incidente a San marino
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incidente a San marino
(AGI) - San Marino, 11 giu. - Un aereo da turismo con a bordo due persone, rimaste ferite, e' finito fuori pista incendiandosi. Il velivolo era appena atterrato all'aerodromo Torraccia di San Marino ma forse per un problema all'impianto frenante e' finito contro un terrapieno, incendiandosi. Il velivolo e' un aereo-scuola quadriposto Cessna 172 della societa' Flyng Work basata sull'aeroporto di Fano ed aveva ai comandi il pilota istruttore Pietro Daghetti, con a fianco un altro allievo istruttore. In fase di atterraggio, complice anche una componente di vento in coda al velivolo, l'aereo non si e' fermato entro la pista ma ha proseguito la sua corsa fino ad urtare un terrapieno prendendo fuoco.I piloti, leggermente feriti, hanno abbandonato l'aereo e vani sono stati i tentativi, da parte dei mezzi antincendio dell'aeroclub, di spegnere le fiamme che hanno completamente distrutto il velivolo. Dalle prime dichiarazioni del pilota, che peraltro ha una notevole esperienza di volo, pare che si sia riscontrata un'avaria nell'impianto frenante del velivolo. E' gia' stata aperta un'inchiesta da parte dell'Autorita' sammarinese per l'aviazione civile ed una sara' effettuata nei prossimi giorni dall'Agenzia Nazionale italiana per la sicurezza del volo, visto che e' coinvolto un velivolo di marche italiane. La pista e' momentaneamente chiusa per consentire tutti i rilievi del caso. (AGI) Mir
qui ci sono le foto
http://www.romagnanoi.it/foto/182733/At ... trutto.asp
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Re: incidente a San marino
Auguri all'amico Pietro!beccalossi10 ha scritto:(AGI) - San Marino, 11 giu. - Un aereo da turismo con a bordo due persone, rimaste ferite, e' finito fuori pista incendiandosi. Il velivolo era appena atterrato all'aerodromo Torraccia di San Marino ma forse per un problema all'impianto frenante e' finito contro un terrapieno, incendiandosi. Il velivolo e' un aereo-scuola quadriposto Cessna 172 della societa' Flyng Work basata sull'aeroporto di Fano ed aveva ai comandi il pilota istruttore Pietro Daghetti, con a fianco un altro allievo istruttore. In fase di atterraggio, complice anche una componente di vento in coda al velivolo, l'aereo non si e' fermato entro la pista ma ha proseguito la sua corsa fino ad urtare un terrapieno prendendo fuoco.I piloti, leggermente feriti, hanno abbandonato l'aereo e vani sono stati i tentativi, da parte dei mezzi antincendio dell'aeroclub, di spegnere le fiamme che hanno completamente distrutto il velivolo. Dalle prime dichiarazioni del pilota, che peraltro ha una notevole esperienza di volo, pare che si sia riscontrata un'avaria nell'impianto frenante del velivolo. E' gia' stata aperta un'inchiesta da parte dell'Autorita' sammarinese per l'aviazione civile ed una sara' effettuata nei prossimi giorni dall'Agenzia Nazionale italiana per la sicurezza del volo, visto che e' coinvolto un velivolo di marche italiane. La pista e' momentaneamente chiusa per consentire tutti i rilievi del caso. (AGI) Mir
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Re: incidente a San marino
Domanda stupida: dopo aver constatato all'atterraggio che i freni non funzionavano bene o non funzionavano del tutto (se poi il problema è quello), non conveniva riattaccare subito e poi dirigersi (previo permesso per emergenza freni) al vicino aeroporto Rimini che dista 10 km dalla Torraccia, e atterrare lì?
Non per altro, ma la pista del Torraccia è miserina, è lunga solo 500 metri (l'ho misurata con google), contro i 3000 metri della pista di Rimini.
I "sei volte tanto" della pista di Rimini avrebbero teoricamente garantito un atterraggio sicuro al cessnino privo di freni, per cui (sempre in teoria) nessun danno nè per i piloti, nè per l'aereo (che ora invece, ahimè, è andato completamente distrutto).
Ma è facile dire queste cose col senno di poi.
La cosa più importante in ogni caso è che nessuno ci abbia lasciato la pelle.
Questo è quello che conta alla fine di tutto.
Auguri di pronta guarigione ai due piloti dell'Aeroclub San Marino.
Non per altro, ma la pista del Torraccia è miserina, è lunga solo 500 metri (l'ho misurata con google), contro i 3000 metri della pista di Rimini.
I "sei volte tanto" della pista di Rimini avrebbero teoricamente garantito un atterraggio sicuro al cessnino privo di freni, per cui (sempre in teoria) nessun danno nè per i piloti, nè per l'aereo (che ora invece, ahimè, è andato completamente distrutto).

Ma è facile dire queste cose col senno di poi.

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Re: incidente a San marino
Auguri di pronta guarigione!
In ogni caso una avaria ai freni di un 172 è veramente una rarità..
In ogni caso una avaria ai freni di un 172 è veramente una rarità..
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Re: incidente a San marino
sigmet ha scritto:
Auguri all'amico Pietro!
Concordo!

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Re: incidente a San marino
La tua non è affatto una domanda stupida. Scicuramente potrebbe essere un motivo di riflessione per un tipo di addestramento per affrontare avarie alle quali non si è abituati proprio per la rarità con la quale si verificano. Complimenti.Aldus ha scritto:Domanda stupida: dopo aver constatato all'atterraggio che i freni non funzionavano bene o non funzionavano del tutto (se poi il problema è quello), non conveniva riattaccare subito e poi dirigersi (previo permesso per emergenza freni) al vicino aeroporto Rimini che dista 10 km dalla Torraccia, e atterrare lì?
Non per altro, ma la pista del Torraccia è miserina, è lunga solo 500 metri (l'ho misurata con google), contro i 3000 metri della pista di Rimini.
I "sei volte tanto" della pista di Rimini avrebbero teoricamente garantito un atterraggio sicuro al cessnino privo di freni, per cui (sempre in teoria) nessun danno nè per i piloti, nè per l'aereo (che ora invece, ahimè, è andato completamente distrutto).![]()
Ma è facile dire queste cose col senno di poi.![]()
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Re: incidente a San marino
Considerando l'esigua lunghezza della pista, tentare una riattaccata dopo che è cominciata la decelerazione non è cosa facile, perché non è detto che ci sia abbastanza pista per sollevare l'aereo e superare eventuali ostacoli. Soprattutto se c'era il vento in coda.Aldus ha scritto:Domanda stupida: dopo aver constatato all'atterraggio che i freni non funzionavano bene o non funzionavano del tutto (se poi il problema è quello), non conveniva riattaccare subito e poi dirigersi (previo permesso per emergenza freni) al vicino aeroporto Rimini che dista 10 km dalla Torraccia, e atterrare lì?
Non per altro, ma la pista del Torraccia è miserina, è lunga solo 500 metri (l'ho misurata con google), contro i 3000 metri della pista di Rimini.
I "sei volte tanto" della pista di Rimini avrebbero teoricamente garantito un atterraggio sicuro al cessnino privo di freni, per cui (sempre in teoria) nessun danno nè per i piloti, nè per l'aereo (che ora invece, ahimè, è andato completamente distrutto).
Inoltre, avere la prontezza di riconoscere l'avaria, capire che l'aereo non si fermerà in tempo,decidere una riattaccata ed eseguirla con l'aereo già a terra richiede sangue freddo e molto, molto addestramento alla riattaccata. Come dice Tartan, sarà motivo di riflessione per perfezionare un addestramento volto a superare la "barriera psicologica" che molti piloti di AG soffrono nei confronti delle riattaccate precauzionali
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Re: incidente a San marino
Meno male che , a parte la perdita del mezzo, non è accaduto nulla di grave.
Cercando informazioni su internet sono rimasto colpito dal curriculum dell'istruttore Pietro Daghetti, che ha avuto il comando del 23° gruppo di volo a Rimini ,ha pilotato lo "spillone " F104, ha fatto il pilota civile con gli MD80 , e quindi ha le massime competenze , conoscenze dei luoghi e del meteo locale.
Il vento nella mattinata di ieri era in prevalenza da S -SE , ma la zona dell aeroclub Torraccia è praticamente su di un crinale in cui i venti da sud ( il Garbino) hanno componenti verticali imprevedibili e raffiche piuttosto turbolente .
questi sono i valori di ieri della direzione :

Il Garbino scendendo dal monte Carpegna urta contro il versante sud ovest parallelo alla pista, e genera forti turbolenze e salti di direzione del vento.
Le case del posto sono tipiche perchè hanno le tegole assicurate con pesi, oppure con listelli avvitati in funzione antivento.
La pista ha una conformazione particolare: all'estremità sud ha una scarpata ripida, (45° di pendenza) mentre all'estremità verso nord la pista termina contro il versante una collina , dove appunto l'aereo ha impattato e si è incendiato.
Non so se l'area sia veramente idonea per un campo di volo.
Cercando informazioni su internet sono rimasto colpito dal curriculum dell'istruttore Pietro Daghetti, che ha avuto il comando del 23° gruppo di volo a Rimini ,ha pilotato lo "spillone " F104, ha fatto il pilota civile con gli MD80 , e quindi ha le massime competenze , conoscenze dei luoghi e del meteo locale.
Il vento nella mattinata di ieri era in prevalenza da S -SE , ma la zona dell aeroclub Torraccia è praticamente su di un crinale in cui i venti da sud ( il Garbino) hanno componenti verticali imprevedibili e raffiche piuttosto turbolente .
questi sono i valori di ieri della direzione :
Il Garbino scendendo dal monte Carpegna urta contro il versante sud ovest parallelo alla pista, e genera forti turbolenze e salti di direzione del vento.
Le case del posto sono tipiche perchè hanno le tegole assicurate con pesi, oppure con listelli avvitati in funzione antivento.
La pista ha una conformazione particolare: all'estremità sud ha una scarpata ripida, (45° di pendenza) mentre all'estremità verso nord la pista termina contro il versante una collina , dove appunto l'aereo ha impattato e si è incendiato.
Non so se l'area sia veramente idonea per un campo di volo.
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Re: incidente a San marino
Outermarker ha scritto: Considerando l'esigua lunghezza della pista, tentare una riattaccata dopo che è cominciata la decelerazione non è cosa facile, perché non è detto che ci sia abbastanza pista per sollevare l'aereo e superare eventuali ostacoli. Soprattutto se c'era il vento in coda.
Giusto!
E da quando ti accorgi di non avere i freni come fai a sapere se la pista ti basta per riattaccare?Outermarker ha scritto:Inoltre, avere la prontezza di riconoscere l'avaria, capire che l'aereo non si fermerà in tempo,decidere una riattaccata ed eseguirla con l'aereo già a terra richiede sangue freddo e molto, molto addestramento alla riattaccata. Come dice Tartan, sarà motivo di riflessione per perfezionare un addestramento volto a superare la "barriera psicologica" che molti piloti di AG soffrono nei confronti delle riattaccate precauzionali
Sei sicuro che in questo caso sia questione di addestramento?

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.
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Re: incidente a San marino
La Torraccia e' da naso pure con un ultraleggero, con un 172 ci stai a pelo e poco contano i freni su un fondo erboso
- flyingbrandon
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Re: incidente a San marino
se non ti funzionano contano poco....se funzionano contano parecchio....giangia ha scritto:La Torraccia e' da naso pure con un ultraleggero, con un 172 ci stai a pelo e poco contano i freni su un fondo erboso
The ONLY time you have too much fuel is when you're on fire.
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Re: incidente a San marino
Beh in effetti la riattaccata dopo che hai cominciato a frenare non è una procedura "standard"...sigmet ha scritto:E da quando ti accorgi di non avere i freni come fai a sapere se la pista ti basta per riattaccare?Outermarker ha scritto:Inoltre, avere la prontezza di riconoscere l'avaria, capire che l'aereo non si fermerà in tempo,decidere una riattaccata ed eseguirla con l'aereo già a terra richiede sangue freddo e molto, molto addestramento alla riattaccata. Come dice Tartan, sarà motivo di riflessione per perfezionare un addestramento volto a superare la "barriera psicologica" che molti piloti di AG soffrono nei confronti delle riattaccate precauzionali
Sei sicuro che in questo caso sia questione di addestramento?

Ma con pista corta, tutti i flap fuori, vento in coda e ostacoli in fondo, per quanto il pilota si accorga precocemente del problema, una riattaccata potrebbe non essere più efficace, a quel punto.
Il mio riferimento all'addestramento alla riattaccata si riferisce a quel fenomeno psicologico per cui molti piloti devono "atterrare a tutti i costi", che solo l'addestramento riesce a guarire.
Però in effetti la situazione che stiamo analizzando è piuttosto... 'estrema'.
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Re: incidente a San marino
Sull' erba e superfice sconnessa con le ruotine di un 172?!flyingbrandon ha scritto:se non ti funzionano contano poco....se funzionano contano parecchio....giangia ha scritto:La Torraccia e' da naso pure con un ultraleggero, con un 172 ci stai a pelo e poco contano i freni su un fondo erboso
per accorciare la corsa di quei 10 mt tali da non impattare a fondo pista probabilmente si...
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Re: incidente a San marino
Il problema è che i tempi di reazione necessari per decidere di ridecollare, dare tutta manetta e sollevare i flaps in posizione di decollo è troppo lunga, e nessuno garantisce che la pista rimanente sia sufficente per poter staccare, tantomeno superare eventuali ostacoli oltre la soglia opposta. Ho sentito già di un paio di casi in cui, seguito di un atterraggio lungo, si è cercati di ridecollare finendo oltre la pista.
Personalmente non tenterei una simile manovra, specialmente se su una pista corta. Avendo 2000 metri di pista forse si può provare, altrimenti non ci penserei nemmeno. Se i freni non vanno, tagli il motore e ti prepari all'impatto cercando di renderlo il meno violento possibile nei limiti della situazione. Purtroppo in questi casi c'è poco da fare.
Son contento che sia andato bene per i due piloti, auguri di pronta guarigione
Personalmente non tenterei una simile manovra, specialmente se su una pista corta. Avendo 2000 metri di pista forse si può provare, altrimenti non ci penserei nemmeno. Se i freni non vanno, tagli il motore e ti prepari all'impatto cercando di renderlo il meno violento possibile nei limiti della situazione. Purtroppo in questi casi c'è poco da fare.
Son contento che sia andato bene per i due piloti, auguri di pronta guarigione

- flyingbrandon
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Re: incidente a San marino
eh...dici poco!giangia ha scritto:Sull' erba e superfice sconnessa con le ruotine di un 172?!flyingbrandon ha scritto:se non ti funzionano contano poco....se funzionano contano parecchio....giangia ha scritto:La Torraccia e' da naso pure con un ultraleggero, con un 172 ci stai a pelo e poco contano i freni su un fondo erboso
per accorciare la corsa di quei 10 mt tali da non impattare a fondo pista probabilmente si...
Comunque anche sull'erba se freni....freni...su piste corte la differenza dei freni la senti....
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Re: incidente a San marino
Mo la sparo però è una curiosità. Siccome nelle eliche il revers è dato da un calletamento negativo, per gli aerei a passo variabile non sarebbe possibile implementare questa funzione ad esempio su un 172?
Sai che figata
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Re: incidente a San marino
I 172 ,tranne l'RG, non sono a passo fisso?AirGek ha scritto:Mo la sparo però è una curiosità. Siccome nelle eliche il revers è dato da un calletamento negativo, per gli aerei a passo variabile non sarebbe possibile implementare questa funzione ad esempio su un 172?
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Re: incidente a San marino
Penso di si, appunto un 172RG con reverser non sarebbe possibile?sigmet ha scritto:I 172 ,tranne l'RG, non sono a passo fisso?AirGek ha scritto:Mo la sparo però è una curiosità. Siccome nelle eliche il revers è dato da un calletamento negativo, per gli aerei a passo variabile non sarebbe possibile implementare questa funzione ad esempio su un 172?
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Re: incidente a San marino
Ce l'hanno i turboprop e i vecchi liners a pistoni, ma su un 172 onestamente non ne vedo l'utilità. Credo si potrebbe fare ma sono convinto che se non l'hanno fatto in 50 anni di sviluppo del modello un motivo ci sarà 

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Re: incidente a San marino
Dotare un aereo a pistoni (anche VP) di un impianto di reverse ha un costo (sia iniziale sia soprattutto di manutenzione) e ha un impatto sui pesi che, qualora l'aereo non sia stato pensato per operazioni STOL non ha senso affrontare.
Un augurio di pronta guarigione ai piloti coinvolti nell'incidente.
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Luca
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Re: incidente a San marino
ci sono aggiornamenti sull'indagine tecnica relativa a questo fatto?