Tiz5360 ha scritto: 5 maggio 2024, 10:37
Grazie Brandon, ti leggo con molto interesse. Quello che dici, ovvero che non riesco a vivere nel presente, credo sia molto vero. Ma non c’avevo riflettuto a fondo prima di questo evento… probabilmente il mio modo di vivere lo consideravo “normale”. Il fatto è che mi risulta davvero difficile trovare una chiave per cambiare il mio modo di pensare. Come si fa?
Si…spesso lo consideriamo normale perché la stragrande maggioranza delle persone fa esattamente come noi…ma esattamente come noi non vivono una vita particolarmente felice…e difficilmente si godono la vita in “profondità”…
In realtà è piu facile di quello che sembri …anche perché è ciò che già facevi da bambina …tutti i bambini sono capaci di vivere il momento presente…fino a quando non ti insegnano a fare diversamente. Quindi quello che manifesti ora è un meccanismo appreso ed è’ diventata una abitudine. Rendere qualcosa una abitudine sfrutta una eccezionale capacità del nostro cervello….ovvero inserire il “pilota automatico” e utilizzare le proprie risorse per altro. Pero’ se si usa il pilota automatico per il 95% del nostro tempo….allora no …non è’ più un aspetto positivo. Quindi un primo passo è quello di disconnettere il pilota automatico più volte che riesci nel corso della giornata. Un altro aspetto , per me rilevante, è quello di smettere di giudicare…persone, fatti…e, in modo analogo, i giudizi degli altri ti devono entrare da una parte e uscire dall’altra. Bada bene…questo non significa che non si prenda in seria considerazione una critica….una critica può anche permetterti di crescere…e’ proprio il giudizio che deve attraversarti come se fossi trasparente. Devi permetterti di provare e sentire ciò che provi e senti senza pensare a come dovresti sentirti in una determinata situazione.Questo aspetto racchiude l’accettazione…che è un punto fondamentale per non negare, per non rimuovere ciò che è…ed è l’unico punto di partenza per una reale consapevolezza…che rappresenta l’unico atteggiamento per vivere nel presente. Un’altra cosa che ti può’ aiutare e’ programmare il meno possibile. Programma solo quando estremamente necessario….quando non lo è…vivi “al momento”…creando una maggiore connessione con ciò che le tue sensazioni ti suggeriscono in quel momento. E goditi il cambiamento…perché è’ davvero rapido e ti mostrerà con notevole intensità la differenza. Poi ricascherai nelle tue vecchie abitudini …ti aggrapperai al pilota automatico ma , una volta che ne sei consapevole…lo staccherai nuovamente.
Tiz5360 ha scritto: 5 maggio 2024, 10:37
Ti confesso che, dato il mio pensiero degli ultimi giorni sulla possibilità di evitare il prossimo volo, sono andata da una psichiatra che mi ha prescritto lo Xanax (da prendere eventualmente con una dose blanda) ma, come te, mi ha precisato più volte che l’ansiolitico non risolve il problema se l’obiettivo è tornare a volare con tranquillità. Dice sia un’altra forma di “evitamento”e soprattutto porterebbe la mia mente, in futuro, a pensare di essere in grado di volare solo perché c’è l’ansiolitico che fa il suo dovere.
Infatti il problema è proprio quello. Niente può modificare il tuo pensiero…ma, eventualmente, può attenuarne l’effetto. Ma oltre a non servire a niente….se anche dovesse farti fare il volo con maggiore tranquillità…attribuiresti questa maggiore tranquillità al farmaco e non alla tua capacità di “gestire” la situazione. Di norma le persone aumentano la dose fino ad arrivare alla situazione che non solo non aiuta più ma l’ansia è peggiore. Al contrario ti basta vivere in modo diverso il volo, attraverso la tua percezione…attraverso il tuo nuovo modo affrontare la vita perché il tuo disagio scompaia…perché hai tolto la causa prima e non il sintomo. Tu quando si accende la spia della riserva in macchina ….fai benzina o tagli il cavo della spia? Perché’ in tutti e due i casi la spia si spegne…ma in uno il tutto continua a funzionare continuamente…perfino la spia che ti può avvisare di qualche situazione anormale…nell’altro poco dopo si spegne tutto e non sai neanche più il perché! Volare poi non è un problema….dovessi anche non volare più…il problema è che TUTTA la tua vita ne risente per il tuo modo di pensare. Tu al volo proprio non ci devi pensare….tu dovresti iniziare da subito a vivere in modo diverso…volare serenamente, godendoti anche le emozioni che ti può regalare, sará una diretta conseguenza.
Tiz5360 ha scritto: 5 maggio 2024, 10:37
Proprio perché anche lei ha centrato il problema, mi ha consigliato di fare degli esercizi di respirazione diaframmatica tutti i giorni, per riportare la mia mente al presente. Allo stesso modo mi ha suggerito di fare in aereo, concentrandomi su determinati oggetti presenti intorno a me (ad esempio tutti gli oggetti tondi).
SI…portare l’attenzione sul respiro porta notevoli benefici e…sicuramente la tua mente è al presente. Ma è davvero importante che tu non faccia solo “degli esercizi” relegati ad un momento X della tua giornata. E’ molto importante che tu riesca ad inserire qualche respiro profondo e consapevole nel tuo fare quotidiano …deve entrare a far parte della tua vita in più momenti possibili. Al lavoro, sul cesso, mentre cammini, mentre fai la spesa…quando sei in compagnia di un’altra persona….
L’elemento “magico”, che magico non è….consiste nel fatto che mente e corpo sono collegati tra loro in modo davvero profondo. La mente ha effetto sul tuo corpo….e questo è ovviamente banale da dimostrare. TI basta pensare al volo , anche se sei sul divano, che hai generato ansia…il respiro e’ diventato più affannoso il battito cardiaco e’ aumentato…ma perché non può coesistere uno stato di ansia con un respiro regolare e profondo. Quello a volte meno banale e’ che un respiro affannoso può generare uno stato d’ansia…apparentemente senza senso. Agire sul respiro quindi, oltre a portare la tua mente sul presente , influenza anche il tuo “umore” e il tuo stato d’animo. Se la persona davanti a te respira in modo affannoso stai pur certa che il tuo respiro si accorda al suo , rendendo nervosa anche te. Se hai consapevolezza sul tuo respiro , non solo non vieni “trascinata” ma hai modo di placare il respiro della persona davanti a te. Per questo e’ importante che qualsiasi cosa tu faccia…lo faccia nel corso della giornata e non solo in un momento particolare…sforzarti, anche solo per pura curiosità , a sperimentare tutto ciò che provi a fare di diverso in mezzo agli altri. Non devi credere a me o alla psichiatria…devi credere a ciò che fai….quindi fallo.
Tiz5360 ha scritto: 5 maggio 2024, 10:37
In questi giorni ho riflettuto tanto anche su quanto possa incidere il contesto familiare nella generazione dell’ansia e di pensieri errati.
Faccio un esempio: ho parlato con mia mamma di questo prossimo viaggio e della possibilità di non partire a causa della mia ansia; la sua risposta è stata “ma scusa se stai così perché hai prenotato?” e non “certo che devi partire!”. Di fatto, mi ha fatto sentire ancora più un’idiota. E potrei fare tanti altri esempi…
Pensi che certi pensieri possano scaturire da anni di contesti familiari ansiogeni?? Penso che tutto questo non faccia altro che alimentare le mie insicurezze.
Sicuramente , in origine, l’ambiente circostante e, per questo ancora di più la famiglia, ti hanno portato a vivere e percepire in questo modo MA….la loro “colpa”, se così la vuoi chiamare, finisce li. Ora è in mano a te….la tua vita è SOLO una tua responsabilità…cosi come tu non puoi essere responsabile della vita altrui. Meriti e demeriti , per ciò che riguarda la qualità della tua vita sono esclusivamente tuoi. Questo deve essere un PILASTRO del tuo pensiero. Non devi cercare approvazione negli altri…non devi fare o provare ciò che agli altri piacerebbe tu provassi. Non puoi uscire dalle tue insicurezze pensando che gli altri ti debbano o possano guidarti…ne esci soltanto perché’ TU decidi….TU sbagli….TU correggi il tuo errore e….TU trovi la migliore via per TE. Più’ sbagli più impari…sbagliare non è fallire…sbagliare fa parte de percorso. Non aver paura di sbagliare…fregatene del giudizio sui tuoi errori…quelli servono a te…non agli altri.
Ciao!