Eccomi qui, di nuovo dopo un anno...paura ridotta leggermente, ma il pensiero di prendere l'aereo mi fa stare ancora male.
Sono riuscito a cambiare solo le mete: ho provato con Seychelles, Mauritius, gli Stati Uniti e ora Santo Domingo.
Il tempo passa, la prenotazione non arriva.
Le sto tentando davvero tutte: l'Escholzia in gocce, gli esercizi di respirazione, libri e letture su internet.
Niente da fare: la paura di prenotare le mie vacanze è ancora forte: e se mi metto a gridare sull'aereo? Se piango come un ragazzino? Che figura ci faccio, a 27 anni.
Lo so, avrei dovuto seguire il corso Voglia di Volare, ma quello che mi accade è incredibile: finito agosto sono la persona maggiormente desiderosa di volare...mi dico "L'anno prossimo ce la farò", "Ci riuscirò", "L'anno prossimo riuscirò ad andarci!", "Non mi serve fare il corso"...ma poi...2003 ultimo volo.
E dire che ogni volta che qualcuno a me vicino parte, mi offro sempre di accompagnarlo in aeroporto.
Lì, entusiasmo a mille...mi dico "Ci vado", "Stavolta parto"; e ora, mi mancano solo tre giorni per prenotare, terrore a mille, gambe morbide, nulla.
E'terribile...non lo auguro a nessuno.
Cambia solo la meta...la paura resta identica
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Re: Cambia solo la meta...la paura resta identica
Le tue sono reazioni normalissime e ti accomunano a milioni di persone (pensa che negli Stati Uniti da una recente statistica pare che di aviofobia soffrano almeno 25.000.000 milioni di individui) e non c'è nulla di peggiore che immergersi nell'autodeterminazione di avere paura della paura. Un effetto "matrioschka" ben conosciuto dagli specialisti e ancor più direttamente noto da chi ne soffre.Buon passo è l'outing, il parlarne e il non celarlo.E' già una richiesta di aiuto che prevede un senso di necessità di distacco da questa situazione invalidante e che in qualche modo si vuole o si deve superare. E' molto difficile relazionarsi alle fobie, questo detto in senso generale, poichè ogni paura ha delle radici differenti ed è gestita dalla psiche con delle varianti soggettive labili e in continua mutazione. Detto questo, bisogna guardare anche all'aspetto deficitario della situazione. La necessità di prefiggersi dei traguardi, crea delle aspettative che se lontane nel tempo ( prenoto un volo a marzo per effettuarlo a dicembre) lasciano spazio a continui ripensamenti alternati a momenti di euforia o depressione. Se decidi di uscire di casa e di scendere (facciamo finta che la tua abitazione sia al decimo piano) con l'ascensore, sei conscio di effettuare non solo una scelta personale , ma oggettivamente e fisicamente gestita da te stesso e dal tuo corpo. Pigi il bottone della chiamata, entri schiacci il tasto che ti permetterà di raggiungere il pian terreno e chissà perchè hai la certezza matematica ( sempre che tu non soffra di claustrofobia) di arrivare in pochi secondi a destinazione sano e salvo.Niente di più erroneo e sbagliato.Quante volte hai pensato che entrando in quella scatola ferrosa manovrata da elettricità e funi, la scatola stessa potesse precipitare? Quante volte entrandoci hai pensato di avere sotto i tuoi piedi almeno 30 metri di vuoto? Probabilmente poche se non addirittura nessuna! Ma hai in qualche modo manovrato tu, hai in qualche modo un filo diretto con il terreno ed un percorso lineare, retto specifico , conosciuto.Francesco81 ha scritto:Eccomi qui, di nuovo dopo un anno...paura ridotta leggermente, ma il pensiero di prendere l'aereo mi fa stare ancora male.
Sono riuscito a cambiare solo le mete: ho provato con Seychelles, Mauritius, gli Stati Uniti e ora Santo Domingo.
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Lo so, avrei dovuto seguire il corso Voglia di Volare, ma quello che mi accade è incredibile: finito agosto sono la persona maggiormente desiderosa di volare...mi dico "L'anno prossimo ce la farò", "Ci riuscirò", "L'anno prossimo riuscirò ad andarci!", "Non mi serve fare il corso"...ma poi...2003 ultimo volo.
E dire che ogni volta che qualcuno a me vicino parte, mi offro sempre di accompagnarlo in aeroporto.
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E'terribile...non lo auguro a nessuno.
Sei stato tu il "pilota" (questo avviene anche in altri mezzi che siamo noi stessi a gestire) e lo hai deciso usando un "vettore" che ha ricevuto dei tuoi impulsi. Sull'aereo questo non può avvenire ed ecco che scatta il meccanismo della fiducia. Tu puoi decidere di comperare un biglietto, in quale spazio dell'aereo sederti, ma non puoi decidere di pilotarlo, quindi ti devi necessariamente fidare.Il fatto di accompagnare con gioia qualcuno in aeroporto ti allontana da delle "responsabilità" che chi volerà si è accollato ma tu no..."Partono loro, mica io...." Certo, il luogo è affascinante i passeggeri, migliaia e migliaia, ti danno sicurezza...ma hai la "tranquillità" (ostinata) di non dover entrare in un finger.Allora elabori in te stesso nuovi presupposti per un ipotetico viaggio, ma lontano nel tempo, ecco, hai trovato un'altra via di fuga! Non esiste una panacea in generale e tanto meno esiste nella "cura" dei soggetti fobici (solitamente dotati di un'intelligenza vivissima) un metodo che possa valere nel tempo, quindi inutile illudere con taumaturgiche promesse. Esiste solo la consapevolezza del tuo io che ti e si auto esamina in continuazione e che ti ostacola anche nelle scelte più banali e quotidiane.Magari l'aereo non lo prenderai mai, o lo prenderai domani stesso ma la convinzione deve crescere dentro dite , il tasto, lo devi premere tu. Certo, l'aiuto esterno poi conta molto, ma sarà sempre relazionato al tuo stato di apertura non solo confortato da emolumenti psicologici ma anche e solo da dati scientifici e statistici. Il consiglio che mi sento di darti ora è solo quello di non forzare una situazione scomoda, non faresti altro che peggiorare la situazione. Usa più che puoi la ragione e ricorda sempre quella "vecchia" pubblicità di Sky : " Ogni anno muoiono più persone per il calcio di un mulo che per un incidente aereo.." e anche tante di più in ascensore



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Re: Cambia solo la meta...la paura resta identica
Araial, grazie, sei stato davvero confortante.
Il fatto è che io volavo...ho volato tantissimo, nella massima tranquillità possibile. Era l'avventura più fantastica della mia vita...per me valeva il detto leopardiano "una volta che sarete tornati a terra dopo aver volato, guarderete il cielo con rimpianto, perché là siete stati, e là vorrete tornare" come nessun altro.
Sognavo di guidarli, gli aerei...poi <pouf>, e mi è crollato il mondo addosso
Qualcosa ha distrutto quel fantastico equilibrio.
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Re: Cambia solo la meta...la paura resta identica
Cosa pensi sia stato quel "qualcosa" che ha distrutto quel "fantastico equilibrio"?Francesco81 ha scritto:Sognavo di guidarli, gli aerei...poi <pouf>, e mi è crollato il mondo addosso![]()
Qualcosa ha distrutto quel fantastico equilibrio.
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Re: Cambia solo la meta...la paura resta identica
Ero in volo sopra Cincinnati, aspettavamo l'atterraggio.
Pioveva, il cielo era scuro...la pista era occupata, e l'aereo ebbe dei vuoti d'aria. Qualcuno urlò dentro l'aereo, io vedevo solo le nuvole...non scendevamo mai.
Giravamo, giravamo, giravamo, e sempre su e giù...un vuoto qui, un vuoto là.
Quell'evento mi fece paura, considerato che ero partito già preoccupato.
Si diceva che i terroristi nascondessero bombe nelle videocamere e nascondessero in innocue borse liquidi esplosivi.
Non so se sia stato quello...fatto sta che dopo quel volo andai a Salt Lake City, poi dopo un mese tornai da Los Angeles a Parigi e da Parigi a Napoli.
Dopo quei voli, peraltro tranquillissimi, prendere l'aereo è diventata la mia paura costante. Da allora non ho volato più.
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Giravamo, giravamo, giravamo, e sempre su e giù...un vuoto qui, un vuoto là.
Quell'evento mi fece paura, considerato che ero partito già preoccupato.
Si diceva che i terroristi nascondessero bombe nelle videocamere e nascondessero in innocue borse liquidi esplosivi.
Non so se sia stato quello...fatto sta che dopo quel volo andai a Salt Lake City, poi dopo un mese tornai da Los Angeles a Parigi e da Parigi a Napoli.
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Re: Cambia solo la meta...la paura resta identica
Francesco81 ha scritto:Ero in volo sopra Cincinnati, aspettavamo l'atterraggio.
Pioveva, il cielo era scuro...la pista era occupata, e l'aereo ebbe dei vuoti d'aria. Qualcuno urlò dentro l'aereo, io vedevo solo le nuvole...non scendevamo mai.
Giravamo, giravamo, giravamo, e sempre su e giù...un vuoto qui, un vuoto là.
Quell'evento mi fece paura, considerato che ero partito già preoccupato.
Si diceva che i terroristi nascondessero bombe nelle videocamere e nascondessero in innocue borse liquidi esplosivi.
Non so se sia stato quello...fatto sta che dopo quel volo andai a Salt Lake City, poi dopo un mese tornai da Los Angeles a Parigi e da Parigi a Napoli.
Dopo quei voli, peraltro tranquillissimi, prendere l'aereo è diventata la mia paura costante. Da allora non ho volato più.
Certo non si può dire che sia stato un volo rilassante, poi se aggiungi che sei già partito preoccupato l'ansia e la paura hanno fatto il resto. E' normale che quell'episodio ti abbia un pò scosso,però come tu stesso hai scrito hai fatto altri due viaggi ed è andato tutto bene. Ogni volta che devi prendere l'aereo, ricorda questi ultimi voli,"tranquillissimi" come li hai definiti tu, ciò che ti è capitato a Cincinnati è un evento inconsueto, è invece consuetudine che i voli siano tranquilli e rilassanti pur con qualche turbolenza, ma su questo lascio la parola ai validissimi componenti di questo forum che sono molto più esperti di me. Per quanto mi riguarda ti invito a non abbatterti, rinizia a volare, piano piano considererai ciò che è successo a Cincinnati un episodio da relegare nell'allbum dei brutti ricordi. Carlik
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