Luke3 ha scritto:
Ripassando la sezione sugli strumenti, mi è sorto un dubbio sul funzionamento dell'IVSI. Come sappiamo,i normali variometri hanno un ritardo di qualche secondo per segnare zero dopo che si livella o se si passa da una salita ad una discesa (e viceversa) a causa del tempo che ci vuole per equalizzare la pressione fra la capsula e la cassa dello strumento
Sugli aerei di linea o comunque più complessi invece è montato un variometro istantaneo che non subisce questo errore di tempo e segna la velocità verticale dell'aereoplano immediatamente. Come fanno in questi casi ad annullare l'errore? Sul Trebbi c'è scritto solo che sono montati due accellerometri, ma mi piacerebbe saperne di più

Ci sono due o tre modi per avere un variometro senza troppo ritardo. Guarda anche la risposta di zapotec sulle ragioni del ritardo.
Il piu` comune consiste in questo. Nel variometro c'e` un pistoncino sorretto da una molla che puo` scorrere in un cilindro. Il cilindro e` in posizione verticale e si sfrutta la parte superiore del cilindro che e` collegata alla linea che porta la pressione statica.
Quando il pilota "tira" la barra, l'aereo accelera verso l'alto, il pistoncino (visto nel sistema di riferimento accelerato dell'aereo) si abbassa comprimendo la molla (*), e aspira aria nella parte superiore. Come detto prima la parte superiore del cilindro e` collegata alla statica, e quindi appena si tira viene creata una riduzione di pressione nella statica e il variometro segna subito a salire.
Quando l'aereo si stabilizza in salita, il pistone torna in posizione centrale, ma a questo punto ci pensa la variazione di pressione a tenere la corretta indicazione.
Quando l'aereo livella, il pistoncino sale, aumenta temporaneamente la pressione nella statica e il variometro segna immediatamente di meno.
Ovviamente se fai una virata un pochino stretta, il pistoncino si muove come se stessi salendo (quando entri in virata) o scendendo (quando esci dalla virata).
Ci sono due pistoncini perche' anche quelli sono dei sistemi dinamici, con loro ritardi, frequenze proprie di risonanza... Si fa in modo che sommando due risposte scalate nel tempo (un pistoncino e` piu` pronto dell'altro) si abbia una correzione ragionevole per il tempo necessario ad avere la corretta indicazione dovuta alla variazione di pressione.
Ci sono un paio di altri modi, ad esempio prendere i dati dagli accelerometri di bordo e sommarli elettronicamente alla misura della variazione di quota (evviva i sistemi integrati

). Oppure nei variometri elettronici senza piattaforma inerziale, il segnale che da` la pressione dell'aria viene derivato per avere la variazione di quota, e derivato una seconda volta per trovare l'accelerazione verticale e correggere l'indicazione di velocita` (per i sistemisti si introduce uno zero di trasmissione nella funzione di trasferimento).
(*) quando il pilota "tira", oltre al pistoncino che scende anche il pilota si sente piu` schiacciato sul sedile.