Ma un "attacco di chinetosi" in pratica in cosa consiste?
Nausea, vomito, traspirazione, brividi, senso di malessere generale, tachicardia, affanno respiratorio, vertigine (intesa come capogiro), a volte scariche intestinali, il tutto con andamento ciclico e parossistico nel senso che spesso il soggetto, dopo avere sopportato conati di vomito o scariche si sente temporaneamente meglio, per poi ricominciare da capo.
Non si presenta sempre con tutti questi sintomi, non si presenta sempre con gli stessi sintomi nello stesso soggetto, non si innesca nello stesso soggetto a parità di sollecitazione vestibolare, nel senso che uno magari una volta sta male per maggiori sbattimenti e una volta di meno.
E' favorito da cicli di oscillazione lunghi e periodici, meno facilmente compare per scosse secche e di breve durata.
Questo fa dell'aereo il mezzo dove meno si dovrebbe sentire il fenomemo.
Non fanno nulla i rimedi della nonna, non fanno nulla i rimedi suggeriti dai bagnini contro il mal di mare (ci sarebbe da scrivere un trattato sull'argomento, dalle acciughe deglutite con acqua di mare alle fette di limone con il sale sopra...).
La soluzione del singolo attacco passa attraverso la riduzione dell'ipersollecitazione del vestibolo e qundi il relativo sbattimento degli otoliti, che sono i cristalli a cui accennava Eterno Pinguino, contenuti nei canali semicircolari, composti di carbonato di calcio (in pratica il marmo di Carrara) e da ogni cosa che possa portare al relax.
Lo stomaco vuoto accresce i crampi gastrici, lo stomaco pieno rende il vomito più abbondante e quindi la sensazione di malessere più marcata.
La chinetosi è accresciuta da ansia, sensazione visiva di movimento, odori, rumori, temperature ed umidità elevate, è ridotta da aria corrente, fresco e soprattutto tranquillità.
Per la soluzione definitiva, come ho già scritto sopra, la ricetta è allenamento, riduzione dell'ansia, partecipazione al fenomeno che innesca la chinetosi.
Esempio banale: nessuno sta male mentre guida, perché è concentrato e sa cosa sta facendo, ma i suoi canali semicircolari sono sollecitati esattamente come quelli dei passeggeri.
Tutto ciò che aiuta a fare credere che ci si sta curando, braccialetti e cose simili, ben vengano se contribuiscono a fare calare l'ansia.
Essendomi occupato per oltre vent'anni di ricerca clinica e farmacologica sono propenso a non credere assolutamente a tutto ciò che è "alternativo" in campo clinico, ma l'effetto placebo è una realtà provata dalla scienza ufficiale, per cui se un soggetto crede che il braccialetto lo faccia stare meglio e quindi va in auto, in mare, in volo più tranquillo, ben vengano i braccialetti, le graffette nell'orecchio e quant'altro.
L'effetto ansiolitico è l'origine della soluzione o dell'attenuazione della sintomatologia, ma, come meglio di me saprebbe spiegare Luca, l'ansiolisi non è una peculiarità prettamente farmacologica.