Valerio Ricciardi ha scritto:
Ahivoglia se l'uranio impoverito giustifica tutto.
Solo un appunto a questo OT, Valerio.
L'uranio impoverito diventa dannoso solo se portato ad altissima temperatura e "polverizzato" nell'aria.
Quando un proiettile a uranio impoverito colpisce qualcosa (es una corazza), buca l'oggetto e crea contemporaneamente molto attrito e calore. Questo processo fa vaporizzare il proietto in una sorta di "nube di fumo" composta da microparticelle di uranio impoverito che si diffondono nell'aria col vento anche a grande distanza dal punto di impatto, dopodichè si depositano al suolo.
Come tutti i metalli "pesanti", questo materiale è dannoso se inalato mentre è ancora in stato aeriforme, oppure viene a contatto con una ferita ed entra nel sangue.
Ma una volta che la nube è dissolta ed è a terra (magari dopo un piovasco), il materiale diventa praticamente innoquo come lo era prima.
Per renderlo nuovamente dannoso va riportato in stato aeriforme e inalato, oppure farlo entrare nell'organismo attraverso il sangue (un ferita).
Gli artificieri che caricano i nastri dei proiettili dell'aereo A-10 (alcuni possono essere ad uranio impoverito) sono a contatto con questo materiale continuamente (anche a mani nude), e mai nessuno ha avuto patologie strane.
http://en.wikipedia.org/wiki/Image:Mark ... nition.jpg
Lo stesso dicasi dei soldati con pilotano il carro armato M1 Abrams che è dotato di corazza in kevlar ed uranio impoverito (per cui lo toccano e ci vivono all'interno di quel coso): nessuno ha mai avuto problemi con questo materiale.
Con questo NON vuol dire che tale materiale sia da prendersi sottogamba.
Assolutamente!
Se dopo un mese da una battaglia dei bambini dovessero giocare dentro la carcassa di un carro colpito da un proietto ad uranio impoverito non significa necessariamente che per loro ci sia gravissimo pericolo.
Dipende dai casi.
Il carro o carcassa che dir si voglia, è oramai "fredda", è un pezzo di ferro inerme, e la nube di uranio impoverito è presumibilmente dissolta in una vasta area, non necessariamente nel punto dell'impatto (dipende tutto dal vento e da dove ha portato/depositato quella nube).
Se quei bambini addosso alle carcasse non presentano ferite e se non giocano a "fare il polverone", la loro salute non ne avrà danni (anche se sarebbe meglio NON farlo!).
Anzi forse avrebbero più danni giocando a 100 metri di distanza da quella carcassa non sapendo che, dopo la battaglia, l'esplosione, il fuoco, il calore, e il vento, hanno trascinato la nube di fumo e uranio impoverito lontano dalla carcassa, magari proprio nel punto in cui si trovano loro, pertanto, anzichè essere più al sicuro, sono più a rischio.
A parte tutto questo comunque,
condivido in toto il tuo pensiero riguardo ai rischi che tale materiale lascia sul campo di battaglia, ossia comunque ce la cantiamo è preferibile NON giocare mai ad almeno 1 km di distanza da quelle carcasse (anzi più si è lontani, meglio è).
E se proprio non è evitabile, sarebbe importante far attuare delle piccole (ma efficaci) misure di prevenzione/educazione per chi abita in quelle zone:
- Stare lontano da carcasse e rottami (la lontananza dovrebbe diminuire statisticamente i rischi, anche se non sempre è vero).
- Evitare il più possibile di "far polvere", soprattutto se dopo la battaglia non ha mai piovuto.
- Usare sempre una mascherina che copra naso e bocca (va bene anche un indumento, un foulard, un fazzoletto, qualsiasi cosa ben legata al viso che faccia da filtro).
- Respirare esclusivamente col naso, non con la bocca.
- Se si hanno delle ferite aperte (anche lievi) sul corpo, evitare di sporcarle di terra. I metalli pesanti entrano molto facilmente attraverso una ferita. In mancanza di ferite non possono entrare, se non per via repiratoria.
Sono poche misure preventive, ma nella loro semplicità (non richiedono cose e/o materiali particolari) risultano molto efficaci per salvaguardare la vita di quelle persone.
Rimane assodato comunque che la soluzione più efficiace di tutte è
ANDARSENE via da lì, il più lontano possibile!
Nota: faccio presente che le misure di prevenzione che ho citato non riguardano esclusivamente l'uranio impoverito.
Qualunque altro metallo pesante, tipo tungsteno o piombo, che, a causa di determinati fenomeni e/o processi, dovesse vaporizzare nell'aria e depositarsi al suolo, è dannoso quanto l'uranio impoverito.
Non c'è praticamente differenza tra questi metalli e le conseguenze che causano all'organismo in quelle particolari condizioni (nube aeriforme, pulviscolo, inalazione, assorbimento nel sangue, etc).
Le patologie sono le medesime tipiche da metalli pesanti, per cui vengono colpiti soprattutto i Reni e le Ossa.
Non il sangue.
Le famose "leucemie" non sono patologie da metalli pesanti.
Sono stati condotti numerosi studi al riguardo e nessuno di questi ha portato alla conclusione che i metalli pesanti possano condurre alle leucemie.
Infatti riguardo ai nostri soldati che si ammalavano in tempi brevi di leucemia, gli studi hanno portato alla supposizione che era stato probabilmente il
Benzene e suoi composti (sostanza con la quale erano spesso a contatto) a procuragli quella grave patologia, tanto che il Benzene è uno degli accusati numero uno per la lucemia (
http://www.uranioimpoverito.it/leucemia.htm ) insieme alle radiazioni.
Radiazioni che però devono essere decisamente molto elevate, e che l'uranio impoverito non possiede, o meglio le possiede, ma sono molto basse per costituire un pericolo (i contrappesi dei timoni del B747, ad esempio, erano fatti di uranio impoverito).
Sebbene l'uranio impoverito contenga una minuscola percentuale di radiazioni, essa è talmente bassa da non rendere possibile una leucemia in tempi brevi: la radiazione alfa (nuclei di elio) dell'uranio impoverito è così bassa che può essere schermata usando un foglio di cartone:
http://www.lswn.it/fisica/articoli/i_pr ... ell_uranio
Servirebbero anni prima che quella bassissima radiazione faccia effetto dannoso sull'organismo.
E' dunque altamente improbabile che i nostri soldati siano morti di lucemia dopo poche settimane a causa dell'uranio impoverito.
Molto più probabile invece che il responsabile sia stato il benzene (e suoi derivati) a rendere così veloce l'aggravarsi di quella patologia.
(P.S. premetto che NON sono un medico, riporto solo cose che ho letto facendo un po' di ricerca, tipo questa
http://www.kwsalute.kataweb.it/Notizia/ ... 12,00.html )
Nelle ricerche che ho fatto non è emersa nessuna correlazione evidente tra "leucemie" e "metalli pesanti", per cui sono propenso a pensare che la tanto divulgata tesi "
uranio impoverito = leucemie" sia più che altro una leggenda metropolitana dettata solo dal fatto che quel materiale si chiama "uranio" (che ovviamente suona come cosa dannosa e maligna).
Purtroppo non è così.
Una cosa è l'uranio usato per bombe nucleari, un altra è l'uranio impoverito che è un materiale praticamente "scarico" (anche se non completamente), e che di brutto porta solo il nome: "uranio".
Ad esempio citavo i contrappesi del B747 a buona ragione.
Il fatto che li facessero di uranio impoverito anzichè in tungsteno era dovuto esclusivamente al costo del materiale.
Il tungsteno è più costoso dell'uranio impoverito, pertanto per ragioni economiche si è preferito usare quest'ultimo materiale (ora dismesso e sostituito dal più costoso tungsteno).
La stessa cosa avviene per i proiettili dell'A-10.
Se fossero fatti in tungsteno costerebbero semplicemente di più, ed avrebbero gli stessi effetti in battaglia (capacità di penetrazione molto forte, calore, vaporizzazione) dell'uranio impoverito, nonchè la stessa pericolosità a fine battaglia.
Ma siccome il tungsteno è un materiale che conosciamo tutti nell'uso comune (es i filamenti delle lampadine e persino nella gioielleria) lo riteniamo totalmente innoquo.
Il suo uso sul campo di battaglia pertanto non avrebbe una grande
risonanza mediatica,... perchè una cosa è dire "bombe o proiettili in tungsteno", ben altra è dire "bombe e proiettili in URANIO impoverito".
E' proprio il nome "uranio" a creare preoccupazione, ma è un errore: se quelle bombe e/o quei proietti fossero in tungsteno, avrebbero lo stesso effetto dannoso pari pari all'uranio impoverito.
Informazioni sul tungsteno:
http://it.wikipedia.org/wiki/Tungsteno
Infine va detta un'ultima cosa.
E' luogo comune credere che TUTTE le bombe e/o armamenti siano fatti in uranio impoverito.
Questa è una grossa sciocchezza.
Le armi che usano metalli pesanti quali acciaio al tungsteno o uranio impoverito, sono esclusivamente i "penetratori", chiamati anche Sabot:
http://it.wikipedia.org/wiki/APFSDS .
Queste armi dunque hanno un'unico scopo, forare corazze, pertanto sono usate soprattutto dall'aereo anticarro A-10 (che spara proiettili da 30 mm in uranio impoverito), e dai carri armati nemici e/o alleati che, per ovvie ragioni, devono colpire altri carri armati e forargli la corrazzatura.
Per gli attacchi aerei a postazioni varie di mattoni, cemento, terra, edifici in genere, insomma per la maggior parte delle bombe convenzionali (sia a caduta libera, sia guidate), non è assolutamente necessario usare l'uranio impoverito, e non lo si usa.
Si usa il più tradizionale acciaio temperato che funziona benissimo allo scopo.
Per cui non è vero che TUTTE le bombe e altre diavolerie siano fatte con l'uranio impoverito.
Sono molto di più gli armamenti convenzionali, che non quelli ad uranio impoverito.
Tuttavia, sebbene l'uranio impoverito venga usato in minor quantità, dipende tutto da quanto si spara, da quanto uso si fa di armi Sabot, dalle dimensioni della battaglia, da quanti e quali obbiettivi specifici corazzati vanno eliminati, insomma dalle dimensioni del conflitto in generale.
Ne risulta che alla fine ci può essere comunque una forte concentrazione di fuoco fatto con armamento ad uranio impoverito, per cui aumentano considerevolmente anche i danni post battaglia per i civili e i soldati.
Fine OT
