La città dorme, qualcuno a piedi cammina veloce, non so se rientra o esce da casa, durante il tragitto fino ad Otopeni incontriamo pochissime auto, da contarle sulle dita di una mano. In aeroporto,

come prima cosa, ti fanno il controllo radiogeno del bagagli, poi sei ammesso ai banchi check-in. Mi piace come sistema. Gli addetti chiedono chi spedisce il bagaglio, sono solo io… me lo porto appresso. Lungo il percorso fino al gate compaiono tante piccole boutique, una recita “Cravatte italiane, produzione propria”… mi vengono in mente le mozzarelle di bufala, e sorrido.. poco più avanti c’è il ristorante “Leonardo”, col faccione celebre che campeggia su di un display luminoso. Inizia a piovere, entriamo in aereo e dopo il solito rituale, inizia l’imbarco passeggeri. Le informazioni di scalo ci danno 6 C/C e 83 Y/C. Il catering è del tipo “andata e ritorno”, cioè imbarcato dall’Italia in base ai prenotati… ma abbiamo 6 passeggeri in più rispetto ai pasti… chi saranno quelli “no meal”? E soprattutto è stato detto loro? Lo scalo se ne lava le mani, imbarca tutti e preme per farci sbloccare, nonostante le nostre richieste di identificare i passeggeri senza pasto. Ma è tutto inutile. Partiamo, e che ce la mandino buona. E una buona ce l’hanno mandata, una ragazza bellissima seduta al primo posto di business, occhi cerulei, capelli biondi con riflessi oro, un vestito bianco con una gonna che definire mini è esagerato… accompagnata dal “cumenda” di turno.
Controllo cabina, in C/C c’è qualcuno di troppo…

ooops, i soliti che confondono il numero di posto col gate di imbarco… è una storia vecchia, ma un sorriso e un invito ad occupare il posto giusto risolvono il tutto.
Eseguo la dimostrazione di sicurezza, molti sono attenti… una bimba piccola si diverte guardando il mio “balletto”… le faccio un paio di smorfiette, ride. Scherzo con lei mentre indosso il giubbetto giallo… il colore le piace, rimane estasiata a guardarlo. La sua cintura è stretta, chiede alla madre di slacciarla… la madre glielo nega, forse un po’ troppo bruscamente… mi avvicino, suggerisco di allentarla un po’, almeno fino al decollo. La madre acconsente, la bimba ride. E’ una bambina solare, ha una risata contagiosa… viene voglia di essere papà

Ok, si parte… una volta in volo prepariamo la colazione.. e che ci sarà di buono? Eccolo… il lunch box,
con un dolcino di contorno.


In tre facciamo presto, io distribuisco i pasti e gli altri danno da bere… appena finito, preparo il caffé e inizio a passarlo, mentre il collega va col the e il responsabile comincia a controllare il carrello delle vendite.
Finito il giro con le bevande calde, recuperiamo il carrello waste per ritirare le scatole… e qui viene il bello… i passeggeri fanno di tutto con quello che avanza… sculture irripetibili, di cui andrebbe fiero persino Dalì, il quale sarebbe tentato a rivendicarne la paternità.

A metà del servizio sento puzza di fumo di sigaretta… allerto il collega responsabile che si avvicina al bagno mentre ne esce una ragazza rumena che furtivamente va a sedersi… l’odore che emana è inequivocabile. La bracchiamo in due, e la riportiamo alla toilette, cercando di capire dove avesse buttato il mozzicone acceso… lei prima nega, poi schiacciata dall’evidenza ci dice di averlo buttato nel water. Lavatona di testa, e ritorna a posto… ma dubito abbia capito perché.

Finiamo il servizio dopo le bevande calde, rimettiamo in ordine il galley e stavolta la colazione la facciamo noi….

Il volo è lungo, i secondi passano lentissimi…. dopo il servizio la quasi totalità dei nostri ospiti dorme… le due e passa ore di volo sono quasi al giro di boa. Passeggiare in cabina mi aiuta a stare sveglio, così come andare a salutare i piloti. Arriva il tempo della discesa, e dell’atterraggio… ci prepariamo ad una fresca boccata d’aria milanese.
Una volta a terra, sbarcati tutti, recuperiamo le nostre cose e andiamo al CBC… caffè, chiacchiera con qualche collega, salutiamo “la capa” e incontriamo il collega che verrà a Lametia… una collega, volto noto.
MXP-SUF
E siamo di nuovo in moto… controlli di sicurezza al CBC, raccattiamo le valigie e ce le portiamo a bordo… l’aeroplano è in un parcheggio esterno, prendiamo possesso e controlliamo il suo stato. Le dotazioni di emergenza sono ok, ma controllando la cabina mi accorgo di un finestrino rotto…

lo comunico, arriva il tecnico e bolla i due posti come “inoperativi”.

Il volo in prenotazioni risulta pieno, 3 minori non accompagnati, 8 “wheel-chair”, 4 infant… speriamo non dover lasciare qualcuno a terra. Ok all’imbarco, arrivano subito le famiglie con gli infant… e subito mi tocca cambiarne di posto uno, non possono stare sulla stessa sezione di fila.. uno si, due no. Le 8 assistenze salgono dalle scale, sembra una lenta processione in cabina… intanto una mamma allatta il suo bimbo, in barba a tutto e tutti quelli che ci sono intorno… scelte. Gli altri passeggeri si fanno attendere, arriveranno con tre giri di autobus. Soliti problemi con i bagagli, riusciamo a sistemare tutto. Alla fine resteranno vuoti solo i due posti “inoperativi”… pelo pelo. Una giovane coppia americana scambia i braccioli della poltrona anteriore per dei poggiapiedi… prima rimediano un’occhiataccia, poi, dato che errare è umano, ma perseverare diabolico, si mettono in condizione di essere ripresi… e li riprendo, spiegando loro che sono “arm-rest” cioè letteralmente “riposa braccia” e non “foot-rest”, “riposa piedi”. Capiscono l’antifona. Un simpatico e arzillo signore, con problemi di voce derivanti da un evidente intervento alla gola, mi strizza l’occhio… sarà il passeggero più simpatico di tutto il volo. Il rito si compie ancora una volta… briefing di sicurezza, lo facciamo tutti e tre quando l’aereo è pieno, controllo cabina e via. Non vedo l’ora di essere arrivato, sono appena le 10 ma mi sembrano le 3 di pomeriggio. Un’oretta e venti e ci siamo… La discesa è un po’ agitata, ma liscia… l’aeroporto di Sant’Eufemia fa capolino da un finestrino mentre viriamo per allinearci alla pista… toccata, rullaggio e arresto dell’aereo… i passeggeri sbarcano da entrambe le porte, ma non è finita, ci sono le assistenze ancora a bordo… i 3 minori vengono presi in custodia dallo scalo, le 8 “sedie” lentamente lasciano l’aereo,

le famiglie con gli infant recuperano i loro passeggini sottobordo e sistemano la prole. E mentre la squadra delle pulizie sale, noi scendiamo, trascinando i nostri bagagli sulla rampa di accesso al terminal… una domanda mi viene… perché è in salita ?!?

SOSTA SUF
La giornata è calda, ma non tanto… s’è appena scatenato un temporale di quelli estivi, l’aria è frizzante. Il pulmino che ci porta in aeroporto è parcheggiato poco lontano, ci vede e si avvicina… saliamo, ci aspetta una mezz’oretta di strada, anzi di autostrada… formalmente, di fatto è un cantiere… cambi di carreggiata, rappezzature di asfalto, gimcane… ma ringraziamo i cellulari e gli mp3 che ci aiutano a far passare il tempo. Ancora qualche curva, alcuni tornanti, fino all’albergo… la vista è mozzafiato, andando verso Vibo Valentia c’è uno scorcio fantastico della costa. Arriviamo al “501”, chiamato così in onore della vetturetta della FIAT

e prendiamo le chiavi delle stanze…

è quasi l’una, ma mi sembra pomeriggio inoltrato. Appuntamento a pranzo, il tempo di sciacquarsi e cambiarsi, e si mangia! Il ristorante è accogliente, in sottofondo musica da camera, camerieri cortesi… ci riconoscono, e ci consigliano i piatti del giorno… il mio sguardo cade sul menù alla voce “tagliata di spada salmonato al pepe rosa” e contorno di fagottini di melanzane ripiene di prosciutto e formaggio… la scelta si rivela ottima. A tavola è bello spaziare tra vari argomenti, soprattutto quando c’è l’intero equipaggio e non si parla di aerei.. si conversa piacevolmente… del resto, a tavola non si invecchia! Ma la stanchezza e “l’abbioco” post-prandiale prende il sopravvento… si rientra in camera, per dormicchiare e recuperare il sonno perso nella sveglia antelucana.
Il pomeriggio trascorre tra un film e una passeggiata… “ed è subito sera”… arriva l’ora di cena… e ci si rivede a tavola… oggi siamo fortunati, due pasti caldi. Resto sul pesce, provo il medaglioni di spada con cipolla di Tropea e pinoli.. ottimo, e leggero, in previsione della sveglia che precederà il primo albore di domani.