Ho trovato questo articolo, io frandamente non ricordavo nulla ma magari qualcuno di voi sì e volevo chiedere qualche informazione più precisa e magari qualche anche se indiretta testimonianza e/o delucidazione.
L'articolo in questione è questo pubblicato nella sezione cronaca di La Repubblica del 3 Luglio 1988:
IL DC 9 DI REGGIO NON STAVA ATTERRANDO LA PROVA ARRIVA DAI NASTRI DEL
Repubblica — 03 luglio 1988 pagina 18 sezione: CRONACA
REGGIO CALABRIA Qualcuno bara. O gli uomini della torre di controllo di Reggio Calabria o i piloti dell' Ati. L' inchiesta disposta dalla procura della Repubblica è agli inizi ma ci sono già punti fermi importanti: il Dc 9 proveniente da Roma, arrivato dopo l' una di notte e costretto a cambiare rotta perché l' aeroporto era già al buio, non si trovava a 60 secondi dall' imbocco della pista quando le luci sono state spente e non è stato costretto quindi a una manovra pericolosa per riprendere quota. Anzi, senza dubbio non era nemmeno in manovra di atterraggio. Le prove? Stanno in quei nastri con le registrazioni dei colloqui tra controllori di volo, Ati e piloti. Nessuno, da Reggio, ha mai dato l' ok; nessuno, contrariamente a quanto riferisce la compagnia, ha mai guidato la manovra di avvicinamento che è competenza di Radar-Catania (gestito dai militari). E allora? Avranno visto il film L' aereo più pazzo del mondo e ne saranno rimasti impressionati, afferma sarcasticamente Pantaleone Spedicato, esperto di assistenza al volo della torre di Reggio Calabria, ma già alle 21 di martedì mi hanno comunicato che il Roma-Reggio sarebbe arrivato verso le 0,50. Per chi vola in Calabria i problemi non sono finiti.
Ieri si è corso il rischio che chiudesse l' aeroporto di Lamezia Terme, anche se per motivi igienico-sanitari. Le pulizie in aeroporto non venivano effettuate da giorni per uno sciopero degli addetti, ma ieri, in extremis, su intervento del prefetto di Catanzaro Carlo Cardamone, ci hanno pensato i netturbini comunali. A Reggio sono arrivate intanto le commissioni di indagine dell' Anav e di Civilavia. Riferiremo al ministro Santuz nel più breve tempo possibile, ha dichiarato il dottor Pisani che guida la commissione di Civilavia, e se il ministro lo vorrà invieremo le nostre conclusioni anche all' autorità giudiziaria. Il vicequestore Giorgio Floresta, dirigente della polizia di frontiera, ha già ascoltato una decina di persone tra tecnici e testimoni e si è messo in contatto con Fiumicino per capire cosa realmente è avvenuto nella capitale che ha fatto accumulare un ritardo enorme al volo dell' Ati. Poi ha comunicato i primi risultati della sua inchiesta al sostituto procuratore Fulvio Rizzo che da ieri si occupa della vicenda. Anche i piloti degli aerei che lunedì e martedì scorsi sono stati dirottati da Reggio Calabria su Lamezia sono stati già ascoltati a Roma, ma potrebbero a giorni essere convocati in Calabria. Sarebbe stato accertato che martedì sera l' aereo dell' Ati è partito oltre tre ore dopo l' orario previsto (i dirigenti dell' Ati sapevano così che non sarebbe potuto atterrare a Reggio) per due motivi: il primo per uno sciopero dell' Agip che ha ritardato di due ore il rifornimento di carburante; il secondo perché un membro dell' equipaggio si trovava a cena e si è presentato con oltre mezz' ora di ritardo all' imbarco.
E siccome la sera prima il volo era già stato dirottato su Lamezia, spiegano alla torre di controllo di Reggio, qualcuno ha pensato di giocare sulla nostra pelle e su quella dei passeggeri portandoli a spasso sui cieli della Calabria, sapendo bene che non sarebbero mai potuti arrivare a Reggio in tempo per l' atterraggio. Il sostituto procuratore Rizzo preferisce andare cauto: L' inchiesta è appena agli inizi, afferma, cercheremo di essere veloci per dare un giudizio sui fatti. Ma prima dobbiamo vedere quali sono i fatti. A metà settimana il vicequestore Floresta presenterà il suo rapporto conclusivo. Verso sabato avremo il quadro esatto di quello che è accaduto, vedremo se ci sono responsabilità e da parte di chi, spiega il sostituto Rizzo. L' attenzione della magistratura reggina, dopo i primi accertamenti, sembra essere puntata sui comportamenti romani, sulle tante zone d' ombra dei racconti fatti dai responsabili operativi dell' Ati. Solo un altro team, un' altra coppia di controllori chiamata per tempo in servizio, spiega Mario Ventura, rappresentante sindacale dei controllori, poteva assicurare l' atterraggio. I colleghi in servizio lunedì e martedì hanno applicato le norme, senza neppure forzature o estremizzazioni.
Lo sa che dopo l' una non siamo coperti da alcuna assicurazione?. A Reggio c' è rammarico per i provvedimenti presi dall' azienda di assistenza al volo che ha sospeso i controllori Santi Casablanca e Placido Di Mento, i quali assicurano i colleghi non sono dei pivellini, hanno un' esperienza più che ventennale. Se ce lo chiedono, dicono i controllori, siamo disponibili inizialmente a un turno forzato per garantire una copertura di ventiquattro ore al giorno, perché solo così si potrà risolvere realmente in problema. Invece l' Anav si è limitata a sospendere licenze e ferie. - dal nostro inviato PANTALEONE SERGI
Il DC-9 di Reggio
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Re: Il DC-9 di Reggio
Qualora fosse inadeguato, nella sezione non giusta o già pubblicato da altri potete eliminarlo spostarlo e quant'altro.
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Re: Il DC-9 di Reggio
La Repubblica 2 luglio 1988:
IN VOLO CIECO SU REGGIO CALABRIA
Repubblica — 02 luglio 1988 pagina 17 sezione: CAOS NEI SERVIZI
REGGIO CALABRIA Potrà succedere ancora. Se l' aereo dell' Ati non arriverà entro l' una di notte dovrà fare ancora retromarcia e atterrare su Lamezia. Nulla è stato fatto, sul piano pratico, per evitare nuove odissee ai passeggeri del volo Roma-Reggio Calabria. Fanno finta di non saperlo, spiega Mario Ventura, controllore del traffico aereo all' aeroporto dello Stretto, rappresentante sindacale della Cgil-trasporti, ma noi, se non è un caso di emergenza, all' una di notte dobbiamo chiudere. I venti caldi africani che spazzano lo Stretto in ogni direzione, fischiano contro le vetrate della torre di controllo da cui due operatori per turno (in tutto sono dodici) regolano l' afflusso di quei pochi transiti aerei quotidiani. Sono questi uomini adesso sotto accusa. Due di loro, Santi Casablanca e Placido Di Mento, sono stati sospesi dal servizio dalla direzione dell' azienda nazionale di assistenza al volo. Erano al lavoro martedì notte. Dicono che hanno spento le luci della pista e interrotto il contatto radio proprio quando il volo Roma-Reggio Calabria con 90 passeggeri a bordo era ormai in fase di atterraggio, a poche centinaia di metri dal lato sud dell' aeroporto, creando così una situazione drammatica. Balle, sono tutte balle, spiega Vincenzo Pascuzzi, esperto di assistenza al volo, ci stanno criminalizzando, stanno facendo credere che prima abbiamo detto venite e poi abbiamo chiuso in faccia la porta. Sapevano benissimo, lo sapevano da diverse ore, che all' una l' aeroporto avrebbe chiuso come avviene sempre, da anni. Ma ci sono duecentodieci denunce per interruzione di pubblico servizio.
E la Procura di Reggio Calabria ha aperto un' inchiesta e un' indagine è stata promossa anche dall' Azienda per l' assistenza al volo, nonché dal ministero dei Trasporti. La polizia ha ascoltato i controllori del traffico aereo in servizio la sera di lunedì 27 e di martedì 28. Sono stati sentiti Casablanca e Di Mento, quindi Giovambattista Aiossa ed Enrico Scilipoti, il quale subito dopo l' incontro con gli inquirenti ha avuto un infarto ed è finito in ospedale. L' eco di quello che è accaduto è enorme. Ma, sottolineano serenamente i controllori di volo, è l' Ati a volere scaricare su altri le proprie colpe. Perché? Ma perché, spiega Ventura, non si può partire alle O,15 da Roma e pensare di arrivare entro l' una a Reggio Calabria. Il volo, in un primo momento è stato stimato in arrivo alle 0,52, un orario praticamente impossibile, poi man mano questa stima è stata revisionata. Se qualcuno ha creato eventuali pericoli è stato il pilota, che ha cercato di arrivare in tempo, e che dopo 43 minuti sostiene di essere già sulla verticale di Reggio Calabria. All' Ati hanno voluto forzare sperando quasi che noi sbagliassimo. Perché non spiegano invece alla gente le molte ore di ritardo alla partenza e la storia dei pullman già pronti a Lamezia?. A Reggio si nega, dunque, di aver rifiutato l' atterraggio all' ultimo minuto. Il no era invece all' avvicinamento; già alle 21,15 la torre aveva comunicato all' Ati i termini della questione: o si arriva entro l' una o niente. L' Ati avrebbe avuto un' alternativa, chiedere all' Anav un turno eccezionale di controllori dopo l' una. Ma non l' ha fatto. L' aereo, dicono qui a Reggio, è arrivato senza una loro autorizzazione, ha iniziato la manovra di allontanamento, quindi la virata di procedura, come in gergo viene definita quell' ampia curva che permette di imboccare la pista dal lato sud (da nord non si poteva atterrare a causa del forte vento). Alle 0,59 come ha spiegato il pilota l' aereo era sulla verticale: per il suo atterraggio ci sarebbero voluti almeno altri dieci minuti. Quindi, spiega Ventura, abbiamo motivo di ritenere che quando abbiamo chiuso l' aeroporto, all' una in punto, il DC9 si trovava ad almeno tre mila piedi, 1800 metri, e che per riprendere quota e puntare su Lamezia non ci sia stato proprio bisogno di una manovra disperata come si vorrebbe far credere. C' è rabbia, risentimento, un senso di impotenza.
Vado a fare le mie ore di servizio tranquillo, dice però Giovambattista Aiossa, ma le dichiarazioni del pilota del DC9 atterrato a Lamezia lunedì quanto meno sono imprecise. Cosa ha detto il pilota? Ha detto in sostanza che qualsiasi volo che decolli per l' aeroporto di destinazione deve atterrare. Il pilota, ribatte Aiossa, non dice però che per potere atterrare a Reggio Calabria aveva l' obbligo di decollare entro le 23 e non alle 0,15 come è avvenuto. A Roma, dunque, assicurano Aiossa e il suo collega Di Mento, per due sere consecutive le cose erano state spiegate chiaramente. Ma i DC9 dell' Ati sono partiti ugualmente, sapendo di non poter atterrare a Reggio, forse non volendo in verità atterrare, afferma Piero Felice, tecnico alla torre di controllo. Roma-controllo per due sere ha assistito il DC9 fino alle isole Eolie, quindi, radar-Catania lo ha preso in carico per la fase di avvicinamento. Ma da Reggio, assicurano, non è arrivato mai l' ok all' atterraggio. Vecchi risentimenti affiorano così in queste ore contro la politica della compagnia di bandiera e contro coloro che due anni fa hanno deciso di ridurre l' operatività dello scalo reggino dalle ventiquattro alle sedici ore al giorno. Il direttivo della Cgil reggina addebitando il disservizio alla inefficienza dell' Alitalia parla di un nuovo attacco all' espansione produttiva dell' aeroporto, nel quadro di un disegno mai sopito di declassamento. E' un fatto gravissimo, ha dichiarato l' assessore regionale al Turismo Ubaldo Schifino, perché anche questo nuoce all' immagine della Calabria. Oggi a Reggio ci sarà una commissione di indagine guidata da un ispettore generale della navigazione aerea. I nastri registrati che documentano i colloqui tra torre e aerei dovrebbero consentire di chiarire tutta la vicenda. - di PANTALEONE SERGI
IN VOLO CIECO SU REGGIO CALABRIA
Repubblica — 02 luglio 1988 pagina 17 sezione: CAOS NEI SERVIZI
REGGIO CALABRIA Potrà succedere ancora. Se l' aereo dell' Ati non arriverà entro l' una di notte dovrà fare ancora retromarcia e atterrare su Lamezia. Nulla è stato fatto, sul piano pratico, per evitare nuove odissee ai passeggeri del volo Roma-Reggio Calabria. Fanno finta di non saperlo, spiega Mario Ventura, controllore del traffico aereo all' aeroporto dello Stretto, rappresentante sindacale della Cgil-trasporti, ma noi, se non è un caso di emergenza, all' una di notte dobbiamo chiudere. I venti caldi africani che spazzano lo Stretto in ogni direzione, fischiano contro le vetrate della torre di controllo da cui due operatori per turno (in tutto sono dodici) regolano l' afflusso di quei pochi transiti aerei quotidiani. Sono questi uomini adesso sotto accusa. Due di loro, Santi Casablanca e Placido Di Mento, sono stati sospesi dal servizio dalla direzione dell' azienda nazionale di assistenza al volo. Erano al lavoro martedì notte. Dicono che hanno spento le luci della pista e interrotto il contatto radio proprio quando il volo Roma-Reggio Calabria con 90 passeggeri a bordo era ormai in fase di atterraggio, a poche centinaia di metri dal lato sud dell' aeroporto, creando così una situazione drammatica. Balle, sono tutte balle, spiega Vincenzo Pascuzzi, esperto di assistenza al volo, ci stanno criminalizzando, stanno facendo credere che prima abbiamo detto venite e poi abbiamo chiuso in faccia la porta. Sapevano benissimo, lo sapevano da diverse ore, che all' una l' aeroporto avrebbe chiuso come avviene sempre, da anni. Ma ci sono duecentodieci denunce per interruzione di pubblico servizio.
E la Procura di Reggio Calabria ha aperto un' inchiesta e un' indagine è stata promossa anche dall' Azienda per l' assistenza al volo, nonché dal ministero dei Trasporti. La polizia ha ascoltato i controllori del traffico aereo in servizio la sera di lunedì 27 e di martedì 28. Sono stati sentiti Casablanca e Di Mento, quindi Giovambattista Aiossa ed Enrico Scilipoti, il quale subito dopo l' incontro con gli inquirenti ha avuto un infarto ed è finito in ospedale. L' eco di quello che è accaduto è enorme. Ma, sottolineano serenamente i controllori di volo, è l' Ati a volere scaricare su altri le proprie colpe. Perché? Ma perché, spiega Ventura, non si può partire alle O,15 da Roma e pensare di arrivare entro l' una a Reggio Calabria. Il volo, in un primo momento è stato stimato in arrivo alle 0,52, un orario praticamente impossibile, poi man mano questa stima è stata revisionata. Se qualcuno ha creato eventuali pericoli è stato il pilota, che ha cercato di arrivare in tempo, e che dopo 43 minuti sostiene di essere già sulla verticale di Reggio Calabria. All' Ati hanno voluto forzare sperando quasi che noi sbagliassimo. Perché non spiegano invece alla gente le molte ore di ritardo alla partenza e la storia dei pullman già pronti a Lamezia?. A Reggio si nega, dunque, di aver rifiutato l' atterraggio all' ultimo minuto. Il no era invece all' avvicinamento; già alle 21,15 la torre aveva comunicato all' Ati i termini della questione: o si arriva entro l' una o niente. L' Ati avrebbe avuto un' alternativa, chiedere all' Anav un turno eccezionale di controllori dopo l' una. Ma non l' ha fatto. L' aereo, dicono qui a Reggio, è arrivato senza una loro autorizzazione, ha iniziato la manovra di allontanamento, quindi la virata di procedura, come in gergo viene definita quell' ampia curva che permette di imboccare la pista dal lato sud (da nord non si poteva atterrare a causa del forte vento). Alle 0,59 come ha spiegato il pilota l' aereo era sulla verticale: per il suo atterraggio ci sarebbero voluti almeno altri dieci minuti. Quindi, spiega Ventura, abbiamo motivo di ritenere che quando abbiamo chiuso l' aeroporto, all' una in punto, il DC9 si trovava ad almeno tre mila piedi, 1800 metri, e che per riprendere quota e puntare su Lamezia non ci sia stato proprio bisogno di una manovra disperata come si vorrebbe far credere. C' è rabbia, risentimento, un senso di impotenza.
Vado a fare le mie ore di servizio tranquillo, dice però Giovambattista Aiossa, ma le dichiarazioni del pilota del DC9 atterrato a Lamezia lunedì quanto meno sono imprecise. Cosa ha detto il pilota? Ha detto in sostanza che qualsiasi volo che decolli per l' aeroporto di destinazione deve atterrare. Il pilota, ribatte Aiossa, non dice però che per potere atterrare a Reggio Calabria aveva l' obbligo di decollare entro le 23 e non alle 0,15 come è avvenuto. A Roma, dunque, assicurano Aiossa e il suo collega Di Mento, per due sere consecutive le cose erano state spiegate chiaramente. Ma i DC9 dell' Ati sono partiti ugualmente, sapendo di non poter atterrare a Reggio, forse non volendo in verità atterrare, afferma Piero Felice, tecnico alla torre di controllo. Roma-controllo per due sere ha assistito il DC9 fino alle isole Eolie, quindi, radar-Catania lo ha preso in carico per la fase di avvicinamento. Ma da Reggio, assicurano, non è arrivato mai l' ok all' atterraggio. Vecchi risentimenti affiorano così in queste ore contro la politica della compagnia di bandiera e contro coloro che due anni fa hanno deciso di ridurre l' operatività dello scalo reggino dalle ventiquattro alle sedici ore al giorno. Il direttivo della Cgil reggina addebitando il disservizio alla inefficienza dell' Alitalia parla di un nuovo attacco all' espansione produttiva dell' aeroporto, nel quadro di un disegno mai sopito di declassamento. E' un fatto gravissimo, ha dichiarato l' assessore regionale al Turismo Ubaldo Schifino, perché anche questo nuoce all' immagine della Calabria. Oggi a Reggio ci sarà una commissione di indagine guidata da un ispettore generale della navigazione aerea. I nastri registrati che documentano i colloqui tra torre e aerei dovrebbero consentire di chiarire tutta la vicenda. - di PANTALEONE SERGI