l'impossibilità di tagliare fondi alla Difesa
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- dollarius
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l'impossibilità di tagliare fondi alla Difesa
Ho molto spesso sentito dire che invece che tagliare alla scuola il Governo, nella legge 133, poteva disporre (ulteriori) tagli alla Difesa. E non solo da ragazzini disinformati che si sentono "fighi" parlando di politica, ma anche da professori che, in questo clima "rivoluzionario", tengono lezioni sulle riforme. Questo è il bello... Proprio loro, che invitano (giustamente) tutti ad informarsi al meglio... Proprio loro, che si professano conoscitori dell'argomento al punto di insegnarlo agli altri...
A questi, e a tutti coloro che sono interessati, volevo far leggere un articolo dell'Unità (quindi giornale insospettabile di essere filogovernativo) proprio su questo argomento.
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Se si risparmia sui militari
Achille Serra
Il sostegno alla partecipazione italiana alle missioni internazionali di pace rappresenta in questo periodo una delle rare eccezioni al quotidiano muro contro muro ingaggiato tra maggioranza e opposizione dopo il definitivo fallimento delle prove di dialogo. All’unanimità il Senato ha approvato pochi giorni fa il decreto legge che assicura la nostra presenza in Georgia al fianco della Ue e stessa sorte toccherà probabilmente al provvedimento d'urgenza con cui il governo ha deciso il rifinanziamento delle missioni all’estero.
Votare a favore di questa misura è un atto dovuto anche per l’opposizione, sia perché si tratta di scelte riconfermate da legislature diverse, sia perché il nostro contributo alla risoluzione dei conflitti in numerose zone del pianeta è ancora di primaria importanza. Ciò non toglie però che la mia coscienza di parlamentare e soprattutto di uomo dell’Ordine, abituato a ragionare in termini di possibilità concrete, prima che di nobili ideali, non dorme sonni tranquilli. Da mesi, non solo il Pd, ma tutti i massimi organi di rappresentanza del comparto Difesa, denunciano le drammatiche conseguenze dei tagli alle Forze Armate stabiliti dalla manovra economica dell’Esecutivo. Qualche giorno fa il Consiglio Supremo della Difesa ha tracciato un piano di riordino del settore che, per far fronte ai restringimenti finanziari, riduce i nostri militari di oltre 40mila unità, decreta la chiusura di caserme e arsenali, diminuisce le nostre strutture permanenti all’estero. E, soprattutto, sottrae risorse fondamentali alla formazione e all’aggiornamento del sistema. Il Capo di Stato maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini, ha ribadito davanti al Csd:le Forze Armate si avviano a divenire un mero erogatore di stipendi. Impressionante, infatti, la previsione di riduzione delle esercitazioni, 7.500 nel 2008, neanche tremila nel 2009. L’Aeronautica militare avrà a disposizione un terzo delle ore di volo rispetto a quest’anno, mentre per la Marina la diminuzione è di quasi la metà. Significativo il commento di Camporini: "fare a meno di ore di moto, di volo e meno esercitazioni significa poter contare su un numero più ristretto di personale e di assetti adeguatamente addestrati da poter impiegare sia in missioni internazionali sia in prontezza operativa". Un "ciclo perverso", lo definisce Camporini, confermato la settimana scorsa, durante un incontro con la Commissione Difesa del Senato, anche dalla Marina Militare che ha così riassunto gli effetti dei tagli operati sino al 2008: "riduzione dei livelli di addestramento e prontezza operativa del personale"; "riduzione del livello di efficienza e della disponibilità operativa dello strumento militare marittimo"; "riduzione dei livelli di scorte di materiali, combustibili e dotazioni". Allarmanti i dubbi del generale Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e Consigliere militare del II Governo Berlusconi: "Siamo certi che i piloti inviati in Afghanistan siano sufficientemente addestrati? Perché da anni stiamo economizzando su tutto. Stiamo tagliando ore di volo, non c’è più carburante per garantire un addestramento adeguato". Da anni, dunque. Non voglio qui attribuire una colpa esclusiva al governo in carica, anche se proprio questa maggioranza ha fatto del sostegno alle Forze di Polizia e alle Forze Armate il baluardo della propria campagna elettorale. È, tuttavia, opportuno, alla vigilia dell’approvazione del rifinaziamento delle missioni internazionali, invitare l’Esecutivo e i Parlamentari di maggioranza a chiedersi se è giusto risparmiare sulla preparazione e sull’equipaggiamento dei nostri soldati, uomini che pagano a caro prezzo la loro vocazione professionale, spesso con la vita. E ricordare che l’Italia, giustamente orgogliosa della propria partecipazione alle missioni internazionali, rappresenta una vergognosa eccezione nello scenario europeo: mentre, infatti, gli altri Paesi membri dell’Ue riservano in media alla Difesa l’1,42 per cento del prodotto interno lordo, noi ci fermiamo appena allo 0,87 per cento.In conclusione, occorre scegliere tra due alternative: o riduciamo drasticamente la nostra presenza nelle missioni di pace o istituiamo un apposito fondo immune dai tagli che, finanziaria dopo finanziaria, stanno colpendo il comparto Difesa. Non scegliere significa, in prospettiva, mettere a rischio la vita dei nostri militari e pregiudicare l’efficacia del nostro contributo alla risoluzione delle crisi internazionali.
(L'Unità, 20/10/2008)
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Rimando inoltre a un'intervista al gen. Camporini (csm Difesa) riguardo alla situazione economica della Difesa italiana (in particolare lui parlava dell'AMI) e delle conseguenze che questi tagli - sommati ai precednti - possono avere, anche sulla pelle dei militari (La Repubblica, 28/10/2008, pag. 17).
Con questo non voglio assolutamente prendere posizioni politiche, ma invitare tutti a documentarsi, BENE, prima di pontificare. Anche perchè, purtroppo, molto spesso la Difesa è presa di mira, e molto spesso queste accuse sono determinate da mancata o cattiva informazione.
Grazie
A questi, e a tutti coloro che sono interessati, volevo far leggere un articolo dell'Unità (quindi giornale insospettabile di essere filogovernativo) proprio su questo argomento.
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Se si risparmia sui militari
Achille Serra
Il sostegno alla partecipazione italiana alle missioni internazionali di pace rappresenta in questo periodo una delle rare eccezioni al quotidiano muro contro muro ingaggiato tra maggioranza e opposizione dopo il definitivo fallimento delle prove di dialogo. All’unanimità il Senato ha approvato pochi giorni fa il decreto legge che assicura la nostra presenza in Georgia al fianco della Ue e stessa sorte toccherà probabilmente al provvedimento d'urgenza con cui il governo ha deciso il rifinanziamento delle missioni all’estero.
Votare a favore di questa misura è un atto dovuto anche per l’opposizione, sia perché si tratta di scelte riconfermate da legislature diverse, sia perché il nostro contributo alla risoluzione dei conflitti in numerose zone del pianeta è ancora di primaria importanza. Ciò non toglie però che la mia coscienza di parlamentare e soprattutto di uomo dell’Ordine, abituato a ragionare in termini di possibilità concrete, prima che di nobili ideali, non dorme sonni tranquilli. Da mesi, non solo il Pd, ma tutti i massimi organi di rappresentanza del comparto Difesa, denunciano le drammatiche conseguenze dei tagli alle Forze Armate stabiliti dalla manovra economica dell’Esecutivo. Qualche giorno fa il Consiglio Supremo della Difesa ha tracciato un piano di riordino del settore che, per far fronte ai restringimenti finanziari, riduce i nostri militari di oltre 40mila unità, decreta la chiusura di caserme e arsenali, diminuisce le nostre strutture permanenti all’estero. E, soprattutto, sottrae risorse fondamentali alla formazione e all’aggiornamento del sistema. Il Capo di Stato maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini, ha ribadito davanti al Csd:le Forze Armate si avviano a divenire un mero erogatore di stipendi. Impressionante, infatti, la previsione di riduzione delle esercitazioni, 7.500 nel 2008, neanche tremila nel 2009. L’Aeronautica militare avrà a disposizione un terzo delle ore di volo rispetto a quest’anno, mentre per la Marina la diminuzione è di quasi la metà. Significativo il commento di Camporini: "fare a meno di ore di moto, di volo e meno esercitazioni significa poter contare su un numero più ristretto di personale e di assetti adeguatamente addestrati da poter impiegare sia in missioni internazionali sia in prontezza operativa". Un "ciclo perverso", lo definisce Camporini, confermato la settimana scorsa, durante un incontro con la Commissione Difesa del Senato, anche dalla Marina Militare che ha così riassunto gli effetti dei tagli operati sino al 2008: "riduzione dei livelli di addestramento e prontezza operativa del personale"; "riduzione del livello di efficienza e della disponibilità operativa dello strumento militare marittimo"; "riduzione dei livelli di scorte di materiali, combustibili e dotazioni". Allarmanti i dubbi del generale Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e Consigliere militare del II Governo Berlusconi: "Siamo certi che i piloti inviati in Afghanistan siano sufficientemente addestrati? Perché da anni stiamo economizzando su tutto. Stiamo tagliando ore di volo, non c’è più carburante per garantire un addestramento adeguato". Da anni, dunque. Non voglio qui attribuire una colpa esclusiva al governo in carica, anche se proprio questa maggioranza ha fatto del sostegno alle Forze di Polizia e alle Forze Armate il baluardo della propria campagna elettorale. È, tuttavia, opportuno, alla vigilia dell’approvazione del rifinaziamento delle missioni internazionali, invitare l’Esecutivo e i Parlamentari di maggioranza a chiedersi se è giusto risparmiare sulla preparazione e sull’equipaggiamento dei nostri soldati, uomini che pagano a caro prezzo la loro vocazione professionale, spesso con la vita. E ricordare che l’Italia, giustamente orgogliosa della propria partecipazione alle missioni internazionali, rappresenta una vergognosa eccezione nello scenario europeo: mentre, infatti, gli altri Paesi membri dell’Ue riservano in media alla Difesa l’1,42 per cento del prodotto interno lordo, noi ci fermiamo appena allo 0,87 per cento.In conclusione, occorre scegliere tra due alternative: o riduciamo drasticamente la nostra presenza nelle missioni di pace o istituiamo un apposito fondo immune dai tagli che, finanziaria dopo finanziaria, stanno colpendo il comparto Difesa. Non scegliere significa, in prospettiva, mettere a rischio la vita dei nostri militari e pregiudicare l’efficacia del nostro contributo alla risoluzione delle crisi internazionali.
(L'Unità, 20/10/2008)
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Rimando inoltre a un'intervista al gen. Camporini (csm Difesa) riguardo alla situazione economica della Difesa italiana (in particolare lui parlava dell'AMI) e delle conseguenze che questi tagli - sommati ai precednti - possono avere, anche sulla pelle dei militari (La Repubblica, 28/10/2008, pag. 17).
Con questo non voglio assolutamente prendere posizioni politiche, ma invitare tutti a documentarsi, BENE, prima di pontificare. Anche perchè, purtroppo, molto spesso la Difesa è presa di mira, e molto spesso queste accuse sono determinate da mancata o cattiva informazione.
Grazie
Ultima modifica di dollarius il 31 ottobre 2008, 16:40, modificato 1 volta in totale.
Marco
- mAav
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Re: l'impossibilità di tagliare fondi alla Difesa
La Difesa si sa, manca di fondi.
In Italia regna una grave crisi economica, attenzione pero`, non siamo poveri, ma i soldi sono mal distribuiti.
Un piccolo esempio, due giorni fa partecipai ad un orientamento per l`universita`.
Vi erano anche le Forze Armate e forze di polizia, tutte pero` tranne l`Aeronautica.
Vuoi vedere che la nostra Arma Azzurra non ha nemmeno i soldi per pagare un`intera giornata a dei delegati qui a PALERMO?
E dire che Bocca di falco, ove risiede una caserma dell AMI, e` ad un passo dal capoluogo siciliano.
In Italia regna una grave crisi economica, attenzione pero`, non siamo poveri, ma i soldi sono mal distribuiti.
Un piccolo esempio, due giorni fa partecipai ad un orientamento per l`universita`.
Vi erano anche le Forze Armate e forze di polizia, tutte pero` tranne l`Aeronautica.
Vuoi vedere che la nostra Arma Azzurra non ha nemmeno i soldi per pagare un`intera giornata a dei delegati qui a PALERMO?
E dire che Bocca di falco, ove risiede una caserma dell AMI, e` ad un passo dal capoluogo siciliano.
...E vedrai che se e' destino staccherai i piedi da terra, in un modo o nell'altro..

- butterfly
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Re: l'impossibilità di tagliare fondi alla Difesa
interessante thread
a quanto dite aggiungo un ulteriore spunto di riflessione da addetta al settore
tagliare fondi alla difesa significa tagliare fuori le aziende italiane nel settore aeronautico dai tavoli dei consorzi internazionali questo comporta meno fondi e meno possibilità per le aziende nel settore dello sviluppo, perdita di know-how e quindi perdita di commesse
purtroppo il risvolto della medaglia è che spesso questi fondi vengono spesi male
a quanto dite aggiungo un ulteriore spunto di riflessione da addetta al settore
tagliare fondi alla difesa significa tagliare fuori le aziende italiane nel settore aeronautico dai tavoli dei consorzi internazionali questo comporta meno fondi e meno possibilità per le aziende nel settore dello sviluppo, perdita di know-how e quindi perdita di commesse
purtroppo il risvolto della medaglia è che spesso questi fondi vengono spesi male
La morte non sta nel non comunicare, ma nel non poter essere più compresi (Pier Paolo Pasolini)
skype id: ladymachbet
http://www.giuda.it
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- Max-Liea
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Re: l'impossibilità di tagliare fondi alla Difesa
Interessante thread, personalmente vivo questa situazione come azienda di mtz elettriche presso l'AMI, qui il problema non sono i tagli ma la ormai siccità nelle casse, non capisco cosa si possa ancora tagliare.
Chi gestisce le infrastrutture si è ritrovato già da luglio senza una lira, non ci sono i soldi nemmeno per le lampadine, le manutenzioni infrastruttrali sono ridotte al lumicino e neanche per emergenze si riesce a trovare gli euri. Una nota di merito al personale che fà miracoli per riuscire a garantire un minimo di operatività alla baracca, un'altra delle pompose promesse elettorali disattese

Chi gestisce le infrastrutture si è ritrovato già da luglio senza una lira, non ci sono i soldi nemmeno per le lampadine, le manutenzioni infrastruttrali sono ridotte al lumicino e neanche per emergenze si riesce a trovare gli euri. Una nota di merito al personale che fà miracoli per riuscire a garantire un minimo di operatività alla baracca, un'altra delle pompose promesse elettorali disattese

..efficienza itaGliana...per una presa di terra aeromobile?..regio decreto...
- Maxx
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Re: l'impossibilità di tagliare fondi alla Difesa
"Sarà una frase dura,ma l'unico motivo per cui questi governanti(leggi:Ministro Tremonti) si sentono autorizzati a tagliare indiscriminatamente i fondi alla Difesa è che noi non come militari dobbiamo obbedire ed eseguire con quello che ci viene dato,al contrario di altri che scendono in piazza,e scommetto che almeno la metà di costoro neanche sanno per cosa lo stanno facendo."
E' questo il cuore della intera faccenda.
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- thranduil
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Re: l'impossibilità di tagliare fondi alla Difesa
oltretutto trascurando bellamente una considerazione:
si pensi quello che si vuole della difesa e delle forze armate, ma queste rappresentano sicuramente una forma di professionalità molto particolare e molto evoluta.
una professionalità che è facilissimo disperdere (basta dire ad un pò di gente "trovati un'altro lavoro") ma che è lunghissimo (e molto oneroso economicamente) ricostruire.
non siamo negli anni '40, quando prendevi un giovanotto dalla scuola ed in tre mesi avevi un pilota pronto da gettare nella mischia della battaglia d'inghilterra...
si pensi quello che si vuole della difesa e delle forze armate, ma queste rappresentano sicuramente una forma di professionalità molto particolare e molto evoluta.
una professionalità che è facilissimo disperdere (basta dire ad un pò di gente "trovati un'altro lavoro") ma che è lunghissimo (e molto oneroso economicamente) ricostruire.
non siamo negli anni '40, quando prendevi un giovanotto dalla scuola ed in tre mesi avevi un pilota pronto da gettare nella mischia della battaglia d'inghilterra...
Nothing is over until we decide it is!
Was it over when the Germans bombed Pearl Harbor? Hell, no!
Bluto Blutarski
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- Rullaggio
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Re: l'impossibilità di tagliare fondi alla Difesa
La cosa più brutta è che in Italia prima che vengano a galla carenze dei vari aspetti della sicurezza volo (manutenzione, addestramento, ecc), ci deve prima rimettere le penne qualcuno... I colleghi dell'Aeronautica sono solo stati i piu sfortunati...
E mentre noi ce ne stiamo zitti... I ministri sperperano usando gli elicotteri per andare a cena...

E mentre noi ce ne stiamo zitti... I ministri sperperano usando gli elicotteri per andare a cena...
- Max-Liea
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- Località: itaGlia
Re: l'impossibilità di tagliare fondi alla Difesa
..non solo quelli...Falcon...tappetti rossi....a iosa... lampadine ostacolo = zero... si potesse parlare...Efiol_Aupc ha scritto:...I ministri sperperano usando gli elicotteri per andare a cena...

..efficienza itaGliana...per una presa di terra aeromobile?..regio decreto...
- danyc77
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- Località: LIPZ
Re: l'impossibilità di tagliare fondi alla Difesa
Mah...io credo si tratti sempre di "una mano lava l'altra".... i nostri (politici) sono proprio forti in questo!
Si parla di crisi, e proprio oggi leggevo che il 2009 sarà lievemente peggio del 2008 e qualche spiraglio nel 2010 di ripresa economica! Bene. Si parla di tagli, indiscriminati, a tantissimi settori, Difesa da anni sta soffrendo però a Dicembre consegnano la nuova "Cavour" alla MMI. Costo 1,5 mld di Euro.
domanda: ma ne avevamo veramente bisogno???
Mi sono anche stupito, leggendo un commento, e mi sono chiesto se effettivamente non ci stiamo prendendo in giro?!?
Considerazioni che non mutano di fronte alle polemiche che stanno già da qualche tempo accompagnando il Cavour. Due sono gli aspetti maggiormente criticati: il costo finale - che dovrebbe raggiungere gli 1,5 miliardi di euro circa - e le capacità ritenute fin troppo offensive.
Per quanto riguarda il primo invece, occorre ricordare come l’anomalia non sia rappresentata tanto dal costo elevato della nave quanto piuttosto dalle scarse risorse a disposizione della Difesa. Così scarse da far sembrare avventate certe scelte che al contrario, in un contesto normale, risulterebbero del tutto comprensibili e del tutto coerenti con quella che dovrebbe essere la politica di sicurezza e difesa di un Paese come l’Italia
Si parla di crisi, e proprio oggi leggevo che il 2009 sarà lievemente peggio del 2008 e qualche spiraglio nel 2010 di ripresa economica! Bene. Si parla di tagli, indiscriminati, a tantissimi settori, Difesa da anni sta soffrendo però a Dicembre consegnano la nuova "Cavour" alla MMI. Costo 1,5 mld di Euro.
domanda: ma ne avevamo veramente bisogno???
Mi sono anche stupito, leggendo un commento, e mi sono chiesto se effettivamente non ci stiamo prendendo in giro?!?
Considerazioni che non mutano di fronte alle polemiche che stanno già da qualche tempo accompagnando il Cavour. Due sono gli aspetti maggiormente criticati: il costo finale - che dovrebbe raggiungere gli 1,5 miliardi di euro circa - e le capacità ritenute fin troppo offensive.
Per quanto riguarda il primo invece, occorre ricordare come l’anomalia non sia rappresentata tanto dal costo elevato della nave quanto piuttosto dalle scarse risorse a disposizione della Difesa. Così scarse da far sembrare avventate certe scelte che al contrario, in un contesto normale, risulterebbero del tutto comprensibili e del tutto coerenti con quella che dovrebbe essere la politica di sicurezza e difesa di un Paese come l’Italia
JAA-ATPL(A)
CPL-ME-IR (A)
Citation C510 TR
Citation C560XL TR


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