
"Quando sono stato assunto in AZ avevamo nel nostro ufficio due macchine calcolatrici elettromeccaniche fra le più avanzate e tutti ce le invidiavano. Erano una Diehl che andava a 125 volt e una Radical Friden; radical perché faceva pure la radice quadrata.
Quando facevi le divisioni con la Diehl dovevi allineare bene il dividendo e il divisore, altrimenti ci metteva una vita. Ricordo che un giorno non ci pensai e schiacciai il tasto operativo senza avere allineato i numeri. Quando iniziò a fumare mi spaventai e per far terminare l’operazione dovetti staccare la spina.
La Radical Friden, quando la usavi per particolari moltiplicazioni o divisioni, non ricordo bene, faceva il rumore di un treno che passava in galleria, così quando sentivamo quel rumore sapevamo pure che c’era qualcuno che non aveva niente da fare o che si era rotto di fare qualcosa.
Poi, quando il lavoro aumentò a dismisura, chiedemmo a gran voce un aggiornamento delle attrezzature di supporto, così mi mandarono alla Olivetti a studiare l’Olivetti programma 101 per valutare se valesse la pena acquistarla.
Era un calcolatore da tavolo bello grande (prendeva mezza scrivania) con due registri operativi e 5 o 6 registri di memoria, insomma una schifezza paragonato alle odierne disponibilità, però uno strumento avverinistico per quei tempi, anche se come Alitalia arrivammo praticamente ultimi. Aveva grandi problemi di memoria e bisognava essere particolarmente capaci nella progettazione del programma di calcolo per cercare di ridurre al minimo l’uso dei registri di memoria sfruttando al massimo quelli operativi.
Ricordo che gli istruttori Olivetti facevano sempre riferimento al programma per il calcolo del numero fattoriale nel dimostrare come erano riusciti a contenere al massimo le istruzioni. Ricordo anche che io realizzai lo stesso programma con una istruzione in meno di quello ufficiale e divenni subito famoso (fra i 5 o 6 addetti). Questo fatto mi fece però gioco al massimo quando, rientrando in ufficio incontrai in ascensore il mio capo in compagnia del responsabile Olivetti che, quando mi vide, si rivolse al mio capo e mi fece grandissimi complimenti.
Non se ne poteva comprare più di uno, così lo usavo solo io e dovevo fare programmi per tutte le esigenze più fesse di tutti i miei colleghi.
In quei tempi cominciavano anche a circolare i primi PC, così cominciammo a chiedere a gran voce un ulteriore aggiornamento forti del fatto che all’ufficio del personale ogni addetto aveva sulla sua scrivania un PC, mentre noi, ufficio tecnico con esigenze continue di calcoli anche complessi disponevamo solo di piccoli calcolatori Texas Instrument personali e di un solo calcolatore Olivetti 101. Alle nostre richieste ci risposero che ce lo potevamo scordare di venire in ufficio per giocare con il PC.
Così decidemmo di dimostrare che non volevamo giocarci ma lavorarci veramente.
Portai in ufficio il mio ZX spectrum più un vecchio televisorino portatile (tutto di mio) e un collega portò la stampantina con carta chimica di corredo allo spectrum. Io la stampante non ce l’avevo perché costava troppo.
Dichiarammo tutto all’entrata, così avremmo poi potuto riportarci tutto a casa senza incorrere in denunce per furto e iniziammo a usare la nostra nuova attrezzatura. Passati alcuni mesi ci riportammo via il tutto meno che l’abitudine ai tempi brevi di soluzione dei lavori che avevamo inoculata nelle vene dei nostri superiori, così vincemmo la guerra e finalmente riuscimmo a far entrare in ufficio il primo PC, non uno per ogni addetto, ma solo uno. E qui insorsero altri problemi, ma queste sono altre storie. Importante è la soddisfazione di avere contribuito al progresso della nostra Alitalia.