capitan harlock ha scritto:Bene, vedo con piacere che anche nei forum specializzati come questo si creano fraintendimenti spesso dettati da mero opportunismo di chi, con italica protervia è sempre pronto a cambiare idea in base ai propri interessi di parte. Qui non si discute il fatto che ciascuno di noi o di voi o di coloro i quali hanno deciso di concretizzare la loro passione siano ben disposti a "pagarla" e nessuno li critica o critica questo sistema ben oliato. Nessuno critica "paparino" che sgancia raccomandazioni o soldi per cercare di aiutare il figliolo o chi per lui, ci mancherebbe, sarei il primo a farlo. Il problema o meglio, l'ignobile vergogna è che tutto questo non è l'eccezione o poco più, ma è la regola nazionale. L'articolo su Panorama è l'esempio più recente e vergognoso di come in Italia il libero arbitrio e l'abuso di potere sia una regola, a maggior ragione oggi che le risorse sono pressoché terminate è diventata la regola assoluta. Vi ricordate il figlio del ex ministro dei trasporti Matteoli entrato in Alitalia? Leggetevi gli articoli scandalosi. Quindi il fatto che PAY TO FLY significa pagare per lavorare va bene, ben venga anche questo, ovviamente con la dovuta ed assoluta preparazione che la professione richiede. Ma se PAY TO FLY significa che il pilota può farlo solo ed unicamente chi ha un bel conto in banca, beh! dovreste chiedere ai passeggeri se sono concordi o meno visto che in ogni cosa, compresa questa, quando l'eccezione diventa la regola ben difficilmente si concilia con la professionalità. PAY TO FLY non differisce dal PAY TO CARE per i medici o dal PAY TO LAW per gli avvocati o da qualsiasi altro PAY..., la differenza è che un avvocato me lo posso scegliere, un medico inetto posso cambiarlo e un pessimo dentista posso denunciarlo se non sa fare bene il suo lavoro. Un pilota no, non posso sceglierlo e quando salgo su un aereo lo esigo che dietro quella porta ci sia sempre massima professionalità. Una professionalità selezionata sulle qualità e non dal conto in banca.
Scusa, ma di nuovo stai sparlando.
Primo, togliamo ogni dubbio su una cosa: chi ti garantisce la professionalità dei Piloti che lavorano sull'aereo su cui ti imbarchi è la Compagnia, non i paparini o chiunque altro. Questo a differenza delle altre professioni.
Solo che la Compagnia non lo deve garantire a te direttamente, guarda un po', ma agli Enti preposti alla sorveglianza che, essendo le Compagnie delle entità che si confrontano con differenti Nazioni, devono garantire questa professionalità non solo all'Ente nazionale preposto ma a tutti gli Enti internazionali: io potevo subire controlli in USA, Giappone, Brasile e Argentina oltre che in Italia e quando ero sul MR da tutti i Paesi europei, nord africani e medio orientali. Ciò che compete al passeggero è di scegliere la Compagnia che più lo fa sentire tranquillo e viaggiarci senza mettere il naso in cose che non può capire, figuriamoci giudicare.
Quanto al "ministrino", non so se parli con cognizione di causa o per sentito dire. Sono stato il primo ad affermare che il suo è stato l'unico chiaro caso da me riscontrato in 27 anni di Alitalia di evidente raccomandazione.
Ma c'è un fatto, io non parlo per sentito dire, io con lui ci ho volato. E' stato un mio Primo Ufficiale su una Roma Buenos Aires Roma, mi ha fatto assistenza nella tratta di andata ed ha volato la tratta di ritorno. Professionalmente ha dimostrato di essere un pilota al livello degli altri con la sua stessa esperienza. Quindi, sbagliato certamente è stato il modo in cui "si è fatto largo", e la colpa è del padre non della Compagnia che non poteva certo mettersi contro l'allora Ministro dei trasporti del governo Berlusconi, ma nessun passeggero ha corso il benché minimo rischio a causa del suo essere "la davanti". Poi è stato fatto comandante su A320. Su questo IO non metto bocca perché non ho nessun elemento per giudicare il suo livello di competenza quale Comandante. Mi piace pensare che nessun Controllore si sia presa la responsabilità di firmare col proprio nome e cognome l'assegnazione di una funzione ad una persona potenzialmente pericolosa. Io non lo avrei fatto, quindi è capace.