
Come vi dicevo ho scritto qualcosina a riguardo... se vi va di leggere la posto qua!
Nell'eventualità la trovate anche sul mio sito http://www.foxarts.org

Grazie, dell'eventuale attenzione!

E' il tuo destino...
Tutto si tranquillizza, tutto si calma, il cielo sembra diverso e tu sei cambiato, realmente.
Come uno spettro colmo di sole, ti rivedi, mentre voli, solo, in un giro di campo completo, con i pensieri che si affannano veloci, per il tuo primo atterraggio completamente solo. Dopo averne fatti due con il tuo istruttore a fianco, poche parole significative, oltre le battute e il piacere del volare in se, prima della virata finale: "come ti vedi?", giusto a chiarirti le idee sulle scelte che da li a poco dovrai fare. Tocchi tranquillo e freni con decisione: "lascia stare tutto, che ci siamo". Ci siamo per cosa, pensi, eppure sai già in cuor tuo che dovrai provare, che oggi dovrai compiere un passo in più verso il tuo cielo. Allineato a centro pista, le istruzioni che risuonano lievi nella tua testa. Il tuo sguardo sta già affogando nella tua mente. Prima un giro campo senza flap, provi l’allineamento...e ti immagini a dover scegliere cosa fare, a sentire cosa si prova ad essere un pilota per un secondo, a riflettere su quanto appreso...poi viri, prima delle case gialle, occhio all’altezza che deve essere quella corretta e riprendi il giro normale...così appeso su quelle ali che per molto tempo erano state più che sicure e che ora dovrai imparare a calmare, se è il caso, a scuotere anche. Ti volti e ti vedi con un sorriso sereno e calmo, anche se un po’ teso. Cerchi occhi che ti rincuorano e sai di trovarli...in finale puoi arrivare a 85 perché sei più leggero. Io sono in fondo pista, se mi vedi che sbraccio vai via...sai che ci sari solo tu e, in fondo, non vedi l’ora. Lo sportello si apre e il vortice dell’elica al minimo invade la cabina. Hai ripetuto tutto per confermare: il primo giro, le virate e le velocità e i parametri di discesa, quasi un qualcosa di professionale. Il tuo sorriso rimane sempre li e quello dell’istruttore anche. Con un inchino ti lascia alla pista. Pollice alzato e, o ti fermi adesso, o fra poco lo potrai raccontare. Tutta potenza, tieni il muso in centro pista governando il timone con il pedale destro, ottanta all’ora...sei in aria, preciso, con la velocità indicata. Duecento piedi, via i flap, riduci motore, inizia la virata. Sali come un missile. Prima del controvento sei già alla quota di circuito. Non ascolti nessuna voce. Solo le tue idee. Chiudi la virata ti stabilizzi, lasci correre l’aereo e ti volti a destra: osservi la tua pista, attraverso l’ombra immaginaria di chi ti siede accanto e che invece regna nella tua testa con i consigli che ti ha sempre regalato. La pallina, non salire, occhio alla velocità, come ti vedi. Pensi di poter battere le ali per salutare e questo è troppo. Sorridi, ti esalti, ti agiti, stai volando da solo, qualsiasi cosa l’aereo faccia non c’è niente oltre ai tuoi riflessi. Potresti virare stretto a destra e andartene a cercare un altro campo; salire; scendere, passare più volte di qua e di là. Ma sei concentrato ed è il tuo respiro che ti scuote. Il tuo sorriso rimane sempre li e, forse, si accentua anche. Primo giro. L’aereo è un altro modello con un altro motore con un nuovo pilota. Inquadri tempi e situazioni e prossimi suggerimenti. Te ne vai. Ora deve essere tutto preciso. Sei sempre solo. E già ringrazi gli occhi che ti hanno lanciato e che ora, un po’ in pensiero, ti seguono da terra. E gli occhi che ti hanno sempre incoraggiato e che ora, sai perfettamente, non ti lasciano per neanche un istante e che vorresti continuamente ricambiare. Gli occhi di chi fra un po’ sarà al tuo posto. Gli occhi di chi ci è già passato. Gli occhi di chi vola con te, in altri cieli e in altre situazioni. Gli occhi di chi è lontano e che non potrebbe mai pensare, a "quello che sarebbe potuto succedere". Gli occhi di chi non sa, neanche, quanto è incredibilmente fantastico. Grazie. E’ il tuo destino, ti ricorderà tua madre il giorno dopo, e non ci puoi fare niente. Sei altino, inizi la procedura di discesa immediatamente. Poi rimuginerai ai tuoi errori e a come rimediare. Ora lo devi portare giù. Ancora uno sguardo ai tuoi campi, al tuo sole, al tuo cielo. Non guardi mai più li a destra. Ripeti nella tua intuizione quello che una volta ascoltavi. Tremilaequattro, dai piede, i flap, non sotto i novanta. Hai margine e sei comunque un po’ alto. Stai scendendo, l’allineamento è perfetto. Il respiro si affanna, la mente si chiude, le mani iniziano a stringere un poco, le gambe ad irrigidirsi, ce la fai, ce la stai facendo. Dio, stai volando! Motore non serve più, guarda solo la pista, il tuo istruttore è la, grazie al cielo, immobile. Un’occhiata alla manica a vento, agitata, completamente. La spia del minimo si accende per un secondo. Tum, sei a terra! A tastoni cerchi la leva del freno, la pista ti sembra incredibilmente corta, non senti e non vedi quasi più niente. Il Chicco si volta, e si allontana. Li non serve più. Freni freni e ancora freni. Stai sfogando tutta l’adrenalina che hai accumulato. Scacci il microfono dalla tua bocca, vuoi aria, vuoi saltare, vuoi gridare. E a destra, al tuo fianco non c’è nessuno. Lasci i freni un secondo e riporti l’aereo a centro pista. Ormai la vista è completamente distaccata e autonoma, le più disparate sensazioni invado il tuo corpo. Le mani tremano, le gambe pure. Fermi l’aereo come se lo avessi fatto milioni di volte. Prima la parte elettrica, navigatore, radio, impianto generale. Mano sulla manetta, via i contatti. Il mondo si spegne. Cerchi di sbloccare lo sportello e sembra un macino sul tuo braccio. Slacci la cintura. Il tuo sorriso rimane sempre li e questa volta, certo, è immenso e colmo di piacere e gioia. Ti aiutano ad aprire la porta. L’aria ti invade. La pista ti applaude, l’hai riconquistata. "Stai su, aspetta, riprenditi". Guardi e come un beota sorridi senza dire niente. Inizi a temere uno svenimento e ci starebbe pure. E’ tutta emozione è pura adrenalina. E’ quello che non riesci a descrivere, quello che hai sempre sognato, quello che ti sembra così normale ora. E’ un concetto. Tutto si tranquillizza, tutto si calma, ma lo sai bene. Hai volato, volato completamente da solo, volato con le tue idee, con la tua testa, con il tuo sapere. E lo hai fatto anche discretamente bene. Chi ti ha seguito si complimenta con te, urla, applausi, abbracci e strette di mani. "Complimenti", e mentre ti volti a ringraziare con il tuo volto tremante, l’emozione che gonfia le palpebre, intravedi quella striscia di terra da cui sei partito per la tua camminata verso il cielo.