Il lavoro su se stessi dovrebbe essere un processo infinito...il cambiare "modo" è immediato e il risultato sulle proprie percezioni anche. Tu non hai da sostituire uno schema mentale con un altro...che potrebbe richiedere tempo...hai solo da "decidere" che della vita non hai capito un c***o....resetti e vivi diversamente. Il vivere diversamente non prevede altri "schemi" da applicare in automatico ma l'iniziale sforzo di voler essere consapevole e vigile di ciò che fai...ca**ate comprese. Il reset è immediato se non inizi a pensare che gli altri possano rimanere delusi...che si deve fare o non fare qualcosa...che non si deve sbagliare....che c'è una netta distinzione tra giusto e sbagliato...e inizi a pensare che tutto ciò che tu giudichi è un atto di presunzione. Quando giudichi sappi che hai ottime probabilità di applicare uno schema e di non usare un tuo pensiero che scaturisce al momento. Sappi Che quello che ti ha guidato fino ad adesso può essere utile...ma può essere stato perfettamente inutile o perfino dannoso. Che sei l'unico responsabile della tua vita...e sei anche l'unica persona che può avere dei meriti per ciò che vive...così come colpe di ciò che vive. Resettare significa che sei consapevole del fatto che non puoi avere nessuna certezza se non quella di morire...e che l'unica cosa che dovresti impegnarti a fare è vivere più intensamente che puoi. Fatto ciò sei libero di sperimentare...una situazione non è mai uguale ad un'altra...e il trovare le differenze ti aiuta a stimolare la tua curiosità. Tutto ciò che ti tiene attaccato a ciò che fai è la curiosità. Se hai paura che ti accade? Come respiri? Cosa senti? Come ti muovi? Tu sei lo scienziato ma anche il laboratorio di te stesso. Lo conosci? Non penso. L'hai studiato? Forse non abbastanza. Ogni volta che porti una situazione all'effetto che ha sul tuo corpo ...stai studiando. Ogni volta che non caghi un disagio del tuo corpo e ti rifiuti di averlo...decidi di non capire. Non ti servono minuti, ore, giorni o anni per iniziare a vedere la vita diversamente. Qualsiasi cosa ti venga da fare in automatico puoi prenderla come spunto per dire "perché?". Perché te l'hanno detto? Perché te l'hanno insegnato? Hai mai provato a fare l'opposto? O ti sei solo "fidato"? Che effetto ti fa? Quando cammini senti come si muove il piede nella scarpa? Hai fin troppe occasioni di allenare la tua consapevolezza.Krill83 ha scritto:
Ok - e alcune delle cose che mi ha indicato le avevo già notate da me - come ad esempio l'errore di restare "imprigionato" nei propri pensieri o l'errore della negazione dell'emozione verso se stessi. Certo da capire qualcosa a farlo ci passa un pò - quanto? quanto ci vuole per lavorare su se stessi. Credo che variare i propri schemi mentali possa essere semplicissimo o difficilissimo. Dipende. Personalemnte ci sto lavorando e le indicazioni che mi hai dato tu, voi, sono preziose.
Si...quindi l'aereo lascialo perdere...hai già ampiamente dimostrato che volare ti diverte. Ormai quello che chiami disagio io penso sia solo "emozione". Volare emoziona...ma se non attacchi a questa emozione una connotazione negativa può essere semplicemente una scintilla di vita. Un po' come quelli a cui piace farsi la doccia gelata...perché rabbrividiscono e dicono "tonifica"...la sensazione regala loro una sferzata di vita. Ognuno ha il suo modo di percepire scintille emotive...a me se metti la doccia fredda mi girano i co****ni....Krill83 ha scritto:
Probabile che il problema non sia molto il volo o l'aereo, anzi. Come noto, volare anche con qualche disagio, alla fine è divertente. E' interessante vedere che manovre vengono fatte, vedere le procedure (quello che si può vedere da passeggero ovviamente) etc. E' un bel mondo, interessante. Per non parlare della macchina. Non ne so nulla ma suscita interesse.
Il problema è sicuramente differente. Praticamente io sto in qualche modo usando il viaggio in aereo per far emergere e risolvere questo "problema", per variare questo schema mentale.
Questo è un problema...sei d'accordo in parte perché non ti sembra. Io non ti parlo di "presunzione" con una connotazione comune ...ma è un elemento ben radicato...così ben radicato che non ti accorgi che intervenga, parallelamente al tuo parlare per giustificarti. La tua ammirazione c'è...non lo metto in dubbio ma la tua ammirazione per gli stessi professionisti che ti parlavano del vento non aveva lo stesso effetto "divino". Non che tu debba prendere per oro colato quello che altri ti dicono...anzi...ma neanche prendere per oro colato ciò che pensi. E quando ciò che pensi è così in contrasto con la realtà...inizia fortemente a dubitare....inizia a pensare che il tuo dire "so che è un mondo sicuro" è solo in tentativo di portare al mondo razionale ciò che invece , dal profondo, è l'esatto opposto. Presente Matrix il film? Quando dicono a Neo che può saltare da un palazzo all'altro e che quella è solo una proiezione? Mentre salta dubita...non ci crede...e cade. Ecco...è normale che tu dica ci credo quando non ci credi affatto e che ciò ti possa portare a pensare una cosa è viverne un'altra. L'accettazione, al contrario, anche di una assurdità, ti porta a scoprirla. Se la vivi la capisci...se la tieni lì e cerchi solo di negarla giustificando in altri modi...farnetichi e basta.Krill83 ha scritto:
Riguardo al discorso presunzione, sono d'accordo con te, in parte. Cioè io non ho voluto in nessun modo giudicare positivamente la professionalità del Pilota. Non ne avrei gli strumenti. Solo, da profano, resto stupito ed affascinato di fronte alla capacità di un uomo di portare un mezzo del genere a terra mentre si muove a quel modo. Poi sono d'accordo che questo ragionamento è benzina per l'inconscio etc.
Come vuoi. Non ti serve ma se ti fa piacere...Krill83 ha scritto:
Comunque mi sa che una delle prossime cose che faccio sarà fare il minicorso alitalia, non tanto per la paura perchè quello che dovevo sapere me lo avete ampiamente detto voi (e la riprova è che alla fine a bordo son tranquillissimo e che l'agitazione è precedente al volo) ma perchè sono troppo affascinato da ciò che avviene in cabina. intendo in una situazione normalissima.
Se ti becco in giro in qualche volo, Brandon, ti devo un caffè
Ovviamente anche a tutti gli altri amici, anche se magari sarà ancora più difficile sdebitarmi!
Per il caffè accetto volentieri...quando vuoi...
Ciao!