Non mi sono espressa bene con il volo.... non volo venerdì, volevo solo dire che vorrei prendere questa decisione di farmi un giro con leggerezza, come lo fanno tutti, senza pensare che devo prendere l'aereo e morirò.
Il biglietto l'ho spostato a fine ottobre, il 25, perché fino allora devo stare per forza qua causa lavoro.
La tua ipotesi può anche essere vera, non la nego a priori e ci penserò su.
Certo che è un conto spostarti in un altra casa nella stessa città o nello stesso paese ed è un altro conto, secondo me, andare a vivere lontano.
Se avete tempo vi scrivo 2 storie, 2 momenti, che dopo analisi profonde per ben 7 anni ho individuato come potenziali cause scatenanti.
1. Ho conosciuto mio compagno sul internet, ai tempi delle chat. Io ero giovanissima, avevo 21 anni, in vacanze dalla università, senza niente meglio da fare che stare davanti al computer. Abbiamo comunicato così per 5 o 6 mesi finché lui è venuto a vedermi. Sia io che lui eravamo già abbastanza presi dalla nostra "relazione" ancora prima di incontrarci. Proprio allora, in quei giorni quanto e stato con me a Bucarest mi ha confessato che aveva un figlio di 7 anni, era già separato (era stato sposato con una greca che era andata via a vivere in Grecia) e che aveva 4 anni in più di quello che mi aveva detto sul internet. Adesso, 4 anni non sono tanti, ma io ne avevo 22 e lui 38 e per me, al tempo, sembrava un'enormità. Mi sono molto arrabbiata, abbiamo litigato, ma ormai ero dentro e non sono riuscita a tirarmi fuori. Questo succedeva in aprile del 2007. Sono andata anch'io 2 volte da lui ( a inizio maggio e a giugno), in aereo si, e non vedevo l'ora di partire. Non mi poteva fregare minimamente che usavo l'aereo per spostarmi, anzi non ci pensavo proprio. Era solo un mezzo di trasporto e basta.
D'estate dello stesso anno abbiamo parlato di vederci sempre da lui, ma qui veniva il problema: ci sarebbe stato suo figlio. E bada-boom mi crolla tutto addosso. Anche perché dovevo fare finta che io fossi un'amica e niente di più, avremmo dormito in camere separate e tutta un serie di cose. Da bimba unica e viziata (che probabilmente sono ancora purtroppo) mi sono sentita messa da parte, gelosa del bimbo, che ne so. I giorni prima del viaggio gli o vissuti male, con l'ansia di conoscere il piccolo e di come saranno le nostre vacanze insieme. Tanto per aggiungere una, i miei, con cui vivevo ancora, non sapevano niente del figlio.
La sera prima di partire, abbiamo avuto una lite grandiosa ed io ho detto che anzi che venire la e fare non lo so cosa (era qualcosa legata al nostro comportamento di fronte al bimbo) meglio che cada l'aereo, così non arrivo più. E la cosa e morta lì.
Ho preso quel aereo (mi ricordo ancora che c'era Myair da Bucarest a Bologna) come tutte le altre volte. Come tutte le altre volte ci sono state anche delle turbolenze, ma questa volta non finivano più ed erano anche abbastanza fastidiose, tanto da non fare neanche il servizio a bordo. Ecco, allora, con la cintura allacciata ho pensato che Dio o qualcuno da là sù mi aveva sentito la sera prima e mi dava quello che avevo richiesto. Non ho avuto nessun attacco o roba del genere, ma un po' di paura e preoccupazione si.
Sono ancora qua, quindi l'aereo non è caduto, sono anche tornata a casa e non mi ricordo particolare ansie, anzi se ci penso non vedevo l'ora perché suo figlio da piccolo era abbastanza insopportabile
2. Questa storia è praticamente il seguito di quella di sopra, io gli vedo come 2 momenti diversi ma probabilmente sono più collegati di quello che uno pensa.
Come parentesi, che poi parentesi non lo è, io ero innamoratissima (l'amore a 23 anni, che meraviglia), quando ero a casa mi mancava da morire poi ero anche molto gelosa sulla sua ex che a volte vedeva causa bambino.
A settembre dello stesso anno, abbiamo deciso di vederci ancora. Ovviamente, io volevo andare il prima possibile, abbiamo preso il biglietto per il 4 di settembre. Dovevo stare da lui per 3 settimane.
Il problema però era che a metà settembre doveva firmare il divorzio, quindi doveva venire sua ex moglie in Italia, con seguito di figlio, da lui. Era più che chiaro che io non ci dovevo essere, quindi mi ha chiesto, o di venire dopo o di andare da mia cugina che vive a Milano per 5 giorni. E si è scatenata una tragedia greca, per essere in tema

Io ho vissuto malissimo questa situazione, con pianti e gelosie a più non posso, con perché deve stare 5 giorni quando ne può stare solo 3, con perché la devi fare venire proprio allora, insomma, scenate da film.
In tutto questo, se andavo lì come stabilito prima, dovevo trovare una scusa per andare da mia cugina e stare lì i 5 giorni problematici. Si, perché nessuno sapeva ancora niente del figlio e della ex moglie.
Nel mentre, guardavo con mia mamma "Disastri in aria" su National Geographic, ma lo guardavo da tempo, ma mai mi è neanche passato per la mente che l'aereo non fosse sicuro o che avrei avuto un incidente d'aereo.
Niente, una mattina presto, pochissimo tempo prima di partire, ero con i miei dalla mia nonna in campagna.
Mi ero appena svegliata e così, in dormiveglia ho sentito mia mamma che raccontava a mia nonna, non si capisce come siano arrivate a questo argomento, di uno dei episodi con un aereo russo mi pare che era caduto e come non erano riusciti a capire la causa e bla bla bla bla. Poi, c'era uno, che aveva avuto la moglie e figlia che sono morte in quel incidente che le aveva fatte non so che tipo di tomba, che soffriva molto, che sono riusciti a recuperare la bambola della bambina, insomma cose impressionanti come tutto quello che è in tv.
Da quel giorno, piano piano, come un seme che germoglia, è cresciuta nella mia mente la paura.
Anzi, a dire il vero, non so neanche se fosse paura.
Mi vedevo letteralmente sparpagliata per terra, una mano qua e una di là, vedevo i miei genitori soffrire tremendamente e sentivo in me l'ansia della caduta del aereo, la paura che m'immaginavo che uno deve avere quando sa che fra 2 minuti muore.
Sono andata avanti così per qualche giorno, finche alla vigilia del volo sono crollata.
Pianti a più non posso con attacco di panico annesso, tanto che mi padre che era medico si è preoccupato al inizio finche si è reso conto di quello che era davvero.
Ho raccontato tutto a mia madre, del figlio, dell'età, della moglie, insomma tutto (io ho sempre avuto anche un rapporto di amicizia molto stretto con lei che ho tutt'ora) e mi sono rifiutata di partire.
E stato il primo volo perso, il primo viaggio in pullman, l'inizio del mio incubo.
Basta, mi fermo qua perché sono sicura che avrete anche cose migliori da fare che leggere storie infinite.
Ci saranno anche altre cose importanti come il fatto che da piccola volevo costruire una casa grande, grande, dove mettere tutti e vivere insieme a loro (genitori, nonni, zii e cugini), che non volevo praticamente andare via dal paese perché non ne vedevo il motivo e invece l'ho fatto per amore, ecc. ecc.
Se mi viene qualcos'altro nella mente lo scrivo.