Sono esperienze assai diverse, con alcuni punti di contatto certamente, ma diverse.
La realtà è che ho saputo apprezzare entrambe, ma quella su una nave passeggeri è stata sicuramente l'esperienza più impegnativa e interessante!
Perchè? Avevamo scali in porto più o meno ogni giorno, ciò implicava il concentrarsi sia mattina che sera nelle manovre di partenza e di arrivo, compilazione checklists, invio reports, controllo posizione nave e strumentazione di bordo, redazione del giornale di manovra... e mille altre cose.
In navigazione ho avuto modo di transitare in aree particolari come baie, stretti, canali.. caratterizzati da intenso traffico, ostacoli pericolosi per la navigazione o cattive condizioni meteorologiche.. tutto ciò implicava maggiore impegno e attenzione nella conduzione della navigazione a fianco del Primo Uff.le di Coperta.
Avendo mediamente 3000 passeggeri e 1100 membri dell'equipaggio, il lavoro cartaceo da svolgere non era indifferente, ed erano tanti gli ufficiali a cui dare una mano con lo scopo doppio di aiutare e imparare...
Ho conosciuto bene i doppi fondi della nave, la sua immensa sala macchine, le sue dotazioni di salvataggio e il loro utilizzo.
Ho partecipato ad esercitazioni di abbandono nave, incendio a bordo, falla, uomo in mare e inquinamento.
Lavoro pesante, a volte gratificante. Ma sai, è difficile che qualcuno ti dica bravo e ti dia una pacca sulla spalla.. le vere soddisfazioni te le prendi da solo.
Le cose buone invece... te ne elenco qualcuna che ho davvero apprezzato!
Non mancano occasioni per parlare, stringere rapporti, conoscere sempre nuova gente proveniente da tutto il mondo.
Qualche volta puoi permetterti di scendere dalla nave e lasciarti il lavoro alle spalle... e andare a visitare l'Acropoli, la Rocca di Gibilterra, Il Cristo del Corcovado o le spiagge di Rio de Janeiro, Copacabana e Ipanema per esempio

credo che le foto abbiano parlato da se, ma sono felice di aver risposto alla tua domanda, ciao!

"...la comitiva, guidata da Fantozzi che era il capogruppo (e anche il più insidiato dal vino) prese posto in un terrificante trimotore Savoia Marcheti in tela cerata. Unico inconveniente: Fantozzi aveva perso i biglietti dell'intero gruppo. Ma il pilota era così preoccupato per il decollo (risultò poi che l'aereo era fermo da una trentina d'anni) che non vi diede gran peso e li accettò sulla fiducia..."