Io pensavo 25 luglio-caduta del governo fascista....
Invece, 1909: quelli sì che erano tempi pionieristici.
Dicono che Parigi fosse una delle più importanti capitali del volo in quegli anni, al Café des Sports, vicino al campo di Issy les Molineaux, si ritrovavano alcuni dei più grandi pionieri dell'aviazione, come Bleriot, Voisin, Wright. A natale presero l'abitudine di presentare le loro creazioni volanti e da questo originò il Salone dell'Aeronautica di Parigi. I giornalisti di tutto il mondo esaltavano il coraggio degli aviatori e si scrissero anche diverse canzoni. Nel 1910 uscì per esempio "Come Josephine in my flying machine".
A quanto ne so, Bleriot fece diversi lavori. Si fece una certa reputazione anche come produttore di buoni fari per auto: quelli tondi in ottone delle auto dell'epoca. Come appassionato spendeva tutto o quasi nella progettazione e costruzione di aerei (apparecchi) che lui stesso collaudava. Si fece male diverse volte. La mattina del balzo sulla Manica dicono che Bleriot si svegliò presto perchè soffriva per una brutta bruciatura al piede sinistro che aveva toccato un tubo di scarico e quindi non aveva dormito. La maggioranza dei soldi per l'impresa li trovò senza volerlo la moglie di Bleriot: salvò il figlio di un ricco haitiano che giocando stava cadendo da un balcone. Il padre del bambino prestò ai Bleriot 26.000 franchi. Una somma abbastanza consistente all'epoca.
Per il vincitore dell'impresa della Manica, il quotidiano inglese Daily Mail mise in palio 1.000 sterline britanniche, cosa che attirò diversi avventurieri, come nei migliori films. Tra essi c'erano anche, oltre a Bleriot, il Conte di Lambert, che aveva a disposizione almeno due biplani Wright, ed Hubert Latham, che fu veramente sfortunato: con il suo Antoinette provò la traversata almeno due volte, una il giorno 19 ed una il 25 luglio, ma finì sempre in mare, per essere recuperato dalle navi che si dislocavano a decine lungo il percorso delle macchine volanti. Perchè la prova fosse valida, era necessario avvertire tutti almeno 48 ore prima di decollare. Oggi forse non ci si rende conto dell' interesse che sucitava il volo con gli aeroplani (i palloni già avevano attraversato la Manica). La gente accorse sulle due sponde del Canale ed imbarcazioni di ogni tipo e dimensione presero il mare per assistere dal vivo le operazioni di volo. A Dover i passeggeri di almeno un transatlantico in partenza per l'America chiesero di rimanere un giorno in più per assistere all'impresa. Venne anche allestito uno dei primi servizi di telegrafia senza fili per trasmettere in tempo reale le notizie (tra cui anche quelle meteo).
Il Bleriot XI di quel giorno non aveva bussola, per cui superata l'ultima nave francese, Bleriot andò con il vento e con il naso finchè non vide le prime imbarcazioni inglesi e la cittadina britannica di Deal. Avvistata la città, virò verso occidente, volando lungo le scogliere di Dover, finchè, con un vento piuttosto forte, alle 05:17, non atterrò nelle vicinanze del castello di Dover. In atterraggio l'elica toccò il suolo e l'aereo di fracassò, ma senza conseguenze per il pilota.
Il Bleriot XI venne impiegato anche dalle Forze Armate italiane nella guerra di Libia nel 1911. Alcuni volavano ancora in Libia nel 1922. Invece degli alettoni, aveva le estremità alari "svergolanti" anche se non ho mai capito che vol dì.
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