Exence ha scritto:
insomma non remare contro a quello che sei perché è proprio da lì che nasce il "conflitto ansiogeno"....
Forse è quello che proprio devo ancora capire "quello che sono"...
flyingbrandon ha scritto:
Ti sei spiegato benissimo...ora mettiamo un po’ di ordine.
La tua domanda , sullo schema “giusto” non ha senso....e ti spiego perché. Non esiste uno schema giusto in modo universale. Lo schema è una risorsa, come ti ho detto, ma quando viene applicato nella situazione corretta. L’esperienza ti mostra quando l’hai fatto correttamente o meno. Ma lo schema NON è necessario...è necessaria la consapevolezza...anche per determinare se uno schema è vantaggioso o meno. Lo schema rappresenta, per definizione, una economia di pensiero. Questo ti permette di fare altro. Gli schemi vengono insegnati...ti si conficcano nella testa quando non hai alcuna capacità “critica” a riguardo. Sono familiari, culturali, scolastici, esperenziali...ne puoi trovare “n”. Quelli più “pericolosi” sono quelli che hai preso per “certi”....inviolabili, invalicabili, indiscutibili perché detti da mamma, papà, maestra, chiesa, Papa o chi vuoi tu o, perché, nella tua cultura vanno alla grande. Gelosia? È un atto di amore. Ma chi c***o l’ha detto? Poi spulci delle definizioni di amore e vedi che, con quello, non ci azzecca manco dipinta. Ti ho messo appositamente un argomento borderline...perché poi senti dire “beh un po’...altrimenti significa che non te ne frega niente”...bla bla bla Buru Buru. In una cultura come la nostra è “normale”...in altre no. Possono scaturire 100000 esempi su quasi ogni comportamento e potrei mostrarti come hai dato per certo, tutta la vita, che A fosse equivalente a B...mentre così non è...non lo è a livello universale. Spesso capita che tu viva...e ti sembra anche di vivere bene...ma il tuo vissuto, la tua esperienza, è in conflitto con il tuo pensiero della “vita”...con le tue definizioni ....con le tue considerazioni “acritiche” che ti sei portato dietro fino ad oggi. Tutto ciò per dire cosa? Liberati da OGNI CERTEZZA...tranne quella di morire...perché, per lo meno dal punto di vista fisico, non è mai accaduto il contrario. Ogni qualvolta la tua esperienza si scontra con una tua idea (diversa) nasce un conflitto....va bene così...da quel conflitto puoi metterTI in discussione. Te...e le tue idee...e capire dove sia il problema. Uno dei problemi maggiori è che devi sapere. Sapere cosa? Sapere cosa farai domani? Sapere cosa DEVI fare? Ricordati che ogni volta che ti senti un “DEVI”...è un campanello di allarme. La maggior parte dei “DEVI”...sono “ti conviene” al massimo...e non “DEVI”...e già la prospettiva cambia. Quindi , a parte per una migliore organizzazione dal punto di vista lavorativo...non ti serve SAPERE cosa accadrà domani...lo vedrai domani. Non ti serve sapere cosa fare tra due ore...ti serve sapere cosa stai facendo ORA.
Tornando alla tua frase...”esempio a non pensare che debba per forza avere ansia in una determinata situazione... ma poi quando mi ci trovo dentro e sento che mi sta arrivando (perchè ormai è una sensazione che conosco) pur avendone appunto evitato "il pensiero"
Come fai a pensare di non avere ansia in una determinazione? Forse pensando...no? Ma ciò è in contraddizione...come fai a pensare di non pensare all’ansia se stai pensando all’ansia? Lo vedi che , di fatto, non hai cambiato schema? Non ne sei mai stato fuori...ne sei sempre dentro se ogni volta pensi che verrà....e quando vuoi pensare positivo pensi a come non averla. Quindi NON hai affatto evitato il “pensiero”. Se dici penso ad altro perché così non penso all’ansia....è proprio l’ansia il soggetto del tuo pensiero. Questo ti è chiaro?
Detto questo...la sensazione che conosci non significa nulla. Tu conosci la sensazione della mano sul fuoco? La metti ancora? Se accendi il camino , con le fiamme belle alte....la mano ce la metti sopra? Se la risposta è no....dimmi perché! Forse perché l’esperienza ti ha insegnato a non farlo? In quante volte? Ora dimmi da quali e quante situazioni la tua ansia ti ha cavato d’impaccio. E quelle in cui l’ha fatto....se non te ne fossi preoccupato così tanto prima...cosa pensi sarebbe successo? Soffermati un attimo e fai un conto. Tieni presente che una persona può fare le stesse considerazioni senza ansia ...senza arrivare all’ “evento” così sfiancato...e, spesso, può risolvere al meglio il problema che si pone davanti. Faccio spesso come esempio il fatto che i piloti per “OGNI” decollo fanno un briefing per decidere e ricordare cosa fare in caso pianti un motore...perché ci sono persone (Tartan) che venivano pagate per avere pensieri catastrofici e trovare una soluzione. A terra non hai il problema del tempo e hai il c**o sulla sedia...fai tutti i calcoli che servono....controlli che tutto sia fattibile...e poi avrai una soluzione. Quindi fai il brifieng...decidi dove andare...e poi torni con la testa al momento presente...non usi i comandi come se avessi effettivamente un motore piantato...ma li usi come devono essere usati quando tutte e due i motori spingono. Non so se ti è chiara la differenza. Ora...a bordo tu non devi fare niente...non puoi fare niente...se non goderti il viaggio. Dimmi a cosa ti serve guardare il meteo, pensare all’aereo che cade, pensare a cosa accadrebbe “se”. Che funzione ha? Nessuna. Allora Non occuparti di ciò che non puoi fare...soprattutto quando puoi fare molto con te. Hai volato....e , dalla tua, hai anche i numeri di quanti hanno volato...quando compri una casa ti fai dare i calcoli dell’ingegnere? Quando compri una macchina chiedi il progetto iniziale e i test? Quando guidi correggi una sbandata che non è mai avvenuta perché , sul bagnato, potrebbe sbandare? Che problema c’è ad affrontare un problema nel momento in cui ti si presenta?
Devi capire che , forse, non hai ancora capito un c***o di come vivere in modo più sereno. Devi mettere in discussione tutto il tuo modo di pensare. Non ti preoccupare che questo reset non ti pone nelle condizioni di mettere di nuovo la mano sul fuoco...l’esperienza...quella che hai valutato correttamente continuerà a far parte del tuo patrimonio. Non è necessario che tu debba richiamare , ogni volta, un pensiero. Smettila di pensare in che modo una tua azione possa essere interpretata....vista...letta....di cosa possano pensare gli altri di ciò che fai....se sei buono o cattivo...se una cosa si può fare o meno. Non ti venga neanche in mente di pensare come debbanessere la vita, cosa dovrebbe succedere, chi dovrebbe fare qualcosa per te è cose simili.
Hai vissuto fino ad oggi in un modo che, ti assicuro, è più faticoso rispetto ad una esistenza “normale”. Lo stress....è un elemento positivo....è quello che ti permette di ottenere un po’ di più della norma...quello degli esami...quello prima di una competizione...ma non può essere uno “stato” normale...primo perché perde quella sua funzione di “spinta”....e in secondo luogo perché logora se diventa cronico.
La mente crea ciò che tu vuoi che crei. Se la lasci con il pilota automatico crea ciò per cui l’hai usata....cioè farla creare qualsiasi cosa, possibilmente di negativo. Se ci metti un atto di volontà la mente crea ciò che tu vuoi che crei. Tu remi contro di te...perché I pensieri sono tuoi. Non è che sei uno spettatore passivo di ciò che pensi. Come vedi, in ogni tua frase, continui a rimarcare che sai già che starai male....sai già che avrai ansia...sai già che....come puoi pensare che la tua mente, a cui ORDINI tutti questi “saperi”, ti deluda? La mente fa ciò che tu dici di fare. Per te è tutto così già scritto senza possibilità di scelta? Così la tua mente agirà di conseguenza. È ovvio che a te sembra “normale” e a posto pensare così...e quindi perché la mente, che sei tu, dovrebbe fare diversamente? Prova quando ti soffermi a pensare al futuro, che non sia dare un appuntamento, fermarti e dire “pimpirippettenusa pimpiripettepà”....ma ogni volta....e così ti renderai conto di quante volte lasci che vaghi. Oltretutto ciò ti permette di non alimentare il pensiero. Perché se tu hai un sintomo....perché sai già che...perché è sempre successo che...poi ti abbandoni al tuo “solito stato”. La mente è tua...i pensieri anche...il resto sono scelte..
Brandon prima di tutto grazie davvero per quello che hai scritto....
Ora non so da dove partire... credo sia la prima volta che rifletto così tanto su me stesso e che lo scrivo in un forum...
Ok allora l'unica certezza come da te scritto è quella di morire e qui non ci piove.... ora qui dipende da persona a persona come "vivere" questa certezza....
Ci può essere chi si fa la lista delle cose da fare prima di morire e cerca di vivere al massimo e chi dice "perchè devo continuare a lottare e cercare di fare questo e quello se poi alla fine tanto si muore"... ci sono ovviamente tanti punti di vista differenti
Perchè devo avere paura di volare? se l'aereo cade si muore ma tanto in ogni caso si deve morire.. è solo questione di tempo.... sarebbe tutto più facile vedendo le cose in questo modo forse....
Purtroppo brandon l'ansia mi ha bloccato tante di quelle volte che non immagini nella vita, facendomi perdere cose di cui mi sono pentito amaramente e di cui non mi rendevo conto in quel momento.... ovviamente posso dare solo la colpa a me stesso... perchè non ho mai avuto fiducia in me
Sono tutt'oggi "recidivo" di molte cose... però con una consapevolezza diversa rispetto al passato
Sicuramente non ho capito di come vivere in modo più sereno... io ho più volte messo in discussione il mio modo di pensare ma non sono mai riuscito a "ripartire" da ragionamenti diversi perchè come hai scritto tu alla fine torno a pensare alle stesse cose.... ed è assolutamente vero che questo modo di pensare "sfianca" e stanca davvero molto.... a volte rende tutto di una pesantezza assurda e chi non arriva a pensare a certe cose non può capire.
Io ci ho pensato più volte e non so da dove è partito il tutto... non riesco a ricordare da quando o da cosa sia partito questo mio modo di ragionare... sarà che in primis fin da ragazzino non mi sono mai accettato fisicamente dato che non ero proprio una "piuma" anzi.... e a volte come spesso accade tra ragazzini venivo preso in giro per il mio peso... ricordo di un anno scolastico molto pesante per colpa di alcuni compagni di classe a cui se ci penso mi salgono ancora i bruciori di stomaco da quanto rancore porto dentro... io ero uno di quelli che incassava tutto senza reagire... sfogandosi poi a casa sull'unica cosa che mi faceva stare bene (il cibo)....
Forse è proprio da questo che ho iniziato a non avere fiducia in me stesso e cominciare a dare importanza a quello che gli altri pensavano di me... innescando così tutta una serie di pensieri a catena che ovviamente insieme a me si sono evoluti nel tempo....
Sono cambiato molto fisicamente da allora come normale che sia... ma nonostante non abbia più motivo di vergognarmi di me stesso mi sento comunque (a volte) sotto il giudizio delle persone che mi stanno intorno... penso a quello che potrebbero pensare di me in quel momento...
Sembra adesso assurdo quello che scrivo ma quando bevo qualcosa di alcolico e sento che fa effetto divento l'opposto... "pieno di vita" e non mi importa più del giudizio di nessuno... mi sento in qualche modo "libero"....
Non pensate adesso che io sia un alcolizzato.... non bevo quasi mai quando esco! però so quello che l'effetto dell'alcol mi fa... e mi fa sentire davvero bene sia con me stesso che con gli altri.
Forse la mia ansia gira ancora tutt'intorno al giudizio degli altri... forse non avrò mai la giusta fiducia in me... allora perchè dovrei avere paura se l'aereo cade?
Ci sono stati momenti in passato in cui ho pensato a brutte cose (penso si sia capito) (ovviamente non avrei mai avuto il coraggio di fare certe cose).... ma in determinate situazione come appunto in aereo mi "attacco alla vita" come mai... forse per il pensiero di poterla perdere in un momento.... perchè è vero che la morte è l'unica certezza ma è pur sempre la più grande paura di (quasi) tutti gli esseri umani.
Vedi brandon io ci provo a "lavorarci" sul mio modo di pensare... però non so se mi porterà a risultati concreti...