Mercoledì mattina, a Madrid, nel mio solito e tranquillo posticino ove studio, ricevo una chiamata: "Ci serve subito qualcuno per la riunione a Roma di venerdì", potresti andare tu? Ovviamente ti paghiamo volo andata e ritorno in giornata! Se però non puoi non preoccuparti ci aggiusteremo diversamente"
Un mese fa avevo fatto il colloquio per un lavoro in una importante agenzia. Mi avevano preso ed ora mi chiamavano per il primo importante incarico.
Dire di no? Un suicidio!
Prendere un aereo? Un suicidio!
Tra i due suicidi dovetti scegliere quello "minore" -in 30 secondi- e prendere l'aereo era meglio che dire di no.
"Ok. Nessun problema, vado io a Roma".
Chiudo la chiamata ed iniziano a tremarmi le gambe, mi gira un po' la testa, mi siedo, gira più forte, chiedo un bicchiere d'acqua, poi respiro, ed inizio a calmarmi con questo pensiero "al massimo tra un paio d'ore o domani gli dico di no".
NO. Se avevo fatto quel colloquio un motivo ci sarà stato, avevo tenuto in conto ipotetici viaggi in aereo...avuta la bicicletta è stupido non pedalare.
Mercoledì e giovedi sono stati due giorni che preferisco non ricordare. Ansia, tensione, insonnia, nausea, gambe molli, mal di testa, panico, affanno, inappetenza, pianti. Il motivo? Venerdì alle 7:00 mi aspettava un AEREO da Madrid che mi avrebbe portato - se non fosse caduto - alle 9:00 a Roma. Ed alle 18:45 un altro aereo da Roma mi avrebbe riportato - forse - alle 21:00 a Madrid.
Paure:
- l'aereo casca
- si rompe l'aria condizionata e muoriamo tutti congelati
- si rompe un finestrino e implodiamo tutti
- si scontra con un altro nel decollo
- si scontra con un altro in volo
- si schianta nell'atterraggio
- la cloche del pilota si rompe
- il pilota si sente male
- il motore si spegne o si incendia
- paura di vivere secondo per secondo i momenti della mia fine
- paura di attacchi claustrofobici o di panico durante il volo
poi penso:
1) a tutti i dati tecnici, di fisica e meccanica letti nel forum
2) che se fosse così pericoloso non ci sarebbero migliaia di hostess e piloti che sceglierebbero questo lavoro
3) che il pilota è il primo a voler portare la pelle a casa
4) che l'aereo è fatto per volare
5) che gli incidenti aerei sono così rari che più di caso sarebbe meglio parlare di destino (tra l'altro quanti di noi hanno perso parenti, amici o familiari a causa di un incidente in un aereo di linea? E quanti invece per malattia o altro?)
6) è impossibile controllare tutto nella vita, anzi accettare una giusta percentuale di rischio incontrollabile è indice di maturità
7) se proprio cadrà st'aereo è perchè doveva cadere, pochi minuti di paura e tutto finito, pazienza, era destino...(oppure meglio settimane mesi o anni con un male incurabile o una menomazione che fa si che la vita non sia più dignitosa?...)
E finalmente sull'aereo, in volo: estrema rassegnazione, grandissimo controllo mentale: se sono destinato a continuare a vivere capiti quel che capiti arriverò sano e salvo. Ogni rumore, movimento o altro è inutile leggerlo come segnale d'allarme, tanto non potrei fare niente, oltretutto non ho le competenze per leggere correttamente queste informazioni,
magari una virata un po' strana è per cercare maggior sicurezza e comfort nel volo, perchè pensare subito al peggio per una scossetta? Perchè farmi impaurire da pensieri ipotetici e immaginari che mi proiettano in un futuro orribile ma finto? Mi devo dunque fare condizionare da una finzione?
Va un po' maelgio ma un po' di paura mi rimane, cerco di soffocarla ascoltando per due ore mp3 a tutto volume, aiuta, sono meno teso, non penso AEREO = PERICOLO penso AEREO = VOLA PERCHE' RISPETTA LE LEGGI DI GRAVITA' E TUTTE LE ALTRE, NON PERCHE' LE SFIDA. Poi automaticamente mi compare l'immagine dell'aereo sostenuto dal basso, da un lungo cavo che sta a terra e viaggia con noi, non da un filo dal quale penzola e chissà dov'è attaccato.
Grazie ai consigli del forum avevo scelto un posto davanti, terza fila

In arrivo mi sono ricordato quanto l'atterraggio mi faccia impazzire: può capitare qualsiasi cosa ormai sono a terra, l'aereo puo' fare tutto il rumore che vuole, e può rompersi quello che vuole, sono a terra e tentare di scendere da un aereo in atterraggio rimarrà sicuramente più possibile che non in uno in decollo o in quota. L'aereo era grande (737-800) ed è stato magnifico sentirmi parte di una mini comunità (circa 130 persone) nella quale riversare paure vere o finte. Cercherò sempre un aereo enorme dove tra l'altro i rurori sono attutiti. La compagnia è stata AirEurope, e mi sa che diventerà la mia preferita.
Ritorno: il problema. Nonostante avessi preso 10 ore prima un aereo e fossi fresco fresco di aria, ansia e panico erano un'altra volta dentro me. Pero' non sapevo cosa li scatenasse! L'imbarco continuava ad essere posticipato sommando alla fine un ritardo di 35 minuti. Io ero terrorrizzato e già sulle scalinate verso l'uscita dell'aeroporto, sicuro che questo ritardo era il sintomo di un guasto o un problema tecnico, la causa che avrebbe fatto cadere l'aereo. E' stata durissima. Una telefonata di 28 minuti agli amici per farmi rassicurare è servita poco. Allora ecco l'unico pensiero che mi ha spinto verso l'aereo del ritorno: se è destino che viva virò...se no, doveva andare così. Tutti sull'aereo. Iniziamo a muoverci. Una signorina con giubottino giallo, da terra con strani gesti ha seguito a piedi a distanza ravvicinata le manovre dell'aereo che si dirigeva verso la pista del decollo. Ecco, lo sapevo, addio addio addio.
Il ritorno è stato alla fine un po' tormentato da turbolenze ma sicuro come l'andata. Dico io: con tutto lo spazio che c'è in cielo il pilota non può spostarsi e cercare una zona tranquillissima???? Poi di nuovo la magnifica sensazione dell'atterraggio ed una volta a terra mi sono sentito invincibile, un principe, un imperatore, no molto di più: un uomo.
L'aereo mi comincia a piacere un pochino di più rispetto a prima però mi convince pienamente, ci sono situazioni che si possono risolvere, vivere e gustare solo prendendo un aereo. Sicuramente mi rimane molto più familiare e meno stressante prendere un treno, ma almeno da oggi prendere un aereo non vorrà più dire giocare alla lotteria tra vita e morte, vorrà dire esercitare un po' più di autocontrollo. Ho ancora problemi su come gestire le ore di volo, come impegnarmi a non pensare troppo e come farle passare velocemente.
Rimane vero che prima di ogni aereo ricordo agli amici intimi dove ho messo il testamento, ma da oggi sarà più un rito che non un ultimo saluto.
Ovviamente grazie a tutti gli amici di MD80. Ci fosse un Nobel per i siti migliori e più utili lo darei a voi. Alla prox! Magari per chiedervi conforto per un volo improvviso o meglio per aiutare chi si sta trovando in situazioni un po' tese.
Grazie, un saluto,
P