F104 WTD61: ultimo volo

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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da Aldus »

Almost Blue ha scritto: http://www.airplanedriver.net/study/f104.htm

(notare l'F-104G nella livrea natural metal dell'USAF, secondo me la più bella livrea da dare a un F-104).
Concordo.
Lo spillone metallizzato è favoloso, sa proprio...proprio...di F104. :D
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da richelieu »

Un altro Starfighter in livrea "metal finish" .....

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..... in questo caso un F-104B ..... proprio quello esposto a Le Bourget nel 1959 ..... sul quale andai a verificare se il bordo di entrata delle sue ali era veramente tagliente come veniva allora raccontato .....

:wink:
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da richelieu »

Il prototipo .....

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..... rigorosamente in "metal finish" .....

Notare le prese d'aria originali .....

8)
Ultima modifica di richelieu il 8 gennaio 2010, 23:31, modificato 2 volte in totale.
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da richelieu »

Cutaways .....

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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da richelieu »

Una domanda .....

..... i nostri piloti di F-104 hanno mai avuto in dotatione tute a pressione parziale per il volo ad alta quota tipo queste ? .....

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:?:
Ultima modifica di richelieu il 10 gennaio 2010, 23:35, modificato 1 volta in totale.
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da richelieu »

Un insolito trio .....

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:mrgreen:
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da Almost Blue »

Forse erano tute di volo con casco pressurizzate. L'attacco dell'ossigeno era nel casco invece che nella mascherina. Tutta la tuta era un secondo abitacolo credo. Con quei caschi non credo che si vedesse molto fuori ...
I pakistani come gli indiani hanno e avevano una grande varietà di modelli. Mig-19, F-104 e Mirage III non sarebbero una sovrapposizione inutile? O uno o l'altro, no? Chissà che confusione con i ricambi.
Gli indiani uguale: Hunter, Mig-21, Mig-23, Mig-27, Mig-25 ...
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da richelieu »

Per favore ..... datemi una spinta ..... :lol:

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http://en.wikipedia.org/wiki/ZEL

:shock:
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da 87Nemesis87 »

certo che ce ne vuole di fantasia eh... :shock:
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da richelieu »

87Nemesis87 ha scritto:certo che ce ne vuole di fantasia eh... :shock:
Guarda che a quei tempi il problema di poter lanciare in tempi rapidi gli aerei, nel caso le piste degli aeroporti fossero state gravemente danneggiate da un attacco di sorpresa, era assai sentito .....
..... e da entrambi i lati vennero compiute esperienze in tal senso .....







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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da 87Nemesis87 »

incredibile....ma come mai non lo fanno più con gli aerei attuali?
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da cabronte »

87Nemesis87 ha scritto:incredibile....ma come mai non lo fanno più con gli aerei attuali?
Per quale motivo lo dovrebbero fare :shock: ! Mica sono tutti dei missili! :wink: :lol:
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da richelieu »

87Nemesis87 ha scritto:incredibile....ma come mai non lo fanno più con gli aerei attuali?
Ora non se ne presenta più la necessità .....
..... ma, negli anni '60, uno dei principali timori era che, come ho già detto, le piste degli aeroporti della NATO venissero distrutte o seriamente danneggiate da attacchi a sorpresa .....
..... di qui un fiorire di progetti e prototipi di aerei a decollo verticale o cortissimo, sia da combattimento che da trasporto (concorsi NATO NBMR-3 per il caccia e NBMR-4 per l'aereo da trasposto) .....
..... per quanto riguarda il caccia, l'unico sopravvissuto fu il P.1127 ..... in arte "Harrier" .....
Anche l'industria nazionale partecipò a tali concorsi ..... e da quello per il trasporto V/STOL nacque il FIAT G-222 ..... poi C-27J .....

http://www.vtol.org/pdf/stov59.pdf

:wink:
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da 87Nemesis87 »

ho capito....grazie mille ^___^
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da Almost Blue »

E' un modo divertente di decollare, a razzo appunto, ma bisogna essere tedeschi per diventarne schiavi.
Non ci metto la mano sul fuoco, ma a vederlo così giurerei che questo era un metodo studiato per i caccia a razzo al tempo della croce uncinata.
Più che averne la "fantasia", io direi che bisogna esserci costretti.
Penso anch'io che fosse per non permettere al nemico di poter individuare le piste di decollo, ma allora era meglio mettere tutto su un camion, o meglio, su un grosso cingolato in modo da rendere il tutto mobile e in pratica inafferrabile da parte dell'avversario.
Il pilone centrale sotto la fusoliera dell' F-104 era anche quello dedicato all'attacco nucleare. Quella bomba che si vede non è una Mk-84, ma credo che sia il simulacro da esercitazione di una bomba nucleare B-43.
I sovietici avevano nell'Europa orientale un numero mostruoso di mezzi corazzati: circa 20.000 carri, riforniti ed armati di tutto punto nei loro rifugi; più un imponente schieramento d'artiglieria, che nella tradizione russa è da sempre l'arma suprema, che aveva già insegnato ai tedeschi ad andare a cercarsi altrove lo spazio vitale per il loro Reich millenario.
La Germania ovest era un paese "cuscinetto" tra l'Europa occidentale e l' "impero del male" a oriente. Gli italiani sarebbero stati temporanamente "schermati" dalle Alpi (che essendo montagne, sono un territorio difficile per i carriarmati) ed inoltre geograficamente rappresentavano un bersaglio secondario meridionale, temporaneamente tagliato fuori. I britannici sono storicamente protetti dal loro "Channel". Francesi e Spagnoli avrebbero potuto avere il tempo di reagire ad un'eventuale affondata sovietica verso ovest, i tedeschi NO e sarebbro stati sommersi dalla marea corazzata sovietica. Inoltre le piste di decollo avrebbero rappresentato il primo bersaglio per i bombardieri e soprattutto per gli agenti russi dormienti, infiltrati in Germania, che aspettavano l'ordine definitivo di Mosca per sabotarle.
Partendo dal principio che i carri armati nemici erano già alle porte e che le piste fossero inutilizzabili, bisognava pensare ad un sistema di decollo verticale che permettesse di fermare il fiume corazzato russo, inarrestabile con altri mezzi, con le bombe nucleari.
Gli F-100 e gli F-84F a Lakenheath, in Inghilterra, erano pronti e veloci 24 ore su 24, ma non lo sarebbero mai stati come gli F-104 tedeschi a decollo verticale.Curiosità: ma se il decollo è a razzo, il carrello abbassato a che serve?
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da richelieu »

..... ma allora era meglio mettere tutto su un camion, o meglio, su un grosso cingolato in modo da rendere il tutto mobile e in pratica inafferrabile da parte dell'avversario .....
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Infatti ..... il camion c'era .....
L'ordigno che si vede sotto l'ala sinistra dell'aereo è una "shape" T-63 (simulacro da addestramento dell'arma nucleare MK 7) .....
Nell'ultima foto, invece, esso è stato fatto scomparire mediante un'abile operazione di ritocco .....
Potenza della segretezza e della censura .....

:lol:
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da 87Nemesis87 »

Almost Blue ha scritto:.Curiosità: ma se il decollo è a razzo, il carrello abbassato a che serve?
secondo me perchè in questo modo se qualcosa andava male ( una insufficiente potenza del razzo, oppure uno spegnimento del razzo prima che si raggiungesse la velocità idonea di sostentamento, oppure lo spegnimento dei motori dell'aereo, oppure razzo non fissato bene e quindi si stacca dopo un po della partenza ecc..), almeno potevano azzardare un atterraggio di emergenza... :scratch:
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da richelieu »

..... Quella bomba che si vede non è una Mk-84, ma credo che sia il simulacro da esercitazione di una bomba nucleare B-43 .....
Direi piuttosto una TX 28EX (simulacro della MK 28EX) .....

..... vedasi alla pagina 7 del seguente PDF .....

http://www.3084adg.us/Nuclear%20Weapons%20Section.pdf

..... oppure .....

http://www.belcherbits.com/images/148conv/bb13inst.pdf

..... bomba che presenta una certa somiglianza con i serbatoi supplementari .....

.....
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da richelieu »

87Nemesis87 ha scritto:
Almost Blue ha scritto:.Curiosità: ma se il decollo è a razzo, il carrello abbassato a che serve?
secondo me perchè in questo modo se qualcosa andava male ( una insufficiente potenza del razzo, oppure uno spegnimento del razzo prima che si raggiungesse la velocità idonea di sostentamento, oppure lo spegnimento dei motori dell'aereo, oppure razzo non fissato bene e quindi si stacca dopo un po della partenza ecc..), almeno potevano azzardare un atterraggio di emergenza... :scratch:
O forse, più semplicemente, il carrello serviva per tenere l'aereo appoggiato sugli appositi supporti .....
..... quanto all'atterraggio in emergenza ..... se il lancio avveniva in una zona boscosa o accidentata ..... dove mai poteva andare ad atterrare ? .....

Comunque,questo sistema di lancio non è mai diventato operativo .....

.....
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da Aldus »

Certo che....ragazzi... voglio dire... ci voleva una gran bella potenza per far schizzare in un istante un aereo del genere con partenza da fermo. :shock:
Praticamente un'accelerazione da catapulta da portaerei, se non di più.
Chissà che mazzuolata si prendeva il pilota. :roll:

Immagino che il razzo fosse a combustibile solido, giusto?
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da richelieu »

Aldus ha scritto:
..... Immagino che il razzo fosse a combustibile solido, giusto? .....
Ovviamente .....
..... te l'immagini avessero dovuto usare un booster a propellenti liquidi ..... con tutti i problemi che avrebbe comportato .....

Immagine

..... in questa "gallery" lo si può vedere in dettaglio .....

http://www.b-domke.de/AviationImages/F104ZELL.html

:shock:
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da richelieu »

Aldus ha scritto:Certo che....ragazzi... voglio dire... ci voleva una gran bella potenza per far schizzare in un istante un aereo del genere con partenza da fermo. :shock:
Praticamente un'accelerazione da catapulta da portaerei, se non di più.
Chissà che mazzuolata si prendeva il pilota.
:roll:

Immagino che il razzo fosse a combustibile solido, giusto?
Sicuramente si sarà tenuto conto delle sperimentazioni effettuate parecchi anni prima dal Dottor Stapp .....

http://en.wikipedia.org/wiki/John_Stapp



..... ma queste sono informazioni che avevo già postato in passato ..... :mrgreen:

Immagine

Immagine
On 10 December 1954, Lt Colonel (Dr.) John P. Stapp received the nickname "The Fastest Man Alive" when he rode a rocket propelled test sled, Sonic Wind No. 1, to a speed of 632 miles per hour.
:wohow:
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da Aldus »

richelieu ha scritto:

..... ma queste sono informazioni che avevo già postato in passato ..... :mrgreen:
Mio dio, ma quest'uomo era un pazzo. :shock:
Oppure un incredibile eroe pronto a sacrificare la vita per la conoscienza.
Propongo per un mix di entrambi.
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da richelieu »

Aldus ha scritto:
richelieu ha scritto:

..... ma queste sono informazioni che avevo già postato in passato ..... :mrgreen:
Mio dio, ma quest'uomo era un pazzo. :shock:
Oppure un incredibile eroe pronto a sacrificare la vita per la conoscienza.
Propongo per un mix di entrambi.
Convengo .....
..... e ritengo che a lui, ma anche a tanti altri, che, grazie alla loro lucida follia, non disgiunta ad un considerevole spirito di sacrificio, hanno contribuito all'ampliamento delle frontiere nel settore della ricerca aerospaziale, debba essere tributata la nostra gratitudine ......

Vogliate scusarmi se sono caduto nella retorica .....

:oops:
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da FAS »

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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da Aldus »

richelieu ha scritto: Convengo .....
..... e ritengo che a lui, ma anche a tanti altri, che, grazie alla loro lucida follia, non disgiunta ad un considerevole spirito di sacrificio, hanno contribuito all'ampliamento delle frontiere nel settore della ricerca aerospaziale, debba essere tributata la nostra gratitudine ......
Hai descritto perfettamente il mio pensiero.
Non posso che quotare in toto. :wink:
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da Almost Blue »

Io sono più terra terra: qualunque animale cerca il piacere ed evita il dolore giusto ?
E allora quello lì, o gli hanno minacciato di morte la famiglia (perchè magari faceva lo spione), o aveva bisogno di soldi (e parecchi), oppure ci andava apposta perchè godeva a farsi male (o una combinazione varia di queste tre cose, a seconda dei gusti).

Il carrello estratto forse serviva per far posare le ruote sui supporti, in modo che l'aereo posasse su tre punti: sul razzo e sulle gambe del carrello principale.
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da richelieu »

..... E allora quello lì, o gli hanno minacciato di morte la famiglia (perchè magari faceva lo spione), o aveva bisogno di soldi (e parecchi), oppure ci andava apposta perchè godeva a farsi male (o una combinazione varia di queste tre cose, a seconda dei gusti) .....
..... della rinomata ditta "A pensar male ....."

=D> =D> =D> =D> =D>
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da Almost Blue »

A tu per tu con l' NF-104A: Chuck Yeager ed il volo ad alta quota (da "Vivere per volare").

Stavo volando a oltre Mach 2 quando accesi il razzo di coda, che aveva una spinta di 2.700 chilogrammi e bruciava una miscela per aviogetti di acqua ossigenata e cherosene.
Stavo salendo con un ripido angolo di settanta gradi, e superavo fischiettando i 18.000 metri, quando il post-bruciatore si spense per la mancanza di ossigeno.
Fin qui tutto previsto.
Avevo poi stabilito di entrare in una leggera picchiata per consentire alle palette del motore, azionate dal flusso dell' aria, di girare e di raggiungere un numero di giri sufficiente a consentirne la ri-accensione nell'atmosfera più densa delle quote inferiori, a 12.000 metri circa.
Cosi spensi il motore e lasciai che il razzo mi portasse alla quota massima.
Dovevo controllare la temperatura dell'ugello di scarico, perchè anche a motore spento si sarebbe riscaldato a causa dell'angolo di salita particolarmente elevato.
Raggiunsi la quota massima di 31.200 metri.
L 'aereo completò la sua lunga traiettoria ad arco, quindi prese a cadere.
Ma appena l'angolo d'incidenza raggiunse i ventotto gradi, ecco il pitch.up.
Era già successo durante il volo del mattino, e per interrompere il fenomeno avevo usato i piccoli razzi direzionali del muso spingendo quest 'ultimo in giù senza alcun problema.
Ora, invece, quei maledetti razzi non ebbero nessun effetto.
Continuai a lasciare aperti gli sfiatatoi dell'acqua ossigenata, consumandola tutta nel tentativo di abbassare il muso, ma fu inutile.
Quel maledetto muso restava puntato in alto, finchè l'aereo cadde di piatto ed entro in vite.
Scendevo in vite come un disco su un fonografo; ma non potevo picchiare leggermente per far scorrere l'aria attraverso la turbina del motore,e il numero dei giri per minuto andava riducendosi al minimo.
Mancava la pressione idraulica fornita dal motore, avendolo io rallentato, finchè andò in bloccò a diecimila metri circa.
Avevo ormai perduto ogni speranza.
Più tardi avremmo appreso dal registratore di volo che prima di schiantarsi nel deserto l'aereo aveva compiuto quattordici giri di vite piatta da 31.200 metri.
Rimasi a bordo per tredici giri, poi tirai la maniglia d'espulsione.
Detestavo perdere un velivolo tanto costoso, ma non avevo alternative.
Tirata la maniglia d'espulsione, la mia tuta pressurizzata si gonfiò e la carica del razzo posta sotto il seggiolino sparò verso l'alto me e lui a centocinquanta chilometri all'ora.
Un congegno automatico mi slacciò la cintura di sicurezza e contemporaneamente sganciò dal seggiolino l'anello del paracadute.
Un 'altra piccola carica mi scaraventò fuori dal seggiolino.
Cominciai a cadere accelerando; rotolavo a testa in giù verso terra quando vidi quel maledetto seggiolino che rotolava accanto a me impigliandosi nelle funi del paracadute.
La carica del razzo aveva appiccato un piccolo incendio allo schienale, che bruciava ancora e che a sua volta stava appiccando il fuoco alle funi.
Cristo, proprio cosi.
Il paracadute si aprì con uno scrollone ma io sudavo freddo, avevo paura che le funi si fossero completamente bruciate.
Aprendosi, il paracadute si liberò del seggiolino e io tirai il fiato, ma subito ricevetti un colpo in faccia.
Mi aveva colpito il tubo di scarico arroventato del razzo.
Persi le forze e il coraggio.
Il colpo fu cosi forte che non riuscivo più a connettere ne a capire che cosa stesse succedendo.
Mi fu strappato via il frontale del casco e vidi le stelle.
Improvvisamente, un ruggito.
Il materiale incendiato del sedile aveva dato fuoco alla guarnizione di gomma del casco che, a contatto con l'ossigeno puro, divampò come una torcia.
Avevo la testa avvolta dalle fiamme e dal fumo.
Non potevo respirare.
Non riuscivo a vedere dall'occhio sinistro, colpito dal seggiolino.
Stavo morendo asfissiato dal fumo, e boccheggiavo per riuscire a respirare.
Infilai la mano nel casco attraverso l'apertura in cui una volta si trovava il frontale, cercando di raccogliere l'aria per respirarla.
La mano guantata prese fuoco.
Pensai: "Un bel modo di crepare!"
Ero ancora collegato alla bomboletta d'ossigeno d'emergenza, che alimentava le fiamme.
D'istinto alzai la visiera di quello che restava del mio casco, provocando automaticamente la chiusura dell'ossigeno.
Ero molto vicino a terra e dal casco uscivano ancora fiamme, fumo e morchia.
Sbattei duramente contro il terreno.
Sentivo Andy che mi sorvolava a bassa quota, e al secondo passaggio riuscii a fargli segno col braccio.
Poi mi alzai e mi tolsi l'imbracatura del paracadute, liberandomi dalle funi bruciacchiate con le mani nude.
Spinsi i pulsanti di rilascio del collare che collegava la tuta pressurizzata al casco, e facendolo ruotare me lo tolsi.
E’ letteralmente impossibile raggiungere e sganciare da soli quei nottolini;
come diavolo ci sia riuscito, ancora non lo so.
Ricordo di aver guardato il casco con l 'unico occhio buono che mi restava e mi sembrò di essere di nuovo in guerra.
Era coperto di sangue, bruciato e pesto.
Stavo lì in piedi nel deserto, intontito, il casco agganciato sotto il braccio, la mano che mi faceva tanto male da sentirmi svenire.
La faccia, invece, non mi doleva.
Vidi correre verso di me un giovane; ero caduto a un paio di chilometri dalla strada numero sei, che collega Bishop col Mojave, e quel ragazzo mi aveva visto atterrare col paracadute, aveva fermato il camioncino e era venuto a offrire aiuto.
Mi guardò e si girò dall'altra parte.
La mia faccia sembrava carne carbonizzata.
Gli domandai se avesse un coltello.
Tirò fuori un temperino, apri la lama e me lo porse.
Gli spiegai: "Devo fare qualcosa alla mano. Non resisto oltre.
Usai il temperino per tagliare il guanto foderato di gomma, ma vennero via anche due dita bruciate.
Il ragazzo vomitò.
Poi arrivò l'elicottero.
Ricordo che gli infermieri mi corsero incontro.
Domandai: "Potete fare qualcosa per la mia mano? Mi sembra di morire".
Mi fecero un'iniezione di morfina attraverso la tuta pressurizzata.
Non potevano togliermi la tuta perchè dovevano aprire la lampo per tutta la lunghezza, poi dovevo fare
passare la testa fuori dal collare metallico ad anello, ma la mia faccia era in condizioni talmente penose che non ne ebbero il coraggio.
In ospedale, fecero intervenire i pompieri per tentare di tagliare il collare con le cesoie.
Finchè mi venne in mente una cosa: "Cercate la sega, è nella tasca destra della mia tuta".
Era una piccola sega a nastro che terminava con due anelli;
la portavo sempre con me anche durante le gite in montagna, e in men che non si dica tagliarono quel collare.
Sotto l'effetto della morfina, cominciai ad assopirmi, solo a metà consapevole della presenza di Glennis, ma Stan Bear, il medico della base, continuava a scuotermi per tenermi sveglio.
Stava sondando attraverso il sangue disseccato sopra l'occhio sinistro, dove mi ero fatto un taglio profondo.
Il sangue era stato per cosi dire vetrificato dal calore dell'incendio e Doc continuava a frugarci dentro, chiedendomi se riuscissi a veder qualcosa.
Dissi di no.
Lo sentii mormorare: "Cristo, temo che lo abbia perso".
Ma improvvisamente vidi un raggio di luce attraverso un forellino.
Avvertii subito Doc, che sorrise: "Il sangue disseccato ti ha salvato la vista, amico".
Finalmente mi diede il permesso di svenire.
Mi misero una flebo; il giorno dopo ero cosi intontito che caddi addormentato nel bel mezzo di una frase mentre tentavo di raccontare al generale Branch che cosa mi fosse successo.
Vennero a trovarmi Glennis, Andy, Bob Hoover e il pilota collaudatore Tony Le Vier, ma io si e no me ne rendevo conto.
Continuavano a somministrarmi analgesici.
Passarono vari giorni prima che mi accorgessi di quanto ero mal ridotto.
La faccia era gonfia come un melone e abbrustolita da quella specie di fiamma ossidrica.
Il vecchio Stan Bear venne a sedersi accanto a me.
"Bene, Chuck, ho da darti qualche buona notizia e qualche altra cattiva.
Cominciamo con le buone: i polmoni non hanno subito danni permanenti e anche l'occhio sembra star bene.
Io, però, dovrò farti male, tanto quanto non ne hai mai provato in tutta la vita, per impedire che tu rimanga sfigurato per sempre.
E dovrò farlo ogni quattro giorni".
Rimasi all'ospedale un mese e ogni quattro giorni Doc mi grattava via la crosta che si stava formando, partendo dal centro della faccia e del collo.
Era una nuova tecnica messa a punto per evitare che si formassero orribili cicatrici incrociate mentre la pelle cresceva sotto la crosta.
Funzionò benissimo.
Mi sono rimaste soltanto poche cicatrici sul collo, ma la faccia è guarita ed è rimasta perfettamente liscia.
Tuttavia non avevo mai provato un dolore simile.
Alla fine di tutto, però, avevo perduto soltanto la punta di due dita: tutto sommato, un prezzo abbastanza equo.
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richelieu
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Re: F104 WTD61: ultimo volo

Messaggio da richelieu »

..... "Vivere per volare" .....
Quel libro l'ho sempre cercato ma non sono mai riuscito a trovarlo ..... :(

Mi pare sia stato pubblicato in Italia nella seconda metà degli anni '80 da Longanesi .....

:(
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