Lunedi, arrivo a San Francisco: panico. Il tempo di entrare in albergo e voglio gia’ tornare indietro, dove non e' chiaro, che tanto la casa non c’e' gia’ piu’…Ma la stanza e’ praticamente locata sulla runway e tutti quei motori e quello svolazzare su e giu’ hanno la meglio sui miei nervi. Primo attacco di panico. Ryan mi trascina in centro per una pizza chiedendomi di aspettare almeno il mattino dopo. Ha funzionato…mannaggia…mi si prende con una pizza!
Martedi, una pazza. Mi sveglio felicissima, voglio assolutamente prendere l’aereo e mi sento un coraggio da leone che perdura con brevi e lievi sbalzi per tutto il giorno. Mi distraggo con il Golden Gate, Alcatraz e i messaggini del forum. La sera andiamo a fare i bagordi. Ristorante con finestrone sull’aeroporto. Mangio imperterrita e li guardo negli occhi i malefici che svolazzano. Innaffio tutto con un bel Cabernet e cicero senza sosta.

La notte vado serenamente a dormire pensando “Tanto e’ domani, non adesso”.
Mercoledi mattina, giorno della partenza. Mi alzo ancora saltellante come un fringuello, raccatto le mie cose, mi do’ ad un’ultima colazione all’americana (leggi=mattoni su mattoni) e mi trucco!! Ryan e’ atterrito perche’ “SA”. La calma prima della tempesta. Io che ignoro tutto e che faccio la positiva….Io? Positiva? Ha paura e sa che il crollo e’ in agguato…non e’ questione di se, ma di quando. Ma io nego. Ho un sorriso stampato come una Stepford wife. Terribile.
Saldiamo l’albergo, saliamo sullo Shuttle per l’areoporto. Si scatena l’attacco di panico…fa caldo, l’aria che manca, e la colazione che gira, gira, gira…e quasi fa capolino…il crollo inizia. Intorno a me ci sono dei piloti Delta. “Scusi!!! Ma lei non ha paura di volare?” “Eh…mi sa che stai chiedendo alla persona sbagliata….” “Ma non ha paura dei terroristi?” “No. Guarda, il momento piu’ pericoloso della tua giornata sara’ su questa autostrada, stai tranquilla. Non ti dico le statistiche che tanto non funzionano, giusto?” “Giusto”.
All’aeroporto file di qui, di li’, ci spostavano da tutte le parti, con gatti e valigie.. un addetto, con accento fortemente tedesco, (un film pareva!!!) mi strilla che ho perso la coda, ma che ho perso? Devo solo girare l’angolo, e lui che contiua a strillarmi…”Go, go, go! See, now you lost it, LOST IT!!!” e uno, e due…e vaff….Un ruggito si scatena, sono io. “Don’t f….ing cross me today!!!”.

Prima del security chiamo la Cinzia (lunaotrantina), ci facciamo un paio di risate che alleviano un po’ la tensione (GRAZIE MON AMOURRRRR). La sensazione di calma mi accompagna esattamente fino al raggiungimento del salotto collegato al finger (come si chiamera’ mai??) ed e’ qui che inizia la vera tragedia greca (ed e’ qui, lo ammetto, che mi sono presa un aiutino


Bene, sono seduta…la cintura a posto, i gatti sotto al sedile, Ryan che mi fissa, adesso sembra lui una Stepford wife...si va. L’aereo si muove. Prende velocita’, i due frullatori che prendono potenza, io che mi faccio l’ultimo piantino dentro al cuscino. Fine. Siamo su!!!!
Aboliti tutti i pensieri di mega potenze che ti schiacciano contro il sedile, mica vero. Il mio era un 777 e l’effetto accellerata in autostrada manco lontanamente. Sbalzi allo stomaco non ne ho sentiti, l’assestamento (o come si dice) appena percettibile. Sono rimasta pietrificata per una mezz’oretta fissando lo schermo con la traiettoria e proprio non mi pareva vero di volare….poi hanno portato la pappa e mi sono ricordata di avere fame: ho spazzolato tutto. E, ADDIRITTURA, ho fatto una pennichella di un’ora! Le luci sono state spente e i finestrini chiusi per quasi tutto il viaggio il che mi ha aiutato perche’ con il rumore costante dei motori mi pareva di passare l’aspirapolvere in casa. E adesso la dico grossa per una paurosa: preferivo l’effetto leggera turbolenza che mi riportava al familiare dondolio della macchina a quando tutto era liscio e immobile che mi faceva troppo “airplane”. Credo di poter dire che dopo l’inizio ad alta tensione sono riuscita a calmarmi un po’, non posso dire di essermi completamente messa in relax e ogni tanto qualche pensierino negativo faceva capolino, ma l’atmosfera era cosi’ surreale che “non si poteva cadere, un incidente non poteva capitare…e se capitava se ne poteva venire fuori illesi”, questo meccanismo mentale non l’ho capito, ma cosi l’ho provato. Ho anche sbirciato un paio di volte dal finestrino vicino alle toilettes..tipo film dell’orrore, un non voglio guardare ma guardo, ho buttato l’occhio perche’ la curiosita’ ha avuto la meglio sulla paura e ho visto qualche nuvoletta, qualche profilo. Le ore sono passate molto piu’ velocemente di quanto mi aspettassi….una mangiatina per Asia e Simba


Poi l’atterraggio. Ecco, non mi e’ piaciuta molto la discesa…forse perche’ pensavo agli ultimi avvenimenti di motori che han fatto cilecca all’ultimo, forse perche’ sono una fifona, o forse perche’ tutto ha iniziato a tremare e io non lo sapevo…ma Ryan mi ha detto che tutto era normale e che se i motori facevano cilecca se ne erano gia’ accorti, e lui pure perche’ riconosce i rumorini di un motore "sano". Bene. Poi le ruote che attaccano, un tremolio tipo carrello della spesa moltiplicato tot. volte, ci si ferma. FINE.
Questa e’ stata la mia esperienza con la bestia. Ancora adesso, dopo 4 giorni, mi e’ piu’ incredibile di aver volato che trovarmi in un Continente completamente diverso da qualsiasi posto mai visitato. Vorrei non aver avuto gli attacchi di panico, vorrei non assermi avvalsa dell’aiutino, ma poi ci ripenso e mi dico che vado bene cosi. Che sono arrivata, che non ho preso una nave e che magari l’anno prossimo verso Londra riusciro’ a far meglio…anzi gia’ penso ad un viaggetto in Giappone fra un sei mesi che sono solo due ore e non vorrei far passare troppo tempo. Non so neanche se ho ancora paura. Non correrei all’aeroporto adesso, ma se penso di volare mi dico che se po’ fa. Ed e’ una grandissima vittoria.
Non vorrei aver agitato i paurosi con il racconto dell’inizio catastrofico, e ci tengo a precisare che ho una natura nervosa e sono da molti anni soggetta ad ansia e panico, un po’ come quei cagnolini nervosi che tremolano sempre! (Va be’ non sempre eh? Sono anche riflessiva e ogni tanto smetto di tremolare.) Quindi un modo di essere che va aldila’ della paura del volo e che immagino amplifichi tutto. Ma si va avanti, ci si impone, ci si migliora se si riesce o si riprova…e questo era il mio piu’ grande fantasma che mi ha perseguitato da sempre e che produceva immagini di catastrofi e sfortune che altro che Hollywood…In volo non mi sono chiesta “ma come ho fatto ad aver cosi’ tanta paura” perche’ la sofferenza e’ stata vera ed intensa, ma come raramente nella mia vita mi sono detta “Forse mi va bene, forse per una volta va’ come dico io, forse me lo merito”.(sindrome della martire).
Vorrei poter dare un bel consiglio finale da saggia per affrontare serenamente questa paura…ma non c’e’ una formula. Forse bisogna andare dove la mente ci spinge, anche se per un momento e’ la strada sbagliata, perche’ in quel momento “vogliamo essere li’”, poi qualcuno ti raccoglie o ti raccogli da sola e ne provi un’altra di strada. Forse bisogna mettersi un cerotto su qualche ferita, rompere qualche abitudine di pensiero, o semplicemente, e brutalmente, sentire dolore e non sedersi serenamente sul seggiolino, ma sedersi e basta. Poi io ho qualche picco anarchico, piegarmi al destino e’ per me atroce, fidarmi e dare il controllo e’ qualcosa che mi crea molto disagio, se le cose non vanno come piacciono a me allora me la prendo come un affronto personale che nessuno mi sta facendo….Insomma, per certe cose, apertura mentale zero. Un misto tra la Anna Magnani e Don Chisciotte.

Ripeto, la formula magica non l’ho scoperta manco io, ma per tutti i paurosi sono qui se posso aiutare, ascoltare, consolare che adesso e’ il mio turno di restituire quel sostegno e quella pazienza a me dati.
Ringraziamenti sentiti nelle viscere piu’ profonde a tutti quanti, a chi ha scritto molto, a chi ha aggiunto un commento qua e la’, a chi e’ rimasto e a chi e’ andato. In particolar modo ….a Cinzia (lunaotrantina) e Andrea (IFACN): le mie due colonne portanti! Che si sono spremuti in tutte le maniere per mettermi un po’ di sale in zucca, tante volte tra impegni familiari e lavorativi pressanti. Grazie dell’affetto dimostrato ad una perfetta sconosciuta…..
Il dottor. Luca Evangelisti, che mo’ pure mi abbandona

E ricordiamoci, se ce la facciamo, che la paura non e’ nell’aereo ma…..
Dal vostro vaso di Pandora, a tutto il nido, con gratitudine!!!
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