Meridiana taglia gli stipendi

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Meridiana taglia gli stipendi

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«Tagli agli stipendi e fusione con Eurofly»

I sindacati respingono in blocco il piano: pensano a ridurre i salari? sarà battaglia


Uguale a 7 anni fa: stesso advisor (Roland Berger), stessa analisi (no ai licenziamenti, costi da ridurre). Sotto questo punto di vista, il piano industriale di Meridiana è un déjà vu. Cambia la soluzione, però. Tra tagli agli stipendi e maggiore produttività, i dipendenti dovranno rinunciare a ben il 30% della retribuzione. Ma anche l'Aga Khan dovrà metterci del suo, 220 milioni di euro. «Solo se avverrà questo, Meridiana si salverà», sintetizza l'ad Rossi. O, meglio, sarà pronta per essere venduta.

L'amministratore delegato parla ai dipendenti di pomeriggio, dopo aver incontrato i sindacati di mattina. Parole illuminanti, le sue. Prima di tutto, non "sposa" il piano elaborato dall'advisor. Condivide sia l'analisi che la soluzione prospettata da Roland Berger. «Non c'è alternativa» chiarisce. Il che vuol dire che o «c'è una radicale ristrutturazione oppure Meridiana rischia di finire». Ma, "politicamente", Rossi vincola l'applicazione nei prossimi 4 anni alla sigla di un "patto sociale" tra proprietà e dipendenti. «Il piano non prevede esuberi ma non è stato approvato da me e dal cda e, senza quest'intesa, non lo sarà mai» scandisce.

Questo vuole dire che sia i dipendenti che l'Aga Khan dovranno fare dei sacrifici. I primi rinunciando a molti soldi in busta paga, il secondo mettendoceli, i soldi: 220 milioni di euro per rinnovare la flotta (serviranno 14 Airbus 320). Solo che, come ha ammesso l'ad davanti ai dipendenti, «al momento non ho la vostra disponibilità né quella dell'azionista». Evidentemente Karim non conosce il piano dell'advisor o, se l'ha visto, non ha ancora deciso se investire nella propria compagnia aerea.

Messa così, è difficile (meglio: impossibile) ipotizzare un accordo e per giunta entro due mesi, «perché altrimenti non avrebbe più senso» spiega Rossi. Secondo l'advisor, i piloti guadagnano più della media dei loro colleghi (+ 10%) e lavorano meno (-15%); anche gli assistenti di volo sarebbero fuori mercato (+20% sulla media dei compensi delle altre compagnie, low cost escluse, e - 15% di produttività). Mettendo insieme i dati, le due categorie dovrebbero contribuire al risparmio della compagnia con meno pretese economiche, pari a un -30% delle loro retribuzioni. Diversa la posizione degli amministrativi e dei tecnici dell'hangar: loro vedrebbero bloccati gli stipendi per 4 anni, fino al 2012, anno di ultimazione del piano.


Due commenti dei sindacati bastano per capire che i lavoratori non accetteranno mai questa prospettiva. «Una delusione completa che ci preoccupa ulteriormente - dice Mauro Rossi, segretario nazionale Cgil trasporti -. Mancano totalmente i presupposti per aprire un dialogo, perché non si possono legare gli investimenti al via libera sul taglio del costo del lavoro». «Non c'è la volontà dell'azionista di investire e si trasferisce il rischio d'impresa ai lavoratori - dice Marco Bardini, Uil trasporti -. L'azienda intende chiedere un prestito di 210 milioni di euro alle banche per rinnovare la flotta pagando però il mutuo con il risparmio che ottiene tagliando le buste paghe».

O l'Aga Khan fa il primo passo o i sindacati non andranno neppure a trattare, preannunciando un'estate di scioperi.

Ovviamente, l'ottica dell'amministratore delegato è diametralmente opposta: se i lavoratori non danno subito un segnale forte, taglierà i voli, ricorrerà alla cassa integrazione e, se non bastasse, ne trarrà le conseguenze. Ovvero, non potrà evitare la chiusura della compagnia. Anche perché, complice il calo dei consumi e l'aumento del prezzo del petrolio, Meridiana potrebbe perdere 40 milioni di euro nel 2008. «Non ci sono alternative - ripete rispondendo ai dubbi dei dipendenti -. Gli scioperi sono serviti solo a spostare nostri clienti verso altre compagnie. E' come se, usando una metafora calcistica, in questa aziende i giocatori volessero sempre segnare nella loro porta...».

Una dichiarazione che è destinata a non aiutare il rapporto, sempre conflittuale, tra l'ad e i sindacati. Che, oltre che dai sacrifici unilaterali, sono allarmati dalla prospettiva. Il piano industriale, alla fine, dovrebbe portare alla fusione tra Meridiana ed Eurofly. Ma alle condizioni economiche della seconda. Quel taglio del 30% altro non è che l'adeguamento dei compensi dei dipendenti di Meridiana a quelli della compagnia controllata. L'ha spiegato, senza imbarazzi, chiaramente, il dirigente di Roland Berger: «Per arrivare alla fusione, è ovvio che i contratti devono essere omogenei».

Solo a quel punto, i due vettori diventeranno uno. Con il sospetto, non fugato, che alla fine la base operativa non sia più Olbia ma Milano, lì dove Rossi, da mesi, sta investendo con decisione.

Molti voli tra Linate e il sud d'Italia, un tempo di Meridiana, sono stati girati a Eurofly. E poi c'è Malpensa, l'hub orfano di Alitalia, che ha molte rotte interessanti.

Ma c'è una lettura più realistica, fatta sempre dall'advisor: «Solo con questo piano, potranno esserci le condizioni per fare alleanza con una grossa compagnia, o per risultare interessanti». I sacrifici potrebbero servire all'Aga Khan: ma per vendere meglio Meridiana...
(20 giugno 2008)

http://lanuovasardegna.repubblica.it/de ... /1478666/2
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