Take Off ha scritto:Ciao, complimenti per il sangue freddo e la decisione tempestiva!
Il tuo intervento mi ha ricordato un vecchio post di deltagolf, disponibile
qui, in cui si affermava che in montagna pochi nodi di vento a bassa quota possano trasformarsi facilmente in condizioni meteo difficili a quote più elevate.
Da profano, sarei curioso di conoscere come si possano riconoscere in tempo queste condizioni, e sapere se qualcun altro dei nostri piloti ha provato un'esperienza simile a quella raccontata da I-OHDB.
Grazie e buona giornata
Federico
Ringrazio Federico per l'attenzione a un mio vecchio post.
Le carte in quota aiutano molto; altrettanto aiuta la conoscenza della micrometereologia locale, perché la conformazione delle montagne può rendere più o meno pericolosa una certa situazione di vento; ad esempio dalle mie parti, a parità di nodi, gli effetti cambiano grandemente in funzione della provenienza del vento.
Potrei pensare di andare in montagna con sette o otto nodi da sud, non lo farei mai con altrettanto vento da nord.
Oltre a ciò, le nazioni alpine aeronauticamente più attente mettono a disposizione dei piloti un servizio chiamato ASTA (non mi ricordo il significato della sigla perché è in tedesco, lingua che conosco quasi niente) nel quale è comunicata l'intensità del vento in punti caratteristici delle Alpi, quali valichi alpini, cime, versanti interessati da rotte caratteristiche come quelle riportate sui GAFOR eccetera.
Austro Control per una cifra modica comunica queste cose in internet direttamente a casa dei piloti, così come fanno Svizzera e Germania.
La situazione è quindi, almeno in queste nazioni o se si vola da e per queste nazioni ben gestibile negli aeroporti locali, via internet o con una semplice telefonata all'ufficio meteo del posto o a qualunque persona gentile che abbia voglia di rispondere.
Contrariamente a quanto potrebbe pensare una persona non del settore, il vento non è solo una faccenda di decollo e atterraggio e se è in asse pista sull'aeroporto di partenza e di destinazione il problema è finito; oltre alle problematiche di deriva, che ogni allievo conosce bene dai primi giorni della sua vita aeronautica, quando si comincia a tormentarlo col triangolo del vento, soprattutto su aerei leggeri e in particolari orografie, il vento è un fattore da conoscere profondamente; si può sfruttare volando sul lato sopravento di una parete per fare quota, ti può buttare per terra se ti trovi sul lato sottovento nei rotori.
Anche in pianura un semplice filare d'alberi può creare rotori, fastidiosi per un aereo di AG, pericolosi per qualcosa di più leggero come un ULM; da me, ad esempio, quando si atterra 08 e si salta un filare d'alberi i corto finale, una discreta botterella si prende sempre. Quindi il vento va considerato sempre, comunque e lungo tutta la rotta.
Non conosco le zone in cui si è verificato l'episodio citato da I-OHDB, quindi non posso giudicare, né ne sarei all'altezza e, soprattutto, me ne guarderei bene.
Dalle mie parti con 15 nodi non si aprono gli hangar perché significa che in quota neanche tanto alta si trovano cinquanta nodi come ridere.
Il diagramma che segue parla chiaro sulla situazione di quella giornata.
(Forse non si vede nell'immagine, ma la fonte è MeteoSchweiz)
Complimenti al collega pilota che ha portato a casa la pelle e, soprattutto, che dimostra la volontà di imparare dagli episodi vissuti.