davymax ha scritto:
Normalissimo, come in italia del resto con l'italiano.
Sì, non avevo dubbi che fosse pratica comune anche da noi Però mi chiedo: è normale? Forse per loro che lo fanno, io non lo concepisco, sinceramente. Se sai parlare in inglese, e posto che è quella la lingua ufficiale in aviazione, perché dare istruzioni o fare commenti nella tua lingua sapendo che in frequenza puoi trovare equipaggi stranieri? Magari non è comunque influente per la condotta del volo degli altri equipaggi, ma non mi sembra comunque una giustificazione valida. Dal mio punto di vista, per quel che vale, non ha alcun senso come cosa, a meno che non la spieghi con una ventata di nazionalismo...che comunque non è una buona ragione.
davymax ha scritto:
A volte capita ....il Cpt mi guarda e mi chiede "what did he say?" ed io "he said you are perfect!"
E lui c'ha creduto?
I computer sono incredibilmente veloci, accurati e stupidi.
Gli uomini sono incredibilmente lenti, inaccurati e intelligenti.
L'insieme dei due costituisce una forza incalcolabile.
If we all worked on the assumption that what is accepted as true is really true, there would be little hope of advance.
Sta cosa dell'obbligo di parlare in inglese non è vero. Se ti prendi la cartina di avvicinamento aeroportuale jeppesen di un qualsiasi aeroporto italiano, io penso a Cagliari ma vale anche per gli altri, affianco alla frequenza della torre trovi scritto "EN, IT" il che significa che ci puoi parlare in entrambe le lingue.
Tempi duri creano uomini forti,
Uomini forti creano tempi tranquilli,
Tempi tranquilli fanno gli uomini deboli,
Uomini deboli creano tempi duri
teoricamente in ifr si puó parlare solo in inglese..poi ognuno fa come gli pare(in italia). ma anche in francia(vedo il jumbolino inglese in wetlease AF)e in spagna manco a dirlo.
AirGek ha scritto:Sta cosa dell'obbligo di parlare in inglese non è vero. Se ti prendi la cartina di avvicinamento aeroportuale jeppesen di un qualsiasi aeroporto italiano, io penso a Cagliari ma vale anche per gli altri, affianco alla frequenza della torre trovi scritto "EN, IT" il che significa che ci puoi parlare in entrambe le lingue.
Chiedo a voi, io sono ignorante in materia e probabilmente non arrivo proprio a capire la cosa: se io controllore/pilota di linea conosco dal discretamente all'ottimo la lingua inglese, comunque abbastanza da poter operare, cosa guadagno dal parlare in italiano in frequenza, al di là di chi sia in ascolto? Passi pure se sono a Cagliari e in frequenza c'è solo un Alitalia, ma a Barcellona? Riesce più facile esprimersi (cosa preoccupante, perché se hai un emergenza a Mosca come ne esci?), è l'impeto patriottico che ho citato prima, un modo per distinguersi o esiste un vero e proprio vantaggio in termini operativi?
Chiedo scusa, comunque, perché siamo andati pesantemente OT, però, visto che ci siamo...
I computer sono incredibilmente veloci, accurati e stupidi.
Gli uomini sono incredibilmente lenti, inaccurati e intelligenti.
L'insieme dei due costituisce una forza incalcolabile.
If we all worked on the assumption that what is accepted as true is really true, there would be little hope of advance.
Non te lo saprei dire, è una questione di abitudine, la conoscenza della lingua non credo c'entri neppure perchè io sono madrelingua francese eppure dovessi volare in Francia non parlerei francese in radio.
La metterei sul visto che sto a casa mia finchè ritengo non influisca sulla sicurezza faccio come mi pare.
Tempi duri creano uomini forti,
Uomini forti creano tempi tranquilli,
Tempi tranquilli fanno gli uomini deboli,
Uomini deboli creano tempi duri
AirGek ha scritto:Sta cosa dell'obbligo di parlare in inglese non è vero. Se ti prendi la cartina di avvicinamento aeroportuale jeppesen di un qualsiasi aeroporto italiano, io penso a Cagliari ma vale anche per gli altri, affianco alla frequenza della torre trovi scritto "EN, IT" il che significa che ci puoi parlare in entrambe le lingue.
Chiedo a voi, io sono ignorante in materia e probabilmente non arrivo proprio a capire la cosa: se io controllore/pilota di linea conosco dal discretamente all'ottimo la lingua inglese, comunque abbastanza da poter operare, cosa guadagno dal parlare in italiano in frequenza, al di là di chi sia in ascolto? Passi pure se sono a Cagliari e in frequenza c'è solo un Alitalia, ma a Barcellona? Riesce più facile esprimersi (cosa preoccupante, perché se hai un emergenza a Mosca come ne esci?), è l'impeto patriottico che ho citato prima, un modo per distinguersi o esiste un vero e proprio vantaggio in termini operativi?
Chiedo scusa, comunque, perché siamo andati pesantemente OT, però, visto che ci siamo...
Secondo me ti sei un po fissato troppo...
"They say every man dies twice, once when his body goes and again, when his name is uttered for the last time."
AirGek ha scritto:Sta cosa dell'obbligo di parlare in inglese non è vero. Se ti prendi la cartina di avvicinamento aeroportuale jeppesen di un qualsiasi aeroporto italiano, io penso a Cagliari ma vale anche per gli altri, affianco alla frequenza della torre trovi scritto "EN, IT" il che significa che ci puoi parlare in entrambe le lingue.
Chiedo a voi, io sono ignorante in materia e probabilmente non arrivo proprio a capire la cosa: se io controllore/pilota di linea conosco dal discretamente all'ottimo la lingua inglese, comunque abbastanza da poter operare, cosa guadagno dal parlare in italiano in frequenza, al di là di chi sia in ascolto? Passi pure se sono a Cagliari e in frequenza c'è solo un Alitalia, ma a Barcellona? Riesce più facile esprimersi (cosa preoccupante, perché se hai un emergenza a Mosca come ne esci?), è l'impeto patriottico che ho citato prima, un modo per distinguersi o esiste un vero e proprio vantaggio in termini operativi?
Chiedo scusa, comunque, perché siamo andati pesantemente OT, però, visto che ci siamo...
Secondo me ti sei un po fissato troppo...
E' vero che 77W si è un po fissato, ma io credo che alla fine non abbia così torto. Parlare in frequenza in Inglese e capirlo, a livello di sicurezza o anche per una questione sia di snellimento lavoro per il controllore, e sia di comunicazioni, se lo sai perchè non farlo. Parlo per esperienza personale, in quanto ho preso la licenza PPL e volato un po di ore non sapendo spicciare e capire una parola d'Inglese, quindi tutte le comunicazioni in Inglese che sentivo in frequenza erano prive di significate. Dopo la mia esperienza in Inghilterra di un anno e il corso, sono rientrato in Italia con il mio bel Advanced level, e ho ripreso a volare. Finalmente le comunicazioni in Inglese ora hanno senso, e già in due situazione ho capito l'importanza di capire e comprendere quelle comunicazione che prima per me erano solo rumori.
Obiettivi: First Class Medical: Done
PPL(A) JAA: Done
ATPL(A) Theory: Work in progress...
davymax ha scritto:
Secondo me ti sei un po fissato troppo...
Non lo nego
Ma guarda, più che altro perché è davvero un comportamento senza senso, per me. Pazienza, me ne farò una ragione
I computer sono incredibilmente veloci, accurati e stupidi.
Gli uomini sono incredibilmente lenti, inaccurati e intelligenti.
L'insieme dei due costituisce una forza incalcolabile.
If we all worked on the assumption that what is accepted as true is really true, there would be little hope of advance.
davymax ha scritto:
Secondo me ti sei un po fissato troppo...
Non lo nego
Ma guarda, più che altro perché è davvero un comportamento senza senso, per me. Pazienza, me ne farò una ragione
Guarda, anche a me capita anche se molto raramente di parlare italiano, ma è limitato a situazioni tipo 3 di notte con nessuno in frequenza. Motivo? Relax; aiuta a rilassare te e il controllore. L'importante è limitarsi a situazioni dove non si creano problemi.
Un altro esempio è quando il controllore ti chiede in italiano una descrizione o delle intenzioni particolari che magari richiedono una serie di frasi lunghe. É mto piú comodo in italiano. Cio non toglie che l'inglese è e rimane la lingua primaria e, almeno io, lo uso praticamente sempre.
"They say every man dies twice, once when his body goes and again, when his name is uttered for the last time."
Quando un figlio di p****na ti spara un laser nell'occhio vuoi mettere descrivere al controllore il punto da cui proviene il fascio in italiano anzichè in inglese?
Tempi duri creano uomini forti,
Uomini forti creano tempi tranquilli,
Tempi tranquilli fanno gli uomini deboli,
Uomini deboli creano tempi duri
Guarda, anche a me capita anche se molto raramente di parlare italiano, ma è limitato a situazioni tipo 3 di notte con nessuno in frequenza. Motivo? Relax; aiuta a rilassare te e il controllore. L'importante è limitarsi a situazioni dove non si creano problemi.
Concordo pienamente: io volo da quasi due anni negli States dove quindi tutte le comunicazioni sono in inglese ma sinceramente apprezzo, in situazioni opportune, quando queste escono un po' dagli schemi tradizionali. Siamo comunque umani.
Io la vedo cosi':
E' una comunicazione che e' importante che gli altri capiscano? Deve essere in inglese assolutamente
Sono problemi miei e del controllore? Va bene qualsiasi lingua
A me sentire le comunicazioni, sopratutto i riporti di posizione e le autorizzazioni varie, mi aiutano a fare una mappa mentale del traffico. Se la meta' non li capisco e' pressocche' inutile, tanto vale volare in silenzio radio.
Mi capito' un giorno all'Urbe di essere autorizzato per un diretto finale 16, con autorizzazione all'atterraggio ricevuta a prima porta. Nel mentre, un 152 che stava facendo touch and go riattacca. Il controllore gli istruisce di allungare il sottovento e che sara' numero due. Ad un certo punto, a circa 600 piedi, sento lui che chiama corto finale, e viene autorizzato all'atterraggio. Essendo anche io in corto finale e gia' autorizzato, capisco che qualcosa non va, mi guardo intorno in maniera un po' preoccupata e me lo trovo 50 piedi sotto in basso a destra bello allineato. Riattacco immediatamente e avviso il controllore di quanto e' accaduto, circuito, atterro, e vissero tutti felici e contenti. Comm in Italiano, a proposito.
Se fossi stato un traffico straniero non avrei capito un tubo di quanto stesse accadendo e probabilmente gli sarei atterrato sopra. D'accordo che il VFR e' "see and avoid" ma certe cose non ti vengono istintive e non le fai di solito, tipo guardarti sotto mentre sei in corto finale. Mi sono attivato sentendo le comunicazioni che mi hanno dato un motivo per farlo. Da qui' la mia definizione di "e' importante che gli altri capiscano"