andwork ha scritto: 18 luglio 2024, 20:56
Grazie a tutti per le risposte (senza polemica), in particolare a @flyingbrandon per la spiegazione delle differenze tra SOP, procedure e limitazioni.
Il mio intento non era certo quello di distruggere la SV, anzi, era quello di far capire che purtroppo alle compagnie ormai non interessano quasi più queste cose, perchè la sicurezza COSTA, e tanto...
Sono felice di avere frainteso il senso del tuo messaggio ma voglio ugualmente raccontarti una storia che mi ha colpito anche se ha poco a che fare apparentemente con l’aviazione ma che invece contiene un messaggio che dovrebbe essere compreso prima di tutto da tutti coloro che gestiscono le sorti di una azienda .
A me la raccontarono all’Università di Cranfield ,master in Fight and System safety, aula di “ergonomics”, per sottolineare che l’investimento sulla safety e’ un investimento “invisibile” : non vedi un revenue in termini di soldi se le cose vanno bene ma ne capisci l’importanza solo quando e’ troppo tardi.
Lo chiamano “il dilemma delle due P” (Protection-Production)
Sully in un intervista disse una cosa secondo me meravigliosa:
"ho fatto durante la mia vita tanti depositi alla “banca della sicurezza” (in termini di lavoro, di esperienza, di studio assiduo della safety) e un giorno (quello dell’’incidente) sono andato a riscuotere il saldo."
La storia comunque e’ questa:
" Markus lavorava in fabbrica , una fabbrica che ultimamente stava passando un brutto momento e si paventava la chiusura causa i costi di produzione troppo alti rispetto ai competitor.
La fabbrica sull’orlo della bancarotta venne acquisita da una nuova holding multinazionale che sostituì i manager di prima. Tra questi arrivò un MD che per aumentare i profitti decise di aumentare la produzione. Ma non erano previsti investimenti in nuovi macchinari e allora il manager pensò di modificare i processi accorciando i tempi di lavorazione. Il tempista e i capireparto , incaricati delle modifiche ai processi di produzione ,sollevarono alcuni dubbi ma fu inutile, o così o pomì. Si cambiarono quindi le procedure e quello che prima veniva fatto in un ora adesso lo si sarebbe fatto in 35 min. Semplice,no?
I dipendenti non erano molto felici di questo anche perché il ciclo della produzione era H24 e provarono inutilmente a far presente che quei carichi di lavoro così pressanti legati alle nuove procedure alla lunga non sarebbero stati sostenibili. Inoltre per rispettare i tempi, dopo qualche settimana alcune norme di lavoro legate alla sicurezza furono ridotte o addirittura abolite . Di nuovo gli operai chiesero di rivedere quelle procedure senza risultato. Ma i “soldati” devono seguire le procedure senza fiatare, punto e basta, o no?
Neanche un mese dopo un operaio un po’ petulante veniva licenziato per “scarsa produttività” (colpirne uno per educarne cento..)
Una sera di ottobre Markus , dopo aver dato la buonanotte alla moglie e ai suoi due figli, andò al lavoro come tante altre volte. Lui era addetto ad una macchina elettroidraulica collegata alle operazioni di un altoforno. Alla settima ora di lavoro notturno in un ambiente dove la temperatura superava i 50° e bisognava indossare gli occhiali di protezione per non lacrimare , forse per la stanchezza o forse per rispettare i tempi, fece un errore fatale provocando una esplosione che uccise oltre a lui altri due compagni. In più cinque dipendenti e un vigile del fuoco rimasero feriti in modo grave con lesioni permanenti .
I danni materiali furono tanto ingenti che la fabbrica fu chiusa e mai più riaperta. L’inchiesta giudiziaria stabili’ che la causa era da imputarsi ai ritmi di lavoro troppo intensi e ravvicinati , all’ambiente disagevole e privo degli accorgimenti di sicurezza previsti dalla legge di quel paese e alla carenza di personale nelle aree ad alto rischio.. Inoltre il giudice accertò che i risultati di alcuni audit svolti in precedenza erano stati contraffatti per non subire sanzioni."
P.S.
• La giustizia condannò l’azienda al risarcimento dei danni e delle vittime.
• La morte di Markus e dei suoi due compagni fu onorata in una chiesa colma di autorità e di gente comune ; mancava solo Markus , il suo corpo non fu mai ritrovato, si era vaporizzato al contatto con il metallo incandescente.
• I manager , seppure condannati , non hanno fatto neanche un giorno di galera.
• Qualche anno dopo in una acciaieria italiana accadde un incidente del tutto simile per cause e conseguenze; morirono sette persone.
• Markus e’ un nome di fantasia, tutto il resto no.
Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.