Luglio 1996 - Volo della AIR UK (non esiste più questa compagnia) da Stansted a Linate. Diluvio e noi fermi sulla pista col pilota che avverte un ritardo nel decollo di 10 in 10 minuti (per 3 volte) a causa del mal tempo, paura che aumenta sempre di +. Ad un certo punto si spengono le luci, si accendono quelle del sentiero luminoso, la hostess dice qualcosa in inglese e poi inizia a dire "RUN, RUN, RUN". Mi ritrovo spinto dalla gente al bordo dello scivolo arancione e poi via giù fino a terra. Aspetto due miei compagni di classe e iniziamo insieme a correre nell'erba bagnata.
Spiegazione ufficiale: un fulmine, ma l'aereo mi sembrava intatto!
Dopo 5 ore, super assistiti all'aeroporto saliamo a bordo di un altro aereo affittato dalla AIR UK. 25 minuti di volo e reincontriamo il temporale, ma in volo. Una, due, tre, quattro turbolenze forti e l'aereo è sballottato qua e la. Qualcuno grida, qualcuno si tiene ai braccioli, chi al sedile davanti e poi un gruppo di ragazzi di un liceo milanese che si divertono da morire. Non come noi, liceali del cremonese, provinciali e poco abituati alle forti emozioni.

Risultato: arrivo a Linate, ovviamente i liceali milanesi con un sorriso a 2000 denti perchè avrebbero avuto un'avventurona da raccontare e noi bianchi, sudati a correre dai genitori. Ci siamo pure meritati un articolo sul corriere della sera.
Io super spaventato in macchina giuravo che non sarei mai più salito su quei "maledetti" aerei. Due giorni dopo mio padre mi sveglia e mi fa vedere una valigia. Mi dice: "io ho preso il primo aereo a 35 anni, tu ne hai ancora 16 e tutto il mondo da vedere" ... "non pensare di poter vedere il mondo in macchina o in treno, non ti basterebbe una vita".
Ebbene mi porta a Linate e mi "costringe" a salire con lui su un volo per Parigi, due giorni dopo a Madrid, due dopo a Lisbona, due dopo a Londra e poi di nuovo a Milano. 5 voli in 11 giorni in cui mi sono riconcialiato con il volo e non l'ho più lasciato uscire dalla mia vita.
Un piccolo ed ingenuo consiglio per tutti: non lasciate che una disavventura, una turbolenza in +, un temporale, un rumore sospetto limitino la vostra voglia di vedere posti o persone care in giro per il mondo. Prendete tutto il coraggio che avete e salite su un aereo e mentre siete sopra cercate in voi tutto il coraggio che pensavate di non avere: guardate fuori dal finestrino, camminate nel corridoio anche se vi tremano le gambe, parlate anche se la vostra mente vi sembra sgombra di pensieri diversi dai vostri timori, leggete, osservato la gente, parlate con gli AV. In quegli undici giorni in giro per i cieli d'Europa con mio padre ho fatto così e mi sono riscoperto una persona più forte di quello che pensassi e soprattutto mi sono innamorato perdutamente degli aerei.
Spero che questo racconto di vita vissuta possa essere da stimolo per alcuni ad affrontare la propria paura, aiutati ovviamente dalle persone fantastiche e competenti che animano questo forum.