

I voli da e per la foresta non sono mai puntuali. Per cui, armarsi di pazienza e stiparsi nella saletta dove inganneremo l’attesa a suon di caffè e stuzzichini. Io però conquisto l’unico posticino con vista sull’esterno e mi dimentico volentieri di piluccare. Nell’oretta abbondante di attesa osservo vari movimenti. Due esempi (la luce non aiuta, ma lo sfondo è suggestivo):


Quando un ospite parcheggia proprio davanti al mio naso mi incuriosisco alle operazioni, che non ho mai osservato così da vicino.



Fatto che mi incuriosisce parecchio, prima avvicinano il finger...

...poi ci ripensano



Ad un certo punto, avvisto questo:

Ed è proprio il mio! (si fa per dire



Dash-8 Q202, HC-CFK. È il mio rimo volo con un aereo a elica e nel check–in collettivo fatto da Angelo mi è capitato il posto 1F! Ad imbarcarci siamo soltanto noi ed il gruppo americano. Il volo è così breve che non ho il tempo di chiedere all’unica hostess (molto indaffarata con snack e bevande) di usare la fotocamera e stiamo già scendendo. Il panorama comunque è simile a quello del volo Milano–Madrid… una distesa di nubi, niente Ande, niente vulcani. Eccoci a Coca… (il cielo promette bene


Ed ecco il ritiro bagagli.

Questo invece è il “bus” per il porto fluviale


Mentre attendiamo il mezzo per proseguire il viaggio possiamo distrarci con alcuni animali evidentemente abituati alla presenza dei turisti:


Una ragazza del gruppo americano si accaparra due scimmiette e se le tiene in mano per un pezzo; io provo a fare lo stesso con un’altra e rimedio un morso sul dito (il trucco, l’ho notato poi, è prendere quelle impegnate a litigare tra di loro

[continua... prossimi capitoli in arrivo tra qualche giorno
