37 passeggeri Swiss respinti a Tripoli
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37 passeggeri Swiss respinti a Tripoli
Le autorità libiche hanno respinto 37 passeggeri arrivati ieri all'aeroporto di Tripoli su un volo di Swiss in provenienza da Zurigo. Motivo: i viaggiatori non erano muniti di una traduzione araba del passaporto.
La compagnia aerea non era stata informata di questa nuova regola, ha indicato oggi Jean-Claude Donzel, portavoce di Swiss, confermando un'informazione di "NZZ Online". Dei 115 passeggeri, 37 hanno quindi dovuto far ritorno in Svizzera sullo stesso velivolo che li aveva portati nel paese di Gheddafi. A causa di questo contrattempo, l'aereo è ripartito con due ore di ritardo.
La nuova regolamentazione, entrata in vigore proprio ieri, prevede che solo gli stranieri in possesso di un passaporto arabo o di una sua traduzione in lingua araba ufficialmente riconosciuta possano entrare in Libia.
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La compagnia aerea non era stata informata di questa nuova regola, ha indicato oggi Jean-Claude Donzel, portavoce di Swiss, confermando un'informazione di "NZZ Online". Dei 115 passeggeri, 37 hanno quindi dovuto far ritorno in Svizzera sullo stesso velivolo che li aveva portati nel paese di Gheddafi. A causa di questo contrattempo, l'aereo è ripartito con due ore di ritardo.
La nuova regolamentazione, entrata in vigore proprio ieri, prevede che solo gli stranieri in possesso di un passaporto arabo o di una sua traduzione in lingua araba ufficialmente riconosciuta possano entrare in Libia.
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Re: 37 passeggeri Swiss respinti a Tripoli
tovi ha scritto:Le autorità libiche hanno respinto 37 passeggeri arrivati ieri all'aeroporto di Tripoli su un volo di Swiss in provenienza da Zurigo. Motivo: i viaggiatori non erano muniti di una traduzione araba del passaporto.
La compagnia aerea non era stata informata di questa nuova regola, ha indicato oggi Jean-Claude Donzel, portavoce di Swiss, confermando un'informazione di "NZZ Online". Dei 115 passeggeri, 37 hanno quindi dovuto far ritorno in Svizzera sullo stesso velivolo che li aveva portati nel paese di Gheddafi. A causa di questo contrattempo, l'aereo è ripartito con due ore di ritardo.
La nuova regolamentazione, entrata in vigore proprio ieri, prevede che solo gli stranieri in possesso di un passaporto arabo o di una sua traduzione in lingua araba ufficialmente riconosciuta possano entrare in Libia.
Ci si comporti allo steso modo con i signori libici che entrano in Europa...visto che la legge del taglione è una regola che loro stessi hanno sempre adottato...
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Re: 37 passeggeri Swiss respinti a Tripoli
Ci si comporti allo stesso modo con i signori libici che vogliono entrare in Europa...visto che la legge del taglione è una regola che loro stessi han sempre adottato.araial14 ha scritto:tovi ha scritto:Le autorità libiche hanno respinto 37 passeggeri arrivati ieri all'aeroporto di Tripoli su un volo di Swiss in provenienza da Zurigo. Motivo: i viaggiatori non erano muniti di una traduzione araba del passaporto.
La compagnia aerea non era stata informata di questa nuova regola, ha indicato oggi Jean-Claude Donzel, portavoce di Swiss, confermando un'informazione di "NZZ Online". Dei 115 passeggeri, 37 hanno quindi dovuto far ritorno in Svizzera sullo stesso velivolo che li aveva portati nel paese di Gheddafi. A causa di questo contrattempo, l'aereo è ripartito con due ore di ritardo.
La nuova regolamentazione, entrata in vigore proprio ieri, prevede che solo gli stranieri in possesso di un passaporto arabo o di una sua traduzione in lingua araba ufficialmente riconosciuta possano entrare in Libia.
Ci si comporti allo steso modo con i signori libici che entrano in Europa...visto che la legge del taglione è una regola che loro stessi hanno sempre adottato...
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Dal sito del Ministero degli Affari Esteri:
Le Autorità libiche hanno dato applicazione la mattina dell'11 novembre 2007 ad una disposizione secondo cui i cittadini stranieri in entrata ed in uscita dal Paese sono tenuti ad esibire la traduzione in lingua araba dei dati anagrafici risultanti dal passaporto all'interno dello stesso libretto. Tale traduzione, di norma effettuata dalla Questura, dovrebbe essere sottoposta alle Autorità libiche al momento della richiesta di visto d'ingresso presso l'Ambasciata libica (Ufficio Popolare della Jamahiria Araba Libica Popolare Socialista) a Roma. I cittadini stranieri sprovvisti di tale traduzione sul passaporto non saranno ammessi nel Paese, anche se in possesso di visto d' ingresso (si sono verificati per questa ragione numerosi casi di rientro di stranieri nel Paese di provenienza). Maggiori informazioni potranno essere chieste alle Agenzie di viaggio, all' Ambasciata libica a Roma ed al Consolato Generale d'Italia a Tripoli.
Le Autorità libiche hanno dato applicazione la mattina dell'11 novembre 2007 ad una disposizione secondo cui i cittadini stranieri in entrata ed in uscita dal Paese sono tenuti ad esibire la traduzione in lingua araba dei dati anagrafici risultanti dal passaporto all'interno dello stesso libretto. Tale traduzione, di norma effettuata dalla Questura, dovrebbe essere sottoposta alle Autorità libiche al momento della richiesta di visto d'ingresso presso l'Ambasciata libica (Ufficio Popolare della Jamahiria Araba Libica Popolare Socialista) a Roma. I cittadini stranieri sprovvisti di tale traduzione sul passaporto non saranno ammessi nel Paese, anche se in possesso di visto d' ingresso (si sono verificati per questa ragione numerosi casi di rientro di stranieri nel Paese di provenienza). Maggiori informazioni potranno essere chieste alle Agenzie di viaggio, all' Ambasciata libica a Roma ed al Consolato Generale d'Italia a Tripoli.
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Perché ci sono molti paesi nei quali per entrare non basta avere il passaporto elettronico, ma occorre anche il visto (ad esempio, la Russia). Per quanto riguarda la Libia, oltre al visto ci vuole anche la traduzione in arabo dei dati anagrafici; hanno deciso così, e d'altronde ogni Paese è libero di fissare le regole che vuole per l'ingresso degli stranieri sul proprio territorio.Nik ha scritto:E perchè allora sono stati lasciati nel loro paese?Sissignore, quello elettronico vale in tutto il mondo
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Dal sito della Polizia di Stato:
Il passaporto ordinario è valido per tutti i Paesi i cui governi sono riconosciuti da quello italiano e può essere ottenuto da tutti i cittadini della Repubblica. Il passaporto viene rilasciato e rinnovato dalle questure e, all'estero, dalle rappresentanze diplomatiche e consolari.
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D'accordissimo,ci mancherebbe che ogni paese non dovesse "abusare" della propria sovranità,le regole,soprattutto quelle nuove si applicano con un lasso di tempo intermedio che permettano di metabolizzare quanto di innovato o cambiato,è prassi di ogni nazione civile.Sono tantissimi gli stati che richiedono visti e norme di condotta amministrativa e non,per potervi accedere;ma se io sprovveduto viaggiatore,ti sto raggiungendo,e tu il giorno prima applichi una legge senza renderla temporaneamente elastica rifiutandomi l'ingresso,non fai altro che rimarcare un'inefficacia organizzativa e democratica atavica...ed è proprio il caso della Libia.Bacione ha scritto:Perché ci sono molti paesi nei quali per entrare non basta avere il passaporto elettronico, ma occorre anche il visto (ad esempio, la Russia). Per quanto riguarda la Libia, oltre al visto ci vuole anche la traduzione in arabo dei dati anagrafici; hanno deciso così, e d'altronde ogni Paese è libero di fissare le regole che vuole per l'ingresso degli stranieri sul proprio territorio.Nik ha scritto:E perchè allora sono stati lasciati nel loro paese?Sissignore, quello elettronico vale in tutto il mondo
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Il nostro paese lo fa eccome!!! Si può esser d'accordo o meno sul tipo di lmeccanismo che regola le entrate,ma ha leggi democratiche non dissimili da tutti gli altri paesi europei.Nik ha scritto:A parte il nostro!!...forse non dovevo dirloogni Paese è libero di fissare le regole che vuole per l'ingresso degli stranieri sul proprio territorio.![]()
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Si si l'ho appena studiato in diritto...dicevo per scherzo perchè non d'accordo con i metodi.Il nostro paese lo fa eccome!!! Si può esser d'accordo o meno sul tipo di lmeccanismo che regola le entrate,ma ha leggi democratiche non dissimili da tutti gli altri paesi europei.
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Vorrei dire tante cose su questo fatto ma limito me stesso a dire..anzi non dico neanche questo.
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Il discorso della traduzione in arabo ci potrebbe anche stare : d'altro canto anche noi chiediamo la traduzione in caratteri occidentali dei documenti cinesi, cirillici o cose simili, ma sono cose che si fanno in ambasciata prima di partire.
Certo e' che se oggi cambi la legge e domani la applichi al 100% allora la cosa assume un sapore decisamente provocatorio.
Se ci mettiamo anche la pretesa di usare in occidente fotografie col Burka nero che copre tutto il corpo (non solo il volto) allora c'e' davvero qualcosa che non quadra tra le due culture.
Per noi fare una traduzione in arabo del passaporto non e' una cosa grave (se si va li ovviamente) : si paga la traduzione e la cosa finisce li.
Forse sarebbe piu' dura per loro fare fotografie a volto scoperto, o andare in spiagge dove donne e uomini non siano separati : noi abbiamo questi costumi, e chi vuol venire qui li deve rispettare, cosi' come loro (giustamente) pretendono sempre di piu' il rispetto delle loro usanze (scrittura compresa).
Rimango attonito quando ci sono quei comuni italiani, che mettono a disposizione piscine comunali con orari per sole donne che fanno il bagno praticamente vestite : mi spiace, ma la tolleranza e' una cosa mentre la sudditanza verso i costumi di altre culture e' cosa ingiusta, soprattutto se si limitano strutture pubbliche omettendo peraltro sacrosanti principi igenici.
Tornando al tema comunque ribadisco che la richiesta della traduzione dei documenti in arabo non e' cosa grave : al massimo danneggia quel paese che si irrigidisce, allontanandolo ulteriormente dal resto del mondo.
Chi va in Libia? : tantissima gente occidentale sta facendo fior di affari con Gheddafi, li non si va per vacanza ma per lavoro.
lavori pagati profumatissimamente (soprattutto in certi settori economici), ma anche ad alto rischio (vedi il caso delle infermiere bulgare).
key.
Certo e' che se oggi cambi la legge e domani la applichi al 100% allora la cosa assume un sapore decisamente provocatorio.
Se ci mettiamo anche la pretesa di usare in occidente fotografie col Burka nero che copre tutto il corpo (non solo il volto) allora c'e' davvero qualcosa che non quadra tra le due culture.
Per noi fare una traduzione in arabo del passaporto non e' una cosa grave (se si va li ovviamente) : si paga la traduzione e la cosa finisce li.
Forse sarebbe piu' dura per loro fare fotografie a volto scoperto, o andare in spiagge dove donne e uomini non siano separati : noi abbiamo questi costumi, e chi vuol venire qui li deve rispettare, cosi' come loro (giustamente) pretendono sempre di piu' il rispetto delle loro usanze (scrittura compresa).
Rimango attonito quando ci sono quei comuni italiani, che mettono a disposizione piscine comunali con orari per sole donne che fanno il bagno praticamente vestite : mi spiace, ma la tolleranza e' una cosa mentre la sudditanza verso i costumi di altre culture e' cosa ingiusta, soprattutto se si limitano strutture pubbliche omettendo peraltro sacrosanti principi igenici.
Tornando al tema comunque ribadisco che la richiesta della traduzione dei documenti in arabo non e' cosa grave : al massimo danneggia quel paese che si irrigidisce, allontanandolo ulteriormente dal resto del mondo.
Chi va in Libia? : tantissima gente occidentale sta facendo fior di affari con Gheddafi, li non si va per vacanza ma per lavoro.
lavori pagati profumatissimamente (soprattutto in certi settori economici), ma anche ad alto rischio (vedi il caso delle infermiere bulgare).
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