Piloti precari, costretti a turni massacranti o mandati ai comandi senza verifiche. E chi denuncia i rischi viene punito. La deregulation in cabina arriva anche in Italia. Ecco in che mani rischiamo di volare Benvenuti nei cieli del dopo Alitalia. Addio ai privilegi e ai tempi di riposo offerti dalla compagnia di bandiera. Ma addio anche ai lunghi periodi di addestramento. Preparatevi ad atterrare con piloti stremati da più di 14 ore di lavoro senza sosta. Stranieri e italiani presi in affitto dalle agenzie di collocamento che arruolano non solo aviatori esperti, ma pure pensionati, bocciati e apprendisti in cerca di esperienza. Ufficiali ingaggiati con contratti da precari e minacciati se osano lamentarsi o, peggio, iscriversi a un sindacato.
È l'Italia dei comandanti sempre più schiacciati tra le esigenze di bilancio e gli incidenti mancati provocati dalla stanchezza, dall'impreparazione del personale di terra, dai trucchi con cui vengono affrettate o rinviate le manutenzioni. È anche l'Italia dei comandanti che hanno avuto il coraggio di denunciare la riduzione degli standard di sicurezza e che per questo sono stati licenziati o ridotti al silenzio.
L'organismo che vigila sul rispetto delle regole è l'Enac, l'Ente nazionale aviazione civile. E l'Enac vigila, appunto. Tutto quanto stiamo per raccontare è scritto, è alla luce del sole. Diranno che è colpa del prezzo del carburante. Ma questa deregulation all'italiana è decollata molto prima della corsa del petrolio.
Sentite questa storia. Il comandante E. A., pilota francese con licenza francese, viene proposto da un'agenzia inglese a Eurofly, compagnia del gruppo Meridiana del principe Karim Aga Khan. La prova di selezione al simulatore dovrebbe durare tre ore per ogni candidato. Ma il noleggio di un simulatore, ai centri addestramento di Roma o Bruxelles, costa migliaia di euro. L'esaminatore è un dipendente della compagnia aerea. I candidati a volte sono una decina. E bisogna risparmiare.
"Ti siedi ai comandi, ti infilano qualche avaria e vedono come reagisci", spiega un istruttore: "Se non ti danno avarie gravi,
te la cavi con 45 minuti, un'ora di prova e sei in servizio". Non è questo il caso di Eurofly. Il pilota francese viene assunto il primo agosto 2007. Fa cinque giorni di lezione in aula. Il primo aereo di Eurofly lo comanda da Malpensa a Siviglia e ritorno il 9 agosto. Dai suoi libretti risulta che ha volato senza istruttore alle spalle come dovrebbe essere per le prime quattro tratte, ma forse è solo un errore di compilazione.
Il 15 e 16 agosto ecco le quattro tratte, compreso un Bergamo-Tel Aviv-Bergamo, con l'istruttore pronto a intervenire in caso di manovre sbagliate. Il 18 agosto seguono le due tratte previste accanto all'esaminatore della compagnia. È il 'check' finale. Ovviamente questi voli, per tutte le compagnie, decollano e atterrano con passeggeri a bordo. Al pilota francese e a tutti i suoi colleghi arruolati dalle agenzie bastano solo cinque giorni in aula e tre giorni alla cloche per essere nominati comandanti.
E. A. in tre mesi porta in giro per il mondo migliaia di passeggeri. Da Zurigo a Tel Aviv, da Milano alle Canarie, da Lourdes all'Egitto. Voli di linea e voli charter. Giovedì 1 novembre va a Bruxelles per il suo richiamo semestrale al simulatore. Non passa l'esame. Torna a Bruxelles il 23 novembre e lo mettono in addestramento. Torna il 9 dicembre e viene bocciato di nuovo. Licenziato. Dopo quattro mesi e mezzo la compagnia italiana si accorge finalmente che un suo comandante non è all'altezza degli standard. Tutto legale. E non è l'unico caso.
Le agenzie di collocamento servono a fornire equipaggi quando le compagnie non sanno dove trovarne. Eppure non dovrebbe essere un problema per Eurofly che nel gennaio 2007 ha dichiarato un'eccedenza di 41 piloti, 69 assistenti di volo e 24 addetti di terra. Proprio per impedire i licenziamenti, il gruppo Meridiana ha firmato con il ministero del Lavoro un contratto di solidarietà che fino al 2009 dovrebbe portare nelle casse di Eurofly 13 milioni e 800 mila euro.Soldi presi dal fondo pensioni dell'Inps. Una segnalazione all'Ispettorato del lavoro di Milano rivela però un fatto: la compagnia starebbe usando i finanziamenti pubblici della solidarietà non per pagare le giornate senza lavoro degli equipaggi, ma i loro giorni di riserva, cioè normali turni di servizio.
(03 luglio 2008)
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Re: Piloti-pirati
e tre! Date un'occhiata al forum prima di postare, soprattutto quando si riportano delle notizie, qualcun'altro potrebbe averlo già fatto... Grazie 

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