Fantozzi: «Con Alitalia il dialogo resta difficile»
di Marigia Mangano 8 mar 2009 da ilsole24ore.com
Precisa: «Se ritardi ci sono stati (o ci sono) è perché c'è stato un momento di transizione dato che tutta l'organizzazione del back office e la gestione amministrativa sono passate sotto Alitalia-Cai. Dialogare non è facile dato che in questo momento ognuno ha le sue priorità e loro, ma posso anche capirlo, devono concentrarsi sull'avvio della nuova compagnia». Sollecita: «Per vendere gli aerei e procedere così con la liquidazione della bad company abbiamo bisogno di documentazione che in questo momento solo i dipendenti di Alitalia-Cai e gli ex dipendenti di Alitalia possono fornirci». E, infine, riconosce: «Il decreto di sospensione dell'Antitrust potrebbe anche cadere: sono convinto che per Cai non ci sarebbero pregiudizi, anche perché la vera concorrenza, e in questo concordo con Colaninno, la fa il treno».
Augusto Fantozzi, 68 anni, docente di diritto tributario, più volte ministro e oggi commissario dell'ex Alitalia, la cosiddetta "bad company", parla della necessità di «dialogo» e «collaborazione» da parte di tutti i soggetti coinvolti nella complessa vicenda di Alitalia. E non fa sconti a nessuno: sindacati, dipendenti, creditori e Cai. Ne emerge una fotografia aggiornata della situazione del vecchio contenitore della compagnia di bandiera, ma anche particolari inediti sulle difficoltà di gestione.
Quando parla di "problemi di dialogo" a cosa si riferisce?
Con la cessione delle attività di Alitalia a Cai tutta l'organizzazione del back office, la gestione amministrativa, la gestione del personale, i supporti tecnologici sono passati sotto la nuova compagnia. C'è un contratto di servizio con cui Cai si obbliga a gestire per conto della procedura gli aspetti amministrativi. Ovviamente Cai, nella prima fase di avvio, ha avuto altre priorità. Noi, dal canto nostro, abbiamo richiesto una serie di informazioni, incluse le liste dei dipendenti, la cui lavorazione da parte di Alitalia-Cai si è sovrapposta ai problemi tecnici di avvio della nuova compagnia.
Ma tali ritardi sono ora rientrati?
Assolutamente sì, dato che non si trattava di ritardi stravolgenti. E noi comunque ci siamo adoperati per limitare i disagi: per la parte di dipendenti che non ha percepito la cassa integrazione, per esempio, ci siamo adoperati per far si che una banca concedesse un finanziamento gratis per 2.500 euro.
A che punto è il processo di dismissione degli asset?
Per quanto attiene alle attività Cargo la vendita è alle battute finali. Entro la settimana prossima sarà firmato il contratto con Alis, la società di Alcide Leali. E' una operazione molto buona, anche perché un certo numero di lavoratori sarà assorbito da Alis e c'è grande soddisfazione nell'intera area di Malpensa.
A quanto ammonta la valutazione?
Si attesta a 14,5 milioni, ma tenga conto che non ci sono slot, aerei....
A proposito di aerei. Dovete venderne 46...
Abbiamo già avuto diverse manifestazioni di interesse, ma restano dei seri problemi legati alla documentazione che serve per la vendita. Ogni ‘macchina' ha una sua storia delle manutenzioni e dei tagliandi eseguiti che serve ai compratori per valutare lo stato dell'aeromobile e fare dunque il prezzo.
Ma questa documentazione, che per ogni aereo equivale a decine di scatoloni, deve essere resa disponibile dal personale di Alitalia-Cai. Bisogna dunque coordinare i loro dipendenti e quelli eventualmente richiamati dalla cassa integrazione per raccogliere e riordinare tutta la documentazione. Solo loro hanno le competenze per farlo. E bisogna farlo in fretta.
Quanto pensa di incassare?
Circa 100 milioni al netto delle ipoteche. Confido che l'operazione sarà chiusa prima dell'estate.
E per Atitech e Ams?
Partiamo da Atitech. I sindacati si stanno agitando eccessivamente. E' una mia esigenza rispettare i patti con loro, ma è anche mio dovere trovare dei compratori, che al momento non ci sono. Sosteniamo quotidianamente dei costi e c'è l'esigenza di chiudere il dossier in tempi brevissimi. Ma se faccio un bando e non si presenta nessuno, mi toccherà procedere poi alla liquidazione, e penso che sia una soluzione che nessuno vuole. Ribadisco: per me è soprattutto un impegno sociale visto che il ricavato non sarà grande. Il mio scopo è di trovare dei compratori prima di avviare tecnicamente la vendita. Diverso per Ams: c'è un'offerta da parte di una compagnia americana.
Un capitolo a parte merita la situazione di azionisti e obbligazionisti Alitalia...
Una volta che risolveremo il problema degli aerei saranno le priorità. Ma bisogna distinguere: gli obbligazionisti sono creditori e si sono già insinuati nel passivo, gli azionisti si sono assunti un rischio e si trovano in una posizione diversa. C'è poi una terza categoria, quella degli azionisti o obbligazionisti che avevano un rapporto da dipendente con Alitalia e in quest'ultimo caso toccherà al giudice decidere come agire. Ad ogni modo, è noto, c'è la possibilità di indennizzo che sarà determinato con decreto del ministro dell'Economia.
Ma l'importo disponibile del fondo per le vittime dei crac è di circa 800 milioni.
Le obbligazioni sono pari a 700 milioni, di cui 400 milioni del Tesoro. Poi ci sono le azioni. Non penso che potranno essere soddisfatti tutti.
Il Tesoro sarà rimborsato?
Sarà trattato come tutti i creditori chirografari.
Col senno di poi, specie pensando agli obbligazionisti, quale piano sceglie: quello di Prodi che prevedeva la cessione di Alitalia ad Air France o quello poi realizzato dal governo Berlusconi?
Quello di Prodi, se si fosse concretizzato. Ma così non è stato perché Air France ritirò l'offerta.
Parliamo di Cai. Come spiega il coefficiente di riempimento dei voli sulla tratta Milano-Roma sotto la media degli altri vettori?
Ritengo che sia una sofferenza transitoria. C'è ancora una certa diffidenza italiana verso la vicenda Alitalia, ma sono sicuro che rientrerà.
Ha senso mantenere il decreto di sospensione dell'Antitrust sui voli interni?
Penso che si possa anche eliminare. Alitalia-Cai non ha bisogno di tale decreto, e può marciare competitivamente da sola. Non ci sarebbero pregiudizi per la compagnia, ne sono sicuro.
E'immaginabile un paese sostanzialmente diviso tra Alitalia-AirOne a guida francese basata a Fiumicino e Lufthansa Italia a Malpensa?
No, non credo.
Lufthansa sicuramente farà concorrenza a Cai, ma non riuscirà a rappresentare un vero pericolo.