L’Ue avverte il governo «Niente aiuti ad Alitalia»
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L’Ue avverte il governo «Niente aiuti ad Alitalia»
BRUXELLES. Il ragionamento non fa una grinza. Se dopo due piani di rilancio e relative iniezioni di liquidità l’Alitalia ha tre mesi di vita è chiaro che il problema della compagnia non è di natura finanziaria bensì industriale. Il portavoce del commissario Ue ai Trasporti Jacques Barrot lo ha detto ieri con tutti i toni diplomatici del caso e una forma garbata che non modifica la sostanza. «La strada del risanamento non passa evidentemente per gli aiuti di Stato», ha affermato. E questo perché il percorso approvato da Bruxelles nell’estate del 2005 e la ricapitalizzazione da 1.006 milioni effettuata in dicembre «sono state messe in atto correttamente». C’erano dunque tutte le premesse perché un buon lavoro, in buone condizioni, portasse dei buoni risultati, non un debito che si accinge a sfiorare il miliardo e i 300 milioni di perdite stimate per questo esercizio.
Il governo Prodi è pertanto avvertito. Pur sottolineando di non voler fare invasione di campo, i tecnici dell'esecutivo Ue ritengono che il ricorso ad altri aiuti di stato, oltre che non accettabile da Bruxelles, rischierebbe di non avere effetto sulla società guidata da Giancarlo Cimoli. «Si sentono voci della possibilità di un intervento pubblico - confida una fonte - Bisogna ricordare che il via libera concesso nel giugno 2005 da Barrot era basato sul sacro principio della “seconda volta, ultima volta”». Ogni sostegno in denaro verrebbe bloccato dalla Commissione, a meno che lo Stato non agisse come un qualunque azionista privato, partecipando ad un aumento di capitale alle condizioni di mercato, sulla base di una chiara strategia di ripristino della sostenibilità dell'azienda e del ritorno alla generazione di profitti.
Che fare? Esperti dell’aviazione civile ricordano la vicenda della Sabena, la compagnia belga fallita nel 2001 due mesi dopo l’attacco alle torri gemelle seguendo il destino già toccato alla sua holding di riferimento, l’elvetica Swissair. Allora la società fu ribattezzata Sn Brussels e sottoposta ad una cura dimagrante portentosa attraverso la focalizzazione sul business principale, con la rinuncia a tutti i servizi connessi, compresi gli alberghi (era fra l’altro proprietaria del tristemente noto Milles Collines, l’hotel di Kigali in cui trovarono rifugio dalla furia hutu centinaia di persone) e la vendita dei biglietti.
Fu ridotto il numero dei piloti e il raggio d’azione. Si rinunciò all’America e all’Asia per concentrarsi sui business più redditizi, Europa e Africa. Morale: un anno dopo i conti erano in attivo e oggi Sn, che sta per fondersi con la Virgin, è sistematicamente fra le prime tre classifica delle europea della puntualità.
«I casi hanno una qualche somiglianza», sottolineano le fonti, per le quali senza un radicale snellimento Alitalia potrà difficilmente salvarsi. Anche un’azione dall’esterno, un ritorno in lizza dell’Air France o una mossa della Lufthansa, richiederebbe l’accettazione di una riorganizzazione e una maggiore flessibilità sul fronte del lavoro.
La secca opposizione dei sindacati è però destinata a rendere ogni trasformazione difficile. «Per uscire da una crisi - commentava ieri un manager della Sn Brussels - occorre un impegno corale. Sindacati, manager e azionisti devono sedersi ad un tavolo e chiedersi se è meglio una compagnia più piccola che funzioni o una più grande che porti i libri in tribunale».
La Commissione Ue intende seguire da vicino la vicenda Alitalia, consapevole del resto che quasi qualunque mossa di Roma - una ricapitalizzazione o un’alleanza - dovrà ottenere il suo beneplacito. Così promette uno «stretto monitoraggio», mentre il caso attira l’attenzione anche del Parlamento europeo. Il presidente della Commissione Trasporti, Paolo Costa, si augura che «ci sia qualcuno che prenda coscienza del patrimonio costituito dalla compagnia e intervenga dall’interno». L’invito a un cavaliere bianco è palese e, per chi la vede da quassù, è la soluzione meno traumatica per rimettere in pista una compagnia che nessuno sembra voler salvare veramente.
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.asp
Il governo Prodi è pertanto avvertito. Pur sottolineando di non voler fare invasione di campo, i tecnici dell'esecutivo Ue ritengono che il ricorso ad altri aiuti di stato, oltre che non accettabile da Bruxelles, rischierebbe di non avere effetto sulla società guidata da Giancarlo Cimoli. «Si sentono voci della possibilità di un intervento pubblico - confida una fonte - Bisogna ricordare che il via libera concesso nel giugno 2005 da Barrot era basato sul sacro principio della “seconda volta, ultima volta”». Ogni sostegno in denaro verrebbe bloccato dalla Commissione, a meno che lo Stato non agisse come un qualunque azionista privato, partecipando ad un aumento di capitale alle condizioni di mercato, sulla base di una chiara strategia di ripristino della sostenibilità dell'azienda e del ritorno alla generazione di profitti.
Che fare? Esperti dell’aviazione civile ricordano la vicenda della Sabena, la compagnia belga fallita nel 2001 due mesi dopo l’attacco alle torri gemelle seguendo il destino già toccato alla sua holding di riferimento, l’elvetica Swissair. Allora la società fu ribattezzata Sn Brussels e sottoposta ad una cura dimagrante portentosa attraverso la focalizzazione sul business principale, con la rinuncia a tutti i servizi connessi, compresi gli alberghi (era fra l’altro proprietaria del tristemente noto Milles Collines, l’hotel di Kigali in cui trovarono rifugio dalla furia hutu centinaia di persone) e la vendita dei biglietti.
Fu ridotto il numero dei piloti e il raggio d’azione. Si rinunciò all’America e all’Asia per concentrarsi sui business più redditizi, Europa e Africa. Morale: un anno dopo i conti erano in attivo e oggi Sn, che sta per fondersi con la Virgin, è sistematicamente fra le prime tre classifica delle europea della puntualità.
«I casi hanno una qualche somiglianza», sottolineano le fonti, per le quali senza un radicale snellimento Alitalia potrà difficilmente salvarsi. Anche un’azione dall’esterno, un ritorno in lizza dell’Air France o una mossa della Lufthansa, richiederebbe l’accettazione di una riorganizzazione e una maggiore flessibilità sul fronte del lavoro.
La secca opposizione dei sindacati è però destinata a rendere ogni trasformazione difficile. «Per uscire da una crisi - commentava ieri un manager della Sn Brussels - occorre un impegno corale. Sindacati, manager e azionisti devono sedersi ad un tavolo e chiedersi se è meglio una compagnia più piccola che funzioni o una più grande che porti i libri in tribunale».
La Commissione Ue intende seguire da vicino la vicenda Alitalia, consapevole del resto che quasi qualunque mossa di Roma - una ricapitalizzazione o un’alleanza - dovrà ottenere il suo beneplacito. Così promette uno «stretto monitoraggio», mentre il caso attira l’attenzione anche del Parlamento europeo. Il presidente della Commissione Trasporti, Paolo Costa, si augura che «ci sia qualcuno che prenda coscienza del patrimonio costituito dalla compagnia e intervenga dall’interno». L’invito a un cavaliere bianco è palese e, per chi la vede da quassù, è la soluzione meno traumatica per rimettere in pista una compagnia che nessuno sembra voler salvare veramente.
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- Alan
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Non posso che essere daccordo con una decisione simile.... altri aiuti sarebbero inutili e oltretutto graverebbero su noi cittadini stessi.
E' ora che in Alitalia si cambi profondamente aria e il CDA e cimoli e tutta la classe dirigenziale autrice di questo ennesimo fallimento vada a casa! sicuramente cimoli nn se la passerà visto che guadagna circa 190000 Euro al mese! ... beh però sn soldi meritati
Purtroppo sicuramente se si andrà sino in fondo salteranno molti posti di lavoro, di persone che pagheranno la politica scellerata dei loro superiori e dirigenti. Diveramente comunque se si mantiene un assetto del genere e improbabile attuare un vero risanamento.
E' ora che in Alitalia si cambi profondamente aria e il CDA e cimoli e tutta la classe dirigenziale autrice di questo ennesimo fallimento vada a casa! sicuramente cimoli nn se la passerà visto che guadagna circa 190000 Euro al mese! ... beh però sn soldi meritati

Purtroppo sicuramente se si andrà sino in fondo salteranno molti posti di lavoro, di persone che pagheranno la politica scellerata dei loro superiori e dirigenti. Diveramente comunque se si mantiene un assetto del genere e improbabile attuare un vero risanamento.
- SRD019_G.Luca
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- HowardHughes
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Salve a tutti, è la prima volta che posto in questo forum!
L'UE ha ragione nel voler vietare altri finanziamenti all'ALITALIA, daltronde le compagnie di bandiera non esistono più( anche se molti ignoranti in materia continuano a ripeterlo es. mass media etc etc.) AZ è un azienda privata non appartiene allo stato, quindi non vedo motivo di un evenutale rifinazniamento, così qualsiasi azienda privata nel nostro paese si sentira in diritto di chiedere finanziamenti allo stato nei momenti di crisi. Alitalia è stata gestita male, c'è molta poca competenza nei piani alti che induce a fare movimenti sbagliati! Speriamo almeno che con questi ultimi finanziamenti si riprenda!
Saluti
L'UE ha ragione nel voler vietare altri finanziamenti all'ALITALIA, daltronde le compagnie di bandiera non esistono più( anche se molti ignoranti in materia continuano a ripeterlo es. mass media etc etc.) AZ è un azienda privata non appartiene allo stato, quindi non vedo motivo di un evenutale rifinazniamento, così qualsiasi azienda privata nel nostro paese si sentira in diritto di chiedere finanziamenti allo stato nei momenti di crisi. Alitalia è stata gestita male, c'è molta poca competenza nei piani alti che induce a fare movimenti sbagliati! Speriamo almeno che con questi ultimi finanziamenti si riprenda!
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- darth.miyomo
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- HowardHughes
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Sicuro?HowardHughes ha scritto:Allora compagnia di bandiera non esiste più come termine, sono solo compagnie aeree!
Ciao
L.
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Leonardo
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- niktsf
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Questa non l'avevo mai sentita. Posso chiedere di approfondire?niktsf ha scritto:Finalmente una decisione chiara... non posso che essere d'accordo!!!
Cominciamo però con levare anche quel 3% di tasse aeroportuali dirette alle casse di Alitalia che tutti paghiamo quando voliamo anche se non prendiamo AZ???!!!
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Certo, basta che chiedi allo scorso governo (non che questo sia molto meglio a quanto pare) come hanno finanziato in parte le perdite di AZ.darth.miyomo ha scritto:Questa non l'avevo mai sentita. Posso chiedere di approfondire?niktsf ha scritto:Finalmente una decisione chiara... non posso che essere d'accordo!!!
Cominciamo però con levare anche quel 3% di tasse aeroportuali dirette alle casse di Alitalia che tutti paghiamo quando voliamo anche se non prendiamo AZ???!!!
Oppure chiedi ai vertici degli aeroporti: Treviso, per esempio, non ha avuto a disposizione 92000euro che ha dovuto versare allo Stato per il famoso decreto "SalvaAlitalia" senza che AZ operi su Treviso...
L'intervista di ciò che ti ho detto era pubblicata su "Il Gazzettino" e a parlare il presidente dell'aeroporto di Treviso, Camolei.
Ultima modifica di niktsf il 22 ottobre 2006, 15:43, modificato 1 volta in totale.
niktsf!
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Hai ragione, come potrai notare da tutti gli altri miei post, ho solo commesso un errore di battitura dettato dalla fretta, Camolei e' il presidente e non direttore di AerTre.I-FORD ha scritto: Per inciso, Camolei non è il direttore dell'aeroporto di Treviso, bensì il presidente della società di gestione.
niktsf!
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Allora..
Chiarisco subito che la decisione dell'UE mi sambra azzeccata..Se non altro perchè
evitare la profusione di nuovi finanziamenti statali può essere visto come un incentivo alla ricerca di qualche altro modo per restare a galla.. Per quanto si possa essere nazionalisti (e io lo sono molto) non trovo accettabile che un'azienda (per quanto importante sia a livello nazionale) sopravviva (o prolunghi la sua agonia) a spese di tutti..Per inciso..la pensavo così anche quando la stessa operazione è stata compiuta per la Fiat, che poi però in qualche modo si è ripresa..
Sono convinto che un modo per venirne fuori c'è, e spero vivamente venga trovato al più presto,ma non è aggrappandosi agli altri che si trova la soluzione..Anche perchè se si sa che prima o poi i soldi da qualche parte arrivano,chi si mette d'impegno a risanare la situazione?
Chiarisco subito che la decisione dell'UE mi sambra azzeccata..Se non altro perchè
evitare la profusione di nuovi finanziamenti statali può essere visto come un incentivo alla ricerca di qualche altro modo per restare a galla.. Per quanto si possa essere nazionalisti (e io lo sono molto) non trovo accettabile che un'azienda (per quanto importante sia a livello nazionale) sopravviva (o prolunghi la sua agonia) a spese di tutti..Per inciso..la pensavo così anche quando la stessa operazione è stata compiuta per la Fiat, che poi però in qualche modo si è ripresa..
Sono convinto che un modo per venirne fuori c'è, e spero vivamente venga trovato al più presto,ma non è aggrappandosi agli altri che si trova la soluzione..Anche perchè se si sa che prima o poi i soldi da qualche parte arrivano,chi si mette d'impegno a risanare la situazione?

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Non mi risulta!Di quali dati sei in possesso? E quello che impropriamente viene chiamato decreto salva Alitalia e' in realta' il decreto per i requisiti di sistema dei cui benefici hanno goduto in proporzione tutte le compagnie aeree italiane.niktsf ha scritto:Finalmente una decisione chiara... non posso che essere d'accordo!!!
Cominciamo però con levare anche quel 3% di tasse aeroportuali dirette alle casse di Alitalia che tutti paghiamo quando voliamo anche se non prendiamo AZ???!!!
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Ho chiamato Silvio ma ha il cell sempre staccato.niktsf ha scritto: Certo, basta che chiedi allo scorso governo (non che questo sia molto meglio a quanto pare) come hanno finanziato in parte le perdite di AZ.
Sto chiamando tutte le torri di controllo ma sembrano essere impegnate pure loro.niktsf ha scritto: Oppure chiedi ai vertici degli aeroporti:
Ce lo puoi postare?niktsf ha scritto: Treviso, per esempio, non ha avuto a disposizione 92000euro che ha dovuto versare allo Stato per il famoso decreto "SalvaAlitalia" senza che AZ operi su Treviso...
L'intervista di ciò che ti ho detto era pubblicata su "Il Gazzettino" e a parlare il presidente dell'aeroporto di Treviso, Camolei.
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Era ora che qualcuno si esprimesse chiaramente in senso negativo sui fondi all'Alitalia.
Il pesce puzza dalla testa, non dalla pinna... Dategli altri fondi e se li mangeranno come sempre. Tagliate la testa e la puzza sparirà... poi si potrà riparlare di risanamento.
Tagli di personale (e purtroppo mi sa che sono inevitabili), taglio netto alla flotta... gli MD-80 sono decisamente pensionabili e poi si dovrebbe fare una flotta più omogenea. Possibilmente tutti Airbus A320, A321 e A330 magari presi in leasing. Chiudere temporaneamente le rotte intercontinentali eccessivamente costose. ABBASSARE I PREZZI DEI BIGLIETTI.
Ovviamente non ci si può limitare a questo ma se già manca la volontà di fare questo... Non si può pensare di risanare un bilancio disastroso e pensare di mantenere gli standard attuali.
Il pesce puzza dalla testa, non dalla pinna... Dategli altri fondi e se li mangeranno come sempre. Tagliate la testa e la puzza sparirà... poi si potrà riparlare di risanamento.
Tagli di personale (e purtroppo mi sa che sono inevitabili), taglio netto alla flotta... gli MD-80 sono decisamente pensionabili e poi si dovrebbe fare una flotta più omogenea. Possibilmente tutti Airbus A320, A321 e A330 magari presi in leasing. Chiudere temporaneamente le rotte intercontinentali eccessivamente costose. ABBASSARE I PREZZI DEI BIGLIETTI.
Ovviamente non ci si può limitare a questo ma se già manca la volontà di fare questo... Non si può pensare di risanare un bilancio disastroso e pensare di mantenere gli standard attuali.