1) 'a statistica
Per quanto io sia d'accordo con i "numeri", per ogni statistica bisogna sempre considerare anche gli elementi contestuali (il campione su cui ci si basa, p.es.) e l'obiettivo finale della statistica.
Ricordo una battuta che diceva come il letto sia il posto più pericoloso del mondo, perchè ci muore il 98% della gente.
Statisticamente è vero, ma un pò troppo decontestualizzato...
Altro esempio di statistiche (aeronautiche; i dati sono reali) che dimostrano chissà cosa.
Aereo "A": costruiti: 1144; incidenti: 100; media incidenti: 1 su 12;
Aereo "B": costruiti: 1990; incidenti: 26; media 1 su 76;
Aereo "C": costruiti: 2500; incidenti: 3; media 1 su 833;
In realtà quel disastroso 1 in 12 del modello "A" non tiene conto che i 100 incidenti sono distribuiti su 40 anni di vita operativa di quelle macchine; non tiene conto del fatto che i superstiti di quei 1144 aeroplani operano in Paesi in via di sviluppo e che la maggior parte degli incidenti fu causata da operazioni su standard di sicurezza molto bassi; non divide fra incidenti fatali e "incidenti" con soli danni al mezzo (danni che, per operazioni in condizioni economiche precarie, spesso comportano la demolizione dell'aereo, non potendosi permettere la riparazione).
In realtà, a conti fatti (p.es. incidenti vs. ore volate o miglia volate), risulta che la sicurezza dei tre modelli di aeroplani è sempre stata elevatissima, e che i "numeri" sono stati peggiorati da operazioni da parte di compagnie messe in black-list dall'Europa e dagli USA.
Quindi, occhio ai numeri: dicono tutto e il contrario di tutto (o come direbbe il saggio, con sufficienti dati si può dimostrare qualsiasi cosa).
Insomma, almeno voi romani, ricordate la poesia sulla statistica del grande Trilussa?
2) paura di volare
Che serve la statistica a chi ha paura di volare?
Poco o nulla, posso supporre?
Chi ha paura di qualcosa, vive una situazione che non può essere del tutto domata con argomentazioni razionali.
Quale che sia la manifestazione della paura, ciò con cui si ha a che fare è una manifestazione di un moto non razionale della persona.
La paura può essere risolta per tante strade, di sicuro si scopre che è l'effetto finale di "qualcosa" di personale che trova il pretesto per manifestarsi (la paura di volare è l'effetto di un malessere, non la causa; ma questo non è un discorso facile da affrontare, capire e far proprio).
Quindi l'aiuto per il "pauroso" è un lavoro interlocutorio, dove il pauroso parla di sè stesso e trova da sè la sua conclusione e le sue soluzioni, con il supporto di chi, dall'esterno, riesce a vedere quei piccoli dettagli e quelle piccole rivelazioni che possono aiutare a comprendere meglio il problema originale.
A.