Il discorso è articolato.
Posso parlare della realtà britannica.
Tra l'altro io non sono neanche un aeronautico, ma un meccanico.
Personalmente ho lavorato dal giorno dopo la laurea.
Come in tutte le cose una parte per merito mio e gran parte per il c*lo di trovarsi nel posto giusto al momento giusto.
Ho svolto la tesi in azienda e appena finito mi hanno proposto uno sponsorship per il Ph.D., con la clausula di essere "costretto" ad accetare l'assunzione, per un tot di anni, una volta finito. Ed eccomi qua'.
Tutte le aziende aeronautiche hanno quote di lavoro in commissine esterna.
Il problema principale di un neolaureato è che il suo valore aggiunto per l'azienda viene raggiunto dopo qualche tempo.
Normalmente ci sono dei programmi di formazione (molto selettivi) che mirano ad attirare brillanti neolaureati.
Oppure (come nel mio caso) ci si crea l'opportunità per essere apprezzati e la selezione si salta.
In ogni caso in UK, lo stesso mi sento di dire per gli USA, non si fatica a trovare una posizione soddisfacente e ben retribuita; perchè il prodotto viene sviluppato in loco e c'è bisogno di persone capaci e preparate che diano apporto.
In Italia (mi baso su quello che mi raccontano gli ex compagni di uni) c'è il serio rischio di essere sottoimpiegati, dato che le aziende sono prevalentemente fornitori di servizi.
Quindi si privilegia il gestionale o il maniftturiero, piuttosto che un aerodinamico...(da prendere con le dovute eccezioni)
PS... EADS controlla Airbus...non viceversa
