nube temporalesca

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airone
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nube temporalesca

Messaggio da airone »

ciao
la nube temporalesca è il fenomeno più pericoloso per il volo per tutti i tipi di a/m.
Durante la loro evoluzione,i temporali passano attraverso 3 stadi.
1) LO STADIO DI FORMAZIONE DEL CUMULO
2)LO STADIO DI MATURAZIONE
3)LO STADIO DI DISSOLVIMENTO
durante il primo stadio la nube si gonfia e cresce verticalmente grazie alle correnti ascensionali,le goccioline d'acqua sono piccolissime ma la loro dimensione crescerà per aggregazione man mano che la nube cresce.
sotto l'azione del loro peso,che le porta verso il basso e la corrente ascensionale che le riporta in alto,le gocce vanno soggette a numerosi sfregamenti,si ionizzano,in conseguenza della quale cominciano le scariche elettriche(fulmini,tuoni).
quando l'aria ascendente porta le grosse gocce d'acqua al di sopradello 0 termico si incominciano a formare i grani di GRANDINE;quando le gocce d'acqua ,o grani, sono troppo pesanti cadono.durante la discesa la pioggia trascina con se una grossa quantità d'aria e si crea cosi una corrente discendente fradda .quando questa violenta raffica urta con il suolo si espande lateralmente dando luogo alla PRIMA RAFFICA.
A questo punto la cellula temporalesca ha raggiunto la maturazione.
Lo stadio di dissolvimento è caratterizzato da correnti discendenti che portano la cellula ad esaurimento. :D
paolo
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Boeing Triple Seven
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Messaggio da Boeing Triple Seven »

Grazie per questa informazione tecnica.

Quindi e ho capito bene, le nubi temporalesche sono quelle che vediamo quando c'è beol tempo e che ci piacciono tanto :P Skerzo!

CIAO
Pasquale

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Messaggio da Slowly »

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MDA

Messaggio da MDA »

Ciao, complimenti.
Mi sembra che ci sia un lasso di tempo ben preciso tra i 3 stadi, ovvero formazione, maturazione e dissolvimento: dovrebbe essere attorno ai 30 minuti.
Puoi confermarmi questo e dirmi qualcosa di più?

Ciao

Mauro
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davymax
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Messaggio da davymax »

Aggiungo:

Lo stadio di DISSOLVIMENTO è anche facilmente riconoscibile guardando il "top" della nube, cioè la parte più alta, caratterizzata in questo stadio dalla forma ad INCUDINE.

Ciao
Davide
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Messaggio da airone »

MDA ha scritto:Ciao, complimenti.
Mi sembra che ci sia un lasso di tempo ben preciso tra i 3 stadi, ovvero formazione, maturazione e dissolvimento: dovrebbe essere attorno ai 30 minuti.
Puoi confermarmi questo e dirmi qualcosa di più?

Ciao

Mauro

giusto. il lasso di tempo è di 30-35 minuti.
i temporali vengono classificati in
TEMPORALI DI MASSA D'ARIA,sono generati dal surriscaldamento diurno della superficie del terreno,si formano nelle ore pomeridiane,essi durano da 20min a un'ora.
TEMPORALI DI NATURA FRONTALE,sono generati dall'innalzamento dell'aria più calda durante il movimento di un fronte,durano parecchi giorni :D :D :D :D :D :D . se vuoi sapere altro scrivi.......
ciao :) :) :)
paolo
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Flyer
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Messaggio da Flyer »

airone ha scritto:
MDA ha scritto:Ciao, complimenti.
Mi sembra che ci sia un lasso di tempo ben preciso tra i 3 stadi, ovvero formazione, maturazione e dissolvimento: dovrebbe essere attorno ai 30 minuti.
Puoi confermarmi questo e dirmi qualcosa di più?

Ciao

Mauro

giusto. il lasso di tempo è di 30-35 minuti.
i temporali vengono classificati in
TEMPORALI DI MASSA D'ARIA,sono generati dal surriscaldamento diurno della superficie del terreno,si formano nelle ore pomeridiane,essi durano da 20min a un'ora.
TEMPORALI DI NATURA FRONTALE,sono generati dall'innalzamento dell'aria più calda durante il movimento di un fronte,durano parecchi giorni :D :D :D :D :D :D . se vuoi sapere altro scrivi.......
ciao :) :) :)
Per essere corretti la fase di dissolvimento può durare fino a 1-2 ore....

Visto che siamo in argomento di fenomeni pericolosi, parliamo anche un po' del ghiaccio????? :shock: :shock:

Ciao
Andrea Covelli
MDA

Messaggio da MDA »

Ok, altro: in quali circostanze si può formare una nuova cellula temporalesca, con ripetizione del ciclo dei 3 stadi?
E si può formare nuovamente ove se nè appena dissolta una?

Ciao.

Mauro
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Messaggio da Flyer »

MDA ha scritto:Ok, altro: in quali circostanze si può formare una nuova cellula temporalesca, con ripetizione del ciclo dei 3 stadi?
E si può formare nuovamente ove se nè appena dissolta una?

Ciao.

Mauro
Una cellula temporalesca ha come base due fattori:

1) instabilità dell'aria, o perlomeno instabilità condizionata

2) sufficiente umidità

L'aria, salendo, si raffredda, raggiungendo il punto di condensazione. Si forma una nuvola.

Se l'aria è sufficientemente instabile, le correnti ascenzionali sono molto forti, la nuvola si sviluppa in verticale, riuscendo in alcuni casi anche a bucare la tropopausa. Si è formata una cellula temporalesca.

L'aria comincia a salire, inizialmente, per svariate cause, una delle quali può essere associata alla presenza di un'altra cellula temporalesca.

Durante la fase di maturazione e di dissolvimento, ci sono correnti discensionali abbastanza intense, a volte moooolto intense.

Come detto da airone, quando queste impattono col suolo, sono costrette a cambiare direzione procedendo parallele al suolo, microbust, dopodichè l'aria tende a tornare verso la cellula temporalesca, con correnti ascenzionali, creado, tra l'altro windshear.

Queste correnti ascenzionali possono dar origene a un nuovo processo di formazione di un'altra cellula temporalesca.

Adios
Andrea Covelli
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Messaggio da filippo1974 »

Ciao,

in realtà basta poco, se le condizioni sono idonee, per innescare la formazione di una nube a sviluppo verticale. La chiave di tutto sta nel concetto di gradiente adiabatico secco e saturo. Ovvero, come si modifica la temperatura di una massa d'aria che sale rispetto ad altra aria che la circonda, a seconda che durante la salita si verifichino fenomeni di condensazione (gradiente adiabatico saturo) o meno (gradiente adiabatico secco). Attenzione a non confondere questo gradiente con quello denominato gradiente termico verticale, che esprime invece la variazione di temperatura dell'aria in quiete all'aumentare della quota. Quest'ultimo, come è noto, è mediamente di circa 6 °C per 1000 metri. Il gradiente adiabatico, invece, esprime la diminuzione di temperatura di una massa d'aria che sale, quindi si muove, per il fatto che questa massa salendo incontra via via pressioni sempre più basse, e quindi si espande di volume, diminuendo la propria temperatura. Poiché l'aria è un pessimo conduttore di calore, questo raffreddamento dovuto all'espansione si ha praticamente senza scambio di calore con l'altra aria che circonda questa massa in ascesa, da cui la denominazione "adiabatico" nel gradiente.

Il punto chiave è che il gradiente adiabatico saturo è molto basso (meno di 1 °C per 1000 metri) mentre quello secco è molto più elevato (circa 9 °C per 1000 metri). La differenza si spiega col fatto che in presenza di condensazione, il vapore acqueo passa dallo stato gassoso a quello liquido cedendo calore (calore latente) alla massa d'aria che lo contiene e quindi impedendone il raffreddamento con l'aumentare della quota.

Il meccanismo di base per la formazione di una nube è abbastanza semplice: se una massa d'aria viene indotta a salire per un qualunque motivo (vedi l'intervento di Andrea, che ha spiegato alcune delle ragioni per cui questo accade) ciò che succederà poi dipenderà in ogni momento dalla temperatura di questa massa d'aria che sale rispetto all'aria che la circonda. Poiché l'aria più calda è meno densa, la nostra massa d'aria continuerà a salire fintantoché sarà circondata da aria più fredda. Salendo, dicevamo, la massa d'aria è soggetta ad un raffreddamento espresso dal gradiente adiabatico secco fintantoché non si verifica la condensazione. Essendo questo gradiente secco di valore elevato (9 °C per 1000 m) rispetto al gradiente termico verticale medio (6 °C per 1000 m), ben presto la massa d'aria in ascesa sarà più fredda dell'aria circostante, e il fenomeno di ascesa si arresterà. L'aria è stabile, i moti convettivi non si sviluppano, niente temporali.

Se invece l'aria in ascesa è molto umida, o è circondata da aria con un gradiente termico verticale molto elevato (più di 9 °C per 1000 m), l'ascesa continuerà, si arriverà alla condensazione del vapore acqueo contenuto in questa massa che sale, e da qui in avanti il moto ascensionale sarà ancora più marcato: questo perché la temperatura dell'aria che sale, in virtù del gradiente adiabatico saturo, praticamente non diminuirà più e quindi la differenza di temperatura con l'aria circostante sarà sempre più elevata, aumentando l'instabilità e alimentando quindi il moto ascensionale. Si sta formando la nube temporalesca, che nei casi estremi può anche "sforare" la tropopausa, data la elevata velocità ascensionale che la massa d'aria acquisisce e che induce quindi per inerzia la massa stessa a salire fino alla stratosfera, nella quale il gradiente termico verticale è zero e quindi in teoria non dovrebbero avvenire fenomeni convettivi.

La violenza dei moti convettivi interni alla nube temporalesca determinerà, oltre a fenomeni quali microbursts e raffiche al suolo, come descriveva Andrea, anche il genere di precipitazioni. Nubi temporalesche a sviluppo verticale molto marcato e con moti convettivi molto forti saranno più propense a scaricare a terra grandinate, dato che le gocce che si formano internamente alla nube vengono trascinate dalle correnti verticali fino a quote dove la temperatura esterna è di -30 o -40 °C, e vi rimangono per un tempo sufficiente ad accrescere i chicchi di ghiaccio a dimensioni tali che durante la loro caduta a terra non fanno a tempo a sciogliersi.

Ciao
Filippo
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Flyer
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Messaggio da Flyer »

ciao filippo,

la tua descrizione è ottima...

vorrei solo fare una precisazione.

Il concetto chiave, non è ne il gradiente adiabatico secco ne quello saturo, o meglio non sono elementi determinanti.

Mi spiego.

Il gradiente adiabatico secco è costante, 3°/1000 piedi, quello saturo è variabile, ma puà essere considerato, mediamente 1,5°/1000 piedi, varia, di poco, nell'ordine di circa 3 gradi, in base alla latitudine.

Il concetto chiave è proprio il gradiente termico verticale. Sarà questo, infatti, a determinare la stabilità o meno dell'aria.

Se così non fosse, ogni massa d'aria "costretta" a salire e abbastanza umida darebbe luogo a un CB....

In caso di isotermia, per esempio, o con gradienti termici inferiori a 1,5°/1000 piedi, non si formerà un CB, forse uno strato.

Adios
Andrea Covelli
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Messaggio da airone »

quoto tutto.
ciao :D :D :D :D :D
paolo
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Messaggio da filippo1974 »

Ciao Andrea,

giusta la tua precisazione. Quello che io volevo sottolineare col mio intervento e forse mi sono spiegato male, era che una formazione di nubi cumuliformi non avviene necessariamente solo in presenza di un gradiente termico verticale particolarmente alto, come appunto può accadere in regime di aria instabile: una massa d'aria che sale anche di poco (per esempio sospinta da moti convettivi innescati dal riscaldamento del suolo, vedi in montagna), ma che in quella pur breve salita permette al vapore acqueo contenuto in essa di condensarsi (cosa che può avvenire ad esempio in situazioni di elevata umidità relativa: essendo l'aria già quasi satura, basta una diminuzione anche modesta di temperatura per provocare la condensazione) porterà lo stesso allo sviluppo di nubi, anche in aria con gradiente termico verticale non particolarmente alto. Avere una massa d'aria la cui temperatura con la quota decresce meno di quella dell'aria circostante (atmosfera instabile) o avere una massa d'aria la cui temperatura con la quota non decresce quasi per niente (condensazione in corso) non cambia molto ai fini dell'equilibrio della massa stessa rispetto all'aria che la circonda.

Naturalmente, se ha luogo un fenomeno di inversione termica in quota (e quindi la temperatura ambiente non solo non decresce con la quota ma può addirittura aumentare), qualunque sia la ragione per cui la massa d'aria sta salendo (instabilità dell'aria o condensazione in corso), questa si arresterà.

L'inversione termica è sempre presente dalla tropopausa in su (nella stratosfera il gradiente termico verticale è zero, la temperatura si mantiene costante intorno ai -56 °C), mentre può verificarsi localmente a quote più basse.

E' chiaro che comunque un basso gradiente termico verticale è un bel deterrente per la formazione di nubi cumuliformi e porta molto più facilmente alla formazione di nubi stratiformi, che è quello che dicevi tu appunto.

Non so se con la precisazione che ho fatto sopra, la mia esposizione iniziale risulta ora più sensata...

Ciao
Filippo
Ultima modifica di filippo1974 il 1 agosto 2005, 15:27, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da Slowly »

Ottimo Topic, bravi fanciulli!

:wink:
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Messaggio da Flyer »

Esatto Filippo, in questo caso, quello descritto da de, l'aria si dice condizonalmente stabile. Di per se l'aria è stabile, le particelle più basse non cominciano spontaneamente un moto ascendente. Se, però, sono costrette a farlo, vedi turbolenza, microbust, montagne, ecc. e raggiungono la saturazione, continueranno spontaneamente il moto ascendente.

Comunque il fattore determinante è il gradiente termico verticale.

In via generale si può riassumenre così:

gradiente termico verticale <1,5°/1000 piedi - aria totalmente stabile

gradiente termico verticale >1,5°/1000 piedi ma <3°/1000 piedi - aria condizionalmente instabile

gradiente termico verticale >1,5°/1000 piedi - aria totalmente instabile

Adios
Andrea Covelli
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Messaggio da filippo1974 »

Flyer ha scritto:Esatto Filippo, in questo caso, quello descritto da de, l'aria si dice condizonalmente stabile.
Ecco, questa non la sapevo :oops: . A buon rendere, ho imparato una cosa nuova... :wink:

Ciao Andrea!
Filippo
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Messaggio da MDA »

Infatti.
Anch'io sapevo che il gradiente adiabatico secco è di 1° ogni 100 mt. e quello saturo è di 0,5-0,6° ogni 100 mt., a parte questo le informazioni che avete fornito sono state molto esaurienti!

Ma come ha detto Flyer, vogliamo parlare del ghiaccio?

Ciao.

Mauro
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