Tutto è pronto: valigie imbarcate, check-in superato di slancio, belongings sotto controllo. Nei piazzali il solito traffico veronese, il cielo è bigio, non ho voglia di fare foto. Preferisco assaporare i cieli azzurri che mi attendono nelle prossime 4 ore di volo ed il gusto di fare scalo per la prima volta a BLQ, il "mio" aeroporto.
Dopo un'interminabile, estenuante e noiosa crociera di 25 minuti arriviamo a Bologna: che bello vedere i miei spotting point dall'aereo! Peccato che piovesse a dirotto: non c'era nessuno dei miei amici a fotografarmi

L'unica cosa degna di nota (e stranina, direi) è che facciamo refueling seduti a bordo ma con le cinture slacciate su richiesta delle AA/VV "così se succede qualcosa scappiamo più in fretta"

Alla fine del viaggio ci aspetta il mare di Fuerteventura con i suoi mari freddi, i venti impetuosi, i coni vulcanici e sopratutto le sue spiagge infinite.
Fuerte: l'isola delle Canarie più vicina alle coste africane (Marocco), grandi pianure disseminate di cactus e dove la capre sono più numerose dei residenti. Alternate alle pianure, i vulcani, distesi come cumuli di zafferano, peperoncino e coriandolo, surreali triangoli di spezie esotiche.

E' anche l'isola del vento. Una volta motore dei mulini, oggi sogno di surfisti, sia solo tavola che wind e kite.

Voliamo con Eurofly, 320 I-EEZI sia all'andata che al ritorno. Non mi interessa esprimere giudizi sul catering o sul servizio: il volo resta sempre per me un piacere che esula da che cosa mangio o come mi trattano (in modo particolare su di un ITC). Rimarco però la scarsa pulizia interna ed esterna dell'aeromobile, lo testimoniano le bolle allergiche sulla pelle della mia compagna e l'assenza di foto distrutte dalle macchie e dall'opacità degli oblò.
Peraltro tutto il viaggio è controsole e quindi l'unica foto è di un tramonto in virata verso sud sopra Gibilterra:

Arrivati a Fuerte è notte. Ci sistemiamo nel nostro appartamentino (camera doppia con angolo cottura, frigo, microonde e bollitore). Fuori è buio, ma buio davvero. Apro la finestrona e dal terrazzo sento un rumore. Sembrano onde, ma non so, forse è il vento.
La mattina il panorama che mi apre il cuore è questo:

In primo piano l'isoletta di Los Lobos, sullo sfondo Lanzarote.
Siamo a Corralejo, estremo nord dell'isola, zona di turismo inglese a ridosso del parco naturale delle dune. 10 km di soffice sabbia bianchissima accumulata in leggere dune che nascono dall'acqua celeste e si addentrano nel territorio formando quel tipo di deserto sabbioso che tutti immaginiamo. Per fortuna il tutto è protetto da ogni edificazione.

Il secondo giorno è dedicato a Lanzarote, l'isola dalla geologia straordinaria.
A metà del XVIII secolo, 6 anni ininterrotti di eruzioni vulcaniche con lava, lapilli e ceneri in quantità incalcolabili, distrussero gran parte dell'isola lasciando agli abitanti superstiti un mondo lunare senz'acqua e senza ogni tipo di vegetazione. Solo oggi alcuni licheni ed alcuni arbusti stanno riappropriandosi della terra nera ed arsa


Ma la tenacia e l'ingegno degli abitanti dell'isola seppe trovare il modo per superare anche questa prova tra le più dure cui la natura sappia sottoporre l'uomo. La cenere vulcanica, adeguatamente raccolta e depositata, raccoglie l'umidità dell'aria di giorno e la trattiene di notte, trasmettendola alle radici delle viti. Il vino diventa prodotto di pregio e vanto umano dei Lanzarotes

i muretti circolari servono per proteggere le piccole piante dalla forza del vento.
In questa chiesetta si stava celebrando un matrimonio inglese in vero stile british, con i cappellini, le damigelle vestite in color pesca ed i signori con cilindro e papillon... mancava solo Hugh Grant!

Di nuovo a Fuerteventura. Dedichiamo le nostre serate al riposo ed alla cucina spagnola (ed anche alla cerveza, per quanto mi riguarda...

Di giorno chilometri e spiagge. La Seat Ibiza a noleggio arranca tra le colline su strade strette e tortuose per scivolare poi sballottata dal vento verso spiagge idilliache, poco frequentate ed affascinanti. Come la Caleta Negra di Puerto de la Pena.

o i 22 chilometri di spiaggia tra Sotovento e Morro Jaibe

Dura fare il bagno: l'acqua è molto fredda e il vento spinge la sabbia contro la pelle come mille spilli. Le pagine dei libri volano e si riempiono di granelli bianchi e rosa. Come per le viti anche qui mezzelune di rocce nere creano ambiti ripari per gli amanti dei bagni di Sole

Passano i giorni, ma ora dopo ora la mia scheda di memoria si riempie di immagini e ricordi strabilianti come un arcobaleno nel deserto

o come le capre alpiniste che ti guardano di sbieco come se ti chiedessero: "embè? Mai vista una capra in riva al mare, aggrappata ad un sedimento vulcanico?"
No.

4 ore di spotting spalmate in due mattini e due pomeriggi con Arianna sdraiata in riva al mare a meno di 100 metri dalla pista (splendido!) http://www.md80.it/bbforum/viewtopic.php?f=38&t=26308
ed è già ora di tornare a casa.
Un'ultima foto prima di tuffarci nelle nuvole che coprono la fredda e piovosa Italia di questi giorni...

Alla prossima!