Oh, dopo una notte di sonno si ragiona meglio...
Allora, visto che le foto necessitano di lavorazione (ma a prima vista qualche scatto decente c'è), cominciamo a raccontare l'avventura:
Alle 20:30 partenza da Monza su favoloso VW Sharan 4x4 (particolare che più tardi verrà utile) attrezzato di sacco a pelo.
Alla frontiera di Chiasso 40 Sfr (o 30 Euro) per la vignetta autostradale.
In autostrada tutto OK, a parte i ferrei limiti di velocità schfizzeri che conviene rispettare scrupolosamente.
Verso le 11:30 sono a buon punto, ma decido, non conoscendo la situazione di Axalp, di fermarmi a dormire (in macchina) dalle parti del Brunigpass, una quarantina di km dopo Lucerna.
Il cielo, dapprima coperto, sembra stia schierando.
Dormire è una parola un pò grossa, ma diciamo che quando alle 04:30 suona la sveglia qualcosa sono riuscito a pisolare.
Una buona tazza di the bollente dal thermos, e si parte: le strade sono come ovvio deserte ed in mezz'ora sono ad Axalp, e si comincia a vedere qualche movimento sospetto (roulottes, auto parcheggiate in mezzo alla campagna ecc.).
Arrivato al parcheggio della seggiovia un vigile mi fa segno di andare oltre, ed io, come Garibaldi, obbedisco!
La strada prosegue in salita tra tornanti ed abeti per 3 km circa, fino ad una baita dove comincia lo sterrato e dove ci sono già parecchie auto parcheggiate.
Memore delle esperienze montanare decido (saggiamente) di girare la VW col muso verso valle, e qui il 4x4 viene comodo: il terreno è molto umido, ripido e fangoso e già qualcuno sta facendosi spingere nella palta tra risate e bestemmie in tedesco, ben lubrificate da birra e schnaps.
La cosa bella è che arrivando a questo punto sono più o meno all'altezza dell'arrivo della funivia: l'altimetro segna quota 1800 m, quindo solo 450 m di dislivello mi separano dalla meta.
Parcheggio, mi appisolo, ed alle 06:00 comincio i preparativi.
Calzettoni, scarpe da trekking, bastoncini, lampada frontale, zaino affardellato (con magliette di scorta, pile e giacca a vento, guanti, cappellino di lana, occhiali da sole,. cibo e acqua e naturalmente la fida canon 400 con zoom 75-300).
Per partire aspetto che ci sia un pò di gente in movimento: il terreno è così devastato dall'invasione del Mercoledì che il sentiero è difficile da individuare.
Mi aggrego ad un gruppetto, ed ecco il sentiero: per uno abituato alla montagna non è niente di che, ma è abbastanza ripido e soprattutto fangoso.
I passaggi più esposti (posa cosa in realtà) sono attrezzati con corde e reti di sicurezza, quandi si procede con fatica ma in tranquillità.
Sotto di me nell'oscurità decine di punti luminosi risalgono serpeggiando il pendio.
A metà strada (saranno ormai le 07:15) posso spegnere la frontale e procedere alla luce dell'alba: sono al primo viewpoint (Brau) dove già il venditore di wurstel e birra è all'opera.
Decido di proseguire, e affronto la (ripida e fangosa, tanto per cambiare) salita per il secondo e più alto belvedere, Tschingel, e più in la già si vede la torre di controllo di Ebenfluh.
Il passaggio di migliaia di scarponi ha prodotto sul sentiero un effetto "trincea sulla Mosa" degno dei migliori film sulla prima guerra mondiale: ci sarà da ridere in discesa...
Ebenfluh (attrezzato come gli altri punti di wc chimici, altoparlanti e salsicciaio) è raggiunto in poco tempo: in totale ho camminato (a passo neanche troppo spedito, in verità) poco più di 90'.
Due parole di spiegazione sul poligono di tiro:
i tre belvedere sono su allineati su una cresta rocciosa che a sud si affaccia con un precipizio sul Axalp ed il sottostante lago, ed a nord degrada su un ripido pendio erboso verso una valletta che poi risale ripidissima verso cime più alte.
Un'immagine vale mille parole, quindi qui ecco in rosso le posizioni dei bersagli usati ieri:
quelli di destra sono attaccati arrivando da destra nella valle, quello di sinistra è colpito sorvolando ebenfluh

sono veramente vicini, da dov'ero io saranno 300 o 400 metri!