una compagnia regionale per Air France-KLM!air.surfer ha scritto:Taglia che ti ritaglia... alla fine cosa rimarrà? E soprattutto chi riempirà i vuoti lasciati dai nostri patrioti?
La nuova Alitalia.
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Re: La nuova Alitalia.
la hostess ideale? quella che vi chiede: caffè, the o me
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Re: La nuova Alitalia.
Dai numeri citati da Sabelli nell'intervista postata sopra mi sembra che i LF stiano salendo, quindi non è così certo che debbano dismettere altri A/M. Ho l'impressione che molti "gufino" AZ in base ai bassi LF di gennaio, come se il primo mese fosse rappresentativo della realtà futura.
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Re: La nuova Alitalia.
Io mi aspetto che ora AZ privatizzata sia trattata sullo stesso piano di tutte le altre compagnie aeree italiane private.


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Re: La nuova Alitalia.
Così come la FIAT (tanto per non far nomi) è trattata come la Pinchietti srl che produce motori passo passo per telescopi (prima che qualcuno mi chieda, è un esempio fittizio).araial14 ha scritto:Io mi aspetto che ora AZ privatizzata sia trattata sullo stesso piano di tutte le altre compagnie aeree italiane private.
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Re: La nuova Alitalia.
I numeri postati da Sabelli sono un po' come chiedere all'oste se è buono il suo vino. I segnali per capire come stanno andando le cose sono altri. Il primo mese non è rappresentativo è vero, ma è comunque vitale per recuperare le risorse necessarie all'autoalimentazione della macchina. Ed in questo caso è vero come non mai, visto che di soldi CAI ce ne ha messi ben pochi.Paolo_61 ha scritto:Dai numeri citati da Sabelli nell'intervista postata sopra mi sembra che i LF stiano salendo, quindi non è così certo che debbano dismettere altri A/M. Ho l'impressione che molti "gufino" AZ in base ai bassi LF di gennaio, come se il primo mese fosse rappresentativo della realtà futura.
E' chiaro che se la CAI cambia il piano in corsa su piu' punti, ad esempio i 180 determinati che andavano sostituiti entro 6 mesi un anno o se va a raschiare i fondi destinati ad altri scopi o piuttosto dismetta aerei prematuramente, è segno inequivocabile che le cose non gli stanno andando per il meglio.
Colpa della crisi, per carità, passerà sicuramente... ma intanto... i fornitori li devi pagare, il personale lo devi pagare, il carburante lo devi pagare....
Ah, edito per far notare che tutto questo avviene in una situazione di sostanziale monopolio. Quando si strutturerà la concorrenza, il compito del Sabelli diventerà ancora piu' difficile.
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Re: La nuova Alitalia.
se speri tutto ciò non hai ancora capito come vanno le cose nel paese italiaaraial14 ha scritto:Io mi aspetto che ora AZ privatizzata sia trattata sullo stesso piano di tutte le altre compagnie aeree italiane private.
già il fatto che si vogliano utilizzare soldi pubblici per personale già assunto da cai vuol dire che cai sta raschiando il fondo del barile e che ha già un trattamento diverso da altri operatori
anche l'esclusione del vincolo antitrust per alitalia,non trova altri precedenti per altri operatori
perchè windjet deve ottemperare all'antitrust e az no? figli e figliastri
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Re: La nuova Alitalia.
So perfettamente come funziona il non sistema Italia e spesso anche sulla mia pelle. La mia era una frase provocatoria.airbusfamilydriver ha scritto:se speri tutto ciò non hai ancora capito come vanno le cose nel paese italiaaraial14 ha scritto:Io mi aspetto che ora AZ privatizzata sia trattata sullo stesso piano di tutte le altre compagnie aeree italiane private.
già il fatto che si vogliano utilizzare soldi pubblici per personale già assunto da cai vuol dire che cai sta raschiando il fondo del barile e che ha già un trattamento diverso da altri operatori
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Re: La nuova Alitalia.
ah ecco infatti mi suonava strana la tua speranzaaraial14 ha scritto:So perfettamente come funziona il non sistema Italia e spesso anche sulla mia pelle. La mia era una frase provocatoria.airbusfamilydriver ha scritto:se speri tutto ciò non hai ancora capito come vanno le cose nel paese italiaaraial14 ha scritto:Io mi aspetto che ora AZ privatizzata sia trattata sullo stesso piano di tutte le altre compagnie aeree italiane private.
già il fatto che si vogliano utilizzare soldi pubblici per personale già assunto da cai vuol dire che cai sta raschiando il fondo del barile e che ha già un trattamento diverso da altri operatori
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Re: La nuova Alitalia.
su Airline di questo bimestre c è un titolo eloquente: figli di un Dio minore, riferito a tutte le compagnie aeree italiane che non hanno avuto quello che ha avuto Alitaliaairbusfamilydriver ha scritto:perchè windjet deve ottemperare all'antitrust e az no? figli e figliastri
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Re: La nuova Alitalia.
apprendo da altro lido che sul portale intranet az sarebbe stato messo online un sondaggio per scegliere i nomi dei nuovi airbus che dal 2 aprile si aggiungeranno alla flotta az
la scelta sarebbe tra:
nomi di monti italiani
-nomi di opere letterarie,artistiche ecc
-nomi di città utilizzando anche quelli degli Md80 usciti dalla flotta.
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Re: La nuova Alitalia.
E pensare che nella vecchia AZ pagavano dei personaggi per mettere i nomi agli aerei...Beh, almeno in questo senso iniziano a risparmiare.airbusfamilydriver ha scritto:apprendo da altro lido che sul portale intranet az sarebbe stato messo online un sondaggio per scegliere i nomi dei nuovi airbus che dal 2 aprile si aggiungeranno alla flotta az
la scelta sarebbe tra:
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Re: La nuova Alitalia.
Premesso che non ho mai fatto parte di coloro che hanno mai parlato di compensi troppo alti ed essendo d'accordo sul fatto che il costo del personale non sia stato il problema,mi sorge ancora una domanda,stupida forse,ma ovvia...dove sta il marcio della storia?air.surfer ha scritto:Mo' te reinteressa...mcer ha scritto: Allora il sottoscritto si interessa di AZ in quanto:
![]()
Vedi mcer... la cosa non è cosi' semplice come la vuoi far sembrare. In effetti, nel corso degli anni di denunce ce ne sono state, una che mi ricordo benissimo fu quella dei famosi 16 sedili divelti sull'md80 per togliere un assistente di volo. Solo che non è mai interessato a nessuno. Molto piu' semplice additare il personale come viziato e privilegiato, perche' si sa, a noi ci piace chiacchierare. Come ho ripetuto piu' volte, lo sport nazionale italiano non è il calcio, ma il "bastona il cane che affoga".mcer ha scritto: Questi mi paiono già motivi più che sufficienti; ora viene una domandina: dove eri te durante il periodo che ha portato l'azienda allo sfascio?
In alcuni post hai mostrato conoscenze non comuni allora perchè,insieme a tutti i dipendenti,non hai tentato un management buy out? e non quello tentato in extremis dai tuo colleghi piloti...AZ era in vendita da molto tempo.
Quando si succedevano alla guida di AZ tutti i premi nobel di cui sappiamo,perchè,insieme a tutti gli altri dipendenti,non sei andato a denunciare presso la magistratura lo schifo che sicuramente avrai visto?
Per mesi i giornali hanno scassato il c***o sulle retribuzioni "troppo alte" e adesso, che in CAI sono invariate, almeno per il personale di volo, nessuno fiata piu'. Ma come, non era una delle cause del dissesto finanziario di az?
E che dire del trasporto? Ora i navigati se lo pagano da soli... mi sembra che sia 10 o 11 euro ad avvicendamento (andata e ritorno). Se AZ invece pagava di piu'... mi sembra che pagasse 160 euro a navigante, nessuno si domanda come mai? Lo sa l'opinione pubblica che sono allo studio soluzioni analoghe a quelle che c'erano prima?
E i turni? I piloti AZ non volavano meno degli altri? Hai mai visto un confronto fra un turno AZ ed uno CAI?
E giu' a dar la colpa a sindacati e piloti.. rei solo di aver assecondato troppo un'azienda in cambio di che cosa poi? Qualche controllore? Il DOV? Ed ora invece? Pensi che i criteri per scegliere queste persone siano meritocratici?
Secondo te hanno scelto le persone piu' brave?
Se c'è stato un errore dei sindacati, è stato quello di tentare di capire i management che si sono succeduti, dimenticando la vera natura del sindacato e dimenticando cio' che furono una volta: piloti.
Bravi a portare gli aeroplani, ma seghe nel gestire un'azienda dal punto di vista manageriale. Questo lo hanno sempre saputo, ecco perche' la storia del buyout è rimasta sempre nei meandri della mera propaganda.
Da qualche parte deve pur stare...sai che non si perdono 2 mln o 4.000.000.000 vecchio conio per intervento divino,bensì per una mala gestione che veramente ha dell'incredibile.
P.S. non sapevo che fosse mai passata l'idea di un management buy out in AZ
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Re: La nuova Alitalia.
La prima che hai detto.mcer ha scritto: mi sorge ancora una domanda,stupida forse,ma ovvia...
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Re: La nuova Alitalia.
E ancora non e' successo nulla...air.surfer ha scritto: .....E' chiaro che se la CAI cambia il piano in corsa su piu' punti, ad esempio i 180 determinati che andavano sostituiti entro 6 mesi un anno o se va a raschiare i fondi destinati ad altri scopi o piuttosto dismetta aerei prematuramente, è segno inequivocabile che le cose non gli stanno andando per il meglio.
Colpa della crisi, per carità, passerà sicuramente... ma intanto... i fornitori li devi pagare, il personale lo devi pagare, il carburante lo devi pagare....
Ah, edito per far notare che tutto questo avviene in una situazione di sostanziale monopolio. Quando si strutturerà la concorrenza, il compito del Sabelli diventerà ancora piu' difficile.
Si vocifera tra i sudditi che BA voglia aprire una base a Roma ,strategica per i collegamenti tra l'isola di albione e i paesi del golfo persico.E proprio dal medio oriente si parla di un interesse concreto di compagnie di quell'area (Qatar,etihad,emirates) ad incrementare di almeno 30 % l'attivita' di lungo raggio (USA,Oriente) dagli scali italiani con aerei di ultimissima generazione su cui verranno venduti biglietti di fascia alta a prezzi molto interessanti.
Io suggerirei i nomi dei patrioti della cordata...airbusfamilydriver ha scritto:apprendo da altro lido che sul portale intranet az sarebbe stato messo online un sondaggio per scegliere i nomi dei nuovi airbus che dal 2 aprile si aggiungeranno alla flotta az
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-nomi di città utilizzando anche quelli degli Md80 usciti dalla flotta.
Edito anche io con una notizia appena letta(mi scuso se e' gia stata riportata)
ANSA) - BOLZANO, 23 FEB - Il vettore aereo altoatesino Air Alps ha annunciato la cassa integrazione dal 20 al 50% per 120 lavoratori dei 144 addetti complessivi. Cio' in conseguenza di una riduzione dei passeggeri trasportati sulla linea Bolzano-Roma gestita in collaborazione con Alitalia. Air Alps ha sede a Innsbruck in Austria ed e' di proprieta' di una cordata di imprenditori altoatesini.(ANSA). TT
Air Alps: 120 in CIG senza Alitalia
Andranno in cassa integrazione ordinaria 120 dei 144 dipendenti di Air Alps, compagnia aerea con sede legale in Austria e base operativa a Bolzano. Il taglio del personale, con quote di cassa dal 50 al 20%, nasce dalla decisione di Alitalia-CAI di non proseguire né le linee effettuate con la vecchia gestione né i voli per conto di Alitalia Express. I sette Dornier Do.328 di Air Alps collegavano Roma con Bolzano, Rimini e Parma e Milano con Perugia e Trieste ed effettuavano fino a 7.000 ore di volo annue per la controllata regionale di Alitalia, oggi di fatto smantellata.
Cigs anche per loro?

Ultima modifica di sigmet il 23 febbraio 2009, 21:50, modificato 1 volta in totale.
Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.
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Re: La nuova Alitalia.
infatti.araial14 ha scritto:E pensare che nella vecchia AZ pagavano dei personaggi per mettere i nomi agli aerei...Beh, almeno in questo senso iniziano a risparmiare.airbusfamilydriver ha scritto:apprendo da altro lido che sul portale intranet az sarebbe stato messo online un sondaggio per scegliere i nomi dei nuovi airbus che dal 2 aprile si aggiungeranno alla flotta az
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-nomi di città utilizzando anche quelli degli Md80 usciti dalla flotta.
io andrei per le città italiane visto che con gli MD80 non si avrà nulal del genere.
poi mi spiegate perchè l I-DISE e l I-DISU hanno il doppio nome di battesimo? non si potevano riusare quei nomi dei 767 sugli A330 di futura acquisizione?
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Re: La nuova Alitalia.
ad alghero durante l'addestramento alitalia mi dissero che la domanda stupida è quella che non viene postamcer ha scritto: mi sorge ancora una domanda,stupida forse,ma ovvia...
morale=nessuna domanda è stupida
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Re: La nuova Alitalia.
magari verrà fatto dal momento che quei nomi sono nomi di due colleghi morti durante un volo test proprio di un 330i_disa ha scritto:infatti.araial14 ha scritto:E pensare che nella vecchia AZ pagavano dei personaggi per mettere i nomi agli aerei...Beh, almeno in questo senso iniziano a risparmiare.airbusfamilydriver ha scritto:apprendo da altro lido che sul portale intranet az sarebbe stato messo online un sondaggio per scegliere i nomi dei nuovi airbus che dal 2 aprile si aggiungeranno alla flotta az
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io andrei per le città italiane visto che con gli MD80 non si avrà nulal del genere.
poi mi spiegate perchè l I-DISE e l I-DISU hanno il doppio nome di battesimo? non si potevano riusare quei nomi dei 767 sugli A330 di futura acquisizione?
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Re: La nuova Alitalia.
sarebbe davvero bello ricordare Pierpaolo Rachetti e Alberto Nassetti proprio sui 330 in livrea Alitalia
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Re: La nuova Alitalia.
Alitalia: i piani di Air France su Malpensa
PARIGI - Jean-Cyril Spinetta non è un benefattore. Il presidente di Air France-Klm è un manager competente e stimato che dopo dieci anni di negoziati ha fatto del suo gruppo il partner industriale di Alitalia. Non se l'è comprata tutta, come stava per accadere l'anno scorso - e in tal caso sì che sarebbe stato un (involontario) benefattore -, ma alla fine gli è andata più che bene, anzi meglio, considerati i tempi bui dell'economia mondiale.
Ringrazia Silvio Berlusconi, ma con sincerità, senza ironia, «merci, Monsieur le premier ministre», per aver consolidato Alitalia con AirOne, mossa che in Francia e Gran Bretagna hanno fatto con almeno un decennio di anticipo. E giura che «non esiste alcun patto segreto, o lettera nella cassaforte» per arrivare presto al controllo della nuova compagnia di bandiera italiana.
Messo a segno il secondo grande colpo della sua carriera, dopo la fusione del 2004 con l'olandese Klm, a 65 anni Spinetta ha deciso di prendere un po' di recul, di distacco, dall'operatività quotidiana. Dal 1° gennaio ha lasciato il ruolo di amministratore delegato a Pierre-Henry Gourgeon. Il suo ufficio non è più a Roissy, ai bordi delle piste dell'aeroporto Charles de Gaulle, ma nel terminal parigino di Air France, VII Arrondissement, di fianco al Quai d'Orsay.
Dalle finestre vede ora un altro film: non più aerei che rullano, decollano e atterrano, ma la cupola dorata degli Invalides e, allo scoccare di ogni ora, quando fa buio, i cinque minuti del luccichio a pioggia della Tour Eiffel: «Molto più comodo per uscire la sera e andare al cinema o a teatro», sorride, in piedi e con le mani in tasca, davanti al panorama mozzafiato. Amenità che non lo distraggono dal ruolo di grande consolidatore del trasporto aereo in Europa. Uomo di visione strategica e negoziatore infaticabile (ne sanno qualcosa i sindacati francesi e italiani, che però lo rispettano) si occuperà soprattutto della "sua" Alitalia, dove siede in consiglio d'amministazione assieme a Bruno Matheu e all'olandese Peter Hartman, e dei nuovi possibili scenari di integrazione internazionale, straconvinto che il processo di consolidamento «andrà avanti, nonostante la crisi».
Signor presidente, dopo dieci anni di negoziati con Alitalia, si può dire che conosca la nostra compagnia di bandiera par coeur, a memoria. Può aiutarci a comprendere le cause di un disastro?
Non ho la pretesa di conoscere a fondo Alitalia. Conosco bene la mia compagnia e le dinamiche internazionali del trasporto aereo, descritto dagli americani come un'economia della densità.
Sembra complicato. Cos'è l'economia della densità?
Trattandosi di un'attività ad alta intensità di capitale - pensiamo solo all'acquisto degli aerei - significa che un Paese, una nazione, per prima cosa non deve disperdere le proprie forze tra più imprese dello stesso settore. Se guardiamo alle storie di successo, scopriamo che sono passate tutte attraverso una grande concentrazione dei mezzi nazionali. È accaduto in Gran Bretagna, dove British Airways è la risultante della fusione di tre compagnie. È accaduto in Francia, con l'integrazione negli anni 90 di Air France, Air Inter e Uta. Quindi la fusione Alitalia-AirOne è quasi un'ovvietà, una mossa che andava fatta da tempo. L'economia della densità ci dice anche che, dopo aver raggruppato i mezzi, questi stessi vanno riuniti geograficamente. E qui ovviamente parlo di aeroporti. Anche noi abbiamo avuto il problema Roissy-Orly e alla fine abbiamo decisione che Roissy sarebbe stato l'aeroporto prioritario.
Sì, ma oltre alla mancata concentrazione delle forze e degli aeroporti, quali sono stati gli altri errori della vecchia Alitalia?
Beh, a costo di sembrare banale, dirò che un'impresa significa anche controllo dei costi, un'ossessione permanente nel paragonarsi agli altri, nel misurare la propria produttivitià, assicurarsi che il personale lavori almeno quanto si lavora altrove, e se possibile meglio. Il pilastro dei costi è importantissimo, anche se ovviamente non bisogna trascurare quello dei ricavi.
Lei è diplomatico, Monsieur Spinetta. Potremmo dire che in tutti questi anni l'aspetto dei costi è stato dimenticato chez Alitalia?
Direi che sono stati dimenticati entrambi i pilastri di una sana politica aziendale: costi e ricavi. Per fortuna, nella nuova Alitalia, privata al 100%, non ci sarà più il peso della politica, e si partirà con basi nuove nel rapporto con il sindacato.
Perché tutto vada bene nel trasporto aereo, bisogna che il personale e le organizzazioni sindacali abbiano la certezza che a decidere sia il management. Diversamente, se hanno l'impressione che le decisioni vengano prese altrove, non può funzionare. Ho affrontato nel 1998 lo sciopero dei piloti, che è stato il mio battesimo del fuoco. Un'agitazione molto dura, per dieci giorni non si è alzato in Francia un solo aereo Air France. In più eravamo a ridosso dei Mondiali di calcio.
Abbiamo trovato una via d'uscita conforme alle esigenze dell'azienda per una semplice ragione: il governo (la compagnia a quel tempo non era ancora privatizzata, ndr) non si era immischiato nelle trattative. Cosa era successo? Al premier di allora, Lionel Jospin, prima di entrare a una riunione del suo partito un giornalista chiese: "Ma non intendete fare niente per questo sciopero, che rischia di rovinare la coppa del mondo?". La risposta di Jospin fu che no, lo sciopero non avrebbe avuto alcun impatto sulla manifestazione e che altre compagnie avrebbero portato i tifosi in Francia. Allora, era sabato e il mercoledì successivo sarebbero iniziati i Mondiali, i sindacati capirono di non avere il governo dalla loro parte. Firmammo l'accordo il giorno stesso.
Quando è stato annunciato l'accordo sul vostro ingresso nella nuova Alitalia, Les Echos ha titolato Merci Silvio. Grazie, per aver consegnato alla prima compagnia aerea mondiale, una società senza debiti, senza esuberi e con una posizione ancor più forte sul mercato interno. Lei ringrazia il premier italiano?
Penso che la fusione di Alitalia con AirOne sia stata un progresso notevole rispetto al dossier precedente. E da questo punto di vista mi sento di dire veramente: "Merci, Monsieur le premier ministre". Il fatto di aver riunito tutte le forze italiane del settore è stato un progresso immenso, che dà alla nuova Alitalia molte più possibilità di successo rispetto all'organizzazione del trasporto aereo precedente.
Allora, è migliore questo schema di partnership concordato con il Governo Berlusconi oppure il progetto di acquisizione che avevate presentato al Governo Prodi, dove vi facevate carico anche dei debiti?
Direi che l'apporto di AirOne fa la differenza: rappresenta allo stesso tempo il raggruppamento del potenziale del trasporto aereo italiano e una flotta moderna. In questo senso il piano del Governo Berlusconi è probabilmente migliore dello schema tentato col Governo precedente.
Quindi si sente di ringraziare anche il sindacato, la Cgil, per essersi opposto a quella prima configurazione?
Mah, non saprei…
Anche un no comment può essere carico di significati.
Ecco, allora rispondo: "No comment".Jean-Cyril Spinetta ©AFPL'eterna diatriba Malpensa-Fiumicino, e mettiamoci pure Malpensa-Linate, è una delle cause del disastro della vecchia Alitalia. Iniziare con tre voli intercontinentali all'aeroporto di riferimento di una delle regioni, delle zone più ricche e dinamiche d'Europa, non è un po' poco?
Il dossier degli aeroporti ha subito una certa evoluzione nel tempo. Il piano presentato dalla società acquirente di Alitalia alla fine di agosto ha messo sul tavolo, e senza lavorare con noi, due opzioni sul sistema aeroportuale. Una è Milano Malpensa, a patto però che venga ridefinita la vocazione di Linate come aeroporto specializzato sui voli interni. Oppure, se ciò non sarà possibile, si andrà su Fiumicino come piattaforma di riferimento. Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, ricordo che eravamo a Parigi, alla sede di Air France, sempre alla fine di agosto ci hanno chiesto un parere e noi gli abbiamo risposto che entrambe le opzioni sembravano sensate e razionali, quindi valide per noi.
In un'economia della densità, com'è quella del trasporto aereo, si devono fare scelte chiare, nette. I compromessi troppo sottili, anche se all'inizio sembrano soddisfacenti, alla fine possono risultare deludenti.
La domanda che tutti si pongono in Italia, non soltanto i più maliziosi, è la seguente: quando Air France-Klm prenderà il controllo di Alitalia? Esiste un patto segreto per facilitare questa operazione in un dato momento?
No. Non esiste alcun patto segreto, nessuna side letter. Perché siamo una società quotata in Borsa, e quindi non avremmo il diritto di farlo. Perché nemmeno lo vorremmo. Il tempo in cui nel capitalismo francese si usava mettere certi documenti in cassaforte è finito dieci-quindici anni fa. Oggi ci sono obblighi stringenti di comunicazione al mercato, agli azionisti.
Quindi nulla di nulla?
Nulla, lo ripeto. Se non le clausole di lock-up che tutti conoscono. Durante i primi 4 anni gli investitori italiani iniziali possono vendere le quote soltanto tra loro e non a noi. Tra il quarto e il quinto anno anche Air France-Klm può entrare nel lotto di quanti possono acquistare dagli investitori italiani. E dopo il quinto anno un investitore iniziale potrà vendere a chi vuole, una volta rispettato il diritto di prelazione.
Avrete almeno degli obiettivi di aumento della vostra partecipazione?
Guardi, nelle clausole esiste anche la possibilità, per gli investitori italiani, di estrometterci nel caso lo volessero. Non volevano trovarsi nella situazione in cui questa specie di "poison pill" del 25% di Air France Klm avrebbe loro impedito di vendere a qualcun altro. Questo punto di vista ci è stato espresso e l'abbiamo tradotto, per loro, in una call option, ovviamente a un prezzo minimo predefinito.
Ecco, direi che con questo ci siamo lasciate aperte tutte le opzioni. Siamo fidanzati, l'ipotesi del matrimonio può verificarsi, ma anche quella di un'eventuale separazione. Di divorzio non si può parlare perché ancora non siamo sposati.
Che ruolo ha avuto la politica francese in questa trattativa?
A un certo punto ho espresso al mio governo l'importanza che attribuivo al progetto affinché il dossier potesse avere un esito positivo. L'ho fatto quando le trattative erano sufficientemente mature da sapere, sia dalla parte italiana che da quella francese, che cosa saremmo stati capaci di costruire assieme.
Ma ne ha parlato con il Governo o con l'Eliseo?
Diciamo con l'Esecutivo.
Ancora troppo diplomatico. A noi risulta, e l'abbiamo scritto nei mesi scorsi, che il dossier fosse stato seguito da François Perol, vicesegretario generale dell'Eliseo e consigliere di Nicolas Sarkozy per la politica industriale.
Conoscendo François Perol, che normalmente segue tutti i dossier importanti, direi che su questo aspetto non posso darle torto: in effetti ha guardato anche il nostro.
Mai incontrato Silvio Berlusconi?
No, almeno non ancora. Spero comunque di poterlo fare presto.
Nemmeno una telefonata?
No, nemmeno un coup de fil.
La risposta degli imprenditori italiani al progetto della nuova Alitalia è stata convincente? O si aspettava una mobilitazione maggiore?
Trovo che su un dossier talmente difficile e su una compagnia aerea dalla storia tormentata come Alitalia, la risposta degli imprenditori italiani sia stata rapida e positiva. Soprattutto si è espressa in un momento estremamente difficile per l'economia, in coincidenza con l'esplosione della crisi finanziaria. Che in un simile contesto - ricordo che ero a Londra a una conferenza Ubs, il giorno dopo il fallimento di Lehman Brothers - si sia potuto mettere assieme un tour de table di 850 milioni di euro, mi sembra un segnale forte di fiducia nei confronti dell'impresa. Il che non era scontato. In Francia, molti credevano che la cordata non si sarebbe mai materializzata e che dopo le prime adesioni si sarebbe assistito a fughe. A pensarci bene, tutti quegli imprenditori che tra la fine di agosto e gli inizi di settembre avevano aderito al progetto, avrebbero avuto più di una valida scusa per dire no in ottobre. E mi sembra che nella stragrande maggioranza dei casi ciò non sia accaduto.
Nei giorni scorsi avete lanciato un profit warning. Avrà un impatto sugli obiettivi di redditività della nuova Alitalia?
Diventa senz'altro più difficile andare bene in questo periodo. La nuova Alitalia, come tutte le aziende del settore, porterà i segni di questa congiuntura difficile. Quello che sta succedendo oggi a noi e a tutti gli altri concorrenti è una cosa mai vista, senza precedenti, e lavoro in questo settore da più di vent'anni.
È peggio dell'11 settembre 2001?
Nulla a che vedere, mi creda. Per utilizzare la terminologia del sismologo, la magnitudo di ciò che viviamo attualmente come industria aerea è di 3-4 volte superiore allo shock subito con gli attentati alle Torri Gemelle. La situazione è molto più difficile per il cargo poiché in questa fase la crisi colpisce per prime le aziende, i loro progetti d'investimento. Resiste meglio, invece, il traffico legato alle vacanze. Alitalia, ad esempio, che si è liberata delle attività cargo, dovrebbe risentire meno di questa situazione e mi sembra già una buona cosa.
Pioggia di aiuti statali per banche e auto. L'industria del trasporto aereo ne ha bisogno?
Credo e soprattutto spero di no.
Eppure le garanzie sui crediti all'export a favore di Airbus rappresentano una novità importante. In quanto cliente del produttore aeronautico, la nuova Alitalia potrebbe beneficiare di questo aiuto?
Credo e soprattutto spero di sì. Se non ho capito male, il problema dei banchieri che normalmente finanziano l'acquisto di aerei, è un problema di liquidità e di garanzie. I crediti erogati in questo caso dal Governo francese permetteranno di risolvere il problema della liquidità, mentre il sistema di copertura assicurativa sul credito, risolve quello del rischio. Le garanzie dello Stato permettono inoltre di ottenere degli spread creditizi molto interessanti nell'attuale congiuntura economica. Alitalia, non essendo la compagnia aerea di uno dei Paesi fondatori di Airbus, potrà beneficiarne. E di questi tempi, mi sembra decisamente una buona notizia.
AirOne più Alitalia rafforza il monopolio sulla Milano-Roma con il conseguente rincaro delle tariffe. In Francia avete ridotto le tariffe per fare concorrenza al Tgv. E in Italia?
Francamente non saprei quale potrà essere la politica commerciale di Monsieur Sabelli, cui spetta la decisione in materia, sulla tratta Milano-Roma.
Pensi che bel titolo sui giornali: ridotto il prezzo dei biglietti sui voli Milano-Roma. E che ritorno d'immagine per voi…
Molto dipenderà dal calendario dell'alta velocità ferroviaria in Italia.
Adesso sono 3 ore e mezza tra Milano e Roma, ma entro la fine dell'anno si scende a 3 ore.
Beh, allora sì, con 3 ore il treno comincia ad essere concorrenziale. Diciamo che un monopolio aereo di fronte a un monopolio ferroviario rappresenta una vera scelta per il consumatore. E può generare, in entrambi i concorrenti, una tale ottimizzazione dei mezzi di produzione da permettere loro di offrire delle tariffe attraenti. Posso quindi dire, dopo questa considerazione, che il Milano-Roma della nuova Alitalia rappresenta un falso monopolio.
Il processo di consolidamento del trasporto aereo andrà avanti nonostante la crisi?
Credo proprio di sì.
Nel senso che Air France Klm continuerà a consolidare?
Le cose non stanno esattamente così. Il consolidamento non è un'abilità. Quando ero in Italia l'anno scorso per incontrare i sindacati ricordo bene di aver detto loro: "Non sono venuto per comprare Alitalia, ma per vedere se assieme ad Alitalia è possibile costruire un leader europeo e mondiale". È questo il senso della nostra strategia e ci tengo molto che venga compresa poiché vedo che i media spesso sottovalutano questo aspetto.La decisione più importante, l'atto maggiore compiuto dall'Unione europea negli ultimi decenni è la creazione del mercato unico. E quando i capi di Stato e di Governo lo hanno fatto sono sicuro che nello stesso momento hanno pensato all'indispensabile nascita di leader europei dell'industria.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLi ... iew=Libero
PARIGI - Jean-Cyril Spinetta non è un benefattore. Il presidente di Air France-Klm è un manager competente e stimato che dopo dieci anni di negoziati ha fatto del suo gruppo il partner industriale di Alitalia. Non se l'è comprata tutta, come stava per accadere l'anno scorso - e in tal caso sì che sarebbe stato un (involontario) benefattore -, ma alla fine gli è andata più che bene, anzi meglio, considerati i tempi bui dell'economia mondiale.
Ringrazia Silvio Berlusconi, ma con sincerità, senza ironia, «merci, Monsieur le premier ministre», per aver consolidato Alitalia con AirOne, mossa che in Francia e Gran Bretagna hanno fatto con almeno un decennio di anticipo. E giura che «non esiste alcun patto segreto, o lettera nella cassaforte» per arrivare presto al controllo della nuova compagnia di bandiera italiana.
Messo a segno il secondo grande colpo della sua carriera, dopo la fusione del 2004 con l'olandese Klm, a 65 anni Spinetta ha deciso di prendere un po' di recul, di distacco, dall'operatività quotidiana. Dal 1° gennaio ha lasciato il ruolo di amministratore delegato a Pierre-Henry Gourgeon. Il suo ufficio non è più a Roissy, ai bordi delle piste dell'aeroporto Charles de Gaulle, ma nel terminal parigino di Air France, VII Arrondissement, di fianco al Quai d'Orsay.
Dalle finestre vede ora un altro film: non più aerei che rullano, decollano e atterrano, ma la cupola dorata degli Invalides e, allo scoccare di ogni ora, quando fa buio, i cinque minuti del luccichio a pioggia della Tour Eiffel: «Molto più comodo per uscire la sera e andare al cinema o a teatro», sorride, in piedi e con le mani in tasca, davanti al panorama mozzafiato. Amenità che non lo distraggono dal ruolo di grande consolidatore del trasporto aereo in Europa. Uomo di visione strategica e negoziatore infaticabile (ne sanno qualcosa i sindacati francesi e italiani, che però lo rispettano) si occuperà soprattutto della "sua" Alitalia, dove siede in consiglio d'amministazione assieme a Bruno Matheu e all'olandese Peter Hartman, e dei nuovi possibili scenari di integrazione internazionale, straconvinto che il processo di consolidamento «andrà avanti, nonostante la crisi».
Signor presidente, dopo dieci anni di negoziati con Alitalia, si può dire che conosca la nostra compagnia di bandiera par coeur, a memoria. Può aiutarci a comprendere le cause di un disastro?
Non ho la pretesa di conoscere a fondo Alitalia. Conosco bene la mia compagnia e le dinamiche internazionali del trasporto aereo, descritto dagli americani come un'economia della densità.
Sembra complicato. Cos'è l'economia della densità?
Trattandosi di un'attività ad alta intensità di capitale - pensiamo solo all'acquisto degli aerei - significa che un Paese, una nazione, per prima cosa non deve disperdere le proprie forze tra più imprese dello stesso settore. Se guardiamo alle storie di successo, scopriamo che sono passate tutte attraverso una grande concentrazione dei mezzi nazionali. È accaduto in Gran Bretagna, dove British Airways è la risultante della fusione di tre compagnie. È accaduto in Francia, con l'integrazione negli anni 90 di Air France, Air Inter e Uta. Quindi la fusione Alitalia-AirOne è quasi un'ovvietà, una mossa che andava fatta da tempo. L'economia della densità ci dice anche che, dopo aver raggruppato i mezzi, questi stessi vanno riuniti geograficamente. E qui ovviamente parlo di aeroporti. Anche noi abbiamo avuto il problema Roissy-Orly e alla fine abbiamo decisione che Roissy sarebbe stato l'aeroporto prioritario.
Sì, ma oltre alla mancata concentrazione delle forze e degli aeroporti, quali sono stati gli altri errori della vecchia Alitalia?
Beh, a costo di sembrare banale, dirò che un'impresa significa anche controllo dei costi, un'ossessione permanente nel paragonarsi agli altri, nel misurare la propria produttivitià, assicurarsi che il personale lavori almeno quanto si lavora altrove, e se possibile meglio. Il pilastro dei costi è importantissimo, anche se ovviamente non bisogna trascurare quello dei ricavi.
Lei è diplomatico, Monsieur Spinetta. Potremmo dire che in tutti questi anni l'aspetto dei costi è stato dimenticato chez Alitalia?
Direi che sono stati dimenticati entrambi i pilastri di una sana politica aziendale: costi e ricavi. Per fortuna, nella nuova Alitalia, privata al 100%, non ci sarà più il peso della politica, e si partirà con basi nuove nel rapporto con il sindacato.
Perché tutto vada bene nel trasporto aereo, bisogna che il personale e le organizzazioni sindacali abbiano la certezza che a decidere sia il management. Diversamente, se hanno l'impressione che le decisioni vengano prese altrove, non può funzionare. Ho affrontato nel 1998 lo sciopero dei piloti, che è stato il mio battesimo del fuoco. Un'agitazione molto dura, per dieci giorni non si è alzato in Francia un solo aereo Air France. In più eravamo a ridosso dei Mondiali di calcio.
Abbiamo trovato una via d'uscita conforme alle esigenze dell'azienda per una semplice ragione: il governo (la compagnia a quel tempo non era ancora privatizzata, ndr) non si era immischiato nelle trattative. Cosa era successo? Al premier di allora, Lionel Jospin, prima di entrare a una riunione del suo partito un giornalista chiese: "Ma non intendete fare niente per questo sciopero, che rischia di rovinare la coppa del mondo?". La risposta di Jospin fu che no, lo sciopero non avrebbe avuto alcun impatto sulla manifestazione e che altre compagnie avrebbero portato i tifosi in Francia. Allora, era sabato e il mercoledì successivo sarebbero iniziati i Mondiali, i sindacati capirono di non avere il governo dalla loro parte. Firmammo l'accordo il giorno stesso.
Quando è stato annunciato l'accordo sul vostro ingresso nella nuova Alitalia, Les Echos ha titolato Merci Silvio. Grazie, per aver consegnato alla prima compagnia aerea mondiale, una società senza debiti, senza esuberi e con una posizione ancor più forte sul mercato interno. Lei ringrazia il premier italiano?
Penso che la fusione di Alitalia con AirOne sia stata un progresso notevole rispetto al dossier precedente. E da questo punto di vista mi sento di dire veramente: "Merci, Monsieur le premier ministre". Il fatto di aver riunito tutte le forze italiane del settore è stato un progresso immenso, che dà alla nuova Alitalia molte più possibilità di successo rispetto all'organizzazione del trasporto aereo precedente.
Allora, è migliore questo schema di partnership concordato con il Governo Berlusconi oppure il progetto di acquisizione che avevate presentato al Governo Prodi, dove vi facevate carico anche dei debiti?
Direi che l'apporto di AirOne fa la differenza: rappresenta allo stesso tempo il raggruppamento del potenziale del trasporto aereo italiano e una flotta moderna. In questo senso il piano del Governo Berlusconi è probabilmente migliore dello schema tentato col Governo precedente.
Quindi si sente di ringraziare anche il sindacato, la Cgil, per essersi opposto a quella prima configurazione?
Mah, non saprei…
Anche un no comment può essere carico di significati.
Ecco, allora rispondo: "No comment".Jean-Cyril Spinetta ©AFPL'eterna diatriba Malpensa-Fiumicino, e mettiamoci pure Malpensa-Linate, è una delle cause del disastro della vecchia Alitalia. Iniziare con tre voli intercontinentali all'aeroporto di riferimento di una delle regioni, delle zone più ricche e dinamiche d'Europa, non è un po' poco?
Il dossier degli aeroporti ha subito una certa evoluzione nel tempo. Il piano presentato dalla società acquirente di Alitalia alla fine di agosto ha messo sul tavolo, e senza lavorare con noi, due opzioni sul sistema aeroportuale. Una è Milano Malpensa, a patto però che venga ridefinita la vocazione di Linate come aeroporto specializzato sui voli interni. Oppure, se ciò non sarà possibile, si andrà su Fiumicino come piattaforma di riferimento. Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, ricordo che eravamo a Parigi, alla sede di Air France, sempre alla fine di agosto ci hanno chiesto un parere e noi gli abbiamo risposto che entrambe le opzioni sembravano sensate e razionali, quindi valide per noi.
In un'economia della densità, com'è quella del trasporto aereo, si devono fare scelte chiare, nette. I compromessi troppo sottili, anche se all'inizio sembrano soddisfacenti, alla fine possono risultare deludenti.
La domanda che tutti si pongono in Italia, non soltanto i più maliziosi, è la seguente: quando Air France-Klm prenderà il controllo di Alitalia? Esiste un patto segreto per facilitare questa operazione in un dato momento?
No. Non esiste alcun patto segreto, nessuna side letter. Perché siamo una società quotata in Borsa, e quindi non avremmo il diritto di farlo. Perché nemmeno lo vorremmo. Il tempo in cui nel capitalismo francese si usava mettere certi documenti in cassaforte è finito dieci-quindici anni fa. Oggi ci sono obblighi stringenti di comunicazione al mercato, agli azionisti.
Quindi nulla di nulla?
Nulla, lo ripeto. Se non le clausole di lock-up che tutti conoscono. Durante i primi 4 anni gli investitori italiani iniziali possono vendere le quote soltanto tra loro e non a noi. Tra il quarto e il quinto anno anche Air France-Klm può entrare nel lotto di quanti possono acquistare dagli investitori italiani. E dopo il quinto anno un investitore iniziale potrà vendere a chi vuole, una volta rispettato il diritto di prelazione.
Avrete almeno degli obiettivi di aumento della vostra partecipazione?
Guardi, nelle clausole esiste anche la possibilità, per gli investitori italiani, di estrometterci nel caso lo volessero. Non volevano trovarsi nella situazione in cui questa specie di "poison pill" del 25% di Air France Klm avrebbe loro impedito di vendere a qualcun altro. Questo punto di vista ci è stato espresso e l'abbiamo tradotto, per loro, in una call option, ovviamente a un prezzo minimo predefinito.
Ecco, direi che con questo ci siamo lasciate aperte tutte le opzioni. Siamo fidanzati, l'ipotesi del matrimonio può verificarsi, ma anche quella di un'eventuale separazione. Di divorzio non si può parlare perché ancora non siamo sposati.
Che ruolo ha avuto la politica francese in questa trattativa?
A un certo punto ho espresso al mio governo l'importanza che attribuivo al progetto affinché il dossier potesse avere un esito positivo. L'ho fatto quando le trattative erano sufficientemente mature da sapere, sia dalla parte italiana che da quella francese, che cosa saremmo stati capaci di costruire assieme.
Ma ne ha parlato con il Governo o con l'Eliseo?
Diciamo con l'Esecutivo.
Ancora troppo diplomatico. A noi risulta, e l'abbiamo scritto nei mesi scorsi, che il dossier fosse stato seguito da François Perol, vicesegretario generale dell'Eliseo e consigliere di Nicolas Sarkozy per la politica industriale.
Conoscendo François Perol, che normalmente segue tutti i dossier importanti, direi che su questo aspetto non posso darle torto: in effetti ha guardato anche il nostro.
Mai incontrato Silvio Berlusconi?
No, almeno non ancora. Spero comunque di poterlo fare presto.
Nemmeno una telefonata?
No, nemmeno un coup de fil.
La risposta degli imprenditori italiani al progetto della nuova Alitalia è stata convincente? O si aspettava una mobilitazione maggiore?
Trovo che su un dossier talmente difficile e su una compagnia aerea dalla storia tormentata come Alitalia, la risposta degli imprenditori italiani sia stata rapida e positiva. Soprattutto si è espressa in un momento estremamente difficile per l'economia, in coincidenza con l'esplosione della crisi finanziaria. Che in un simile contesto - ricordo che ero a Londra a una conferenza Ubs, il giorno dopo il fallimento di Lehman Brothers - si sia potuto mettere assieme un tour de table di 850 milioni di euro, mi sembra un segnale forte di fiducia nei confronti dell'impresa. Il che non era scontato. In Francia, molti credevano che la cordata non si sarebbe mai materializzata e che dopo le prime adesioni si sarebbe assistito a fughe. A pensarci bene, tutti quegli imprenditori che tra la fine di agosto e gli inizi di settembre avevano aderito al progetto, avrebbero avuto più di una valida scusa per dire no in ottobre. E mi sembra che nella stragrande maggioranza dei casi ciò non sia accaduto.
Nei giorni scorsi avete lanciato un profit warning. Avrà un impatto sugli obiettivi di redditività della nuova Alitalia?
Diventa senz'altro più difficile andare bene in questo periodo. La nuova Alitalia, come tutte le aziende del settore, porterà i segni di questa congiuntura difficile. Quello che sta succedendo oggi a noi e a tutti gli altri concorrenti è una cosa mai vista, senza precedenti, e lavoro in questo settore da più di vent'anni.
È peggio dell'11 settembre 2001?
Nulla a che vedere, mi creda. Per utilizzare la terminologia del sismologo, la magnitudo di ciò che viviamo attualmente come industria aerea è di 3-4 volte superiore allo shock subito con gli attentati alle Torri Gemelle. La situazione è molto più difficile per il cargo poiché in questa fase la crisi colpisce per prime le aziende, i loro progetti d'investimento. Resiste meglio, invece, il traffico legato alle vacanze. Alitalia, ad esempio, che si è liberata delle attività cargo, dovrebbe risentire meno di questa situazione e mi sembra già una buona cosa.
Pioggia di aiuti statali per banche e auto. L'industria del trasporto aereo ne ha bisogno?
Credo e soprattutto spero di no.
Eppure le garanzie sui crediti all'export a favore di Airbus rappresentano una novità importante. In quanto cliente del produttore aeronautico, la nuova Alitalia potrebbe beneficiare di questo aiuto?
Credo e soprattutto spero di sì. Se non ho capito male, il problema dei banchieri che normalmente finanziano l'acquisto di aerei, è un problema di liquidità e di garanzie. I crediti erogati in questo caso dal Governo francese permetteranno di risolvere il problema della liquidità, mentre il sistema di copertura assicurativa sul credito, risolve quello del rischio. Le garanzie dello Stato permettono inoltre di ottenere degli spread creditizi molto interessanti nell'attuale congiuntura economica. Alitalia, non essendo la compagnia aerea di uno dei Paesi fondatori di Airbus, potrà beneficiarne. E di questi tempi, mi sembra decisamente una buona notizia.
AirOne più Alitalia rafforza il monopolio sulla Milano-Roma con il conseguente rincaro delle tariffe. In Francia avete ridotto le tariffe per fare concorrenza al Tgv. E in Italia?
Francamente non saprei quale potrà essere la politica commerciale di Monsieur Sabelli, cui spetta la decisione in materia, sulla tratta Milano-Roma.
Pensi che bel titolo sui giornali: ridotto il prezzo dei biglietti sui voli Milano-Roma. E che ritorno d'immagine per voi…
Molto dipenderà dal calendario dell'alta velocità ferroviaria in Italia.
Adesso sono 3 ore e mezza tra Milano e Roma, ma entro la fine dell'anno si scende a 3 ore.
Beh, allora sì, con 3 ore il treno comincia ad essere concorrenziale. Diciamo che un monopolio aereo di fronte a un monopolio ferroviario rappresenta una vera scelta per il consumatore. E può generare, in entrambi i concorrenti, una tale ottimizzazione dei mezzi di produzione da permettere loro di offrire delle tariffe attraenti. Posso quindi dire, dopo questa considerazione, che il Milano-Roma della nuova Alitalia rappresenta un falso monopolio.
Il processo di consolidamento del trasporto aereo andrà avanti nonostante la crisi?
Credo proprio di sì.
Nel senso che Air France Klm continuerà a consolidare?
Le cose non stanno esattamente così. Il consolidamento non è un'abilità. Quando ero in Italia l'anno scorso per incontrare i sindacati ricordo bene di aver detto loro: "Non sono venuto per comprare Alitalia, ma per vedere se assieme ad Alitalia è possibile costruire un leader europeo e mondiale". È questo il senso della nostra strategia e ci tengo molto che venga compresa poiché vedo che i media spesso sottovalutano questo aspetto.La decisione più importante, l'atto maggiore compiuto dall'Unione europea negli ultimi decenni è la creazione del mercato unico. E quando i capi di Stato e di Governo lo hanno fatto sono sicuro che nello stesso momento hanno pensato all'indispensabile nascita di leader europei dell'industria.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLi ... iew=Libero


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Re: La nuova Alitalia.
Intanto lo faccio io.i_disa ha scritto:sarebbe davvero bello ricordare Pierpaolo Rachetti e Alberto Nassetti proprio sui 330 in livrea Alitalia
Pierpaolo lo conoscevo perchè era il fratello di un mio amico e compagno di corso. Il giorno che partimmo tutti per Alghero, lui era il pilota del volo. In crociera fece un annuncio dicendo ai passeggeri che a bordo del volo c'erano anche i futuri piloti della compagnia ai quali augurava un grosso in bocca al lupo per il corso. Mi ricordo che segretamente mi riempi' d'orgoglio e quello è uno dei momenti piu' belli che ricordo nella mia vita professionale e che portero' sempre con me.
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Re: La nuova Alitalia.
Onore a questi piloti!air.surfer ha scritto:Intanto lo faccio io.i_disa ha scritto:sarebbe davvero bello ricordare Pierpaolo Rachetti e Alberto Nassetti proprio sui 330 in livrea Alitalia
Pierpaolo lo conoscevo perchè era il fratello di un mio amico e compagno di corso. Il giorno che partimmo tutti per Alghero, lui era il pilota del volo. In crociera fece un annuncio dicendo ai passeggeri che a bordo del volo c'erano anche i futuri piloti della compagnia ai quali augurava un grosso in bocca al lupo per il corso. Mi ricordo che segretamente mi riempi' d'orgoglio e quello è uno dei momenti piu' belli che ricordo nella mia vita professionale e che portero' sempre con me.


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Re: La nuova Alitalia.
Voler fare l'antipatico a tutti i costi non ti fa guadagnare punti...magari se rispondessi a domande lecite molti di coloro che ti leggono potrebbero capire una parte di storia economica di questo paese...air.surfer ha scritto:La prima che hai detto.mcer ha scritto: mi sorge ancora una domanda,stupida forse,ma ovvia...
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Re: La nuova Alitalia.
Ho un idea migliore! Diamogli il nome dei piloti cassintegrati!(in ordine di anzianita' naturalmente...i_disa ha scritto:infatti.araial14 ha scritto:E pensare che nella vecchia AZ pagavano dei personaggi per mettere i nomi agli aerei...Beh, almeno in questo senso iniziano a risparmiare.airbusfamilydriver ha scritto:apprendo da altro lido che sul portale intranet az sarebbe stato messo online un sondaggio per scegliere i nomi dei nuovi airbus che dal 2 aprile si aggiungeranno alla flotta az
la scelta sarebbe tra:
nomi di monti italiani
-nomi di opere letterarie,artistiche ecc
-nomi di città utilizzando anche quelli degli Md80 usciti dalla flotta.
io andrei per le città italiane visto che con gli MD80 non si avrà nulal del genere.
poi mi spiegate perchè l I-DISE e l I-DISU hanno il doppio nome di battesimo? non si potevano riusare quei nomi dei 767 sugli A330 di futura acquisizione?

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.
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Re: La nuova Alitalia.
Onore a questi piloti![/quote]air.surfer ha scritto:Intanto lo faccio io.
Pierpaolo lo conoscevo perchè era il fratello di un mio amico e compagno di corso. Il giorno che partimmo tutti per Alghero, lui era il pilota del volo. In crociera fece un annuncio dicendo ai passeggeri che a bordo del volo c'erano anche i futuri piloti della compagnia ai quali augurava un grosso in bocca al lupo per il corso. Mi ricordo che segretamente mi riempi' d'orgoglio e quello è uno dei momenti piu' belli che ricordo nella mia vita professionale e che portero' sempre con me.
mi spiace mascherone!
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Re: La nuova Alitalia.
Si ma chi ci metti prima? L'express pura? La Carlini Band? Gli ex tecnici? I segati al comando? GLi 11? Quelli che l'anzianità ce l'hanno da quando vendevano il folletto? I delocalizzati?sigmet ha scritto: Ho un idea migliore! Diamogli il nome dei piloti cassintegrati!(in ordine di anzianita' naturalmente...)
Mica è facile eh?

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Re: La nuova Alitalia.
vi siete dimenticati un particolare: non basteranno i 320 per elencarli tutti!air.surfer ha scritto:Si ma chi ci metti prima? L'express pura? La Carlini Band? Gli ex tecnici? I segati al comando? GLi 11? Quelli che l'anzianità ce l'hanno da quando vendevano il folletto? I delocalizzati?sigmet ha scritto: Ho un idea migliore! Diamogli il nome dei piloti cassintegrati!(in ordine di anzianita' naturalmente...)
Mica è facile eh?
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Re: La nuova Alitalia.
Prima fai le domande e poi dici che sono stupide e te la prendi con me?mcer ha scritto: Voler fare l'antipatico a tutti i costi non ti fa guadagnare punti...magari se rispondessi a domande lecite molti di coloro che ti leggono potrebbero capire una parte di storia economica di questo paese...
Non dovresti.. in fondo ti ho solo dato ragione.
E poi mica sono Minoli che dai miei post si capisce la storia economica di un paese.
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Re: La nuova Alitalia.
E' una turba del comportamento?air.surfer ha scritto: .... I delocalizzati?

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.
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Re: La nuova Alitalia.
eh eh... molto utile, pare.sigmet ha scritto:E' una turba del comportamento?air.surfer ha scritto: .... I delocalizzati?
Ti permette di essere assunto in CAI zompando posizioni come se
fossi una pedina di dama.
Il figlio del ministro è campione del mondo della specialità.
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Re: La nuova Alitalia.
No non sei Minoli...sei solo uno che dentro a quella slot machine ci ha lavorato..e certamente ne sai molto più di tanti altri...comunque grazie lo steso per l'omertàair.surfer ha scritto:Prima fai le domande e poi dici che sono stupide e te la prendi con me?mcer ha scritto: Voler fare l'antipatico a tutti i costi non ti fa guadagnare punti...magari se rispondessi a domande lecite molti di coloro che ti leggono potrebbero capire una parte di storia economica di questo paese...
Non dovresti.. in fondo ti ho solo dato ragione.
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Re: La nuova Alitalia.
semprearaial14 ha scritto:Onore a questi piloti!air.surfer ha scritto:Intanto lo faccio io.i_disa ha scritto:sarebbe davvero bello ricordare Pierpaolo Rachetti e Alberto Nassetti proprio sui 330 in livrea Alitalia
Pierpaolo lo conoscevo perchè era il fratello di un mio amico e compagno di corso. Il giorno che partimmo tutti per Alghero, lui era il pilota del volo. In crociera fece un annuncio dicendo ai passeggeri che a bordo del volo c'erano anche i futuri piloti della compagnia ai quali augurava un grosso in bocca al lupo per il corso. Mi ricordo che segretamente mi riempi' d'orgoglio e quello è uno dei momenti piu' belli che ricordo nella mia vita professionale e che portero' sempre con me.
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Re: La nuova Alitalia.
se la batte alla pari con i sindacalisti confederali e confederatiair.surfer ha scritto: Il figlio del ministro è campione del mondo della specialità.
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Re: La nuova Alitalia.
Allora e' proprio forte! Ha vinto anche il "Pinocchio d'oro"!( O faccia di bronzo? Boh..air.surfer ha scritto:eh eh... molto utile, pare.sigmet ha scritto:E' una turba del comportamento?air.surfer ha scritto: .... I delocalizzati?
Ti permette di essere assunto in CAI zompando posizioni come se
fossi una pedina di dama.
Il figlio del ministro è campione del mondo della specialità.

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Re: La nuova Alitalia.
Senti, mcer, adesso sono serio: io non ho capito che vuoi sapere.mcer ha scritto: No non sei Minoli...sei solo uno che dentro a quella slot machine ci ha lavorato..e certamente ne sai molto più di tanti altri...comunque grazie lo steso per l'omertà
Come faceva AZ a fare perdite di 2 milioni al giorno?
I motivi sono tanti, come ad esempio la mancata riforma del trasporto aereo, ma principalmente il motivo è lo stesso per cui la sanita', ad esempio, è in costante perdita. Perchè quando girano tanti soldi è piu' facile fregarseli senza farsene accorgere. Un esempio? Te l'ho dato prima. Il trasporto di un navigante costa attualmente (mi dicono) 10/15 euro ad avvicendamento. Andata e ritorno. Moltiplicato per 4 partenze medie, fa un totale di 60 euro.
AZ ne spendeva 160.
Perchè ad esempio, quando aprirono l'aeroporto di BAri, AZ era l'unica che andava ai finger (ad un costo esorbitante) mentre gli altri optavano per i remoti?
Se vuoi continuo con altri esempi, ma credo tu abbia afferrato il concetto.
- Max-Liea
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Re: La nuova Alitalia.
..in pratica AZA pagava i fornitori il doppio se non il triplo rispetto a un normale prezzo di concorrenza...non esistevano gare d'appalto...air.surfer ha scritto: senza farsene accorgere. Un esempio? Te l'ho dato prima. Il trasporto di un navigante costa attualmente (mi dicono) 10/15 euro ad avvicendamento. Andata e ritorno. Moltiplicato per 4 partenze medie, fa un totale di 60 euro.
...

ciao Air....
..efficienza itaGliana...per una presa di terra aeromobile?..regio decreto...