e sta cosa dove l'hai letta ?Killua_727 ha scritto:Sai che su questo non ne sono del tutto convinto? CAI rilevando alcuni asset di AZ, dovrebbe rilevare anche la patnership, perchè pur sempre legata alla compagnia di cui "acquista" alcune parti. E si mormora che non sia neanche detto che in caso fosse scelta StarAlliance, la penale di SkyTeam vada alla bad companyzittozitto ha scritto:la CAI non è ne in Staralliance ne in Skyteam. AZ è defunta.b747-8 ha scritto:Scusate l'ignoranza: commissariata o no, Alitalia è una Copagnia facente parte dell'alleanza SkyTeam. Se per caso l'offerta di Lufthansa dovesse essere accettata, datosi che vorrebbero entrare in Cai ed avere la co-gestione di Alitalia, qualcuno dovrebbe far uscire Alitalia da SkyTeam e farla passare in Star Alliance. Chi tirerebbe fuori i soldi per questa operazione?
E soprattutto: di quale cifra si parla per questa penale? Perchè credo si debba pagare una penale, no?
Ripeto: scusate l'ignoranza, ma, oltre al casino per i dipendenti (che è la cosa che mi dispiace veramente di più...sono interinale e attualmente disoccupato, quindi ne so qualcosa!) questo punto non tanto mi quadra. A questo punto mi chiedo: datasi l'alleanza di cui fa pare Alitalia, non sarebbe meglio Air France-KLM?
Buona fortuna a tutti i dipendenti e grazie per le risposte!
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Re: Compagnia Aerea Italiana
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Re: Compagnia Aerea Italiana
Sembra cosa ormai certa che della nuova Alitalia farà parte Lufthansa, quindi addio SkyTeam
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Re: Compagnia Aerea Italiana
proprio ora ho letto sul giornale locale (il Centro) che non è ancora deciso nulal e questa settimana CAI avrà incontri con Air France-KLM, Lufthansa e British Airways, quindi non mi sembra che la Nuova Alitalia vada verso Lufthansa
la hostess ideale? quella che vi chiede: caffè, the o me
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Re: Compagnia Aerea Italiana
a me sembra che la nuova AZ non vada proprio da nessuna parte....i_disa ha scritto:proprio ora ho letto sul giornale locale (il Centro) che non è ancora deciso nulal e questa settimana CAI avrà incontri con Air France-KLM, Lufthansa e British Airways, quindi non mi sembra che la Nuova Alitalia vada verso Lufthansa
problemi interni anche tra i soci della cordata e ancora nessun partner industriale, dismissione di troppi A/M compreso il 767... a me sembra sempre di piu una ca**ta pazzesca!
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Re: Compagnia Aerea Italiana
Con il ritorno delle prenotazioni e il taglio delle spese
da iltempo.ilsole24ore.com
Con il ritorno delle prenotazioni e il taglio delle spese, Alitalia è riuscita a riprendere un pò di fiato recuperando un pò di autonomia finanziaria. Il commissario straordinario, Augusto Fantozzi, attende per fine mese l'offerta vincolante da parte di Compagnia aerea italiana per gli asset legati all'attività volo (al momento valutate in 400 milioni di euro), mentre sono in corso le due diligence per dare un valore a tutti i rami aziendali.
Per la loro cessione, il commissario valuterà tutte le manifestazioni di interesse (una sessantina), scegliendo quelle con i requisiti per accedere alla data room. In attesa dell'assemblea convocata per il 28 ottobre, Cai lavora su più fronti per preparare l'offerta e scegliere il partner straniero per la Nuova Alitalia. Proseguono, intanto, gli incontri con i sindacati per la stesura dei nuovi contratti. Domani è in agenda una riunione sulla selezione del personale che sarà assunto nella nuova compagnia, in totale 12.639 lavoratori. In Cai, un gruppo di lavoro sta definendo il perimetro dei beni da rilevare, un altro si sta occupando della licenza di volo, un altro del programma operativo per la prossima stagione, un altro ancora sta preparando gli incontri con Air France-Klm, Lufthansa e British Airways fra cui sarà scelto l'alleato.
14/10/2008
da iltempo.ilsole24ore.com
Con il ritorno delle prenotazioni e il taglio delle spese, Alitalia è riuscita a riprendere un pò di fiato recuperando un pò di autonomia finanziaria. Il commissario straordinario, Augusto Fantozzi, attende per fine mese l'offerta vincolante da parte di Compagnia aerea italiana per gli asset legati all'attività volo (al momento valutate in 400 milioni di euro), mentre sono in corso le due diligence per dare un valore a tutti i rami aziendali.
Per la loro cessione, il commissario valuterà tutte le manifestazioni di interesse (una sessantina), scegliendo quelle con i requisiti per accedere alla data room. In attesa dell'assemblea convocata per il 28 ottobre, Cai lavora su più fronti per preparare l'offerta e scegliere il partner straniero per la Nuova Alitalia. Proseguono, intanto, gli incontri con i sindacati per la stesura dei nuovi contratti. Domani è in agenda una riunione sulla selezione del personale che sarà assunto nella nuova compagnia, in totale 12.639 lavoratori. In Cai, un gruppo di lavoro sta definendo il perimetro dei beni da rilevare, un altro si sta occupando della licenza di volo, un altro del programma operativo per la prossima stagione, un altro ancora sta preparando gli incontri con Air France-Klm, Lufthansa e British Airways fra cui sarà scelto l'alleato.
14/10/2008
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Re: Compagnia Aerea Italiana
ALITALIA: ARIA DI CRISI TRA GLI AZIONISTI DELLA CAI (LA STAMPA)
(ASCA) - Roma, 14 ott - Scricchiola la cordata dei 16 soci della Cai, la Compagnia aerea italiana, la societa' prossima proprietaria di Alitalia. Lo scrive La Stampa secondo cui a nutrire qualche dubbio sul loro coinvolgimento nell'operazione sarebbero il numero uno di Clessidra, Claudio Sposito, e l'armatore Gianluigi Aponte, a capo di Msc Crociere. Inoltre, prosegue il quotidiano torinese, qualche difficolta' ce l'avrebbe anche il presidente di Cai, Roberto Colaninno. Difficolta' legata soprattutto al reperimento dei fondi per l'aumento di capitale per rilevare la parte sana di Alitalia.
Parla di cordata in discussione anche il Corriere della Sera, che ribadisce i dubbi del fondo Clessidra e cita la famiglia Marcegaglia, rilevando come si stia trattando per gestire al meglio queste possibili uscite di peso. Uscite che secondo il Corriere sarebbero compensate dall'ingresso del fondatore di Technogym, Nerio Alessandri e di Francesco Micheli.
(ASCA) - Roma, 14 ott - Scricchiola la cordata dei 16 soci della Cai, la Compagnia aerea italiana, la societa' prossima proprietaria di Alitalia. Lo scrive La Stampa secondo cui a nutrire qualche dubbio sul loro coinvolgimento nell'operazione sarebbero il numero uno di Clessidra, Claudio Sposito, e l'armatore Gianluigi Aponte, a capo di Msc Crociere. Inoltre, prosegue il quotidiano torinese, qualche difficolta' ce l'avrebbe anche il presidente di Cai, Roberto Colaninno. Difficolta' legata soprattutto al reperimento dei fondi per l'aumento di capitale per rilevare la parte sana di Alitalia.
Parla di cordata in discussione anche il Corriere della Sera, che ribadisce i dubbi del fondo Clessidra e cita la famiglia Marcegaglia, rilevando come si stia trattando per gestire al meglio queste possibili uscite di peso. Uscite che secondo il Corriere sarebbero compensate dall'ingresso del fondatore di Technogym, Nerio Alessandri e di Francesco Micheli.
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Re: Compagnia Aerea Italiana
se cosi fosse, cosa succederà adesso?
potrebbe arrivare una compagnia aerea e farà la sua offerta?
potrebbe arrivare una compagnia aerea e farà la sua offerta?
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Re: Compagnia Aerea Italiana
ciao, qualcuno ha il link (se esiste) della replica della trasmissione Report dove hanno parlato della porcheria che hanno fatto e stanno facendo "quelli della Cai"? Ho letto un interessante e allucinante resoconto degli argomenti trattati! Sarei curioso di vedere la trasmissione. Grazie.
-->>POI<ER<<--

"We shall go on to the end, we shall fight in France, we shall fight on the seas and oceans, we shall fight with growing confidence and growing strength in the air, we shall defend our Island, whatever the cost may be, we shall fight on the beaches, we shall fight on the landing grounds, we shall fight in the fields and in the streets, we shall fight in the hills; we shall never surrender..."
ASOS su MySpace

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Re: Compagnia Aerea Italiana
non erano meglio gli stranieri allora a controllare l'alitalia piuttosto che questo gruppo di dilettanti allo sbaraglio?MikeAlphaX-ray ha scritto:a me sembra che la nuova AZ non vada proprio da nessuna parte....i_disa ha scritto:proprio ora ho letto sul giornale locale (il Centro) che non è ancora deciso nulal e questa settimana CAI avrà incontri con Air France-KLM, Lufthansa e British Airways, quindi non mi sembra che la Nuova Alitalia vada verso Lufthansa
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Re: Compagnia Aerea Italiana
Certo che sono meglio gli stanieri, soprattutto se sono i colleghi d'Oltralpe dell'ormai defunta Alitalia. Perdonatemi, ma io vedo in Air France una Compagnia sana, che macina utili e crescite con i passeggeri, anche a due cifre, e anche dopo la fusione (credo si tratti di fusione) con KLM.
Prima hanno fatto affossare AZ e adesso certe persone non sono capaci di accettare lezioni di imprenditorialità da stranieri.
Scusate, ma io credo che AF-KLM possa e debba essere fortemente rivalutata.
Prima hanno fatto affossare AZ e adesso certe persone non sono capaci di accettare lezioni di imprenditorialità da stranieri.
Scusate, ma io credo che AF-KLM possa e debba essere fortemente rivalutata.
Acquistiamo il diritto di criticare severamente una persona solo quando siamo riusciti a convincerla del nostro affetto e della lealtà del nostro giudizio, e quando siamo sicuri di non rimanere assolutamente irritati se il nostro giudizio non viene accettato o rispettato. In altre parole, per poter criticare, si dovrebbe avere un'amorevole capacità, una chiara intuizione ed un'assoluta tolleranza. MOHANDAS KARAMCHAND GANDHI

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Re: Compagnia Aerea Italiana
di gran lunga, ma sappiamo come sono andate le cose!airbusfamilydriver ha scritto:non erano meglio gli stranieri allora a controllare l'alitalia piuttosto che questo gruppo di dilettanti allo sbaraglio?
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Re: Compagnia Aerea Italiana
Tutti questi tagli di macchine servono solo a far finire tutto in malora. E poi, siamo sicuri che questi soci arriveranno tutti insieme a tenere CAI per 5 anni senza vendere le proprie quote? La vedo dura...ragazzi, buona fortuna!airbusfamilydriver ha scritto:non erano meglio gli stranieri allora a controllare l'alitalia piuttosto che questo gruppo di dilettanti allo sbaraglio?MikeAlphaX-ray ha scritto:a me sembra che la nuova AZ non vada proprio da nessuna parte....i_disa ha scritto:proprio ora ho letto sul giornale locale (il Centro) che non è ancora deciso nulal e questa settimana CAI avrà incontri con Air France-KLM, Lufthansa e British Airways, quindi non mi sembra che la Nuova Alitalia vada verso Lufthansa
problemi interni anche tra i soci della cordata e ancora nessun partner industriale, dismissione di troppi A/M compreso il 767... a me sembra sempre di piu una ca**ta pazzesca!
Acquistiamo il diritto di criticare severamente una persona solo quando siamo riusciti a convincerla del nostro affetto e della lealtà del nostro giudizio, e quando siamo sicuri di non rimanere assolutamente irritati se il nostro giudizio non viene accettato o rispettato. In altre parole, per poter criticare, si dovrebbe avere un'amorevole capacità, una chiara intuizione ed un'assoluta tolleranza. MOHANDAS KARAMCHAND GANDHI

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Re: Compagnia Aerea Italiana
Peccato...i_disa ha scritto:proprio ora ho letto sul giornale locale (il Centro) che non è ancora deciso nulal e questa settimana CAI avrà incontri con Air France-KLM, Lufthansa e British Airways, quindi non mi sembra che la Nuova Alitalia vada verso Lufthansa
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Re: Compagnia Aerea Italiana
sito di ReportPoker ha scritto:ciao, qualcuno ha il link (se esiste) della replica della trasmissione Report dove hanno parlato della porcheria che hanno fatto e stanno facendo "quelli della Cai"? Ho letto un interessante e allucinante resoconto degli argomenti trattati! Sarei curioso di vedere la trasmissione. Grazie.
Link alla puntata
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Re: Compagnia Aerea Italiana
ALITALIA: ARIA DI CRISI TRA GLI AZIONISTI DELLA CAI (LA STAMPA)
(ASCA) - Roma, 14 ott - Scricchiola la cordata dei 16 soci della Cai, la Compagnia aerea italiana, la societa' prossima proprietaria di Alitalia. Lo scrive La Stampa secondo cui a nutrire qualche dubbio sul loro coinvolgimento nell'operazione sarebbero il numero uno di Clessidra, Claudio Sposito, e l'armatore Gianluigi Aponte, a capo di Msc Crociere. Inoltre, prosegue il quotidiano torinese, qualche difficolta' ce l'avrebbe anche il presidente di Cai, Roberto Colaninno. Difficolta' legata soprattutto al reperimento dei fondi per l'aumento di capitale per rilevare la parte sana di Alitalia.
Parla di cordata in discussione anche il Corriere della Sera, che ribadisce i dubbi del fondo Clessidra e cita la famiglia Marcegaglia, rilevando come si stia trattando per gestire al meglio queste possibili uscite di peso. Uscite che secondo il Corriere sarebbero compensate dall'ingresso del fondatore di Technogym, Nerio Alessandri e di Francesco Micheli.
(ASCA) - Roma, 14 ott - Scricchiola la cordata dei 16 soci della Cai, la Compagnia aerea italiana, la societa' prossima proprietaria di Alitalia. Lo scrive La Stampa secondo cui a nutrire qualche dubbio sul loro coinvolgimento nell'operazione sarebbero il numero uno di Clessidra, Claudio Sposito, e l'armatore Gianluigi Aponte, a capo di Msc Crociere. Inoltre, prosegue il quotidiano torinese, qualche difficolta' ce l'avrebbe anche il presidente di Cai, Roberto Colaninno. Difficolta' legata soprattutto al reperimento dei fondi per l'aumento di capitale per rilevare la parte sana di Alitalia.
Parla di cordata in discussione anche il Corriere della Sera, che ribadisce i dubbi del fondo Clessidra e cita la famiglia Marcegaglia, rilevando come si stia trattando per gestire al meglio queste possibili uscite di peso. Uscite che secondo il Corriere sarebbero compensate dall'ingresso del fondatore di Technogym, Nerio Alessandri e di Francesco Micheli.
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Re: Compagnia Aerea Italiana
Detto fra noi, ma che senso ha avere un partner straniero "strategico", tipo LH con il 49%, se poi la gestione è all'italiana?
Se, per esempio, dovessere (speriamo) entrare LH con la maggioranza, io vorrei che la gestione fosse affidata appunto a Lufthansa. Ma questo significherebbe in Italia rinunciare a favori politici, voti di scambio, amicizie etc. etc.
Siamo sicuri che LH (o qualsiasi altro partner straniero) potrebbe operare in maniera indipendente? Io ne dubito fortemente...
Se, per esempio, dovessere (speriamo) entrare LH con la maggioranza, io vorrei che la gestione fosse affidata appunto a Lufthansa. Ma questo significherebbe in Italia rinunciare a favori politici, voti di scambio, amicizie etc. etc.
Siamo sicuri che LH (o qualsiasi altro partner straniero) potrebbe operare in maniera indipendente? Io ne dubito fortemente...
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Re: Compagnia Aerea Italiana
piu che altro che senso ha continuare a speculare sul nulla. la situazione è ancora in fase di sviluppo, conviene aspettare e poi si giudicherà.
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Re: Compagnia Aerea Italiana
ALITALIA: TAJANI, MI AUGURO NOTIFICA PIANO INDUSTRIALE
BRUXELLES - ''Mi auguro che ci sia una notifica. Piu' si e' in linea con le norme Ue meglio e''': cosi' il commissario Ue ai trasporti, Antonio Tajani, ha risposto a chi gli chiedeva se fosse giunto sul suo tavolo il piano industriale della Cai. Per quanto riguarda il prestito-ponte da 300 milioni di euro concesso ad Alitalia dal governo Prodi e poi trasformato in capitale netto dal governo Belusconi, Tajani ha confermato che ''non e' ancora arrivata dal governo italiano una risposta'' alle osservazioni avanzate. ''Una volta che la risposta sara' arrivata - ha aggiunto il commissario Ue - la studieremo. Non vogliamo perdere tempo. La risposta di Bruxelles arrivera' in qualche settimana''. Tajani ha comunque ribadito che tra la Commissione Ue e il governo italiano c'e' ''piena collaborazione'' sulla vicenda Alitalia. (ANSA).
ALITALIA:LUFTHANSA;SEGUIAMO SVILUPPI,NO COMMENT CONTATTI CAI
BERLINO - L'Alitalia resta sul radar della Lufthansa, ma su eventuali contatti in corso con la Cai la compagnia aerea tedesca preferisce rispondere con un ''no comment''. ''Non commentiamo'' notizie sulla Cai ''che possano riguardarci'', ha detto oggi all'ANSA un portavoce della Lufthansa. In particolare, secondo indiscrezioni, alla Cai un gruppo di lavoro sta gia' preparando gli incontri con Lufthansa, Air France-Klm e British Airways, cioe' i vettori fra cui sara' scelto l'alleato che entrera' con una quota fra il 15 e il 20% nel capitale della nuova spa. Il portavoce ha comunque confermato che la Lufthansa continua a seguire ''da vicino'' gli sviluppi della situazione Alitalia nonostante la crisi finanziaria. (ANSA).
BRUXELLES - ''Mi auguro che ci sia una notifica. Piu' si e' in linea con le norme Ue meglio e''': cosi' il commissario Ue ai trasporti, Antonio Tajani, ha risposto a chi gli chiedeva se fosse giunto sul suo tavolo il piano industriale della Cai. Per quanto riguarda il prestito-ponte da 300 milioni di euro concesso ad Alitalia dal governo Prodi e poi trasformato in capitale netto dal governo Belusconi, Tajani ha confermato che ''non e' ancora arrivata dal governo italiano una risposta'' alle osservazioni avanzate. ''Una volta che la risposta sara' arrivata - ha aggiunto il commissario Ue - la studieremo. Non vogliamo perdere tempo. La risposta di Bruxelles arrivera' in qualche settimana''. Tajani ha comunque ribadito che tra la Commissione Ue e il governo italiano c'e' ''piena collaborazione'' sulla vicenda Alitalia. (ANSA).
ALITALIA:LUFTHANSA;SEGUIAMO SVILUPPI,NO COMMENT CONTATTI CAI
BERLINO - L'Alitalia resta sul radar della Lufthansa, ma su eventuali contatti in corso con la Cai la compagnia aerea tedesca preferisce rispondere con un ''no comment''. ''Non commentiamo'' notizie sulla Cai ''che possano riguardarci'', ha detto oggi all'ANSA un portavoce della Lufthansa. In particolare, secondo indiscrezioni, alla Cai un gruppo di lavoro sta gia' preparando gli incontri con Lufthansa, Air France-Klm e British Airways, cioe' i vettori fra cui sara' scelto l'alleato che entrera' con una quota fra il 15 e il 20% nel capitale della nuova spa. Il portavoce ha comunque confermato che la Lufthansa continua a seguire ''da vicino'' gli sviluppi della situazione Alitalia nonostante la crisi finanziaria. (ANSA).
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Re: Compagnia Aerea Italiana
La Stampa, Lettere e Commenti di giovedì o venerdì scorso...zittozitto ha scritto:e sta cosa dove l'hai letta ?Killua_727 ha scritto:Sai che su questo non ne sono del tutto convinto? CAI rilevando alcuni asset di AZ, dovrebbe rilevare anche la patnership, perchè pur sempre legata alla compagnia di cui "acquista" alcune parti. E si mormora che non sia neanche detto che in caso fosse scelta StarAlliance, la penale di SkyTeam vada alla bad companyzittozitto ha scritto:la CAI non è ne in Staralliance ne in Skyteam. AZ è defunta.b747-8 ha scritto:Scusate l'ignoranza: commissariata o no, Alitalia è una Copagnia facente parte dell'alleanza SkyTeam. Se per caso l'offerta di Lufthansa dovesse essere accettata, datosi che vorrebbero entrare in Cai ed avere la co-gestione di Alitalia, qualcuno dovrebbe far uscire Alitalia da SkyTeam e farla passare in Star Alliance. Chi tirerebbe fuori i soldi per questa operazione?
E soprattutto: di quale cifra si parla per questa penale? Perchè credo si debba pagare una penale, no?
Ripeto: scusate l'ignoranza, ma, oltre al casino per i dipendenti (che è la cosa che mi dispiace veramente di più...sono interinale e attualmente disoccupato, quindi ne so qualcosa!) questo punto non tanto mi quadra. A questo punto mi chiedo: datasi l'alleanza di cui fa pare Alitalia, non sarebbe meglio Air France-KLM?
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Re: Compagnia Aerea Italiana
Alitalia; Si complica trattativa Cai-sindacati su contratti
Roma, 14 ott. (Apcom) - Si complica la trattativa tra Cai e i sindacati per la definizione del contratto dei piloti e degli assistenti di volo. Le organizzazioni sindacali che stanno incontrando i vertici della Compagnia area italiana a più riprese, in una serie di tavoli tecnici, lamentano la non corrispondenza con quanto concordato a Palazzo Chigi a metà settembre. Tuttavia le organizzazioni dei lavoratori di Alitalia confermano la loro volontà a proseguire il confronto. Oggi inoltre i piloti di Anpac ed Up che rappresentano il maggior numero di comandanti presenti in Alitalia, hanno disertato il tavolo sulla definizione del contratto dei comandanti equiparati a dirigenti nella proposta Cai, chiedendo una trattativa ad hoc. In particolare, a quanto si apprende, rispetto alla riunione di ieri sul contratto dei piloti, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt, Ugl, Anpav, Avia, Sdl, Anpac ed Up, pur "riconfermando la validità degli accordi" e "la volontà di rispettare gli obiettivi condivisi", sostengono che il documento di bozza per la sezione piloti proposto da Cai "risulta in più parti ampiamente difforme rispetto a quanto sottoscritto e concordato a Palazzo Chigi e a quanto previsto nel contratto Air One" che i sindacati chiedono tra l'altro di poter visionare. Per tanto i sindacati, "confermano la non condivisione di quanto fino ad ora analizzato congiuntamente". Stesse critiche in merito alla discusse sulla definizione del contratto degli assistenti di volo tenutasi il 10 ottobre scorso. Anche in questo caso Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt, Ugl, Anpav, Avia ed Sdl sottolineano che il documento Cai "non corrisponde a quanto concordato a Palazzo Chigi" e che l'azienda guidata da Rocco Sabelli e Roberto Colaninno non fornisce la documentazione relativa alla disciplina vigente in Airone "comprensiva dei rinnovi contrattuali intercorsi". Per tanto i sindacati chiedono a Cai "il rispetto di quanto concordato a Palazzo Chigi e di fornire tutti i documenti relativi al contratto ed accordi vigenti in Air One, materiale necessario al fine di una produttiva prosecuzione del confronto". Rbr/Pie
Fonte: Apcom

Roma, 14 ott. (Apcom) - Si complica la trattativa tra Cai e i sindacati per la definizione del contratto dei piloti e degli assistenti di volo. Le organizzazioni sindacali che stanno incontrando i vertici della Compagnia area italiana a più riprese, in una serie di tavoli tecnici, lamentano la non corrispondenza con quanto concordato a Palazzo Chigi a metà settembre. Tuttavia le organizzazioni dei lavoratori di Alitalia confermano la loro volontà a proseguire il confronto. Oggi inoltre i piloti di Anpac ed Up che rappresentano il maggior numero di comandanti presenti in Alitalia, hanno disertato il tavolo sulla definizione del contratto dei comandanti equiparati a dirigenti nella proposta Cai, chiedendo una trattativa ad hoc. In particolare, a quanto si apprende, rispetto alla riunione di ieri sul contratto dei piloti, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt, Ugl, Anpav, Avia, Sdl, Anpac ed Up, pur "riconfermando la validità degli accordi" e "la volontà di rispettare gli obiettivi condivisi", sostengono che il documento di bozza per la sezione piloti proposto da Cai "risulta in più parti ampiamente difforme rispetto a quanto sottoscritto e concordato a Palazzo Chigi e a quanto previsto nel contratto Air One" che i sindacati chiedono tra l'altro di poter visionare. Per tanto i sindacati, "confermano la non condivisione di quanto fino ad ora analizzato congiuntamente". Stesse critiche in merito alla discusse sulla definizione del contratto degli assistenti di volo tenutasi il 10 ottobre scorso. Anche in questo caso Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt, Ugl, Anpav, Avia ed Sdl sottolineano che il documento Cai "non corrisponde a quanto concordato a Palazzo Chigi" e che l'azienda guidata da Rocco Sabelli e Roberto Colaninno non fornisce la documentazione relativa alla disciplina vigente in Airone "comprensiva dei rinnovi contrattuali intercorsi". Per tanto i sindacati chiedono a Cai "il rispetto di quanto concordato a Palazzo Chigi e di fornire tutti i documenti relativi al contratto ed accordi vigenti in Air One, materiale necessario al fine di una produttiva prosecuzione del confronto". Rbr/Pie
Fonte: Apcom





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Re: Compagnia Aerea Italiana
cominciano ad esserci più problemi del previsto. chissà come li risolveranno..
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Re: Compagnia Aerea Italiana
ALITALIA: FEDERMANAGER, CAI RISPETTI RUOLI DI RAPPRESENTANZA
ECO S0A QBXC ALITALIA: FEDERMANAGER, CAI RISPETTI RUOLI DI RAPPRESENTANZA
(ANSA) - ROMA, 14 OTT -
Con la scelta di attribuire la qualifica dirigenziale ai piloti
comandanti «deriva che ad essi si applica la disciplina contrattuale che,
per tutto il settore del trasporto, è stipulata in modo esclusivo da
Federmanager». Lo scrive il direttore generale della federazione, Giorgio
Ambrogioni, sottolineando che «proprio per questo ieri, assieme ad Anpac
ed Up, abbiamo chiesto a Cai di annullare la riunione prevista per oggi e
di promuovere un apposito tavolo negoziale per il settore dirigenziale».
«Far dipendere la presenza a tale tavolo di altre organizzazioni
sindacali, non rappresentative della dirigenza, dalle intese sottoscritte
a Palazzo Chigi» è per Federmanager «non rilevante». «Quello che solo
conta è che Federmanager, Anpac ed Up rappresentano la pressochè totalità
della categoria dirigenziale e, pertanto, chiedono il pieno rispetto di
tale rappresentatività». Le tre associazioni «invitano nuovamente Cai ad
aprire un tavolo separato dichiarandosi ancora una volta indisponibili
rispetto a situazioni lesive del loro ruolo rappresentativo». (ANSA).
COM-DR 14-OTT-08 17:23
ECO S0A QBXC ALITALIA: FEDERMANAGER, CAI RISPETTI RUOLI DI RAPPRESENTANZA
(ANSA) - ROMA, 14 OTT -
Con la scelta di attribuire la qualifica dirigenziale ai piloti
comandanti «deriva che ad essi si applica la disciplina contrattuale che,
per tutto il settore del trasporto, è stipulata in modo esclusivo da
Federmanager». Lo scrive il direttore generale della federazione, Giorgio
Ambrogioni, sottolineando che «proprio per questo ieri, assieme ad Anpac
ed Up, abbiamo chiesto a Cai di annullare la riunione prevista per oggi e
di promuovere un apposito tavolo negoziale per il settore dirigenziale».
«Far dipendere la presenza a tale tavolo di altre organizzazioni
sindacali, non rappresentative della dirigenza, dalle intese sottoscritte
a Palazzo Chigi» è per Federmanager «non rilevante». «Quello che solo
conta è che Federmanager, Anpac ed Up rappresentano la pressochè totalità
della categoria dirigenziale e, pertanto, chiedono il pieno rispetto di
tale rappresentatività». Le tre associazioni «invitano nuovamente Cai ad
aprire un tavolo separato dichiarandosi ancora una volta indisponibili
rispetto a situazioni lesive del loro ruolo rappresentativo». (ANSA).
COM-DR 14-OTT-08 17:23
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Re: Compagnia Aerea Italiana
Avanti ragazzi, altro giro, altro regalo... che penaair4you ha scritto:ALITALIA: ARIA DI CRISI TRA GLI AZIONISTI DELLA CAI (LA STAMPA)
(ASCA) - Roma, 14 ott - Scricchiola la cordata dei 16 soci della Cai, la Compagnia aerea italiana, la societa' prossima proprietaria di Alitalia. Lo scrive La Stampa secondo cui a nutrire qualche dubbio sul loro coinvolgimento nell'operazione sarebbero il numero uno di Clessidra, Claudio Sposito, e l'armatore Gianluigi Aponte, a capo di Msc Crociere. Inoltre, prosegue il quotidiano torinese, qualche difficolta' ce l'avrebbe anche il presidente di Cai, Roberto Colaninno. Difficolta' legata soprattutto al reperimento dei fondi per l'aumento di capitale per rilevare la parte sana di Alitalia.
Parla di cordata in discussione anche il Corriere della Sera, che ribadisce i dubbi del fondo Clessidra e cita la famiglia Marcegaglia, rilevando come si stia trattando per gestire al meglio queste possibili uscite di peso. Uscite che secondo il Corriere sarebbero compensate dall'ingresso del fondatore di Technogym, Nerio Alessandri e di Francesco Micheli.


Andrea
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Re: Compagnia Aerea Italiana
Ah, by the way, l'offerta di CAI non era valida sino a domani? Vi sono state proroghe di cui non sono a conoscenza?

Ultima modifica di aeb il 19 ottobre 2008, 0:18, modificato 1 volta in totale.
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Re: Compagnia Aerea Italiana
Le lezioni del caso Alitalia
da criticamente.it
Il caso Alitalia ha costituito una cartina di tornasole illuminante sia della crisi di direzione POLITICA e SINDACALE del movimento operaio, sia delle ragioni del PCL in rapporto alle altre sinistre italiane (riformiste e centriste). Per questo crediamo importante un primo bilancio della vicenda. I termini politici e sindacali dello scontro consumatosi nella crisi di Alitalia sono universalmente noti. La natura dell'accordo conclusivo li riassume fedelmente (Marco Ferrando, 14 ottobre 2008).
In estrema sintesi:
Berlusconi ha puntato a incassare un nuovo successo d'immagine, quale efficiente risolutore dei problemi nazionali; ma anche a consolidare il proprio rapporto con la grande borghesia italiana, largamente presente nella CAI. Il PD di Veltroni ha puntato a "contare" nella risoluzione finale dello scontro, in parte come garante decisivo del coinvolgimento della CGIL, in parte come partito corresponsabile dell'interesse generale del grande capitale.
La cordata capitalistica della CAI ha mirato semplicemente a un vantaggioso business finanziario: grazie alla nazionalizzazione dei debiti di Alitalia/Airone e a una drastica operazione antioperaia. Banca Intesa - principale creditrice di Alitalia e Airone - ha ottenuto il meritato regalo per la sponda offerta al Cavaliere.
La burocrazia CGIL, a lungo oscillante, ha puntato infine a incassare il riconoscimento del proprio ruolo determinante al tavolo della concertazione ("Senza di noi e contro di noi non potete colpire i lavoratori"): finendo con lo spiazzare l'asse Bonomi-Sacconi che lavorava alla sua emarginazione.
Tutti gli attori decisivi dell'accordo - oggi impegnati a contendersi il trofeo agli occhi della borghesia e della grande stampa - hanno recitato e concluso la propria commedia propagandistica sulla pelle dei dipendenti della compagnia. La cordata CAI ha infatti realizzato la sostanza della propria operazione: 9000 posti di lavoro sono stati distrutti; 4000 precari vengono messi su una strada; le condizioni economiche e normative dei lavoratori "sopravvissuti" subiscono un complessivo peggioramento su salario, orario, ferie, mobilità, diritti; il potere di contrattazione sindacale nell'azienda conosce un drastico ridimensionamento con un esplicito richiamo prefigurante alla riforma generale del contratto nazionale di lavoro. Le concessioni ottenute dalla CGIL con la riduzione del danno per il personale di terra, non possono né cancellare né nascondere la natura antioperaia dell'accordo e la sconfitta subita dai lavoratori.
Questo epilogo della vicenda era "inevitabile"? No. Nonostante le difficoltà della situazione oggettiva (generale e specifica) era possibile un'altra dinamica di lotta e un altro esito della battaglia. Più precisamente: solo un'altra gestione della lotta poteva portare a un altro risultato. E viceversa la gestione egemone, politica e sindacale, dello scontro ha portato - quella sì - a una sconfitta inevitabile e più profonda: sia in termini materiali, sia anche nella percezione soggettiva dei lavoratori, il cui "morale" ha subito purtroppo un autentico tracollo.
LA DINAMICA DELLA LOTTA
Ricostruiamo allora la dinamica dello scontro.
Nella prima settimana di settembre Berlusconi, la nuova CAI e Raffaele Bonanni avevano puntato ad un accordo rapido e relativamente indolore, da celebrare con squillo di fanfare. Ma trovarono sulla propria strada l'imprevista reazione dei lavoratori, in particolare nell'Aeroporto di Fiumicino. Questa reazione non si è affatto limitata alla resistenza dei piloti e delle loro associazioni professionali, sicuramente segnate per tradizione da una forte logica corporativa. Ma ha coinvolto, in misura diversa, tutti i settori dei lavoratori Alitalia a partire dagli assistenti di volo e dalle hostess (il cosidetto personale navigante) sino a fasce di lavoratori di terra (call center, manutenzione, scarico…). Lavoratori segnati da condizioni salariali e di vita nient'affatto "privilegiate" ed anzi in progressivo peggioramento da almeno 15 anni, cioè dagli inizi del processo di privatizzazione ('92).
La reazione dei lavoratori presentava sicuramente dei limiti interni, sia di consistenza (un migliaio di lavoratori di Fiumicino complessivamente), sia di composizione (debole coinvolgimento dei precari). E tuttavia:
La lotta registrava, giorno dopo giorno, una crescita progressiva di combattività e un potenziale di espansione: cortei interni all'aeroporto e manifestazioni-presidio sotto Palazzo Chigi e il Ministero del Lavoro con partecipazione crescente; allargamento interprofessionale della mobilitazione; ripetuti atti di solidarietà e coinvolgimento di lavoratori delle altre compagnie (AirOne e Lufthansa); rilevante impatto mediatico con parziali effetti di trascinamento in altri aeroporti (Capodichino e Linate).
La mobilitazione di Fiumicino materializzava agli occhi del governo e delle burocrazie sindacali lo spettro più generale di una possibile esplosione incontrollata di lotta capace di bloccare il traffico aereo, sconfessare le Confederazioni, rovinare l'immagine di Berlusconi. Questo spauracchio è stato il vero bastone nelle ruote della trattativa: che ha indotto la CGIL a prendere tempo, ha spinto la CAI a ritirare l'offerta, ha costretto il governo a smentire, uno dopo l'altro, i propri ultimatum giornalieri. Nei fatti la reazione dei lavoratori, per alcuni giorni, aveva riaperto una partita che tutti consideravano chiusa.
Non a caso il quotidiano della FIAT (la Stampa) e il Riformista evocavano il 15 settembre con le stesse parole un'immagine precisa: "Il rischio di una guerra a Fiumicino in stile minatori gallesi". Con riferimento allo sciopero a oltranza dei minatori inglesi nel 1984 contro il governo della Teacher e la chiusura delle miniere. Era questa l'unica eventualità che il governo e la borghesia temevano davvero. Disgraziatamente fu l'unica eventualità che tutti i soggetti sindacali coinvolti e tutti i partiti della sinistra si affrettarono a scongiurare o più semplicemente ignorarono.
L'ASSENZA DI UNA DIREZIONE
Sul piano sindacale, il cosidetto "fronte del no" al piano CAI, che pur si è appoggiato sulla mobilitazione dei lavoratori, non ha dato a quella mobilitazione alcuno sbocco. Invece di investire la reazione spontanea dei lavoratori in un'azione generale di sciopero si è di fatto utilizzato presidi e cortei come sfogatoio della tensione in alternativa allo sciopero.
Le diverse associazioni degli assistenti di volo si sono appoggiate alle manifestazioni per chiedere fondamentalmente il proprio accesso alla trattativa e riconoscimento di ruolo. L'SDL categoriale, molto radicato tra i lavoratori, ha criticato i sindacati confederali per la loro gestione separata del negoziato, chiedendo "una trattativa vera": ma ha rinunciato a una propria indicazione di lotta, finendo con l'associarsi "criticamente" alla parte conclusiva della trattativa e al suo esito. La CUB Alitalia, non riconosciuta al tavolo negoziale, ha giustamente respinto il piano Berlusconi-Cai come "non trattabile", ed è stato l'unico soggetto sindacale che – in stretto rapporto col PCL – ha pubblicamente rivendicato la nazionalizzazione dell'azienda: ma si è limitata a gestire il pacchetto di 4 ore di sciopero già da tempo programmato a livello nazionale, utile per segnalare un dissenso, ma del tutto inefficace come strumento di lotta. Complessivamente, di fronte a un attacco frontale, carico oltretutto di implicazioni generali, le direzioni dei sindacati di base non si sono assunte le responsabilità di una direzione sindacale alternativa alle burocrazie, al livello reale dello scontro. Come se il problema fosse unicamente quello di "conservare" il proprio spazio di sindacato, non quello di guidare la lotta. E questo in un contesto di propria presenza significativa, e a fronte di una diffusa domanda di indicazione e prospettiva da parte di tanti lavoratori.
PRESENZA E PROPOSTA DEL PCL
Il PCL è stato l'unico partito della sinistra a intervenire con la propria presenza e un proprio contributo nella lotta dei lavoratori di Fiumicino, in un rapporto di attiva collaborazione con un gruppo di lavoratori d'avanguardia. In particolare ha rappresentato l'unico soggetto che ha avanzato una proposta e prospettiva d'azione ai lavoratori all'altezza dell'attacco che è stato loro portato. Questi sono stati gli assi del nostro posizionamento:
La difesa dell'insieme dei lavoratori colpiti, a partire dai lavoratori precari, fuori da ogni logica corporativa di settore.
La proposta di un'azione di lotta prolungata, con occupazione delle piste e blocco del traffico aereo (come fecero i lavoratori Air France nel 94), quale unica possibile forma d'azione capace di incidere realmente sui rapporti di forza.
La proposta di comitati unitari di sciopero, eletti dai lavoratori, e il loro progressivo coordinamento su scala nazionale, quale forma di direzione e organizzazione della lotta a oltranza, capace di rispondere all'esigenza di unità e di democrazia.
La rivendicazione della nazionalizzazione della compagnia e del trasporto aereo, sotto controllo dei lavoratori, senza indennizzo per i grandi azionisti, con l'abolizione del debito verso le banche, quale unica soluzione progressiva della crisi Alitalia dal punto di vista dei lavoratori, dei contribuenti, degli utenti.
Non solo la nostra presenza, ma il merito della nostra proposta ha incontrato interesse e apprezzamento tra diversi lavoratori "di base". Sia in generale tra i lavoratori presenti alle manifestazioni, sia in particolare in un gruppo di provenienza SDL. "Dovevamo dall'inizio bloccare le piste" dichiarava, significativamente, un lavoratore a "La Stampa" dopo la stipula dell'accordo. Era un sentimento postumo ma diffuso. Era anche, in qualche misura, il lascito e la memoria della nostra proposta. Naturalmente il PCL non poteva esercitare "dall'esterno" una direzione alternativa della lotta. Poteva solo innescare una riflessione e suscitare un'attenzione attorno alla propria impostazione. Questo obiettivo, per quanto parziale, è stato raggiunto. Nel nostro piccolo e, nonostante la sconfitta finale, siamo apparsi come l'unico partito che si è posto il problema non solo di una solidarietà attiva con la lotta dei lavoratori Alitalia, ma del futuro concreto di quella lotta. Grazie anche a questo abbiamo avuto un riconoscimento diffuso e abbiamo realizzato contatti e rapporti utili per il nostro progetto di costruzione e radicamento.
RESPONSABILITA' E LATITANZA DELLE SINISTRE
Sta di fatto che NESSUNA altra forza politica della sinistra ha sentito il bisogno di una presenza nella lotta dei lavoratori Alitalia e di un'indicazione di sbocco di quella lotta.
Il PDCI si è limitato ad affiggere un manifesto cittadino di sostegno alla giunta Marrazzo per la sua richiesta… di ingresso nella Cai.
Il PRC della "svolta a sinistra"non solo è risultato totalmente assente dalla lotta, lasciando allo sbando i propri iscritti nella compagnia: ma ha lodato la rinuncia al blocco del traffico aereo da parte dei sindacati come prova di "ragionevolezza" ("non bisogna dare pretesti a Berlusconi" ha dichiarato Ferrero a Il Manifesto) e ha persino contestato la parola d'ordine della nazionalizzazione come "ideologica" scontrandosi su questo con CUB Alitalia (non ha nulla da dire su questo Claudio Bellotti, nuovo responsabile del lavoro operaio del PRC?).
Lo stesso vuoto di indicazione e presenza ha contraddistinto le componenti della sinistra centrista-movimentista. E' curioso, ma molto significativo: tutti i falsi critici del nostro cosidetto "politicismo" nel nome del primato del movimento, non hanno avuto niente da dire (e da fare) al movimento di lotta dei lavoratori Alitalia. Né Sinistra Critica, né i dirigenti Cobas, né la Rete dei Comunisti. Tutti i soggetti che hanno assurdamente contrapposto lo sciopero sindacale del 17 ottobre alla manifestazione politica dell'11 ottobre - nel nome del rifiuto della "rappresentazione" del conflitto - hanno disertato clamorosamente il conflitto reale dei lavoratori Alitalia. Evidentemente per Bernocchi, Cannavò, Carraro, appare più importante cercare di sovrapporre un proprio marchio politico sullo sciopero sindacale del 17 e polemizzare col PCL(in vista magari di futuri cartelli elettorali), piuttosto che assumersi una responsabilità politica sul terreno reale della lotta di classe.
TRE LEZIONI
In conclusione, tre sono le lezioni di bilancio più generale della "piccola" vicenda Alitalia:
Il movimento operaio non regge alla attuale radicalità dell'offensiva avversaria senza contrapporre un'azione di lotta altrettanto radicale. Ciò che vale sul terreno generale, vale all'interno di ogni specifico terreno di scontro (fabbriche, scuola, università, ferrovie). Senza un nuovo livello di forme di lotta e di obiettivi, che superi i limiti della vecchia tradizione riformista e tradunionista, non si incide sui rapporti di forza, non si traccia una linea di resistenza, non si conseguono risultati. La questione della ricostruzione della forza va posta al centro della riflessione dell'avanguardia ,in ogni movimento, in ogni lotta.
La battaglia per una svolta programmatica e d'azione del movimento operaio è inseparabile dalla battaglia per un'altra direzione politica e sindacale. Nessuna disponibilità di lotta, per quanto generosa, nessuna potenzialità di mobilitazione per quanto radicale, possono conoscere uno sbocco adeguato e strappare risultati senza una direzione coerente della lotta: che si assuma la responsabilità di unirla, organizzarla, orientarla in ogni passaggio decisivo, elevandola al nuovo livello dello scontro. In ogni sindacato, in ogni movimento, la questione della direzione delle lotte sul terreno della loro autorganizzazione va posta come centrale. A partire oggi dallo scontro cruciale sulla scuola.
Il PCL è l'unico partito che si pone questo compito di lavoro. Perché è l'unico partito che basa tutta la propria politica sull'interesse generale del movimento operaio e su una prospettiva rivoluzionaria, non sull'autoconservazione, reale o presunta, di un proprio spazio organizzativo o d'immagine. Le lotte d'autunno dovranno essere un laboratorio prezioso per il PCL: per accumulare una nuova esperienza di massa, di elaborazione politica, di radicamento sociale. Sempre nei limiti delle nostre possibilità. Ma con la massima determinazione soggettiva, a partire dalla comprensione dell'unicità del nostro ruolo.
da criticamente.it
Il caso Alitalia ha costituito una cartina di tornasole illuminante sia della crisi di direzione POLITICA e SINDACALE del movimento operaio, sia delle ragioni del PCL in rapporto alle altre sinistre italiane (riformiste e centriste). Per questo crediamo importante un primo bilancio della vicenda. I termini politici e sindacali dello scontro consumatosi nella crisi di Alitalia sono universalmente noti. La natura dell'accordo conclusivo li riassume fedelmente (Marco Ferrando, 14 ottobre 2008).
In estrema sintesi:
Berlusconi ha puntato a incassare un nuovo successo d'immagine, quale efficiente risolutore dei problemi nazionali; ma anche a consolidare il proprio rapporto con la grande borghesia italiana, largamente presente nella CAI. Il PD di Veltroni ha puntato a "contare" nella risoluzione finale dello scontro, in parte come garante decisivo del coinvolgimento della CGIL, in parte come partito corresponsabile dell'interesse generale del grande capitale.
La cordata capitalistica della CAI ha mirato semplicemente a un vantaggioso business finanziario: grazie alla nazionalizzazione dei debiti di Alitalia/Airone e a una drastica operazione antioperaia. Banca Intesa - principale creditrice di Alitalia e Airone - ha ottenuto il meritato regalo per la sponda offerta al Cavaliere.
La burocrazia CGIL, a lungo oscillante, ha puntato infine a incassare il riconoscimento del proprio ruolo determinante al tavolo della concertazione ("Senza di noi e contro di noi non potete colpire i lavoratori"): finendo con lo spiazzare l'asse Bonomi-Sacconi che lavorava alla sua emarginazione.
Tutti gli attori decisivi dell'accordo - oggi impegnati a contendersi il trofeo agli occhi della borghesia e della grande stampa - hanno recitato e concluso la propria commedia propagandistica sulla pelle dei dipendenti della compagnia. La cordata CAI ha infatti realizzato la sostanza della propria operazione: 9000 posti di lavoro sono stati distrutti; 4000 precari vengono messi su una strada; le condizioni economiche e normative dei lavoratori "sopravvissuti" subiscono un complessivo peggioramento su salario, orario, ferie, mobilità, diritti; il potere di contrattazione sindacale nell'azienda conosce un drastico ridimensionamento con un esplicito richiamo prefigurante alla riforma generale del contratto nazionale di lavoro. Le concessioni ottenute dalla CGIL con la riduzione del danno per il personale di terra, non possono né cancellare né nascondere la natura antioperaia dell'accordo e la sconfitta subita dai lavoratori.
Questo epilogo della vicenda era "inevitabile"? No. Nonostante le difficoltà della situazione oggettiva (generale e specifica) era possibile un'altra dinamica di lotta e un altro esito della battaglia. Più precisamente: solo un'altra gestione della lotta poteva portare a un altro risultato. E viceversa la gestione egemone, politica e sindacale, dello scontro ha portato - quella sì - a una sconfitta inevitabile e più profonda: sia in termini materiali, sia anche nella percezione soggettiva dei lavoratori, il cui "morale" ha subito purtroppo un autentico tracollo.
LA DINAMICA DELLA LOTTA
Ricostruiamo allora la dinamica dello scontro.
Nella prima settimana di settembre Berlusconi, la nuova CAI e Raffaele Bonanni avevano puntato ad un accordo rapido e relativamente indolore, da celebrare con squillo di fanfare. Ma trovarono sulla propria strada l'imprevista reazione dei lavoratori, in particolare nell'Aeroporto di Fiumicino. Questa reazione non si è affatto limitata alla resistenza dei piloti e delle loro associazioni professionali, sicuramente segnate per tradizione da una forte logica corporativa. Ma ha coinvolto, in misura diversa, tutti i settori dei lavoratori Alitalia a partire dagli assistenti di volo e dalle hostess (il cosidetto personale navigante) sino a fasce di lavoratori di terra (call center, manutenzione, scarico…). Lavoratori segnati da condizioni salariali e di vita nient'affatto "privilegiate" ed anzi in progressivo peggioramento da almeno 15 anni, cioè dagli inizi del processo di privatizzazione ('92).
La reazione dei lavoratori presentava sicuramente dei limiti interni, sia di consistenza (un migliaio di lavoratori di Fiumicino complessivamente), sia di composizione (debole coinvolgimento dei precari). E tuttavia:
La lotta registrava, giorno dopo giorno, una crescita progressiva di combattività e un potenziale di espansione: cortei interni all'aeroporto e manifestazioni-presidio sotto Palazzo Chigi e il Ministero del Lavoro con partecipazione crescente; allargamento interprofessionale della mobilitazione; ripetuti atti di solidarietà e coinvolgimento di lavoratori delle altre compagnie (AirOne e Lufthansa); rilevante impatto mediatico con parziali effetti di trascinamento in altri aeroporti (Capodichino e Linate).
La mobilitazione di Fiumicino materializzava agli occhi del governo e delle burocrazie sindacali lo spettro più generale di una possibile esplosione incontrollata di lotta capace di bloccare il traffico aereo, sconfessare le Confederazioni, rovinare l'immagine di Berlusconi. Questo spauracchio è stato il vero bastone nelle ruote della trattativa: che ha indotto la CGIL a prendere tempo, ha spinto la CAI a ritirare l'offerta, ha costretto il governo a smentire, uno dopo l'altro, i propri ultimatum giornalieri. Nei fatti la reazione dei lavoratori, per alcuni giorni, aveva riaperto una partita che tutti consideravano chiusa.
Non a caso il quotidiano della FIAT (la Stampa) e il Riformista evocavano il 15 settembre con le stesse parole un'immagine precisa: "Il rischio di una guerra a Fiumicino in stile minatori gallesi". Con riferimento allo sciopero a oltranza dei minatori inglesi nel 1984 contro il governo della Teacher e la chiusura delle miniere. Era questa l'unica eventualità che il governo e la borghesia temevano davvero. Disgraziatamente fu l'unica eventualità che tutti i soggetti sindacali coinvolti e tutti i partiti della sinistra si affrettarono a scongiurare o più semplicemente ignorarono.
L'ASSENZA DI UNA DIREZIONE
Sul piano sindacale, il cosidetto "fronte del no" al piano CAI, che pur si è appoggiato sulla mobilitazione dei lavoratori, non ha dato a quella mobilitazione alcuno sbocco. Invece di investire la reazione spontanea dei lavoratori in un'azione generale di sciopero si è di fatto utilizzato presidi e cortei come sfogatoio della tensione in alternativa allo sciopero.
Le diverse associazioni degli assistenti di volo si sono appoggiate alle manifestazioni per chiedere fondamentalmente il proprio accesso alla trattativa e riconoscimento di ruolo. L'SDL categoriale, molto radicato tra i lavoratori, ha criticato i sindacati confederali per la loro gestione separata del negoziato, chiedendo "una trattativa vera": ma ha rinunciato a una propria indicazione di lotta, finendo con l'associarsi "criticamente" alla parte conclusiva della trattativa e al suo esito. La CUB Alitalia, non riconosciuta al tavolo negoziale, ha giustamente respinto il piano Berlusconi-Cai come "non trattabile", ed è stato l'unico soggetto sindacale che – in stretto rapporto col PCL – ha pubblicamente rivendicato la nazionalizzazione dell'azienda: ma si è limitata a gestire il pacchetto di 4 ore di sciopero già da tempo programmato a livello nazionale, utile per segnalare un dissenso, ma del tutto inefficace come strumento di lotta. Complessivamente, di fronte a un attacco frontale, carico oltretutto di implicazioni generali, le direzioni dei sindacati di base non si sono assunte le responsabilità di una direzione sindacale alternativa alle burocrazie, al livello reale dello scontro. Come se il problema fosse unicamente quello di "conservare" il proprio spazio di sindacato, non quello di guidare la lotta. E questo in un contesto di propria presenza significativa, e a fronte di una diffusa domanda di indicazione e prospettiva da parte di tanti lavoratori.
PRESENZA E PROPOSTA DEL PCL
Il PCL è stato l'unico partito della sinistra a intervenire con la propria presenza e un proprio contributo nella lotta dei lavoratori di Fiumicino, in un rapporto di attiva collaborazione con un gruppo di lavoratori d'avanguardia. In particolare ha rappresentato l'unico soggetto che ha avanzato una proposta e prospettiva d'azione ai lavoratori all'altezza dell'attacco che è stato loro portato. Questi sono stati gli assi del nostro posizionamento:
La difesa dell'insieme dei lavoratori colpiti, a partire dai lavoratori precari, fuori da ogni logica corporativa di settore.
La proposta di un'azione di lotta prolungata, con occupazione delle piste e blocco del traffico aereo (come fecero i lavoratori Air France nel 94), quale unica possibile forma d'azione capace di incidere realmente sui rapporti di forza.
La proposta di comitati unitari di sciopero, eletti dai lavoratori, e il loro progressivo coordinamento su scala nazionale, quale forma di direzione e organizzazione della lotta a oltranza, capace di rispondere all'esigenza di unità e di democrazia.
La rivendicazione della nazionalizzazione della compagnia e del trasporto aereo, sotto controllo dei lavoratori, senza indennizzo per i grandi azionisti, con l'abolizione del debito verso le banche, quale unica soluzione progressiva della crisi Alitalia dal punto di vista dei lavoratori, dei contribuenti, degli utenti.
Non solo la nostra presenza, ma il merito della nostra proposta ha incontrato interesse e apprezzamento tra diversi lavoratori "di base". Sia in generale tra i lavoratori presenti alle manifestazioni, sia in particolare in un gruppo di provenienza SDL. "Dovevamo dall'inizio bloccare le piste" dichiarava, significativamente, un lavoratore a "La Stampa" dopo la stipula dell'accordo. Era un sentimento postumo ma diffuso. Era anche, in qualche misura, il lascito e la memoria della nostra proposta. Naturalmente il PCL non poteva esercitare "dall'esterno" una direzione alternativa della lotta. Poteva solo innescare una riflessione e suscitare un'attenzione attorno alla propria impostazione. Questo obiettivo, per quanto parziale, è stato raggiunto. Nel nostro piccolo e, nonostante la sconfitta finale, siamo apparsi come l'unico partito che si è posto il problema non solo di una solidarietà attiva con la lotta dei lavoratori Alitalia, ma del futuro concreto di quella lotta. Grazie anche a questo abbiamo avuto un riconoscimento diffuso e abbiamo realizzato contatti e rapporti utili per il nostro progetto di costruzione e radicamento.
RESPONSABILITA' E LATITANZA DELLE SINISTRE
Sta di fatto che NESSUNA altra forza politica della sinistra ha sentito il bisogno di una presenza nella lotta dei lavoratori Alitalia e di un'indicazione di sbocco di quella lotta.
Il PDCI si è limitato ad affiggere un manifesto cittadino di sostegno alla giunta Marrazzo per la sua richiesta… di ingresso nella Cai.
Il PRC della "svolta a sinistra"non solo è risultato totalmente assente dalla lotta, lasciando allo sbando i propri iscritti nella compagnia: ma ha lodato la rinuncia al blocco del traffico aereo da parte dei sindacati come prova di "ragionevolezza" ("non bisogna dare pretesti a Berlusconi" ha dichiarato Ferrero a Il Manifesto) e ha persino contestato la parola d'ordine della nazionalizzazione come "ideologica" scontrandosi su questo con CUB Alitalia (non ha nulla da dire su questo Claudio Bellotti, nuovo responsabile del lavoro operaio del PRC?).
Lo stesso vuoto di indicazione e presenza ha contraddistinto le componenti della sinistra centrista-movimentista. E' curioso, ma molto significativo: tutti i falsi critici del nostro cosidetto "politicismo" nel nome del primato del movimento, non hanno avuto niente da dire (e da fare) al movimento di lotta dei lavoratori Alitalia. Né Sinistra Critica, né i dirigenti Cobas, né la Rete dei Comunisti. Tutti i soggetti che hanno assurdamente contrapposto lo sciopero sindacale del 17 ottobre alla manifestazione politica dell'11 ottobre - nel nome del rifiuto della "rappresentazione" del conflitto - hanno disertato clamorosamente il conflitto reale dei lavoratori Alitalia. Evidentemente per Bernocchi, Cannavò, Carraro, appare più importante cercare di sovrapporre un proprio marchio politico sullo sciopero sindacale del 17 e polemizzare col PCL(in vista magari di futuri cartelli elettorali), piuttosto che assumersi una responsabilità politica sul terreno reale della lotta di classe.
TRE LEZIONI
In conclusione, tre sono le lezioni di bilancio più generale della "piccola" vicenda Alitalia:
Il movimento operaio non regge alla attuale radicalità dell'offensiva avversaria senza contrapporre un'azione di lotta altrettanto radicale. Ciò che vale sul terreno generale, vale all'interno di ogni specifico terreno di scontro (fabbriche, scuola, università, ferrovie). Senza un nuovo livello di forme di lotta e di obiettivi, che superi i limiti della vecchia tradizione riformista e tradunionista, non si incide sui rapporti di forza, non si traccia una linea di resistenza, non si conseguono risultati. La questione della ricostruzione della forza va posta al centro della riflessione dell'avanguardia ,in ogni movimento, in ogni lotta.
La battaglia per una svolta programmatica e d'azione del movimento operaio è inseparabile dalla battaglia per un'altra direzione politica e sindacale. Nessuna disponibilità di lotta, per quanto generosa, nessuna potenzialità di mobilitazione per quanto radicale, possono conoscere uno sbocco adeguato e strappare risultati senza una direzione coerente della lotta: che si assuma la responsabilità di unirla, organizzarla, orientarla in ogni passaggio decisivo, elevandola al nuovo livello dello scontro. In ogni sindacato, in ogni movimento, la questione della direzione delle lotte sul terreno della loro autorganizzazione va posta come centrale. A partire oggi dallo scontro cruciale sulla scuola.
Il PCL è l'unico partito che si pone questo compito di lavoro. Perché è l'unico partito che basa tutta la propria politica sull'interesse generale del movimento operaio e su una prospettiva rivoluzionaria, non sull'autoconservazione, reale o presunta, di un proprio spazio organizzativo o d'immagine. Le lotte d'autunno dovranno essere un laboratorio prezioso per il PCL: per accumulare una nuova esperienza di massa, di elaborazione politica, di radicamento sociale. Sempre nei limiti delle nostre possibilità. Ma con la massima determinazione soggettiva, a partire dalla comprensione dell'unicità del nostro ruolo.
la hostess ideale? quella che vi chiede: caffè, the o me
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Re: Compagnia Aerea Italiana
Da Il Messaggero: Il governo consegna alla Ue il dossier Alitalia (Milano:
AZA.MI - notizie) .
Nella notifica della procedura di amministrazione straordinaria
comprendente la cessione di asset, Palazzo Chigi, secondo quanto risulta a
Il Messaggero, avrebbe chiesto che eventuali sanzioni per aiuti di stato
non ricadano su Cai il cui decollo, anche in relazione alle incognite di
Bruxelles, sta slittando verso metà-fine novembre. Con una data limite
posta il primo dicembre. E tra le ipotesi che stanno emergendo dai
cantieri di lavoro allestiti da Rocco Sabelli – che ieri ha incontrato il
presidente dell'Enac Vito Riggio – spunta la possibilità che per
consentire il passaggio di consegne alla nuova compagnia, sia necessario
uno stop dei voli per una nottata.
AZA.MI - notizie) .
Nella notifica della procedura di amministrazione straordinaria
comprendente la cessione di asset, Palazzo Chigi, secondo quanto risulta a
Il Messaggero, avrebbe chiesto che eventuali sanzioni per aiuti di stato
non ricadano su Cai il cui decollo, anche in relazione alle incognite di
Bruxelles, sta slittando verso metà-fine novembre. Con una data limite
posta il primo dicembre. E tra le ipotesi che stanno emergendo dai
cantieri di lavoro allestiti da Rocco Sabelli – che ieri ha incontrato il
presidente dell'Enac Vito Riggio – spunta la possibilità che per
consentire il passaggio di consegne alla nuova compagnia, sia necessario
uno stop dei voli per una nottata.
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Re: Compagnia Aerea Italiana
Alitalia: per partner verso scelta Air France (Giornale)
ROMA (MF-DJ)--Cai stringe i tempi sul partner estero per Alitalia, che entrera' in societa' fin dal 28 ottobre, e la scelta sembra indirizzarsi su Air France.
Lo scrive oggi il Giornale, spiegando che il baricentro resta spostato verso i francesi perche' Lufthansa avrebbe chiesto di pesare nella governance, nelle scelte strategiche e nella nomina dei manager, mentre Air France appare disposta a fare lo sleeping partner.
ROMA (MF-DJ)--Cai stringe i tempi sul partner estero per Alitalia, che entrera' in societa' fin dal 28 ottobre, e la scelta sembra indirizzarsi su Air France.
Lo scrive oggi il Giornale, spiegando che il baricentro resta spostato verso i francesi perche' Lufthansa avrebbe chiesto di pesare nella governance, nelle scelte strategiche e nella nomina dei manager, mentre Air France appare disposta a fare lo sleeping partner.
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Re: Compagnia Aerea Italiana
Io continuo a preferire una partecipazione consistente del futuro partner... lasciare scelte strategiche, nomine ecc in mano ai 16 aquilotti non mi sembra un gran che come prospettiva.airbusfamilydriver ha scritto:Alitalia: per partner verso scelta Air France (Giornale)
ROMA (MF-DJ)--Cai stringe i tempi sul partner estero per Alitalia, che entrera' in societa' fin dal 28 ottobre, e la scelta sembra indirizzarsi su Air France.
Lo scrive oggi il Giornale, spiegando che il baricentro resta spostato verso i francesi perche' Lufthansa avrebbe chiesto di pesare nella governance, nelle scelte strategiche e nella nomina dei manager, mentre Air France appare disposta a fare lo sleeping partner.
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Re: Compagnia Aerea Italiana
io sono d'accordo con teclassezara ha scritto:Io continuo a preferire una partecipazione consistente del futuro partner... lasciare scelte strategiche, nomine ecc in mano ai 16 aquilotti non mi sembra un gran che come prospettiva.airbusfamilydriver ha scritto:Alitalia: per partner verso scelta Air France (Giornale)
ROMA (MF-DJ)--Cai stringe i tempi sul partner estero per Alitalia, che entrera' in societa' fin dal 28 ottobre, e la scelta sembra indirizzarsi su Air France.
Lo scrive oggi il Giornale, spiegando che il baricentro resta spostato verso i francesi perche' Lufthansa avrebbe chiesto di pesare nella governance, nelle scelte strategiche e nella nomina dei manager, mentre Air France appare disposta a fare lo sleeping partner.
sono i sedici soci che non lo vogliono
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Re: Compagnia Aerea Italiana
Cai sta stringendo sul partner estero, che entrerà in società fin dal 28 ottobre, data dell’assemblea, della trasformazione in spa e della capitalizzazione da un miliardo. La quota che andrà a Parigi o Francoforte sarà del 20%, e gli altri soci saranno proporzionalmente diluiti. Intensi i colloqui dell’ad Rocco Sabelli con Air France e Lufthansa. Il baricentro resta spostato verso i francesi, per più motivi: Lufthansa avrebbe chiesto di pesare nella governance, nelle scelte strategiche e nella nomina dei manager, mentre Air France, «scottata» anche dalla partecipazione alla vecchia gara, appare disposta a fare lo sleeping partner. Inoltre ormai è evidente ai vertici di Cai quanto tempo e quanto denaro occorrerebbe per smontare il complesso di accordi commerciali che legano da anni Alitalia e Air France. Anche su scelte delicate, quali Malpensa-Fiumicino, Parigi si è mostrata più arrendevole del passato, confermando la ferma necessità di non perdere il mercato italiano. Cai mantiene la sua linea: quella di privilegiare il rapporto industriale che dia il miglior prolungamento intercontinentale al network Alitalia. In più, i rapporti stretti e positivi delle ultime settimane tra Berlusconi e Sarkozy, potrebbero favorire anche l’asse aeronautico.
I fronti aperti sono molti e spinosi per Colaninno e soci. I tempi stanno slittando. La data indicata da Corrado Passera per l’avvio della nuova compagnia, il 1º novembre, si sta rivelando irrealistica; sarà un successo se la partenza sarà il 1º gennaio. Si segnalano turbolenze tra i soci di Cai - uscirebbero Clessidra e i Fossati, la Marcegaglia, data in abbandono, ha smentito - ma l’intento di tutti è di non enfatizzare quello che potrebbe essere interpretato come un motivo di instabilità; Cai avrebbe ricevuto ordini di mantenere «basso profilo» da Palazzo Chigi, dove il Gran Regista Gianni Letta intende di evitare ogni rumore (la cordata è «granitica» ha assicurato Gaetano Micciché di Intesa). Infatti, se da un lato arrivano conferme dei malumori di Sposito, dall’altro viene enfatizzato il significato del drappello di soci pronti a far ingresso nel club.
Altri punti su cui il lavoro è intenso: la richiesta all’Enac della licenza di volo, per ottenere la quale Cai dovrà dotarsi rapidamente di un velivolo; l’elaborazione dell’offerta definitiva al commissario, che sarà presentata (se non slitta ancora) il 31 ottobre; la stesura, in parallelo, del piano industriale della nuova compagnia; la trattativa con Carlo Toto per l’acquisizione e l’integrazione di Air One; la messa a punto dei contratti con i dipendenti, a valle degli accordi già sottoscritti: c’è qualche malumore, e ieri i piloti hanno disertato il tavolo. Sempre ieri, il commissario straordinario Augusto Fantozzi ha notificato al Commissario Ue ai Trasporti, Antonio Tajani, la procedura e presentato il piano di dismissione degli asset.
Il Giornale
I fronti aperti sono molti e spinosi per Colaninno e soci. I tempi stanno slittando. La data indicata da Corrado Passera per l’avvio della nuova compagnia, il 1º novembre, si sta rivelando irrealistica; sarà un successo se la partenza sarà il 1º gennaio. Si segnalano turbolenze tra i soci di Cai - uscirebbero Clessidra e i Fossati, la Marcegaglia, data in abbandono, ha smentito - ma l’intento di tutti è di non enfatizzare quello che potrebbe essere interpretato come un motivo di instabilità; Cai avrebbe ricevuto ordini di mantenere «basso profilo» da Palazzo Chigi, dove il Gran Regista Gianni Letta intende di evitare ogni rumore (la cordata è «granitica» ha assicurato Gaetano Micciché di Intesa). Infatti, se da un lato arrivano conferme dei malumori di Sposito, dall’altro viene enfatizzato il significato del drappello di soci pronti a far ingresso nel club.
Altri punti su cui il lavoro è intenso: la richiesta all’Enac della licenza di volo, per ottenere la quale Cai dovrà dotarsi rapidamente di un velivolo; l’elaborazione dell’offerta definitiva al commissario, che sarà presentata (se non slitta ancora) il 31 ottobre; la stesura, in parallelo, del piano industriale della nuova compagnia; la trattativa con Carlo Toto per l’acquisizione e l’integrazione di Air One; la messa a punto dei contratti con i dipendenti, a valle degli accordi già sottoscritti: c’è qualche malumore, e ieri i piloti hanno disertato il tavolo. Sempre ieri, il commissario straordinario Augusto Fantozzi ha notificato al Commissario Ue ai Trasporti, Antonio Tajani, la procedura e presentato il piano di dismissione degli asset.
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Re: Compagnia Aerea Italiana
I tedeschi ormai hanno imparato a prendere le misure di noi italiani: io mettere zoldi? Allora io comantare!!airbusfamilydriver ha scritto:Alitalia: per partner verso scelta Air France (Giornale)
ROMA (MF-DJ)--Cai stringe i tempi sul partner estero per Alitalia, che entrera' in societa' fin dal 28 ottobre, e la scelta sembra indirizzarsi su Air France.
Lo scrive oggi il Giornale, spiegando che il baricentro resta spostato verso i francesi perche' Lufthansa avrebbe chiesto di pesare nella governance, nelle scelte strategiche e nella nomina dei manager, mentre Air France appare disposta a fare lo sleeping partner.
I francesi, poveri loro, non hanno capito molto, se accettano di fare lo "sleeping partner"...
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Re: Compagnia Aerea Italiana
invece hanno capito molto più di quanto tu pensiLucky Luke ha scritto:I tedeschi ormai hanno imparato a prendere le misure di noi italiani: io mettere zoldi? Allora io comantare!!airbusfamilydriver ha scritto:Alitalia: per partner verso scelta Air France (Giornale)
ROMA (MF-DJ)--Cai stringe i tempi sul partner estero per Alitalia, che entrera' in societa' fin dal 28 ottobre, e la scelta sembra indirizzarsi su Air France.
Lo scrive oggi il Giornale, spiegando che il baricentro resta spostato verso i francesi perche' Lufthansa avrebbe chiesto di pesare nella governance, nelle scelte strategiche e nella nomina dei manager, mentre Air France appare disposta a fare lo sleeping partner.
I francesi, poveri loro, non hanno capito molto, se accettano di fare lo "sleeping partner"...
se fanno lo sleeping partner non lasciano ai tedeschi il controllo esclusivo del mercato italiano
Ultima modifica di airbusfamilydriver il 15 ottobre 2008, 13:10, modificato 1 volta in totale.
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Re: Compagnia Aerea Italiana
Alitalia: Riggio, disponibilita' liquida sufficiente
(AGI) - Roma, 15 ott. - L'Alitalia ha una disponibilita' liquida sufficiente per continuare a volare: questo il risultato del monitoraggio dell'Enac, l'Ente nazionale per l'aviazione civile. A renderlo noto e' stato lo stesso presidente, Vito Riggio, incontrando i giornalisti durante un convegno dell'Aiscat. Rispondendo a chi gli chiedeva se la disponibilita' liquida dell'Alitalia al 25 settembre era di soli 180 milioni, Riggio ha risposto chiedendo di mantenere il riserbo. "Non confermo e non smentisco - ha detto il presidente dell'Enac - sono informazioni confidenziali. Posso dire che i nostri uffici confermano che la disponibilita' liquida e' sufficiente".
(AGI) - Roma, 15 ott. - L'Alitalia ha una disponibilita' liquida sufficiente per continuare a volare: questo il risultato del monitoraggio dell'Enac, l'Ente nazionale per l'aviazione civile. A renderlo noto e' stato lo stesso presidente, Vito Riggio, incontrando i giornalisti durante un convegno dell'Aiscat. Rispondendo a chi gli chiedeva se la disponibilita' liquida dell'Alitalia al 25 settembre era di soli 180 milioni, Riggio ha risposto chiedendo di mantenere il riserbo. "Non confermo e non smentisco - ha detto il presidente dell'Enac - sono informazioni confidenziali. Posso dire che i nostri uffici confermano che la disponibilita' liquida e' sufficiente".
Re: Compagnia Aerea Italiana
......................non voglio fa commenti t....ci loro


