Turbolenze: differenza giorno/notte
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Turbolenze: differenza giorno/notte
Solo una curiosità, magari banale...
Vorrei sapere se esiste un legame tra la probabilità di incontrare turbolenze e il fatto di volare di giorno o di notte.
In definitiva mi piacerebbe sapere che differenze ci sono nell'affrontare, per un pilota, un volo di giorno e uno di notte.
Vorrei sapere se esiste un legame tra la probabilità di incontrare turbolenze e il fatto di volare di giorno o di notte.
In definitiva mi piacerebbe sapere che differenze ci sono nell'affrontare, per un pilota, un volo di giorno e uno di notte.
Massimo
- Maxx
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Re: Turbolenze: differenza giorno/notte
L'unica cosa che mi viene in mente è che di pomeriggio, in certi periodi dell'anno, è più facile trovare attività convettiva.
- IVWP
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Re: Turbolenze: differenza giorno/notte
vedi primaveraMaxx ha scritto:L'unica cosa che mi viene in mente è che di pomeriggio, in certi periodi dell'anno, è più facile trovare attività convettiva.

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Re: Turbolenze: differenza giorno/notte
Delgado ha scritto:Solo una curiosità, magari banale...
Vorrei sapere se esiste un legame tra la probabilità di incontrare turbolenze e il fatto di volare di giorno o di notte.
In definitiva mi piacerebbe sapere che differenze ci sono nell'affrontare, per un pilota, un volo di giorno e uno di notte.
prescindendo da qualsiasi altro fattore,la turbolenza può essere distinta in "notturna" o "diurna" principalmente dal tipo di superficie che si sorvola: questo è dovuto alla differente capacità termica di, ad esempio una superficie rocciosa o di un lago che rilasciando calore in diversi momenti della giornata provocano appunto moti ascendenti e per ovvia conseguenza, discendenti.
di giorno potremo incontrare forti ascendenze (turbolenza) volando sul terreno soprattutto su superfici sabbiose o rocciose. di notte caso opposto (cioè stessa cosa) su specchi d' acqua.
il discorso però è troppo semplificato in quanto vi sono enormi quantità di fattori che interferiscono alla creazione del fenomeno, basti per esempio tener conto dell'orografia del terreno dove anche piccoli rilievi a bassa quota posso formare turbolenza,o peggio onde orografiche.
i temporali,in grado di creare "movimenti" anche a decine di miglia di distanza....
spero di essere stato chiaro,per ogni cosa (nei limiti) cercherò di risponderti
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Re: Turbolenze: differenza giorno/notte
Turbolenza ne puoi trovare sempre, cio che può variare da giorno a notte è il tipo di turbolenza che si incontra, ma al mio stomaco non frega tanto che sia termica o meccanica.
Ad esempio ci sono tipi di turbolenze ai quali non frega niente se giorno o notte ma preferiscono l'aria satura, ti sarai accorto come in nube solitamente si prendono lezioni di samba 


Tempi duri creano uomini forti,
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Re: Turbolenze: differenza giorno/notte
un volovelista si allena ed impara ad individuare i fattori causa di moti convettivi dell' aria, quindi posso accennarti qualcosa di più di un motoraro :

l' onda orografica, visto che è stata citata, non è causato da un movimento convettivo dell' aria e quindi non vi è differenza tra il dì' e la notte (si parla di dì, non di giorno); si forma se del vento sostenuto cerca di "scavalcare" rilievi e catene montuose.

la turbolenza diurna, per noi con l' aliante termica, è causata da un semplice fenomeno termodinamico.
l' aria a contatto con il suolo si scalda, dato che questo li rilascia calore dopo essere stato scaldato dai raggi solari: scaldandosi quest' aria diminuisce di densità, diventando quindi più "leggera" e salendo perciò verso l' alto; l' aria fredda degli strati più alti invece , avendo densità maggiore, è portata verso il basso: si creano cosi dei rimescolamenti dove l' aria che sale prende il posto dell' aria che scende e viceversa.
in realtà questi rimescolamenti sono ordinati, e si formano quindi colonne d' aria che sale e zone d' aria fredda che scende.

il fenomeno è praticamente continuo, dato che l' aria salendo si raffredda e l' aria fredda scendendo si scalda.
si può anche sapere fino a che quota si troverà il fenomeno di ascendenza (vedi curva di stato), e ciò può essere evidenziato anche dalla presenza di cumuli (vedi AirGek)
queste colonne d' aria ascendente si formano però in punti particolari, ben esposti all' irraggiamento solare: in pratica nel volo a vela si usa dire che è la discontinuità a formare le termiche.

quindi se in un bosco c' è una radura, probabilmente sarà li che la termica nascerà; se in una vetta piena di neve vi sono delle rocce esposte, probabilmente la termica "staccherà" da li.
Insomma, se la zona in qui voli è uniforme difficilmente incontrerai turbolenze.
Naturalmente come è già stato detto vi sono zone con diversa capacità termica, e che di conseguenza tenderanno a rilasciare calore più o meno velocemente: ciò causa la differenza tra dì e notte, anche se entrambi i “serbatoi” di ascendenza si riempiono durante il dì.
Un fatto importante è che il massimo riscaldamento giornaliero, e la conseguente produzione termica, non si ha quando il sole è allo zenit ma un po' più tardi, a causa di un ritardo della temperatura di superficie rispetto all'irraggiamento solare; la temperatura di superficie massima, e quindi la massima produzione di termica, dovrebbe aversi tra le 14 e le 15, anche se ciò dipende molto anche dal tipo di terreno e dal suo orientamento (es. pendio) e dalla copertura nuvolosa
Si riconoscono quindi dei cicli termici, dovuti al diverso soleggia mento; essi non sono solo giornalieri ma anche stagionali: la primavera è tipicamente mossa, l’ inverno meno.
Diciamo che se di giorno sono le superfici rocciose e sabbiose a favorire la termica, nel turno notturno è l’ acqua ad esibire la sua naturale capacità di ritenere quel calore che, in serata, viene trasmesso all'aria per ore. L'acqua profonda è incoraggiata nella produzione di termiche quando soffia il vento che, rimescolandola, fa affiorare il calore dal fondo. Acque poco profonde e ogni altra fonte termica serale, invece, sono più produttive con vento zero.
che dire: ognuno conosce il suo motore



l' onda orografica, visto che è stata citata, non è causato da un movimento convettivo dell' aria e quindi non vi è differenza tra il dì' e la notte (si parla di dì, non di giorno); si forma se del vento sostenuto cerca di "scavalcare" rilievi e catene montuose.

la turbolenza diurna, per noi con l' aliante termica, è causata da un semplice fenomeno termodinamico.
l' aria a contatto con il suolo si scalda, dato che questo li rilascia calore dopo essere stato scaldato dai raggi solari: scaldandosi quest' aria diminuisce di densità, diventando quindi più "leggera" e salendo perciò verso l' alto; l' aria fredda degli strati più alti invece , avendo densità maggiore, è portata verso il basso: si creano cosi dei rimescolamenti dove l' aria che sale prende il posto dell' aria che scende e viceversa.
in realtà questi rimescolamenti sono ordinati, e si formano quindi colonne d' aria che sale e zone d' aria fredda che scende.

il fenomeno è praticamente continuo, dato che l' aria salendo si raffredda e l' aria fredda scendendo si scalda.
si può anche sapere fino a che quota si troverà il fenomeno di ascendenza (vedi curva di stato), e ciò può essere evidenziato anche dalla presenza di cumuli (vedi AirGek)
queste colonne d' aria ascendente si formano però in punti particolari, ben esposti all' irraggiamento solare: in pratica nel volo a vela si usa dire che è la discontinuità a formare le termiche.

quindi se in un bosco c' è una radura, probabilmente sarà li che la termica nascerà; se in una vetta piena di neve vi sono delle rocce esposte, probabilmente la termica "staccherà" da li.
Insomma, se la zona in qui voli è uniforme difficilmente incontrerai turbolenze.
Naturalmente come è già stato detto vi sono zone con diversa capacità termica, e che di conseguenza tenderanno a rilasciare calore più o meno velocemente: ciò causa la differenza tra dì e notte, anche se entrambi i “serbatoi” di ascendenza si riempiono durante il dì.
Un fatto importante è che il massimo riscaldamento giornaliero, e la conseguente produzione termica, non si ha quando il sole è allo zenit ma un po' più tardi, a causa di un ritardo della temperatura di superficie rispetto all'irraggiamento solare; la temperatura di superficie massima, e quindi la massima produzione di termica, dovrebbe aversi tra le 14 e le 15, anche se ciò dipende molto anche dal tipo di terreno e dal suo orientamento (es. pendio) e dalla copertura nuvolosa
Si riconoscono quindi dei cicli termici, dovuti al diverso soleggia mento; essi non sono solo giornalieri ma anche stagionali: la primavera è tipicamente mossa, l’ inverno meno.
Diciamo che se di giorno sono le superfici rocciose e sabbiose a favorire la termica, nel turno notturno è l’ acqua ad esibire la sua naturale capacità di ritenere quel calore che, in serata, viene trasmesso all'aria per ore. L'acqua profonda è incoraggiata nella produzione di termiche quando soffia il vento che, rimescolandola, fa affiorare il calore dal fondo. Acque poco profonde e ogni altra fonte termica serale, invece, sono più produttive con vento zero.
che dire: ognuno conosce il suo motore


Ultima modifica di IVWP il 18 aprile 2009, 17:36, modificato 1 volta in totale.
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Re: Turbolenze: differenza giorno/notte
Io intendevo il fatto che l'aria satura è più instabile a causa del suo gradiente adiabatico, e poi è AirGEK, non AirGake, mi sa che te con una lettera del tuo nominativo ci vai pesanteIVWP ha scritto: si può anche sapere fino a che quota si troverà il fenomeno di ascendenza (vedi curva di stato), e ciò può essere evidenziato anche dalla presenza di cumuli (vedi AirGake)


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Re: Turbolenze: differenza giorno/notte
sorry, comunque per come bevo io, a scuola mi definiscono già come un astemioAirGek ha scritto:Io intendevo il fatto che l'aria satura è più instabile a causa del suo gradiente adiabatico, e poi è AirGEK, non AirGake, mi sa che te con una lettera del tuo nominativo ci vai pesanteIVWP ha scritto: si può anche sapere fino a che quota si troverà il fenomeno di ascendenza (vedi curva di stato), e ciò può essere evidenziato anche dalla presenza di cumuli (vedi AirGake)![]()


eppure mi sembrava che non fosse lo stesso Gek

ora correggo
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Re: Turbolenze: differenza giorno/notte
Non capiti mai più!




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Re: Turbolenze: differenza giorno/notte
non ti preoccupare Gake, non sbaglierò più….o c***o un altra volta, scusa di nuovoAirGek ha scritto:Non capiti mai più!![]()
![]()

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Re: Turbolenze: differenza giorno/notte
GGGRRRRRRRRRRRRRRRIVWP ha scritto:non ti preoccupare Gake, non sbaglierò più….o c***o un altra volta, scusa di nuovoAirGek ha scritto:Non capiti mai più!![]()
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Re: Turbolenze: differenza giorno/notte
Quando volano gli alianti, le mongolfiere stanno a terra, a meno che non abbiano sbagliato i calcoli, come feci io durante i campionati italiani di qualche anno fa quando, dopo un atterraggio in un campo ARATO a circa 20 nodi, seppi che il mio istruttore si era ben guardato dal decollare.
PS Vento massimo ammesso al decollo, 8 Kt.
PS Vento massimo ammesso al decollo, 8 Kt.
La mia vita è dove mi spendo, non dove mi ingrasso!
Prima o poi si muore, non c'è scampo, l'importante è morire da vivi.
http://web.tiscali.it/windrider/
Prima di pretendere un diritto devi assolvere almeno ad un dovere.
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Re: Turbolenze: differenza giorno/notte
I campi arati sono una manna per le termiche, solo bisogna stare attentini nelle ore più calde per evitare l'effetto "contraerea". Un pò come i costoni scoperti quando c'è la neve.
- IVWP
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Re: Turbolenze: differenza giorno/notte
se mai vi capiterà di mettere giu il vostro apparecchio in un campo arato, fatelo almeno seguendo i solchi 




ciao





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