetti letali, per cui abbiamo il dovere di essere prudenti, per noi stessi, per chi ci sta vicino o semplicemente per la collettività, che si dovrebbe accollare i costi della nostra imprudenza, come succede ogni sabato notte con troppi giovani.
Però non abbiamo il permesso di avere paura solo perché non esiste la certezza statistica dell'innocuità di ciò che facciamo.
Tuttavia se temiamo qualcosa irrazionalmente, come chi teme il volo, non siamo né sciocchi né paurosi; lo diventiamo se ci aggrappiamo a futilità come possibilità statistiche in proporzione di parti per milione pur di giustificarci.
Poi l'idiozia totale è la mia, che temendo i ragni e sapendo la totale innocuità delle bestiole, dico però che sono pericolosi perché se ne vedo uno mi viene l'infarto...
Come vedete ha ragione Luca: anche quando la statistica dice pericolosità zero (il caso dei ragni, almeno in Italia), la fobia rimane.
Meglio ammetterla senza remore e magari trovare qualcuno che ci aiuti a sconfiggerla, piuttosto che aggrapparci a quell'uno per milione pur di dire che è giusto avere paura.
Però non abbiamo il permesso di avere paura solo perché non esiste la certezza statistica dell'innocuità di ciò che facciamo.
Tuttavia se temiamo qualcosa irrazionalmente, come chi teme il volo, non siamo né sciocchi né paurosi; lo diventiamo se ci aggrappiamo a futilità come possibilità statistiche in proporzione di parti per milione pur di giustificarci.
Poi l'idiozia totale è la mia, che temendo i ragni e sapendo la totale innocuità delle bestiole, dico però che sono pericolosi perché se ne vedo uno mi viene l'infarto...

Come vedete ha ragione Luca: anche quando la statistica dice pericolosità zero (il caso dei ragni, almeno in Italia), la fobia rimane.
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Commosso per l'apprezzamento, ringrazio! Era precisamente questa l'intenzione.... la seconda (ma in realtà ne ho scattate almeno una decina) la trovate in Spotters area: lì l'upload non mi ha dato alcun problema

Andrea
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Le fobie (ragni, aerei, eccetera) non sono assolutamente legate alla oggettiva pericolosità.deltagolf ha scritto: Poi l'idiozia totale è la mia, che temendo i ragni e sapendo la totale innocuità delle bestiole, dico però che sono pericolosi perché se ne vedo uno mi viene l'infarto...
Come vedete ha ragione Luca: anche quando la statistica dice pericolosità zero (il caso dei ragni, almeno in Italia), la fobia rimane.
Meglio ammetterla senza remore e magari trovare qualcuno che ci aiuti a sconfiggerla, piuttosto che aggrapparci a quell'uno per milione pur di dire che è giusto avere paura.
Chi ha paura dei ragni (tanto per fare un esempio a caso

Naturalmente sto generalizzando, in alcuni casi non sarà così ma nella maggioranza dei casi funziona in questo modo.
Anche il solo immaginare l'oggetto fobico può essere sufficiente a scatenare un attacco di panico. Ed il rischio oggettivo nell'immaginazione dove sta?
Basta spostare l'attenzione dall'esterno all'interno e la minaccia si trova subito. La minaccia sta nelle paura delle proprie reazioni alla vista dell'aereo o dei ragni. E' per questo che dico che la paura dell'aereo sta nella testa non sull'aereo...

Luca
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Vero, basta che guardo un documentario sui ragni per passare ore ed ore a guardarmi in giro, me li "sento" addosso!


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Scarica il mio (oh) mamma devo prendere l'aereo!
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Confermo anch'io su questo, non parlatemi di topi, tremo già con i criceti.Fearless flyer ha scritto:Le fobie (ragni, aerei, eccetera) non sono assolutamente legate alla oggettiva pericolosità.deltagolf ha scritto: Poi l'idiozia totale è la mia, che temendo i ragni e sapendo la totale innocuità delle bestiole, dico però che sono pericolosi perché se ne vedo uno mi viene l'infarto...
Come vedete ha ragione Luca: anche quando la statistica dice pericolosità zero (il caso dei ragni, almeno in Italia), la fobia rimane.
Meglio ammetterla senza remore e magari trovare qualcuno che ci aiuti a sconfiggerla, piuttosto che aggrapparci a quell'uno per milione pur di dire che è giusto avere paura.
Chi ha paura dei ragni (tanto per fare un esempio a caso) spesso ne ha paura anche se vede un documentario in televisione. E chi ha paura degli aerei, prova ansia anche se li guarda nel cielo mentre passano.
Naturalmente sto generalizzando, in alcuni casi non sarà così ma nella maggioranza dei casi funziona in questo modo.
Anche il solo immaginare l'oggetto fobico può essere sufficiente a scatenare un attacco di panico. Ed il rischio oggettivo nell'immaginazione dove sta?
Basta spostare l'attenzione dall'esterno all'interno e la minaccia si trova subito. La minaccia sta nelle paura delle proprie reazioni alla vista dell'aereo o dei ragni. E' per questo che dico che la paura dell'aereo sta nella testa non sull'aereo...![]()
Luca
Ma allora come definiere l'ansia che mi asale alsolo pensiero di volare che ho descritto nel mio post?

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e' semplilcemente la differenza fra rischio percepito e rischio reale.
Molta gente fuma due pacchetti di sigarette al giorno ma non salirebbe mai su un aereo.
Se cade un aereo purtroppo va in televisione la notizia fa il giro del mondo...ecc ecc ecc.
In aria poi siamo impotenti...in acqua possiamo nuotare,in strada camminare,correre ma in aria?
Molta gente fuma due pacchetti di sigarette al giorno ma non salirebbe mai su un aereo.
Se cade un aereo purtroppo va in televisione la notizia fa il giro del mondo...ecc ecc ecc.
In aria poi siamo impotenti...in acqua possiamo nuotare,in strada camminare,correre ma in aria?
- spaceodissey
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Affermazione falsa e tendenziosa. Mettimi un ragno addosso mentre guido a 130 all'ora in autostrada e poi mi sai dire se non divento oggettivamente pericolosoFearless flyer ha scritto:Le fobie (ragni, aerei, eccetera) non sono assolutamente legate alla oggettiva pericolosità.

Però, al contrario di altri io non ho paura a vedere ragni sullo schermo (anzi, a vedere "aracnofobia" mi son pure divertito) - così come non mi sudano le mani se vedo un aereo in decollo.
Dei ragni ho paura solo quando me li trovo davanti e non me lo aspetto. Se so che sto per vedere un documentario sui ragni - per dire - sono abbastanza traquillo. Da capire perchè pur sapendo che con l'aereo dovrò decollare mi sento in ansia comunque.
Chuck Norris understands the ending of 2001: a space odyssey
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- Rullaggio
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Quanto è vero Luca.....Insomma la paura di volare non si combatte SOLO citando le statistiche e ribadendo che l'aereo è il mezzo di locomozione più sicuro.
Io sono laureata in statistica e so perfettamente quanto l'aereo sia un mezzo di locomozione sicuro eppure non basta....
Proprio ieri sera parlando con mio marito gli ho detto che se solo penso a quante persone che conoscevo sono morte in un incidende stradale, sempre troppi purtoppo, e quanti in uncidente aereo, cioè nessuno, mi sento una cretina!!!!
Ma la paura nasce altrove non di certo dalla logica o dalla matematica.
Tanto per sdrammatizzare un pò vi racconto quello che ha detto il professore di statistica, il buon Leti, il mio primo giorno di università (ormai 14 anni fa...).
Ci chiese se sapevamo chi era uno statistico e noi cercammo di dare delle risposte sensate e intelligenti, ma lui sorridendo ci disse :
"Lo statistico è colui che quando viaggia in aereo porta con se una bomba, perchè la probabilità che ce ne siano due è praticamente nulla!!"

Buona giornata
Antonella
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Non puoi limitarti a dire che è una bella domanda Antonella.....Anto ha scritto:Questa è proprio una bella domanda!!!"Perchè la forbice tra rischio reale e rischio percepito è così larga?"
...la TUA risposta qual'è?

Luca
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Questa si che è bellissima! Nella Grande Guerra dicevano ai fanti di gettarsi nel cratere di una bomba appena esplosa, perché è improbabile che due bombe cadano nello stesso punto.Anto ha scritto: "Lo statistico è colui che quando viaggia in aereo porta con se una bomba, perchè la probabilità che ce ne siano due è praticamente nulla!!"![]()
Ma se uno dicesse "faccio cadere un aereo così per questo mese volo tranquillo?"...