TAPPA 5: ASSAGGIO DI CALIFORNIA
..eravamo rimasti all'aeroporto di Los Angeles... Abbiamo ripreso una macchina a noleggio, stavolta una Hyundai Sonata, che nonostante il nome ci ha accompagnato fedelmente per tutta la settimana successiva. I primi 2 giorni li abbiamo passati a Los Angeles, girando tra Hollywood e Beverly Hills, Rodeo Drive...anche qui, posti che avevo visto tantissime volte sullo schermo (uno su tutti, l'albergo di Pretty Woman, hihi...), e io ci stavo camminando in mezzo...Incredibile! IL secondo pomeriggio l'abbiamo passato al mare a Santa Monica, dove a metà ottobre c'erano 28 gradi, e la gente era in costume. Il sole è tramontato nell'Oceano di fronte a noi, e dopo questo spettacolo eravamo pronti, il giorno dopo, per partire per una breve ma intensissima avventura nel West...
TAPPA 6: IL CUORE
Con la nostra Hyundai Sonata abbiamo attraversato il deserto del Mojave per arrivare in serata a Las Vegas. Anche qui, momenti non proprio facili visto che avevo paura di avere un attacco di panico (meccanismo bruttissimo ma è quello che poi arriva a condizionare le azioni) anche in macchina, dato che per centinaia di chilometri, in effetti, non si incontra niente di simile a una città come la intendiamo noi...beh, a dire la verità neanche a un paese come lo intendiamo noi...comunque, anche questo è il fascino di quei posti. L'aria secchissima, il cielo terso...ma la musica dei cd e le guide turistiche che leggevo ad alta voce hanno fatto trascorrere il tempo senza particolari problemi...
Las Vegas è un luna park a forma di città, starci una sera, almeno per noi, è stato più che sufficiente: spettacolo mozzafiato del Cirque du Soleil all'hotel MGM, puntatina alla roulette nel nostro albergo, e il mattino dopo pronti, destinazione BRYCE CANYON, Utah. Ci siamo arrivati al tramonto e, mentre i cerbiatti ci attraversavano la strada, ci siamo trovati davanti a un anfiteatro di pinnacoli arancioni, bianchi, gialli, rossi, interrotti soltanto da pini verdissimi. Forme stranissime, talmente incredibili che sembrano finte, e invece è la natura che le ha plasmate, e sta continuando a farlo nel corso di milioni di anni...
All'alba del giorno dopo siamo tornati lì per fare un altro po' di foto e vedere i colori cambiare ogni minuto...poi, partenza per la MONUMENT VALLEY, dove ho lasciato davvero un pezzetto di cuore. Quando penso a un luogo del viaggio che mi è rimasto impresso, è questo. Non so neanche descriverlo. L'immensità, l'assoluto che si respira lì non ha eguali. Il bello è che non mi sentivo schiacciata da tutta questa grandezza, anzi, mi sono sentita anch'io parte di quella meraviglia, ho avvertito come la consapevolezza che anche la mia vita, come quella di tutti, è un riflesso di quella bellezza. Insomma, da lì non me ne sarei più andata via. Ancora adesso a scriverne si affacciano le lacrimine...
ma era ora di svegliare la nostra Hyundai, che ci doveva ancora portare al Grand Canyon. Un altro spettacolo grandioso, davvero fuori misura. Il Colorado laggiù in fondo in fondo, che sembra un serpente, e decine di chilometri di libertà per l'occhio che vaga su spazi infiniti. Ma era ora di tornare sulla terra...! e via per Phoenix, da dove, dopo alcuni giorni senza voli, si ripartirà...
TAPPA 7: PHOENIX-SAN FRANCISCO: IL BOMBARDIER!
Arrivati a Phoenix, ci siamo appoggiati in un hotel vicino all'aeroporto per ripartire subito il mattino dopo, per San Francisco! ma il volo United che ci avrebbe portato là era un...Bombardier! Cosa?! 70 posti? come si fa a volare su un aereo di 70 posti?! ...allo Sky Harbor di Phoenix poi abbiamo visto un numero di aerei in decollo enorme...eravamo in coda in 15 per partire, tutti uno in fila all'altro come al semaforo... anche questo mi è servito, ovviamente, per rendermi conto della quantità di aerei che decollano uno dietro l'altro (e quindi della quantità di persone che ci sta sopra...). Comunque il nostro volo sul Bombardier è stato corto, un paio d'ore (ah, niente gocce!)...e in effetti è andato benissimo. Nessuna turbolenza, l'aereo era silenzioso e comodo, insomma, avevo sottovalutato il piccolo CRJ-700... l'unico momento un po' strano è stato in atterraggio, quando io, che stavo nel posto centrale, guardando a destra vedevo il mare che si avvicinava...ho chiesto a Paolo "Dalla tua parte c'è la terra, vero?" e lui "No!". C'era acqua da tutte e due le parti e già mi sembrava di essere a una quota bassissima...in realtà è stata questione di pochissimo, poi un soffice carrello ha toccato la terra californiana.
TAPPA 8: SAN FRANCISCO-WASHINGTON: T-STORMS & ME
San Francisco è stata una scoperta bellissima. L'abbiamo girata in bicicletta, sfidando le colline e arrivando a vedere panorami incredibili, parchi a picco sull'Oceano, scogliere, il Golden Gate rosso contro il blu del mare e del cielo...wow!
Dopo 3 giorni, con un altro 757 della United, decolliamo alla volta di Washington. Il viaggio l'ho iniziato con addosso parecchia ansia, perchè non avevamo il posto assegnato e non siamo riusciti a farcelo assegnare nonostante fossimo arrivati al gate un secolo prima del decollo. Riassumendo, avevamo due posti sulla stessa fila ma distanti, i due centrali. Nessuno, assolutamente nessuno, ha voluto fare cambio. Finché non ho avuto una piccola crisi, perchè io purtroppo avevo bisogno di viaggiare vicino a Paolo. So che non cambia niente, ma per me era importante. Alla fine semi-piangendo ho convinto una signora che mi ha guardato malissimo e mi ha detto "Non capisco quale sia il suo problema ma ok, vado io...". Per fortuna...certo se avessi dovuto spiegarle qual era il mio problema ero ancora là... Proprio quel mattino avevo visto sui giornali il meteo: davano T-storms (non sapevo esattamente cosa fossero, ma non mi piacevano...) su tutta la fascia centrale degli Stati Uniti, da Nord a Sud, quindi bisognava passarci sopra per forza. Quello che non sapevo è che ci saremmo passati IN MEZZO, visto che le nuvole erano altissime. Passate le Montagne Rocciose coperte dalle nuvole (ma con poche turbolenze), è iniziata un'ora per me molto difficile. Le turbolenze sono state molto forti, a volte facevamo dei salti tali che mi veniva spontaneo tenermi al sedile davanti. Eravamo completamente in mezzo alle nuvole, non si vedeva nulla né sopra né sotto. Il comandante non ci ha detto mezza parola per tutta la durata del viaggio, ecco magari in quell'occasione mi sarebbe piaciuto che ci dicesse qualcosa di rassicurante...Si sono sedute anche le hostess, si sono zittiti tutti... Io continuavo a ripetere tra me e me le "vostre" lezioni: il comandante sa perfettamente dove sta andando, è solo questione di un po' di tempo e ne usciamo, l'aereo è una corazza e va dritto verso la sua meta, va dritto verso la sua meta...ma mi sono davvero spaventata. Volevo sapere da voi, che volate molto più di me, se eventi come questi sono rari o "normali"... Una cosa che ho notato: le ali non si flettevano praticamente per niente, nonostante vi assicuro che degli scossoni così non mi erano mai capitati, e non solo a me, visto che poi alla fine del volo si è creato un capannello di persone che parlava con gli assistenti di volo della turbolenza...
Comunque, di punto in bianco, così come era iniziato, il ballo è finito...sotto di noi ancora nuvole, ma sopra, finalmente, le stelle...ehm...ammetto che mi sono messa a piangere, per la tensione che si scioglieva...e il resto del viaggio è andato via liscio, e siamo atterrati a Washington Dulles in orario perfetto, come se niente fosse successo lassù...
TAPPA 9: WASHINGTON BALTIMORE - LONDRA HEATHROW - MILANO LINATE
Dopo 2 giorni alla scoperta della capitale, tra il Mall e tantissimi musei, il viaggio è finito purtroppo.. A Baltimore ci aspettava il 767 che ci avrebbe riportato a Londra, di nuovo British, di nuovo business. Avevo un po' di inquietudine visto il volo precedente, ma mi sono detta che comunque da quell'aereo ero scesa, e perfino in orario, e che quindi a maggior ragione anche questo volo sarebbe andato bene. Un po' ridicolo è stato il fatto che nonostante il Valium io non abbia mai dormito neanche un minuto. Per cui, dato che il volo era di notte,sono rimasta l'unica sveglia. Tutti stesi abbozzolati nella copertina, e io vigile tipo vedetta che guardavo dal finestrino le stelle, che mi son guardata 3 film, telefilm...Paolo mi chiama "la marmotta"...Il momento che vale il viaggio: ancora buio dietro di noi, stelle brillantissime, ma davanti, in fondo, inizia il chiarore dell'alba, che man mano si mangia la notte finché il sole sale all'orizzonte...uno splendore. Ho pensato in quel momento: Capisco che qualcuno nella vita possa anche decidere di fare il pilota!

Il volo Heathrow-Linate, in mezzo alla nebbia più totale, per me è stata una passeggiata, mi sono quasi rilassata!
A quel punto mi toccava solo arrivare a casa e iniziare a raccontare a tutti di questo meraviglioso viaggio, per me inimmaginabile fino a poco tempo fa.
Quando si riparte???!!