O forse perchè l'anno trombato alle selezioni per lavorare con noi.bomber78 ha scritto:mi avrebbe portato una cosa bellissima.....che nessuno avrebbe piu potuto rompere le scatole a mamma lh a mxpairbusfamilydriver ha scritto:
e di grazia perchè avresti sperato nel fallimento di az?
cosa ti avrebbe portato in più?
La vicenda Alitalia
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Re: La vicenda Alitalia
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Re: La vicenda Alitalia
Io non voglio menar sfiga e anzi spero che sia così, ma non ti sembra che questo scenario idilliaco prospettatoci/vi da alcune persone in un momento del genere sia se per lo meno affrettato se non solo parzialmente verosimile?airbusfamilydriver ha scritto:perchè volare con un alitalia super risanata,finalmente sistemata,con degli aerei nuovi,un nuovo standard,e soprattutto un nuovissimo servizio di bordo ti avrebbe fatto tanto schifo?
OT: E' vero che a Palazzo Chigi c'è Mago Merlino e le cose spariscono o compaiono di colpo ma salvare AZ con la bacchetta magica è dura...

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Re: La vicenda Alitalia
In effetti... non scordiamoci che la fusione con Toto, qualche mese fa, la vedevamo come fumo negli occhi.mcgyver79 ha scritto: Io non voglio menar sfiga e anzi spero che sia così, ma non ti sembra che questo scenario idilliaco prospettatoci/vi da alcune persone in un momento del genere sia se per lo meno affrettato se non solo parzialmente verosimile?
OT: E' vero che a Palazzo Chigi c'è Mago Merlino e le cose spariscono o compaiono di colpo ma salvare AZ con la bacchetta magica è dura...![]()
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L'unica cosa positiva è che loro hanno piu' ... ehm... ...ehm... bè a MacGa', hai capito, no?

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Re: La vicenda Alitalia
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Re: La vicenda Alitalia
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La libertà è una forma di disciplina
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Re: La vicenda Alitalia
la vedo dura che vada in porto questo piano, 7.000 esuberi!!!!
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Re: La vicenda Alitalia
si si....c'era una volta in un mondo fatato, una bellissima principessa.....carissimo, un'alitalia risanata è tutt'ora una bella favoletta.....e senza una grande allenaza con LH facciamo poca stradaairbusfamilydriver ha scritto: perchè volare con un alitalia super risanata,finalmente sistemata,con degli aerei nuovi,un nuovo standard,e soprattutto un nuovissimo servizio di bordo ti avrebbe fatto tanto schifo?
Ultima modifica di bomber78 il 31 luglio 2008, 9:01, modificato 1 volta in totale.
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Re: La vicenda Alitalia
worf359 ha scritto:O forse perchè l'anno trombato alle selezioni per lavorare con noi.bomber78 ha scritto:mi avrebbe portato una cosa bellissima.....che nessuno avrebbe piu potuto rompere le scatole a mamma lh a mxpairbusfamilydriver ha scritto:
e di grazia perchè avresti sperato nel fallimento di az?
cosa ti avrebbe portato in più?


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Re: La vicenda Alitalia
La Newco dovrà rinascere senza i debiti di Alitalia e Toto
il regista del piano: non si può rinunciare alla compagnia di bandiera
Ecco le condizioni di Passera
nessun euro nella vecchia società
di EUGENIO SCALFARI
CONOSCO Corrado Passera da una vita. Da quando lavorava alla Olivetti a fianco di Carlo De Benedetti. Poi all'Espresso dove si innamorò del mestiere di editore di giornali. Poi capo delle Poste italiane, dove riorganizzò un servizio pubblico in stato comatoso e ne fece un'azienda moderna. Infine alla guida di Banca Intesa chiamato da Giovanni Bazoli ormai "grande vecchio" del sistema bancario italiano. In quest'ultima carica, la più importante di una fulminante carriera, Corrado ha vissuto e gestito le tappe essenziali delle trasformazioni bancarie italiane, della nascita di Banca Intesa Sanpaolo, di una serie di interventi in sostegno di grandi e medie imprese dalla Fiat alla Piaggio, da Luxottica a Telecom. Ora è la volta di Alitalia. Non è quantitativamente parlando un'iniziativa da farlo tremare, ne ha gestite di ben più impegnative. Ma questa è la prima (probabilmente anche l'ultima perché di rogne gliene sta dando un bel po') nella quale si trovi alle prese direttamente con il potere politico e per di più su un tema che non è soltanto di mercato: risuscitare la compagnia di bandiera del trasporto aereo, dove alla parola bandiera si dà anche un significato simbolico e cioè la nazionalità della compagine azionaria.
Passera sa che Repubblica ed io personalmente tutte le volte nelle quali ho scritto sull'argomento Alitalia, abbiamo visto nella fusione con Air France il modo migliore per evitare il fallimento della società e limitarne il più possibile i danni per il personale, gli azionisti, i creditori, i contribuenti e gli utenti, perché queste sono le categorie professionali e sociali che compongono il complesso mondo toccato dal fallimento Alitalia.
Uso la parola fallimento non a caso perché, allo stato dei fatti, Alitalia è già fallita. Se entro novembre non sarà nata al suo posto una nuova entità societaria, il fallimento sarà inevitabilmente dichiarato per totale mancanza di fondi in cassa. Ma quand'anche il miracolo del salvataggio avvenga, la vecchia Alitalia sarà oggetto d'un fallimento pilotato, cioè morbido, graduale, attraverso una legge Marzano resa più adatta a guidare aziende decotte verso il cimitero degli elefanti senza impiegare inutili brutalità.
Insomma un'azienda sostanzialmente fallita dalla quale estrarre, prima che si necrotizzino, le parti ancora vitali, da riorganizzare con un consono piano industriale affidandole ad una cordata (orrenda parola) di imprenditori italiani disposti a metter sul tavolo complessivamente da settecento a ottocento milioni di finanziamento e di gestire la nuova compagnia di bandiera.
Passera voleva incontrarmi e raccontarmi. Ci siamo dati appuntamento nella casa di campagna di Carlo Caracciolo e lì abbiamo passato la serata tra vecchi ricordi e il problema che oggi occupa l'amministratore delegato di Banca Intesa. Non ho chiesto a Corrado se potevo riferire la nostra serata.
L'esperienza mi ha insegnato ciò che posso raccontare e ciò che appartiene alla riservatezza. Spero di saperne fare anche questa volta buon uso.
* * *
"Non sono qui per fare "lobbying" con te" mi ha detto dopo che ci siamo salutati e abbracciati come un tempo.
"Desidero che tu sia informato del mio lavoro al punto in cui è arrivato. Così, se dovrai scriverne, non dovrai usare voci più o meno attendibili ma fatti veri e previsioni autentiche. Su questi elementi potrai formati un'opinione, quale che sia".
Dal canto mio l'ho avvertito (ma lo sapeva già) che l'operazione Alitalia a lui affidata in qualità di "advisor" mi pareva partita col piede sbagliato, messa in pista da chi aveva fatto di tutto per far fallire la fusione con Air France con la prospettiva di una cordata tricolore e l'obiettivo di far passare una lucciola per una lanterna.
Fatte queste dichiarazioni iniziali la nostra conversazione è cominciata.
Con una prima sorpresa per me: Passera considera importante l'esistenza di un compagnia di bandiera con un azionariato e un management italiano e radicato in Italia. "In Europa" mi ha detto "non c'è nessun paese di vasta estensione che non abbia la sua compagnia di bandiera. E' una sicurezza per gli utenti ed anche per i ricercatori nel settore aerospaziale. Le compagnie aeree degli altri paesi gestiscono tra il 70 e l'80 per cento del traffico nazionale. La nuova Alitalia, se nascerà, dovrebbe arrivare al 65 per cento. Abbastanza per essere vitale lasciando spazio alla concorrenza interna ed estera. Per le tratte a traffico più intenso c'è anche la concorrenza delle Ferrovie. Da questo punto di vista il punto di equilibrio mi sembra raggiunto".
Ho chiesto quale sarebbe stato il ruolo di Air One in questa operazione.
Una fusione? Air One si sarebbe portata appresso tutti i suoi debiti che ammontano ad oltre un miliardo di euro? Mi ha risposto che non è prevista alcuna fusione con Air One ma semplicemente l'acquisto da parte della nuova Alitalia di alcune attività di Air One. Per esempio tutta la flotta aerea, tutte le autorizzazioni di cui dispone sulle varie rotte, tutti i contratti di acquisto di nuovi aerei.
I debiti e ogni tipo di obbligazione di Air One sarebbero rimasti nel perimetro societario di Toto, le attività da lui vendute alla nuova Alitalia sarebbero state pagate con azioni della nuova società.
"Ma Toto ce la farà a sopravvivere a questo scorporo?" ricordo che ha fatto un gesto con la mano per dire "Non è affar mio". Poi ha aggiunto: "Penso di sì, penso che ce la può fare".
L'attuale consiglio d'amministrazione di Alitalia non vuole la nascita d'una nuova società ma suggerisce di proseguire con la struttura attuale utilizzando i meccanismi e i benefici della legge Marzano. Ma dal seguito della nostra conversazione ho capito che quest'ipotesi è esclusa: nessun imprenditore metterebbe un centesimo nella vecchia struttura Alitalia. A quel punto ci sarebbe il fallimento puro e semplice senza alcuna garanzia né per il personale dipendente né per i creditori. Per di più l'Alitalia cesserebbe per qualche tempo di volare con un collasso vero e proprio dell'economia italiana.
* * *
E' naturale che di fronte a queste prospettive lo schema di due società - la società-rottame e quella rigenerata da una sapiente chirurgia plastica - sia il solo sbocco possibile. Il problema contiene a questo punto due domande ed esige altrettante risposte: chi è il responsabile di questa catastrofe, annunciata da circa dieci anni e precipitata proprio durante la campagna elettorale del 2008? E, seconda domanda, quale sarà la sorte dei creditori e del personale in soprannumero? Le risposte a queste due domande non rientrano nei compiti dell'"advisor" e quindi non le ho poste a Passera. Me le sono fatte da solo ma ad alta voce e ad alta voce mi sono risposto.
I responsabili della catastrofe sono numerosi. I governi che si sono alternati dal 2001 ad oggi, perché la privatizzazione della compagnia aerea era all'ordine del giorno da allora e anche da prima.
Il governo Prodi del 2006-2008 che avrebbe potuto vendere all'esordio e non lo fece per i soliti interni contrasti.
Quel medesimo governo che si impigliò in un'asta disadatta e in successivi estenuanti tentativi.
Silvio Berlusconi, che utilizzò il tema Alitalia, lo slogan patriottardo della cordata tricolore, la necessità di non cedere ai francesi di Air France un bene pubblico della patria, per alimentare l'animosità dei sindacati e mobilitare gli elettori di Forza Italia e della Lega. Ci furono in quelle settimane sbalzi enormi nelle quotazioni in Borsa del titolo Alitalia, in corrispondenza con le quotidiane dichiarazioni berlusconiane. Una vera turbativa di mercato sotto gli occhi della Procura di Roma ma senza conseguenza alcuna per il turbatore.
I sindacati che, eccitati all'intransigenza dal leader della destra, risposero negativamente all'ultima offerta di Spinetta, consigliere delegato di Air France, e poserò così la parola fine al negoziato.
Secondo me i sindacati e Berlusconi sono i principali responsabili; segue con i suoi non lievi errori di gestione il governo Prodi. Comunque i cocci sono ancora lì e ingombrano il terreno.
* * *
Mentre facevo queste riflessioni con Caracciolo, guardavo Passera di sottecchi. Ma lui, all'enumerazione di quegli errori e di quelle responsabilità, aveva assunto la posizione della sfinge: mani sulle ginocchia e sguardo nel vuoto. Solo quando nominai i sindacati si lasciò sfuggire un'esclamazione e un gesto delle braccia verso il cielo.
Poi si ricompose subito né io sollecitai un suo commento.
Gli posi però la terza domanda perché quella rientrava nel perimetro del suo lavoro. Una volta creata la nuova Alitalia, con 800 milioni di finanziamento ma nessun vettore internazionale coinvolto, quale sarà il futuro?
Soltanto voli nazionali e qualche rara puntata nel perimetro europeo e transatlantico? Bisognerà rinnovare la flotta? Con quali soldi? Avete messo su un giardinetto di azionisti che hanno però anche altre attività. Forse si aspettano di esser trattati con particolare riguardo dal governo. Pagheremo anche questo noi contribuenti utenti cittadini per salvare il "nano" Alitalia e il "nano" Air One in un mondo dove ormai resteranno soltanto i colossi?
* * *
La parola "nano" applicata alle due società destinate a diventare una sola, non piace a Passera. Certo sa bene che la nuova Alitalia avrà un perimetro limitato. Non minore però di quello che ebbe l'Alitalia dei tempi d'oro negli anni Sessanta-Settanta, prima delle grandi crisi petrolifere. Anche allora la compagnia di bandiera volava sulle tratte nazionali ed europee con qualche collegamento con le zone di presenza italiana nel mondo: America Latina, Australia, New York.
Più o meno sarà così. Per un'azienda fallita, risorgere con questo perimetro non è tanto male. Per svecchiare la flotta si prenderanno gli aerei in "leasing".
E poi ci sono le banche di sostegno, a cominciare dalla sua ma non soltanto e non soltanto italiane.
Il complesso di queste operazioni richiede una disponibilità e un'affidabilità di almeno cinque miliardi.
Il "nocciolino duro" che avete messo insieme vi seguirà? E che cosa domanderà in cambio al governo? Due giorni fa Benetton in una lunga intervista al "Sole 24 Ore" ha già messo le mani avanti, è stato molto chiaro, anzi onestamente chiaro sul "do ut des" in proposito di Alitalia.
Ma Passera su questa mia terza domanda ha ripreso la posizione dello sguardo in alto e mani sulle ginocchia (si fa per dire). Ha ripetuto che se gli aerei della compagnia volano la cassa necessaria c'è, il resto riguarda il management, gli azionisti e le banche.
* * *
Si era fatto tardi, ci accomiatammo dal nostro ospite e andammo verso le auto. Il cielo era terso, splendeva sulle nostre teste il carro dell'Orsa e le luci di Cori sulla collina di fronte.
Ci abbracciammo. Corrado era contento della lunga rimpatriata e io pure. Ti auguro il successo che ti meriti, gli dissi montando nella mia auto. Lui agitò il braccio e chiuse lo sportello della sua. Gli passai accanto sulla strada sterrata e gli dissi ancora: era meglio vendere ad Air France. Lui rispose: "Può darsi, ma a noi ci hanno chiamato dopo".
(31 luglio 2008)
la Repubblica
il regista del piano: non si può rinunciare alla compagnia di bandiera
Ecco le condizioni di Passera
nessun euro nella vecchia società
di EUGENIO SCALFARI
CONOSCO Corrado Passera da una vita. Da quando lavorava alla Olivetti a fianco di Carlo De Benedetti. Poi all'Espresso dove si innamorò del mestiere di editore di giornali. Poi capo delle Poste italiane, dove riorganizzò un servizio pubblico in stato comatoso e ne fece un'azienda moderna. Infine alla guida di Banca Intesa chiamato da Giovanni Bazoli ormai "grande vecchio" del sistema bancario italiano. In quest'ultima carica, la più importante di una fulminante carriera, Corrado ha vissuto e gestito le tappe essenziali delle trasformazioni bancarie italiane, della nascita di Banca Intesa Sanpaolo, di una serie di interventi in sostegno di grandi e medie imprese dalla Fiat alla Piaggio, da Luxottica a Telecom. Ora è la volta di Alitalia. Non è quantitativamente parlando un'iniziativa da farlo tremare, ne ha gestite di ben più impegnative. Ma questa è la prima (probabilmente anche l'ultima perché di rogne gliene sta dando un bel po') nella quale si trovi alle prese direttamente con il potere politico e per di più su un tema che non è soltanto di mercato: risuscitare la compagnia di bandiera del trasporto aereo, dove alla parola bandiera si dà anche un significato simbolico e cioè la nazionalità della compagine azionaria.
Passera sa che Repubblica ed io personalmente tutte le volte nelle quali ho scritto sull'argomento Alitalia, abbiamo visto nella fusione con Air France il modo migliore per evitare il fallimento della società e limitarne il più possibile i danni per il personale, gli azionisti, i creditori, i contribuenti e gli utenti, perché queste sono le categorie professionali e sociali che compongono il complesso mondo toccato dal fallimento Alitalia.
Uso la parola fallimento non a caso perché, allo stato dei fatti, Alitalia è già fallita. Se entro novembre non sarà nata al suo posto una nuova entità societaria, il fallimento sarà inevitabilmente dichiarato per totale mancanza di fondi in cassa. Ma quand'anche il miracolo del salvataggio avvenga, la vecchia Alitalia sarà oggetto d'un fallimento pilotato, cioè morbido, graduale, attraverso una legge Marzano resa più adatta a guidare aziende decotte verso il cimitero degli elefanti senza impiegare inutili brutalità.
Insomma un'azienda sostanzialmente fallita dalla quale estrarre, prima che si necrotizzino, le parti ancora vitali, da riorganizzare con un consono piano industriale affidandole ad una cordata (orrenda parola) di imprenditori italiani disposti a metter sul tavolo complessivamente da settecento a ottocento milioni di finanziamento e di gestire la nuova compagnia di bandiera.
Passera voleva incontrarmi e raccontarmi. Ci siamo dati appuntamento nella casa di campagna di Carlo Caracciolo e lì abbiamo passato la serata tra vecchi ricordi e il problema che oggi occupa l'amministratore delegato di Banca Intesa. Non ho chiesto a Corrado se potevo riferire la nostra serata.
L'esperienza mi ha insegnato ciò che posso raccontare e ciò che appartiene alla riservatezza. Spero di saperne fare anche questa volta buon uso.
* * *
"Non sono qui per fare "lobbying" con te" mi ha detto dopo che ci siamo salutati e abbracciati come un tempo.
"Desidero che tu sia informato del mio lavoro al punto in cui è arrivato. Così, se dovrai scriverne, non dovrai usare voci più o meno attendibili ma fatti veri e previsioni autentiche. Su questi elementi potrai formati un'opinione, quale che sia".
Dal canto mio l'ho avvertito (ma lo sapeva già) che l'operazione Alitalia a lui affidata in qualità di "advisor" mi pareva partita col piede sbagliato, messa in pista da chi aveva fatto di tutto per far fallire la fusione con Air France con la prospettiva di una cordata tricolore e l'obiettivo di far passare una lucciola per una lanterna.
Fatte queste dichiarazioni iniziali la nostra conversazione è cominciata.
Con una prima sorpresa per me: Passera considera importante l'esistenza di un compagnia di bandiera con un azionariato e un management italiano e radicato in Italia. "In Europa" mi ha detto "non c'è nessun paese di vasta estensione che non abbia la sua compagnia di bandiera. E' una sicurezza per gli utenti ed anche per i ricercatori nel settore aerospaziale. Le compagnie aeree degli altri paesi gestiscono tra il 70 e l'80 per cento del traffico nazionale. La nuova Alitalia, se nascerà, dovrebbe arrivare al 65 per cento. Abbastanza per essere vitale lasciando spazio alla concorrenza interna ed estera. Per le tratte a traffico più intenso c'è anche la concorrenza delle Ferrovie. Da questo punto di vista il punto di equilibrio mi sembra raggiunto".
Ho chiesto quale sarebbe stato il ruolo di Air One in questa operazione.
Una fusione? Air One si sarebbe portata appresso tutti i suoi debiti che ammontano ad oltre un miliardo di euro? Mi ha risposto che non è prevista alcuna fusione con Air One ma semplicemente l'acquisto da parte della nuova Alitalia di alcune attività di Air One. Per esempio tutta la flotta aerea, tutte le autorizzazioni di cui dispone sulle varie rotte, tutti i contratti di acquisto di nuovi aerei.
I debiti e ogni tipo di obbligazione di Air One sarebbero rimasti nel perimetro societario di Toto, le attività da lui vendute alla nuova Alitalia sarebbero state pagate con azioni della nuova società.
"Ma Toto ce la farà a sopravvivere a questo scorporo?" ricordo che ha fatto un gesto con la mano per dire "Non è affar mio". Poi ha aggiunto: "Penso di sì, penso che ce la può fare".
L'attuale consiglio d'amministrazione di Alitalia non vuole la nascita d'una nuova società ma suggerisce di proseguire con la struttura attuale utilizzando i meccanismi e i benefici della legge Marzano. Ma dal seguito della nostra conversazione ho capito che quest'ipotesi è esclusa: nessun imprenditore metterebbe un centesimo nella vecchia struttura Alitalia. A quel punto ci sarebbe il fallimento puro e semplice senza alcuna garanzia né per il personale dipendente né per i creditori. Per di più l'Alitalia cesserebbe per qualche tempo di volare con un collasso vero e proprio dell'economia italiana.
* * *
E' naturale che di fronte a queste prospettive lo schema di due società - la società-rottame e quella rigenerata da una sapiente chirurgia plastica - sia il solo sbocco possibile. Il problema contiene a questo punto due domande ed esige altrettante risposte: chi è il responsabile di questa catastrofe, annunciata da circa dieci anni e precipitata proprio durante la campagna elettorale del 2008? E, seconda domanda, quale sarà la sorte dei creditori e del personale in soprannumero? Le risposte a queste due domande non rientrano nei compiti dell'"advisor" e quindi non le ho poste a Passera. Me le sono fatte da solo ma ad alta voce e ad alta voce mi sono risposto.
I responsabili della catastrofe sono numerosi. I governi che si sono alternati dal 2001 ad oggi, perché la privatizzazione della compagnia aerea era all'ordine del giorno da allora e anche da prima.
Il governo Prodi del 2006-2008 che avrebbe potuto vendere all'esordio e non lo fece per i soliti interni contrasti.
Quel medesimo governo che si impigliò in un'asta disadatta e in successivi estenuanti tentativi.
Silvio Berlusconi, che utilizzò il tema Alitalia, lo slogan patriottardo della cordata tricolore, la necessità di non cedere ai francesi di Air France un bene pubblico della patria, per alimentare l'animosità dei sindacati e mobilitare gli elettori di Forza Italia e della Lega. Ci furono in quelle settimane sbalzi enormi nelle quotazioni in Borsa del titolo Alitalia, in corrispondenza con le quotidiane dichiarazioni berlusconiane. Una vera turbativa di mercato sotto gli occhi della Procura di Roma ma senza conseguenza alcuna per il turbatore.
I sindacati che, eccitati all'intransigenza dal leader della destra, risposero negativamente all'ultima offerta di Spinetta, consigliere delegato di Air France, e poserò così la parola fine al negoziato.
Secondo me i sindacati e Berlusconi sono i principali responsabili; segue con i suoi non lievi errori di gestione il governo Prodi. Comunque i cocci sono ancora lì e ingombrano il terreno.
* * *
Mentre facevo queste riflessioni con Caracciolo, guardavo Passera di sottecchi. Ma lui, all'enumerazione di quegli errori e di quelle responsabilità, aveva assunto la posizione della sfinge: mani sulle ginocchia e sguardo nel vuoto. Solo quando nominai i sindacati si lasciò sfuggire un'esclamazione e un gesto delle braccia verso il cielo.
Poi si ricompose subito né io sollecitai un suo commento.
Gli posi però la terza domanda perché quella rientrava nel perimetro del suo lavoro. Una volta creata la nuova Alitalia, con 800 milioni di finanziamento ma nessun vettore internazionale coinvolto, quale sarà il futuro?
Soltanto voli nazionali e qualche rara puntata nel perimetro europeo e transatlantico? Bisognerà rinnovare la flotta? Con quali soldi? Avete messo su un giardinetto di azionisti che hanno però anche altre attività. Forse si aspettano di esser trattati con particolare riguardo dal governo. Pagheremo anche questo noi contribuenti utenti cittadini per salvare il "nano" Alitalia e il "nano" Air One in un mondo dove ormai resteranno soltanto i colossi?
* * *
La parola "nano" applicata alle due società destinate a diventare una sola, non piace a Passera. Certo sa bene che la nuova Alitalia avrà un perimetro limitato. Non minore però di quello che ebbe l'Alitalia dei tempi d'oro negli anni Sessanta-Settanta, prima delle grandi crisi petrolifere. Anche allora la compagnia di bandiera volava sulle tratte nazionali ed europee con qualche collegamento con le zone di presenza italiana nel mondo: America Latina, Australia, New York.
Più o meno sarà così. Per un'azienda fallita, risorgere con questo perimetro non è tanto male. Per svecchiare la flotta si prenderanno gli aerei in "leasing".
E poi ci sono le banche di sostegno, a cominciare dalla sua ma non soltanto e non soltanto italiane.
Il complesso di queste operazioni richiede una disponibilità e un'affidabilità di almeno cinque miliardi.
Il "nocciolino duro" che avete messo insieme vi seguirà? E che cosa domanderà in cambio al governo? Due giorni fa Benetton in una lunga intervista al "Sole 24 Ore" ha già messo le mani avanti, è stato molto chiaro, anzi onestamente chiaro sul "do ut des" in proposito di Alitalia.
Ma Passera su questa mia terza domanda ha ripreso la posizione dello sguardo in alto e mani sulle ginocchia (si fa per dire). Ha ripetuto che se gli aerei della compagnia volano la cassa necessaria c'è, il resto riguarda il management, gli azionisti e le banche.
* * *
Si era fatto tardi, ci accomiatammo dal nostro ospite e andammo verso le auto. Il cielo era terso, splendeva sulle nostre teste il carro dell'Orsa e le luci di Cori sulla collina di fronte.
Ci abbracciammo. Corrado era contento della lunga rimpatriata e io pure. Ti auguro il successo che ti meriti, gli dissi montando nella mia auto. Lui agitò il braccio e chiuse lo sportello della sua. Gli passai accanto sulla strada sterrata e gli dissi ancora: era meglio vendere ad Air France. Lui rispose: "Può darsi, ma a noi ci hanno chiamato dopo".
(31 luglio 2008)
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Re: La vicenda Alitalia
Il pressing del Tesoro e i dubbi di An
Intesa Sanpaolo continua a guardare con interesse a Rocco Sabelli per pilotare il rilancio del gruppo
Come una zanzara fastidiosa che nella calura estiva ogni tanto ronza nelle orecchie, così la voce di un commissariamento imminente di Alitalia, da qualche giorno, fa capolino tra i lanci delle agenzie. È successo venerdì scorso. È accaduto ieri. In entrambi i casi Palazzo Chigi è intervenuto a tempo di record per eliminare l'odioso ronzio. Resta l'impressione che qualcuno voglia spingere il piede sull'acceleratore del commissariamento di Alitalia e ottenere dal governo, prima delle ferie, la rassicurazione che l'operazione ideata da Intesa Sanpaolo può partire. Senza il via libera dell'esecutivo infatti, la cordata che dovrebbe acquisire una parte di Alitalia, non riesce a quagliare. L'imprenditore Roberto Colaninno, ad esempio, sarebbe in attesa di garanzie sulla profittabilità dell'operazione e sul suo ruolo. Mentre Gilberto Benetton, altro nome tra i possibili acquirenti di Alitalia, in un'intervista, ha ammesso: «Non abbiamo ancora visto un piano industriale», arrivando a ipotizzare che «forse la soluzione migliore» era quella francese. Insomma serve un «sì» forte del governo. E qualcuno caparbiamente sta cercando di estorcerlo.
Il maggiore indiziato è il ministero dell'Economia: il responsabile Giulio Tremonti, incontrando il premier venerdì scorso, avrebbe cercato di far passare la linea di una nuova Marzano al più presto. Inutilmente. Berlusconi avrebbe frenato per non suscitare le ire di An, contraria al commissariamento, perché preoccupata degli esuberi nel bacino elettorale romano. Ma anche per non scatenare opposizione e sindacati compromettendo la pax ferragostana e le vacanze degli italiani. La soluzione sarebbe stata quella di rinviare tutto a dopo il 15 agosto. Ma c'è un termine oltre il quale non si può andare: il 30 agosto. Entro questa data il consiglio di amministrazione di Alitalia dovrà approvare la semestrale e riferire se la compagnia è in condizione di proseguire nella via ordinaria o se è prossima al fallimento.
Proprio per questo l'indiscrezione circolata ieri, e poi smentita, collocava la decisione del commissariamento nel consiglio dei ministri di venerdì 29 agosto. L'ultimo utile. Un'indiscrezione che troverebbe riscontro anche presso quei sindacati che seguono i «dietro le quinte». In quella data potrebbe essere indicato un commissario, forse quel Rocco Sabelli che piace a Intesa Sanpaolo, e non solo. Oppure lo stesso Sabelli potrebbe essere destinato a liquidare la parte della compagnia che verrebbe scorporata dalla Nuova Alitalia, nata dalla fusione delle migliori attività dell'attuale vettore e Air One. Al momento dunque il nodo politico sembra ancora tutto da sciogliere. La solerzia con cui il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha accolto la richiesta dell'opposizione di un chiarimento del governo in aula, testimonia in qualche modo la tensione del suo partito verso una soluzione meno dolorosa. Di là da venire.
Antonella Baccaro
Il Corriere della Sera
31 luglio 2008
Intesa Sanpaolo continua a guardare con interesse a Rocco Sabelli per pilotare il rilancio del gruppo
Come una zanzara fastidiosa che nella calura estiva ogni tanto ronza nelle orecchie, così la voce di un commissariamento imminente di Alitalia, da qualche giorno, fa capolino tra i lanci delle agenzie. È successo venerdì scorso. È accaduto ieri. In entrambi i casi Palazzo Chigi è intervenuto a tempo di record per eliminare l'odioso ronzio. Resta l'impressione che qualcuno voglia spingere il piede sull'acceleratore del commissariamento di Alitalia e ottenere dal governo, prima delle ferie, la rassicurazione che l'operazione ideata da Intesa Sanpaolo può partire. Senza il via libera dell'esecutivo infatti, la cordata che dovrebbe acquisire una parte di Alitalia, non riesce a quagliare. L'imprenditore Roberto Colaninno, ad esempio, sarebbe in attesa di garanzie sulla profittabilità dell'operazione e sul suo ruolo. Mentre Gilberto Benetton, altro nome tra i possibili acquirenti di Alitalia, in un'intervista, ha ammesso: «Non abbiamo ancora visto un piano industriale», arrivando a ipotizzare che «forse la soluzione migliore» era quella francese. Insomma serve un «sì» forte del governo. E qualcuno caparbiamente sta cercando di estorcerlo.
Il maggiore indiziato è il ministero dell'Economia: il responsabile Giulio Tremonti, incontrando il premier venerdì scorso, avrebbe cercato di far passare la linea di una nuova Marzano al più presto. Inutilmente. Berlusconi avrebbe frenato per non suscitare le ire di An, contraria al commissariamento, perché preoccupata degli esuberi nel bacino elettorale romano. Ma anche per non scatenare opposizione e sindacati compromettendo la pax ferragostana e le vacanze degli italiani. La soluzione sarebbe stata quella di rinviare tutto a dopo il 15 agosto. Ma c'è un termine oltre il quale non si può andare: il 30 agosto. Entro questa data il consiglio di amministrazione di Alitalia dovrà approvare la semestrale e riferire se la compagnia è in condizione di proseguire nella via ordinaria o se è prossima al fallimento.
Proprio per questo l'indiscrezione circolata ieri, e poi smentita, collocava la decisione del commissariamento nel consiglio dei ministri di venerdì 29 agosto. L'ultimo utile. Un'indiscrezione che troverebbe riscontro anche presso quei sindacati che seguono i «dietro le quinte». In quella data potrebbe essere indicato un commissario, forse quel Rocco Sabelli che piace a Intesa Sanpaolo, e non solo. Oppure lo stesso Sabelli potrebbe essere destinato a liquidare la parte della compagnia che verrebbe scorporata dalla Nuova Alitalia, nata dalla fusione delle migliori attività dell'attuale vettore e Air One. Al momento dunque il nodo politico sembra ancora tutto da sciogliere. La solerzia con cui il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha accolto la richiesta dell'opposizione di un chiarimento del governo in aula, testimonia in qualche modo la tensione del suo partito verso una soluzione meno dolorosa. Di là da venire.
Antonella Baccaro
Il Corriere della Sera
31 luglio 2008
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Re: La vicenda Alitalia
Carlo Lottieri Lentamente, tra mille diffcoltà e voci di ...
Carlo Lottieri
Lentamente, tra mille diffcoltà e voci di commissariamento subite smentite, la vicenda Alitalia sembra orientata a trovare una soluzione, ma non è detto che l'esito aiuterà davvero il trasporto aereo nazionale e, più in generale, la nostra economia
Avendo rigettato la proposta di Air France e non avendo neppure preso in considerazione l'ipotesi divenuta quasi ovvia a questo stadio del dissesto economico (portare i libri in tribunale), il governo si trova costretto a fare appello a quel solito gruppo di imprenditori e finanzieri italiani che sono sì disposti a "consegnare l'oro alla Patria" (pare per complessivi 700 milioni), ma che è facile presumere siano comprensibilmente orientati a chiedere in cambio - magari su altri tavoli - più che rilevanti compensazioni. Quando sul "Sole 24 Ore" di ieri Gilberto Benetton ha negato ogni nesso tra la convenzione di Autostrade e la probabile partecipazione al salvataggio della compagnia di bandiera, vi è chi ha malignamente pensato che in questi casi una scusa non richiesta ha tutta l'aria di un'autoaccusa manifesta.
L'imprenditore veneto, ha pure sottolineato come sia davvero difficile mettere in piedi un'azienda come Alitalia in assenza di forti accordi internazionali. E proprio di queste ore è l'intesa tra Iberia e British Airways, da cui emerge un vero colosso internazionale e la conferma che la strada che conduceva a Parigi non era certo da scartarsi a priori. Tanto è vero che ora lo stesso Berlusconi ha fatto riferimenti a possibili intese industriali con l'azienda francese.
C'è poi la questione degli tagli: più che necessari, indispensabili. Un'azienda che ogni giorno perde una cifra intorno ai due milioni di euro manifesta serissimi problemi strutturali ed esige quindi scelte coraggiose di fronte alle quali è bene che i sindacati non alzino le barricate. Ma non c'è da farsi illusioni, dato che la presenza massiccia della politica in tutta questa vicenda fa sì che i rappresentanti dei lavoratori sappiano bene di poter ottenere dal governo tutte le risorse necessarie per soddisfare i propri protetti. Così, non soltanto i contribuenti dovranno finanziare i prepensionamenti già in programma, ma con ogni probabilità dovranno pure sostenere i prevedibili cedimenti di un esecutivo che, considerando un problema di interesse nazionale la crisi di tale azienda, ora è debolissimo di fronte a ogni forma di rivendicazione. I cinquemila esuberi annunciati saranno quindi contestati con scioperi ed altre iniziative, alimentando un prossimo autunno che si annuncia molto caldo.
Peccato. Mentre l'Italia non cresce e le tasse restano altissime, abbiamo sprecato risorse preziose in un salvataggio finanziariamente disastroso. E dire che in questi anni segnati dalla crisi di Alitalia il trasporto aereo italiano è cresciuto in maniera considerevole: grazie soprattutto ai vettori stranieri e alle compagnie low cost.
L'intera vicenda dimostra, una volta di più, che lo Stato dovrebbe evitare di farsi imprenditore. Ma la lezione non è stata ancora appresa.
Il tempo
Carlo Lottieri
Lentamente, tra mille diffcoltà e voci di commissariamento subite smentite, la vicenda Alitalia sembra orientata a trovare una soluzione, ma non è detto che l'esito aiuterà davvero il trasporto aereo nazionale e, più in generale, la nostra economia
Avendo rigettato la proposta di Air France e non avendo neppure preso in considerazione l'ipotesi divenuta quasi ovvia a questo stadio del dissesto economico (portare i libri in tribunale), il governo si trova costretto a fare appello a quel solito gruppo di imprenditori e finanzieri italiani che sono sì disposti a "consegnare l'oro alla Patria" (pare per complessivi 700 milioni), ma che è facile presumere siano comprensibilmente orientati a chiedere in cambio - magari su altri tavoli - più che rilevanti compensazioni. Quando sul "Sole 24 Ore" di ieri Gilberto Benetton ha negato ogni nesso tra la convenzione di Autostrade e la probabile partecipazione al salvataggio della compagnia di bandiera, vi è chi ha malignamente pensato che in questi casi una scusa non richiesta ha tutta l'aria di un'autoaccusa manifesta.
L'imprenditore veneto, ha pure sottolineato come sia davvero difficile mettere in piedi un'azienda come Alitalia in assenza di forti accordi internazionali. E proprio di queste ore è l'intesa tra Iberia e British Airways, da cui emerge un vero colosso internazionale e la conferma che la strada che conduceva a Parigi non era certo da scartarsi a priori. Tanto è vero che ora lo stesso Berlusconi ha fatto riferimenti a possibili intese industriali con l'azienda francese.
C'è poi la questione degli tagli: più che necessari, indispensabili. Un'azienda che ogni giorno perde una cifra intorno ai due milioni di euro manifesta serissimi problemi strutturali ed esige quindi scelte coraggiose di fronte alle quali è bene che i sindacati non alzino le barricate. Ma non c'è da farsi illusioni, dato che la presenza massiccia della politica in tutta questa vicenda fa sì che i rappresentanti dei lavoratori sappiano bene di poter ottenere dal governo tutte le risorse necessarie per soddisfare i propri protetti. Così, non soltanto i contribuenti dovranno finanziare i prepensionamenti già in programma, ma con ogni probabilità dovranno pure sostenere i prevedibili cedimenti di un esecutivo che, considerando un problema di interesse nazionale la crisi di tale azienda, ora è debolissimo di fronte a ogni forma di rivendicazione. I cinquemila esuberi annunciati saranno quindi contestati con scioperi ed altre iniziative, alimentando un prossimo autunno che si annuncia molto caldo.
Peccato. Mentre l'Italia non cresce e le tasse restano altissime, abbiamo sprecato risorse preziose in un salvataggio finanziariamente disastroso. E dire che in questi anni segnati dalla crisi di Alitalia il trasporto aereo italiano è cresciuto in maniera considerevole: grazie soprattutto ai vettori stranieri e alle compagnie low cost.
L'intera vicenda dimostra, una volta di più, che lo Stato dovrebbe evitare di farsi imprenditore. Ma la lezione non è stata ancora appresa.
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Re: La vicenda Alitalia
Alitalia, il CdA prende tempo sul piano Intesa (FM)
FTA Online News
Si è concluso con un nulla di fatto la riunione del CdA di Alitalia sul piano di Intesa Sanpaolo, che ha visto Gaetano Miccichè, responsabile della divisione corporate della banca, illustrare i punti salienti del salvataggio della compagnia di bandiera italiana. Il dossier come riporta il quotidiano "Finanza e Mercati" di oggi è quindi rinviato a fine agosto.
FTA Online News
Si è concluso con un nulla di fatto la riunione del CdA di Alitalia sul piano di Intesa Sanpaolo, che ha visto Gaetano Miccichè, responsabile della divisione corporate della banca, illustrare i punti salienti del salvataggio della compagnia di bandiera italiana. Il dossier come riporta il quotidiano "Finanza e Mercati" di oggi è quindi rinviato a fine agosto.
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Re: La vicenda Alitalia
Scalfari su Alitalia viola tutte le regole della democrazia
di Donatella Papi
Credo che se c'è un po' di dignità democratica nei cittadini italiani da oggi, dopo aver letto l'articolo di Repubblica a firma di Eugenio Scalfari sul caso Alitalia, dovrebbe iniziare uno sciopero nazionale dei giornalisti.
Perchè l'articolo firmato da Scalfari, fondatore del giornale, non solo evidenzia una commistione di ruoli pericolosa e deviante tra giornalismo e lobby, tra potere e imparzialità, ma rivela la fisionomia e il ruolo di uno dei più grandi giornali italiani. Lascio a voi considerare se quello che Eugenio Scalfari ha fatto per tutta una vita, profumatamente pagato per le sue cene, i suoi consigli, i suoi articoli l'indomani soprattutto, è accettabile anche dall'ultimo stagista italiano. E' cioè accettabile che un giornalista, come ha fatto ieri Scalfari, vada nei salotti buoni di Carlo Caracciolo per incontrare quello che egli chiama "il vecchio amico Passera" e ottenga anticipatamente informazioni riservate che potrebbero snaturare anche operazioni di borsa, in quella maniera, e si mette a giocare il suo ruolo forte. Ma occulto. Lui, il principe dei giornalisti. E non mi venite a dire che però ha informato tutti con il suo articolo perchè è la prima volta che partecipa ai lettori i suoi giochi di potere. Per sempre ha fatto quello che potete leggere oggi su Repubblica, cioè è andato da questo e quello, diciamo condizionandoli, neppure minacciando "lo scrivo" che sarebbe stato un bene, ma dicendo lui sulle varie operazioni cosa secondo lui soltanto sarebbe stato meglio fare e poi l'indomani su Repubblica ha scritto o fatto scrivere a giornalisti, direttori, perfino al suo editore, articoli di attacco o di sostengo utilizzando...che cosa? La libertà di stampa.
Questo è Eugenio Scalfari. Io dico il manipolatore del giornalismo. Perchè attraverso le sue "consulenze" egli non ha rappresentato ai capitani d'industria, ai politici, ai premier, ai finanzieri che lo hanno interpellato le ragioni del Paese, cioè dei lettori, ma ha avuto in anticipo notizie e poi ha sostenuto sul giornale ora quella ora quell'altra partita condizionando la politica, l'economia, la finanza, cioè la democrazia.
Non credo che nessun direttore di giornale di un Paese democratico e civile, dove l'informazione ha veramente un ruolo garante, faccia quello che fa Scalfari. E male ha fatto anche Corrado Passera a immischiare un giornalista a quel modo nelle sue scelte. Io credo che i giornalisti per il loro ruolo, per la conoscenza dei fatti, in particolare per la sensibilità che acquisiscono attraverso il mestiere, debbano essere interpellati e da tutti. Perchè possono dare un utile consiglio, a volte essi possono avere in testa quelle soluzioni essenziali a una partita, ma non così. Non trasformando l'informazione in un giornale armato dove, come ha sempre detto Eugenio Scalfari, egli usa parole come pallottole.
Non mi dilungo oltre anche se avrei un mare di cose da dire su ciò che mi fa piangere dal dolore nel constatare come il mestiere di giornalista in Italia, a causa di personaggi come Scalfari, sia diventato una sorte di rapina a mano armata di idee, di notizie, di informazione e controinformazione. Ma spero che da questo caso, anche se molto tardivamente, ormai sul viale del tramonto della credibilità della stampa italiana che a livello internazionale mi è difficile pensare come possa essere recuperabile, ci sia uno scatto di orgoglio dei miei colleghi. Non credo di Repubblica, anche se recentemente ho visto il direttore Ezio Mauro molto umiliato al punto che, parlando ad un convegno sulle verità di Stato, aveva come me gli occhi lucidi. Ma spero che reagiscano i giornalisti di altre testate, libere se ci sono, se non sono nelle stesse condizioni. E, lo dico con chiarezza, spero anche che Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, il quale purtroppo non capito e non creduto ha sempre sostenuto che Repubblica è un giornale da quale neanche farsi intervistare, facciano un'azione molto forte.
E chiedo che il Capo dello Stato si ponga il problema di questa e altre testate giornalistiche del nostro Paese che ogni giorno, a causa credo di pochi malfattori, condizionano intere redazioni, dirottano le notizie, determinano anche un clima pericoloso come tutta l'Europa si è accorta e come molte personalità hanno cominciato a denunciare.
Comincialitalia.net
di Donatella Papi
Credo che se c'è un po' di dignità democratica nei cittadini italiani da oggi, dopo aver letto l'articolo di Repubblica a firma di Eugenio Scalfari sul caso Alitalia, dovrebbe iniziare uno sciopero nazionale dei giornalisti.
Perchè l'articolo firmato da Scalfari, fondatore del giornale, non solo evidenzia una commistione di ruoli pericolosa e deviante tra giornalismo e lobby, tra potere e imparzialità, ma rivela la fisionomia e il ruolo di uno dei più grandi giornali italiani. Lascio a voi considerare se quello che Eugenio Scalfari ha fatto per tutta una vita, profumatamente pagato per le sue cene, i suoi consigli, i suoi articoli l'indomani soprattutto, è accettabile anche dall'ultimo stagista italiano. E' cioè accettabile che un giornalista, come ha fatto ieri Scalfari, vada nei salotti buoni di Carlo Caracciolo per incontrare quello che egli chiama "il vecchio amico Passera" e ottenga anticipatamente informazioni riservate che potrebbero snaturare anche operazioni di borsa, in quella maniera, e si mette a giocare il suo ruolo forte. Ma occulto. Lui, il principe dei giornalisti. E non mi venite a dire che però ha informato tutti con il suo articolo perchè è la prima volta che partecipa ai lettori i suoi giochi di potere. Per sempre ha fatto quello che potete leggere oggi su Repubblica, cioè è andato da questo e quello, diciamo condizionandoli, neppure minacciando "lo scrivo" che sarebbe stato un bene, ma dicendo lui sulle varie operazioni cosa secondo lui soltanto sarebbe stato meglio fare e poi l'indomani su Repubblica ha scritto o fatto scrivere a giornalisti, direttori, perfino al suo editore, articoli di attacco o di sostengo utilizzando...che cosa? La libertà di stampa.
Questo è Eugenio Scalfari. Io dico il manipolatore del giornalismo. Perchè attraverso le sue "consulenze" egli non ha rappresentato ai capitani d'industria, ai politici, ai premier, ai finanzieri che lo hanno interpellato le ragioni del Paese, cioè dei lettori, ma ha avuto in anticipo notizie e poi ha sostenuto sul giornale ora quella ora quell'altra partita condizionando la politica, l'economia, la finanza, cioè la democrazia.
Non credo che nessun direttore di giornale di un Paese democratico e civile, dove l'informazione ha veramente un ruolo garante, faccia quello che fa Scalfari. E male ha fatto anche Corrado Passera a immischiare un giornalista a quel modo nelle sue scelte. Io credo che i giornalisti per il loro ruolo, per la conoscenza dei fatti, in particolare per la sensibilità che acquisiscono attraverso il mestiere, debbano essere interpellati e da tutti. Perchè possono dare un utile consiglio, a volte essi possono avere in testa quelle soluzioni essenziali a una partita, ma non così. Non trasformando l'informazione in un giornale armato dove, come ha sempre detto Eugenio Scalfari, egli usa parole come pallottole.
Non mi dilungo oltre anche se avrei un mare di cose da dire su ciò che mi fa piangere dal dolore nel constatare come il mestiere di giornalista in Italia, a causa di personaggi come Scalfari, sia diventato una sorte di rapina a mano armata di idee, di notizie, di informazione e controinformazione. Ma spero che da questo caso, anche se molto tardivamente, ormai sul viale del tramonto della credibilità della stampa italiana che a livello internazionale mi è difficile pensare come possa essere recuperabile, ci sia uno scatto di orgoglio dei miei colleghi. Non credo di Repubblica, anche se recentemente ho visto il direttore Ezio Mauro molto umiliato al punto che, parlando ad un convegno sulle verità di Stato, aveva come me gli occhi lucidi. Ma spero che reagiscano i giornalisti di altre testate, libere se ci sono, se non sono nelle stesse condizioni. E, lo dico con chiarezza, spero anche che Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, il quale purtroppo non capito e non creduto ha sempre sostenuto che Repubblica è un giornale da quale neanche farsi intervistare, facciano un'azione molto forte.
E chiedo che il Capo dello Stato si ponga il problema di questa e altre testate giornalistiche del nostro Paese che ogni giorno, a causa credo di pochi malfattori, condizionano intere redazioni, dirottano le notizie, determinano anche un clima pericoloso come tutta l'Europa si è accorta e come molte personalità hanno cominciato a denunciare.
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Re: La vicenda Alitalia
"I sindacati non si oppongano" mi sembra un auspicio assolutamente condivisibile.Fabio27 ha scritto: a. secondo Berlusconi i sindacati hanno perso il diritto di intervento;
Però possono sempre opporsi, far saltare tutto e magari pensarci loro, visto che chi deve farlo secondo alcuni non ne sembra in grado.
Dov'è il problema? Un bel no globale a prescindere e siamo tutti contenti. Dipendenti AZ in primis.

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Massimo
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Re: La vicenda Alitalia
Dai, dì la verità, volevi fare la miscela per la gassosa di bordo e non ti hanno preso.bomber78 ha scritto:tranquillo....sono un chimico, nulla a che vedere con il mondo aereonautico

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Re: La vicenda Alitalia
ALITALIA: MORGAN STANLEY, NO DECISIONE SU INGRESSO CORDATA
(ANSA) - MILANO, 30 LUG - Morgan Stanley non ha preso nessuna decisione in merito ad un eventuale ingresso nella cordata italiana per rilanciare Alitalia. Lo ha detto un portavoce della banca d'affari, facendo riferimento a quanto riportato in serata da organi di stampa. (ANSA).
Alitalia: Marrazzo convoca tavolo interistituzionale
ROMA - Il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo ha convocato per lunedì prossimo un tavolo interistituzionale per fare chiarezza sulla situazione di Alitalia. ''Il piano di ristrutturazione di Alitalia, così come emerge dalle frammentarie notizie di stampa, mi preoccupa enormementè', ha detto Marrazzo. Al tavolo siederanno i sindaci di Roma e Fiumicino, il presidente della Provincia, i sindacati e la stessa Alitalia. (Agr)
(ANSA) - MILANO, 30 LUG - Morgan Stanley non ha preso nessuna decisione in merito ad un eventuale ingresso nella cordata italiana per rilanciare Alitalia. Lo ha detto un portavoce della banca d'affari, facendo riferimento a quanto riportato in serata da organi di stampa. (ANSA).
Alitalia: Marrazzo convoca tavolo interistituzionale
ROMA - Il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo ha convocato per lunedì prossimo un tavolo interistituzionale per fare chiarezza sulla situazione di Alitalia. ''Il piano di ristrutturazione di Alitalia, così come emerge dalle frammentarie notizie di stampa, mi preoccupa enormementè', ha detto Marrazzo. Al tavolo siederanno i sindaci di Roma e Fiumicino, il presidente della Provincia, i sindacati e la stessa Alitalia. (Agr)
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Re: La vicenda Alitalia
gli esuberi andranno a confluire in una società a parte che si occuperà di ricollocarli
poi, va da se', che i sindacati si opporrano
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Re: La vicenda Alitalia
Interessante la definizione di "tavolo interistituzionale" composto in quel modo.i_disa ha scritto: Alitalia: Marrazzo convoca tavolo interistituzionale
ROMA - Il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo ha convocato per lunedì prossimo un tavolo interistituzionale per fare chiarezza sulla situazione di Alitalia. ''Il piano di ristrutturazione di Alitalia, così come emerge dalle frammentarie notizie di stampa, mi preoccupa enormementè', ha detto Marrazzo. Al tavolo siederanno i sindaci di Roma e Fiumicino, il presidente della Provincia, i sindacati e la stessa Alitalia. (Agr)
Nell'elenco mancano i presidenti del quartiere magliana e della pro loco, però.
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Re: La vicenda Alitalia
no, per l'aranciataMaxlanz ha scritto:Dai, dì la verità, volevi fare la miscela per la gassosa di bordo e non ti hanno preso.bomber78 ha scritto:tranquillo....sono un chimico, nulla a che vedere con il mondo aereonautico
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Re: La vicenda Alitalia
questa è la conferma di quello che dice AFD da un pò di settimane.bomber78 ha scritto:Per esempio tutta la flotta aerea, tutte le autorizzazioni di cui dispone sulle varie rotte, tutti i contratti di acquisto di nuovi aerei.
una cosa non m è chiara: ma che fine farà air one? se tutta la flotta, le autorizzazioni sulle varie rotte e il portafoglio ordini andrà in mano alla newco, con cosa volerà?
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Re: La vicenda Alitalia
mi sa che airone spariscei_disa ha scritto:questa è la conferma di quello che dice AFD da un pò di settimane.bomber78 ha scritto:Per esempio tutta la flotta aerea, tutte le autorizzazioni di cui dispone sulle varie rotte, tutti i contratti di acquisto di nuovi aerei.
una cosa non m è chiara: ma che fine farà air one? se tutta la flotta, le autorizzazioni sulle varie rotte e il portafoglio ordini andrà in mano alla newco, con cosa volerà?
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Re: La vicenda Alitalia
pensa che il berlusca ha parlato di air france...pensa un pò....bomber78 ha scritto:si si....c'era una volta in un mondo fatato, una bellissima principessa.....carissimo, un'alitalia risanata è tutt'ora una bella favoletta.....e senza una grande allenaza con LH facciamo poca stradaairbusfamilydriver ha scritto: perchè volare con un alitalia super risanata,finalmente sistemata,con degli aerei nuovi,un nuovo standard,e soprattutto un nuovissimo servizio di bordo ti avrebbe fatto tanto schifo?

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Re: La vicenda Alitalia
hai capito un miliardo di euro di debiti per toto,lo stesso di az,ma con un fatturato 5 volte più basso se non ancora menobomber78 ha scritto: Una fusione? Air One si sarebbe portata appresso tutti i suoi debiti che ammontano ad oltre un miliardo di euro? Mi ha risposto che non è prevista alcuna fusione con Air One ma semplicemente l'acquisto da parte della nuova Alitalia di alcune attività di Air One. Per esempio tutta la flotta aerea, tutte le autorizzazioni di cui dispone sulle varie rotte, tutti i contratti di acquisto di nuovi aerei.
tutta la flotta,tutti i diritti e i contratti dei nuovi aerei.....
beh toto conferisce asset,non potendo conferire soldi,e intesa lo leva dagli impicci
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Re: La vicenda Alitalia
Alitalia, indebitamento in diminuzione
In cassa restano 375 milioni di euroLo comunica proprio la società nell'aggiornamento diffuso mensilmente su richiesta della Consob Al 30 giugno Alitalia ha in cassa una liquidità, tra disponibilità e crediti finanziari a breve, pari a livello di gruppo a 375 milioni. E' in calo di 13 milioni, -3,4%, rispetto alla fine del mese precedente. Lo comunica la società nell'aggiornamento diffuso mensilmente su richiesta della Consob. La situazione come già si sapeva non è certo delle migliori, ma resta comunque il fatto che l'indebitamento del gruppo a fine giugno è in linea con il dato del mese precedente: i debiti si attestano a 1,115 miliardi, in leggero calo rispetto ai 1,121 miliardi di fine maggio. Il dato non comprende i 300 milioni del prestito ponte stanziato dal governo.
pare che non perdiamo più 3 milioni al giorno,ma mezzo,nel mese di giugno
In cassa restano 375 milioni di euroLo comunica proprio la società nell'aggiornamento diffuso mensilmente su richiesta della Consob Al 30 giugno Alitalia ha in cassa una liquidità, tra disponibilità e crediti finanziari a breve, pari a livello di gruppo a 375 milioni. E' in calo di 13 milioni, -3,4%, rispetto alla fine del mese precedente. Lo comunica la società nell'aggiornamento diffuso mensilmente su richiesta della Consob. La situazione come già si sapeva non è certo delle migliori, ma resta comunque il fatto che l'indebitamento del gruppo a fine giugno è in linea con il dato del mese precedente: i debiti si attestano a 1,115 miliardi, in leggero calo rispetto ai 1,121 miliardi di fine maggio. Il dato non comprende i 300 milioni del prestito ponte stanziato dal governo.
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Re: La vicenda Alitalia
da governo.it
La notizia riportata dall’Agenzia Giornalistica Italia su un eventuale commissariamento di Alitalia al Consiglio dei Ministri del prossimo 29 agosto è destituita di ogni fondamento
La notizia riportata dall’Agenzia Giornalistica Italia su un eventuale commissariamento di Alitalia al Consiglio dei Ministri del prossimo 29 agosto è destituita di ogni fondamento
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Re: La vicenda Alitalia
ALITALIA: ZINGARETTI, MARRAZZO HA FATTO LA COSA GIUSTA
(ANSA) - ROMA, 31 LUG - "La Provincia di Roma sarà in prima fila nella difesa di Alitalia e dei suoi lavoratori da ogni decisione calata dall'alto senza un reale confronto con tutti i soggetti interessati, a cominciare dai sindacati e dagli enti locali". E' quanto afferma, in una nota, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. "Il presidente Marrazzo, convocando per lunedì un tavolo interistituzionale e annunciando una forte mobilitazione a difesa del nostro territorio, ha fatto la cosa giusta. Al governo - ha aggiunto Zingaretti - chiediamo ora di assumere una posizione netta e trasparente e di porre fine a questa irresponsabile rincorsa di annunci e smentite che rivela l'assoluta vaghezza del piano di rilancio e lascia intravedere scenari devastanti sul numero di esuberi, giunti oggi a 7.000, considerando Air One, contro i 2.100 del piano di Air France". (ANSA).
Alitalia: Bonaiuti, nomi cordata saranno noti a settembre
(ANSA) - ROMA, 31 LUG - 'Tutti i nomi' della cordata italiana per Alitalia 'saranno resi noti a settembre' afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Paolo Bonaiuti smentisce che ci sara' un Cdm a fine mese: 'Appena e' uscita la notizia ieri l'abbiamo smentita'. Replica al leader del Pd: 'Veltroni dimentica che quando venne presentato il piano per l'ingresso di Air France con le borse ancora aperte, il titolo perse il 19,5%. Quella soluzione quindi non veniva considerata un buon affare'.
(ANSA) - ROMA, 31 LUG - "La Provincia di Roma sarà in prima fila nella difesa di Alitalia e dei suoi lavoratori da ogni decisione calata dall'alto senza un reale confronto con tutti i soggetti interessati, a cominciare dai sindacati e dagli enti locali". E' quanto afferma, in una nota, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. "Il presidente Marrazzo, convocando per lunedì un tavolo interistituzionale e annunciando una forte mobilitazione a difesa del nostro territorio, ha fatto la cosa giusta. Al governo - ha aggiunto Zingaretti - chiediamo ora di assumere una posizione netta e trasparente e di porre fine a questa irresponsabile rincorsa di annunci e smentite che rivela l'assoluta vaghezza del piano di rilancio e lascia intravedere scenari devastanti sul numero di esuberi, giunti oggi a 7.000, considerando Air One, contro i 2.100 del piano di Air France". (ANSA).
Alitalia: Bonaiuti, nomi cordata saranno noti a settembre
(ANSA) - ROMA, 31 LUG - 'Tutti i nomi' della cordata italiana per Alitalia 'saranno resi noti a settembre' afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Paolo Bonaiuti smentisce che ci sara' un Cdm a fine mese: 'Appena e' uscita la notizia ieri l'abbiamo smentita'. Replica al leader del Pd: 'Veltroni dimentica che quando venne presentato il piano per l'ingresso di Air France con le borse ancora aperte, il titolo perse il 19,5%. Quella soluzione quindi non veniva considerata un buon affare'.
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Re: La vicenda Alitalia
Alitalia: l'ok dell'Antitrust dipende dall'impatto sulle singole rotte
da ilsole24ore.com
Il progetto di fusione tra Alitalia e Air One dovrà passare, se si concretizzerà, il vaglio dell'Antitrust. Il presidente dell'Autorità, Antonio Catricalà, interpellato a margine di un'audizione in commissione Agricoltura alla Camera su eventuali problemi di concorrenza legati all'ipotesi che nel nuovo piano Alitalia possa detenere il 65% delle rotte nazionali, non si sbilancia. «Dobbiamo verificare questi dati con una analisi del traffico nazionale e delle singole rotte». La compatibilità, spiega Catricalà, «dipenderà da come si colloca per le singole rotte». I tempi di esame, conclude, «sono quelli previsti dalla legge: 30 giorni se non ci sono problemi, 45 se viene aperta una istruttoria. Ma siamo veloci, ad esempio per le fusioni bancarie abbiamo chiuso qualche giorno prima della scadenza, per non lasciare il mercato nell'incertezza».
Alitalia: rabbia tra dipendenti
(ANSA) - FIUMICINO (ROMA), 31 LUG - Rabbia, ma soprattutto timore tra i dipendenti Alitalia in servizio nello scalo romano. 'Altro che cordata di imprenditori pronti a entrare in Alitalia -dice Elena S., impiegata-, un fatto concreto da cui prendere esempio, invece, e' quello della recente fusione tra British e Iberia, e non le chiacchiere che si susseguono fin da prima delle elezioni'. Alessandra, 34 anni, romana: 'Sarebbe stato piu' saggio accettare la proposta di Air France'
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Il progetto di fusione tra Alitalia e Air One dovrà passare, se si concretizzerà, il vaglio dell'Antitrust. Il presidente dell'Autorità, Antonio Catricalà, interpellato a margine di un'audizione in commissione Agricoltura alla Camera su eventuali problemi di concorrenza legati all'ipotesi che nel nuovo piano Alitalia possa detenere il 65% delle rotte nazionali, non si sbilancia. «Dobbiamo verificare questi dati con una analisi del traffico nazionale e delle singole rotte». La compatibilità, spiega Catricalà, «dipenderà da come si colloca per le singole rotte». I tempi di esame, conclude, «sono quelli previsti dalla legge: 30 giorni se non ci sono problemi, 45 se viene aperta una istruttoria. Ma siamo veloci, ad esempio per le fusioni bancarie abbiamo chiuso qualche giorno prima della scadenza, per non lasciare il mercato nell'incertezza».
Alitalia: rabbia tra dipendenti
(ANSA) - FIUMICINO (ROMA), 31 LUG - Rabbia, ma soprattutto timore tra i dipendenti Alitalia in servizio nello scalo romano. 'Altro che cordata di imprenditori pronti a entrare in Alitalia -dice Elena S., impiegata-, un fatto concreto da cui prendere esempio, invece, e' quello della recente fusione tra British e Iberia, e non le chiacchiere che si susseguono fin da prima delle elezioni'. Alessandra, 34 anni, romana: 'Sarebbe stato piu' saggio accettare la proposta di Air France'
la hostess ideale? quella che vi chiede: caffè, the o me
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Re: La vicenda Alitalia
Scusa, chi sono?bomber78 ha scritto:Scalfari su Alitalia viola tutte le regole della democrazia
di Donatella Papi
Comincialitalia.net
Eugenio Scalfari so chi è: ho tutte le riserve del caso sul fatto che il suo intervento giornalistico rappresenti una turbativa di mercato - e chi dovrà indagare stai sicuro indagherà... Ma Donatella Papi, e Comincialitalia.net chi sono?

P.S. By the way, "E, lo dico con chiarezza, spero anche che Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, il quale purtroppo non capito e non creduto ha sempre sostenuto che Repubblica è un giornale da quale neanche farsi intervistare, facciano un'azione molto forte"
Non credo che al Presidente della Camera spetti il potere di fare alcuna azione molto forte nei confronti di un organo di stampa (ne' al Presidente del Consiglio). Forse mi sbaglio, nel caso dammi i giusti appigli costituzionali.
Ultima modifica di aeb il 31 luglio 2008, 19:21, modificato 1 volta in totale.
Andrea
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Sant'Agostino
La libertà è una forma di disciplina
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Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti
Nanni Moretti (in Palombella rossa)
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Re: La vicenda Alitalia
Forse il berlusca per cordata intendeva quella che lo stato avrebbe frustato sulla schiena di noi poveri dipendentii_disa ha scritto:Alitalia: l'ok dell'Antitrust dipende dall'impatto sulle singole rotte
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Il progetto di fusione tra Alitalia e Air One dovrà passare, se si concretizzerà, il vaglio dell'Antitrust. Il presidente dell'Autorità, Antonio Catricalà, interpellato a margine di un'audizione in commissione Agricoltura alla Camera su eventuali problemi di concorrenza legati all'ipotesi che nel nuovo piano Alitalia possa detenere il 65% delle rotte nazionali, non si sbilancia. «Dobbiamo verificare questi dati con una analisi del traffico nazionale e delle singole rotte». La compatibilità, spiega Catricalà, «dipenderà da come si colloca per le singole rotte». I tempi di esame, conclude, «sono quelli previsti dalla legge: 30 giorni se non ci sono problemi, 45 se viene aperta una istruttoria. Ma siamo veloci, ad esempio per le fusioni bancarie abbiamo chiuso qualche giorno prima della scadenza, per non lasciare il mercato nell'incertezza».
Alitalia: rabbia tra dipendenti
(ANSA) - FIUMICINO (ROMA), 31 LUG - Rabbia, ma soprattutto timore tra i dipendenti Alitalia in servizio nello scalo romano. 'Altro che cordata di imprenditori pronti a entrare in Alitalia -dice Elena S., impiegata-, un fatto concreto da cui prendere esempio, invece, e' quello della recente fusione tra British e Iberia, e non le chiacchiere che si susseguono fin da prima delle elezioni'. Alessandra, 34 anni, romana: 'Sarebbe stato piu' saggio accettare la proposta di Air France'

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Re: La vicenda Alitalia
E' l'effetto del trasferimento su FCO ?airbusfamilydriver ha scritto:Alitalia, indebitamento in diminuzione
In cassa restano 375 milioni di euroLo comunica proprio la società nell'aggiornamento diffuso mensilmente su richiesta della Consob Al 30 giugno Alitalia ha in cassa una liquidità, tra disponibilità e crediti finanziari a breve, pari a livello di gruppo a 375 milioni. E' in calo di 13 milioni, -3,4%, rispetto alla fine del mese precedente. Lo comunica la società nell'aggiornamento diffuso mensilmente su richiesta della Consob. La situazione come già si sapeva non è certo delle migliori, ma resta comunque il fatto che l'indebitamento del gruppo a fine giugno è in linea con il dato del mese precedente: i debiti si attestano a 1,115 miliardi, in leggero calo rispetto ai 1,121 miliardi di fine maggio. Il dato non comprende i 300 milioni del prestito ponte stanziato dal governo.
pare che non perdiamo più 3 milioni al giorno,ma mezzo,nel mese di giugno
Il dato, però, mi sembra ancora bruttino.
500 milioni al giorno mi sembrano ancora tanti.
Non vorrei, inoltre, che ci fosse l'effetto ferie estive.
Ai tecnici le analisi del caso.
Saluti Daniel
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Re: La vicenda Alitalia
alitalia non ha dimezzato le perdite ma le ha ridotte di 4 voltewinter71 ha scritto:E' l'effetto del trasferimento su FCO ?airbusfamilydriver ha scritto:Alitalia, indebitamento in diminuzione
In cassa restano 375 milioni di euroLo comunica proprio la società nell'aggiornamento diffuso mensilmente su richiesta della Consob Al 30 giugno Alitalia ha in cassa una liquidità, tra disponibilità e crediti finanziari a breve, pari a livello di gruppo a 375 milioni. E' in calo di 13 milioni, -3,4%, rispetto alla fine del mese precedente. Lo comunica la società nell'aggiornamento diffuso mensilmente su richiesta della Consob. La situazione come già si sapeva non è certo delle migliori, ma resta comunque il fatto che l'indebitamento del gruppo a fine giugno è in linea con il dato del mese precedente: i debiti si attestano a 1,115 miliardi, in leggero calo rispetto ai 1,121 miliardi di fine maggio. Il dato non comprende i 300 milioni del prestito ponte stanziato dal governo.
pare che non perdiamo più 3 milioni al giorno,ma mezzo,nel mese di giugno
Il dato, però, mi sembra ancora bruttino.
500 milioni al giorno mi sembrano ancora tanti.
Non vorrei, inoltre, che ci fosse l'effetto ferie estive.
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Saluti Daniel
senza dubbio in parte dovuto al fenomeno estivo,ma credo in larga parte anche al resto,bisognerebbe vedere un confronto con lo stesso periodo dello scorso anno
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Re: La vicenda Alitalia
Dal mese prossimo sparsi per i vari terminal di FCO saranno disponibili dei banchi dove ritirare la propria dose di vasellina mostrando semplicemente il proprio badge.. di cordata si parla anche tra i mendicanti del treno che porta in apt.. temono la concorrenza di noi futuri esuberi az!candida_puella ha scritto: Forse il berlusca per cordata intendeva quella che lo stato avrebbe frustato sulla schiena di noi poveri dipendenti![]()
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" Certo, se lo pieghiamo qui, qui, qui e qui! "

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Re: La vicenda Alitalia
Il trasferimento su fco è stata la più grande stupidaggine fatta!! Mxp è il più grande polo business per flusso passeggeri e merci e sicuramente alitalia ha perso e sta perdendo tantissimo! Il fatto che da tutto il nord (ad esclusione dei voli si NYC e GRU) bisogna spostarsi su fco per volare non è andata a gran genio a nessuno e hanno anche ragione....ma per caso qualcuno sa dirmi com'è finita la storia della penale che alitalia avrebbe dovuto pagare a mxp per aver messo in stand-by gli slot senza possibilità di venderli ad altre compagnie?[/airbusfamilydriver ha scritto:alitalia non ha dimezzato le perdite ma le ha ridotte di 4 voltewinter71 ha scritto:E' l'effetto del trasferimento su FCO ?airbusfamilydriver ha scritto:Alitalia, indebitamento in diminuzione
In cassa restano 375 milioni di euroLo comunica proprio la società nell'aggiornamento diffuso mensilmente su richiesta della Consob Al 30 giugno Alitalia ha in cassa una liquidità, tra disponibilità e crediti finanziari a breve, pari a livello di gruppo a 375 milioni. E' in calo di 13 milioni, -3,4%, rispetto alla fine del mese precedente. Lo comunica la società nell'aggiornamento diffuso mensilmente su richiesta della Consob. La situazione come già si sapeva non è certo delle migliori, ma resta comunque il fatto che l'indebitamento del gruppo a fine giugno è in linea con il dato del mese precedente: i debiti si attestano a 1,115 miliardi, in leggero calo rispetto ai 1,121 miliardi di fine maggio. Il dato non comprende i 300 milioni del prestito ponte stanziato dal governo.
pare che non perdiamo più 3 milioni al giorno,ma mezzo,nel mese di giugno
Il dato, però, mi sembra ancora bruttino.
500 milioni al giorno mi sembrano ancora tanti.
Non vorrei, inoltre, che ci fosse l'effetto ferie estive.
Ai tecnici le analisi del caso.
Saluti Daniel
senza dubbio in parte dovuto al fenomeno estivo,ma credo in larga parte anche al resto,bisognerebbe vedere un confronto con lo stesso periodo dello scorso anno
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Re: La vicenda Alitalia
la causa non è per gli slot,gli slot non si vendono,e anzi a mxp non volevano che az li cedesse,come ha fattocandida_puella ha scritto:Il trasferimento su fco è stata la più grande stupidaggine fatta!! Mxp è il più grande polo business per flusso passeggeri e merci e sicuramente alitalia ha perso e sta perdendo tantissimo! Il fatto che da tutto il nord (ad esclusione dei voli si NYC e GRU) bisogna spostarsi su fco per volare non è andata a gran genio a nessuno e hanno anche ragione....ma per caso qualcuno sa dirmi com'è finita la storia della penale che alitalia avrebbe dovuto pagare a mxp per aver messo in stand-by gli slot senza possibilità di venderli ad altre compagnie?[/airbusfamilydriver ha scritto:alitalia non ha dimezzato le perdite ma le ha ridotte di 4 voltewinter71 ha scritto:E' l'effetto del trasferimento su FCO ?airbusfamilydriver ha scritto:Alitalia, indebitamento in diminuzione
In cassa restano 375 milioni di euroLo comunica proprio la società nell'aggiornamento diffuso mensilmente su richiesta della Consob Al 30 giugno Alitalia ha in cassa una liquidità, tra disponibilità e crediti finanziari a breve, pari a livello di gruppo a 375 milioni. E' in calo di 13 milioni, -3,4%, rispetto alla fine del mese precedente. Lo comunica la società nell'aggiornamento diffuso mensilmente su richiesta della Consob. La situazione come già si sapeva non è certo delle migliori, ma resta comunque il fatto che l'indebitamento del gruppo a fine giugno è in linea con il dato del mese precedente: i debiti si attestano a 1,115 miliardi, in leggero calo rispetto ai 1,121 miliardi di fine maggio. Il dato non comprende i 300 milioni del prestito ponte stanziato dal governo.
pare che non perdiamo più 3 milioni al giorno,ma mezzo,nel mese di giugno
Il dato, però, mi sembra ancora bruttino.
500 milioni al giorno mi sembrano ancora tanti.
Non vorrei, inoltre, che ci fosse l'effetto ferie estive.
Ai tecnici le analisi del caso.
Saluti Daniel
senza dubbio in parte dovuto al fenomeno estivo,ma credo in larga parte anche al resto,bisognerebbe vedere un confronto con lo stesso periodo dello scorso anno
la causa è contro az perchè ha abbandonato mxp
tra una decina d'anni sapremo come finirà
su milano az era costretta a raddoppiare i voli
su linate per le destinazioni mil e su mxp per i transiti doppi voli doppi costi
se avessero chiuso linate az non sarebbe mai andata via
comunque al momento pare che le perdite siano più che dimezzate e quindi se fosse imputabile anche al transfer,schisano avrebbe avuto ragione
- candida_puella
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Re: La vicenda Alitalia
Ah, io avveo capito che invece az avesse congelato i suoi slot e che ryanair li avrebbe voluti acquistare e non ha potuto e ha addiruttara dato addosso ad az per sto motivo. Ma è vero che la compagnia sarà divisa in Bad Company e Best Company?...airbusfamilydriver ha scritto:la causa non è per gli slot,gli slot non si vendono,e anzi a mxp non volevano che az li cedesse,come ha fattocandida_puella ha scritto:Il trasferimento su fco è stata la più grande stupidaggine fatta!! Mxp è il più grande polo business per flusso passeggeri e merci e sicuramente alitalia ha perso e sta perdendo tantissimo! Il fatto che da tutto il nord (ad esclusione dei voli si NYC e GRU) bisogna spostarsi su fco per volare non è andata a gran genio a nessuno e hanno anche ragione....ma per caso qualcuno sa dirmi com'è finita la storia della penale che alitalia avrebbe dovuto pagare a mxp per aver messo in stand-by gli slot senza possibilità di venderli ad altre compagnie?[/airbusfamilydriver ha scritto:alitalia non ha dimezzato le perdite ma le ha ridotte di 4 voltewinter71 ha scritto:E' l'effetto del trasferimento su FCO ?airbusfamilydriver ha scritto:Alitalia, indebitamento in diminuzione
In cassa restano 375 milioni di euroLo comunica proprio la società nell'aggiornamento diffuso mensilmente su richiesta della Consob Al 30 giugno Alitalia ha in cassa una liquidità, tra disponibilità e crediti finanziari a breve, pari a livello di gruppo a 375 milioni. E' in calo di 13 milioni, -3,4%, rispetto alla fine del mese precedente. Lo comunica la società nell'aggiornamento diffuso mensilmente su richiesta della Consob. La situazione come già si sapeva non è certo delle migliori, ma resta comunque il fatto che l'indebitamento del gruppo a fine giugno è in linea con il dato del mese precedente: i debiti si attestano a 1,115 miliardi, in leggero calo rispetto ai 1,121 miliardi di fine maggio. Il dato non comprende i 300 milioni del prestito ponte stanziato dal governo.
pare che non perdiamo più 3 milioni al giorno,ma mezzo,nel mese di giugno
Il dato, però, mi sembra ancora bruttino.
500 milioni al giorno mi sembrano ancora tanti.
Non vorrei, inoltre, che ci fosse l'effetto ferie estive.
Ai tecnici le analisi del caso.
Saluti Daniel
senza dubbio in parte dovuto al fenomeno estivo,ma credo in larga parte anche al resto,bisognerebbe vedere un confronto con lo stesso periodo dello scorso anno
la causa è contro az perchè ha abbandonato mxp
tra una decina d'anni sapremo come finirà
su milano az era costretta a raddoppiare i voli
su linate per le destinazioni mil e su mxp per i transiti doppi voli doppi costi
se avessero chiuso linate az non sarebbe mai andata via
comunque al momento pare che le perdite siano più che dimezzate e quindi se fosse imputabile anche al transfer,schisano avrebbe avuto ragione
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