Quello che dici Lux, è giusto, però continuiamo a fare un unico fascio di ciò che è legale e ciò che è sicuro.
Il PPL viene rilasciato secondo canoni internazionali che non possono prevedere tutte le situazioni presenti a livello mondiale.
Prevedere abilitazioni per ogni situazione è forse teoricamente valido ma praticamente inapplicabile.
Il mare dà problemi e ne abbiamo parlato lungamente, ma allora dobbiamo considerare ogni singolo ambiente.
Volare in montagna crea altre problematiche, volare sui paesaggi innevati ne crea altri, volare sulle pianure fosche ne crea altri ancora, volare nelle zone ventose idem come sopra e potrei continuare con l'avvicinamento su piste situate in fondovalle, o alla fine di pendii o in cima ad essi, eccetera eccetera.
Come capisci, non è possibile trattare in quarantacinque ore tutte queste situazioni.
Il sistema è quello di continuare a crescere ad ogni situazione diversa e non credersi degli arrivati perché si ha una licenza in tasca.
Tempo fa venne a trovarmi un argentino con cui feci il PPL molti anni fa. Lui adesso fa il professionista a casa sua.
Rise quando gli dissi che otto nodi erano un po' tantini per andare a razzolare in Archer sulle Alpi, ma ovviamente non ce lo portai.
(Le Alpi, rispetto ad altre montagne hanno anche il problema di dividere due climi, quello continentale e quello mediterraneo. Otto nodi o cinque o sei punti di acca tra nord e sud possono significare rotori bestiali sulle creste o sui passi).
Andò su con uno dei "coraggiosi" e tornò bianco come un cencio per il ballo che trovarono.
Da lui 30 nodi sono la normalità (in riva all'oceano in Argentina...) e otto nodi vuole dire calma piatta.
Allora non bisogna chiedere limitazioni o super abilitazioni. Bisogna solo ricordare che non conta l'esperienza che hai, ma l'esperienza che hai in quella specifica situazione.
Molti sgranano gli occhi quando dico che per me è normale andare a 15000 piedi sopra il Cervino e che con un C152 si sale tranquilli a 13000, usando bene lo smagritore e facendo un po' i volovelisti.
Però, se dovessi andare sul mare, cosa che mi capita assai di rado, sarei iperprudente e sceglierei solo giornate super tranquille dal punto di vista della meteo.
Non ho elementi per commentare la tua affermazione che segue,
considerando il fatto che in mare , nove volte su dieci anche con la tempesta di cielo sereno capita di non distinguere l'orizzonte naturale e di avere bisogno degli strumenti anche se in vmc!! (diventa un para-imc)
perché come ti ripeto non sono un esperto di mare, ma se è vero quanto dici, e non ho motivi di dubitarne, vuole dire che il VFR sul mare non si può fare, perché il VFR NON e ripeto NON può essere dipendente dagli strumenti.
Allora due soluzioni buttate lì:
1) Il fatto che un volo legalmente si possa fare, non significa che IO lo possa fare.
Ogni anno schiodiamo dalle pareti delle Alpi almeno un paio di aeroplani con a bordo piloti espertissimi che però non avevano mai volato in montagna e si infilano, magari per quei banali otto nodi, che però sono quelli che ti creano il rotore str...zo dietro il passo e ti manda in terra.
2) Perché dimentichiamo tutti o quasi che gli istruttori non servono solo 45 ore e poi ce ne si dimentica per tutta la vita?
Ogni anno formiamo dozzine di piloti espertissimi che però non hanno mai volato in montagna, i quali volendo farsi le vacanze sulle Alpi, vengono da noi, fanno un po' di esperienza e volano tranquilli.
Molti hanno un pacco di ore (ricordo un comandante Delta che aveva 26000 ore tra linea e crop dusting a casa sua col Dromader...) che però non aveva un'ora di montagna in VFR.
Non era obbligato, non c'è una legge in merito. Solo il suo buon senso.
Scusa se sono andato per le lunghe...